La spia (parte 2)

di
genere
tradimenti

L’amica è una presenza costante. Non perdono un colpo. Manco ricordo come si chiama. Ne confondo due o tre di nomi. Ma non è solo lei a riempire le sue giornate. Compare di nuovo l’architetto. Sembra che debbano stipulare accordi per ristrutturare migliaia di appartamenti. Compare di nuovo anche mio fratello. Perché l’amico architetto non è un’architetta? Perché mio fratello non è una sorella? Perché da quella porta non entra una fiumana di amiche? Vorrei che fossero così tante da privarla del tempo necessario ad aspettarmi e ad escogitare nella noia dell’attesa fantasie proibite.
Ed ogni volta, lei si presenta in tiro. In mio onore è dimessa fino alla sciatteria; per loro sembra la modella di un atelier d’alta moda. Oltre alle scarpe con i tacchi alti, gonne e minigonne di tutte le fogge, scollature vertiginose. Non oso immaginare il trucco sul suo volto: detesta il belletto e lo applica malvolentieri su di sé come se eseguisse un esperimento su una cavia. Eppure per loro si trucca. Lo so perché un intero set di make-up ha fatto la sua comparsa nel bagno, dove ha avuto l'impudenza puerile di nasconderlo. Per loro esibisce ciò che non osa con il proprio marito.
E loro apprezzano. Oh, eccome se apprezzano. (Anche lei apprezza?) Mentre li introduce in casa la mano di entrambi scivola via via più in basso: dalla schiena, al girovita, ai fianchi. L'architetto. Mio fratello. Con lui soprattutto si abbandona a scene di commozione inspiegabili. Lo abbraccia forte forte, con trasporto. E non lo molla, come non volesse farlo andar via. Una volta che quello che ora mi sembra un estraneo è arrivato alle 14:23, solo alle 15:59 se n’è andato. Un’ora e mezza. Cosa è accaduto in quel lungo lasso di tempo? Si può montare un film in quell'intervallo. Si può sostenere un esame, perdere una commessa, percorrere un mucchio di chilometri in auto. Si può scopare all’infinito. Si può commettere il più atroce dei tradimenti perché entrambi gli amanti sono legati da un vincolo a chi è stato tradito.
Ho un giramento di testa. Mi sembra tutto irreale e impossibile. Fino a ieri un’ipotesi simile non avrebbe potuto coesistere nel mio universo. Ma ora niente mi sembra irreale, niente impossibile. Neppure mia moglie che si concia come una puttana per aizzare il desiderio del proprio cognato e portarselo a letto. E l’immagine di lei goduta e scopata, mi perseguita fino al mattino.

La comparsa sulla scena di mio fratello non rimane estemporanea e irripetibile. Farà ritorno più volte, e tutte quelle volte io non saprò niente di ciò che accade. Maledico la scelta sciagurata di ascoltare le obiezioni degli installatori quando hanno optato per posizionare la telecamera soltanto sulla porta d’ingresso. Obiezione sensata: occupando il piano terra della villetta con l'ampio giardino tutt’intorno e una ringhiera a baionetta che non scoraggerebbe delinquenti agguerriti, i precedenti proprietari hanno blindato le finestre con impenetrabili griglie di ferro battuto. Ma l’obiezione si scontra con i moventi reconditi. E imprevedibilmente, una moglie altrimenti ipersensibile al tema sicurezza e dalle mani abbastanza bucate aveva addotto a pretesto un risparmio di spesa per giustificare la scelta finale caduta sul suggerimento della squadra di addetti. E ora mi viene da congetturare che vi sia stato del dolo interessato nell’arringa di mia moglie.
Così un pensiero perverso attraversa la mia mente: dotare la casa, segretamente, privatamente, senza che nessuno lo sappia e che tutti ne rimangano all’oscuro, di un sistema a circuito chiuso fatto da me e per me soltanto. Di notte in preda all’insonnia, ad una frenesia inspiegabile, mi aggiro per casa come un ladro, studiando ogni angolo al buio – così tanto la conosco da non aver bisogno di vederla. Esamino variabili, valuto soluzioni. Poi mi affaccio sulla soglia della camera da letto e la scorgo, scolpita da sottili listelli di luna che si insinuano tra le doghe e le accarezzano le forme sinuose dolcemente distese. La doppia curva che dalle spalle in un ottovolante sensuale discende alla vita e risale sui fianchi. Il respiro tranquillo e profondo. La testa cosparsa di capelli che non posso fare a meno di afferrare. Mi avvicino e sporgo sul materasso: le mani congiunte come in preghiera dove abbandona il volto nel sonno, in un caro gesto che le è così abituale da essere soltanto suo.
E allora mi piego e inizio a singhiozzare. Come un ladro fuggo via dalla stanza. Per non svegliarla.

