Il Maestro Zen ci fà accedere al livello superiore di "conoscenza" spirituale

di
genere
sadomaso

Secondo quel porco depravato del maestro, io e mia sorella siamo gli unici a poter accedere al livello di "conoscenza spirituale" superiore prossima al Nirvana.
Ci propone un ulteriore corso di approffondimento è molto caro ma noi accettiamo la cifra da pagare per arrivare vicine al "Nirvana".
Dopo aver compensato il maestro iniziamo il corso.
Noi nude dobbiamo succhiare il cazzo del maestro che emana delle litanie in una lingua sconosciuta che ci dice essere preghiere che congiungeranno la nostra azione di pompinare al cielo che stiamo per raggiungere.
Finiamo per far arrivare il maestro che sborra alternativamente nelle nostre bocche.
Quel porco dice che così siamo salite di un livello di conoscenza.
Noi con il suo sperma in bocca assapporiamo quanto sia grande il livello di conoscenza raggiunto.
Poi quel maiale ci dice, dopo una lunga prosopopea, che dovremmo affrontare una dura prova per salire ancora sulla scala per il Nirvana.
Io e mia sorella, un poco annoiate dai suoi lunghi ed ipocriti discorsi siamo incuriosite e speranzose su cosa ci aspetterà ancora per salire di livello spirituale.
Dopo alcuni minuti entrano tre tipi con delle grosse, lunghe ed inquietanti bacchette in mano.
Il maestro ce li presenta come gli "angeli" del paradiso, in quanto ci faranno assaporare
cosa ci aspetta nel Nirvana.
Poi ad un ordine del maestro gli "angeli del paradiso" cominciarono a farci gustare il nostro destino nel Nirvana.
Gli "angeli" cominciarono a colpirci violentemente con le loro durissime bacchette; erano veramente implacabili, ci colpivano in ogni parte del corpo duramente, con tutta la loro forza.
Noi ci rotolavamo per terra, ci contorcevamo mentre i colpi arrivavano crudeli.
Urlavamo come bestie per il dolore.
Alcuni colpi erano così violenti da aprirci la pelle ed il dolore aumentava mentre ci contorcevamo con la nostra carne aperta che strusciava sul pavimento.
La sessione di "elevazione spirituale" durò a lungo sotto la supervisione del maestro che si masturbava, stimolandoci ad apprendere la via del Nirvana.
Noi tra un dolore ed un altro stavamo comprendendo appieno la strada che ci avrebbe portate al Nirvana.
Tra un urlo di dolore ed un altro ringraziavamo il maestro per la sua ammirevole opera che ci portava sempre di più verso un nuovo livello spirituale.
Il maestro giudicando con attenzione il nostro massacro, le lesioni che subivamo, i nostri commenti sulla sofferenza che subivamo; ci raccontava con parole ipocrite quanto fossime prossime al Nirvana.
Noi tra un urlo ed un altro ringraziavamo il maestro per il suo impegno nel farci raggiungere il Nirvana.
Ad un certo momento il maestro nella sua grande sapienza decise che eravamo pronte per la fase successiva del nostro "cammino di conoscenza".
Ordinò ai suoi collaborattori di smettere di picchiarci ed di utilizzare i loro membri per far entrare nei nostri corpi la sapienza Zen.
I tre sadici arrapati per averci fatto soffrire come bestie non asspettavano altro e cominciarono ad incularci senza pietà.
I tre si alternavano sui nostri due culi ridendo e godendo come bestie.
Il maestro, esclavama su quanto quella cerimonia di inculamento ci avviccinava al Nirvana.
Effettivamente sia io che mia sorella eravamo così distrutte da sentire il Nirvana prossimo.
Mentre i nostri culi erano violati il maestro infilava di tanto intanto il suo cazzo nelle nostre bocche, dicendo che era la via per il paradiso.
Passamo diversi minuti di passione finchè gli "Angeli" non ci arrivarono nel culo ed il maestro non ci arrivò in bocca.
Quando quegli stonzi violentatori si eano soddisfatti il maestro li congedò.
Noi con i corpi straziati dalle botte, i culi rotti, la bocca piena di sperma del maestro rimanemmo sul pavimento lamentandoci per i dolori.
Il maestro nella sua sommità ci annunciò che avevamo superato una grande prova "spirituale" che ci portava prossime al Nirvana.
Contente di aver superato la prova ed di aver raggiunto un nuovo livello di esperienza "spirituale" ringraziammo il maestro e lo pregammo di farci avanzare nel nostro percorso di conoscenza.
Lui si accarezzò la barba bianca e ci disse che avrebbe valutato la nostra richiesta.
Ci annunciò che avevamo buone prospettive, e che del resto non voleva abbandonare due discepoli