Scandaglio internet e trovo modelli di tutti i tipi e per tutti gli scopi. Recupero l’ordine da un Locker anonimo e con mani tremanti apro la scatola, studio il manuale di installazione.
Ne ho comprate quattro. Una la colloco nel cassettone della tapparella della cucina. Da sempre manca una vite di fissaggio. Scavando il pannello di coibentazione ricavo un comodo nido. Fermo il dispositivo col nastro, mi assicuro che il saliscendi dell’avvolgibile non causi problemi.
Più complicata l’operazione in camera da letto. Ma dopo successive ricerche mi convinco che il nascondiglio migliore stia lassù, nella giunta d'angolo delle modanature in gesso del soffitto dietro l'armadio. A lavoro finito mi accorgo come non sia praticamente possibile individuare l'intruso. Anche io ad un certo punto coltivo dubbi sulla sua esatta collocazione.
La terza la posiziono in soggiorno sopra una veletta per la striscia a led. L’ambiente è talmente vasto che quel punto nero grande quanto una mosca diventa invisibile. Il salone è un open space composto da tre stanze in cui a padroneggiare è lo schermo da 85 pollici circondato dal divano, dalle poltrone e da un tavolo in vetro. In quel divano spesso ho praticato petting a mia moglie, con sua completa soddisfazione. Poiché il cunnilingus è diventato indispensabile al rapporto, non nutro dubbi che lo sia anche col partner tra le cui voglie devo ancora scoprirla cadere.
Per la quarta microcamera devo compiere una selezione. Al di là della mia portata rimangono le camerette dei ragazzi e i tre bagni, dei quali solo uno, più grande, ha una doccia confortevole, disponibile per le voglie lussuriose di una coppia di amanti. Sono gli ambienti restanti in cui possa verificarsi una violazione della privacy. Una doccia confortevole, protetta dal walk-in, con il piatto largo quanto la parete di fondo, molto comodo per lavarsi e ideale per qualche giochino, è perfetto per questo genere di svago. Io e mia moglie l’abbiamo sfruttata di tanto in tanto come gioco erotico: lavarsi a vicenda, inginocchiarsi davanti al partner, fare l’amore sotto l’acqua. Mi auguro soltanto che per soddisfare le loro porcherie non abbiano insozzato le camerette dei nostri figli.
Installo anche lì la vigile spia. Eseguo tutte le procedure. Occulto l'occhio dentro la bocchetta dell'aria condizionata. Faccio una prova. Mi rivedo. La doccia è inquadrata nella sua totalità. Sono bravo con questi piccoli lavori manuali, e sono certo di aver ottenuto un risultato soddisfacente.
Adesso, la cache di memoria è in mano mia. Di default si cancella dopo 72 ore, ma ora posso salvarla. Un lampo di inquietudine mi sconsiglia di farne uso. Alla fine non desisto, non devo desistere.

La frustrazione mi assale.
Provavo in anticipo il piacere perverso della prova al di là di ogni ragionevole dubbio. E sono rimasto deluso.
Dopo che l’amica si allontana alle 13:45 (ha fatto presto oggi: forse anche le più salde amicizie ad un certo punto di sfaldano, alzano tra loro le prime barriere), una nuova notifica raggiunge la app al telefono. Il sensore di movimento dalla cucina ha intercettato l'incontro dei due amanti. Mio fratello fa capolino dalla porta alle 13:56. Lei lo attende trepidante, vestita da urlo, acconciata da urlo. Lo abbraccia. Si baciano. Lo prende per mano e lo trascina via oltre l’orlo del mio occhio elettronico.
Sullo schermo diviso nelle quattro aree di monitoraggio che corrispondono ad altrettante microcamere li vedo comparire in cucina. Lui siede, sbottona la camicia, arrotola le maniche nel gesto istintivo di chi si sente a suo agio. Mia moglie armeggia con le cialde per preparare il caffè.
Solo ora mi accorgo che esistono indizi da esplorare, sparsi in giro con allegra incoscienza, da recuperare e disporre con ordine. Contare le cialde, sottrarre quelle che condividiamo al mattino, calcolare quante volte il bastardo si intrufola in casa. Non c’è bisogno di troppa tecnologia. E quando la prova è concreta, solo allora visionare il filmato senza perderci la ragione. Mi riprometto di farlo intanto che li osservo sorseggiare lentamente, separati da un metro di legno massello.
Discorrono. Corrugo la fronte. Mi aspettavo qualcosa di completamente diverso. È solo oggi che si contengono o la fantasia di un marito in crisi è volata troppo in alto? Poi vedo mia moglie accasciarsi sul tavolo, appoggiare la guancia sul braccio proteso a cercare il contatto con l’altro. Incapace di impedirlo inizio ad agitarmi.
scritto il
2025-10-13
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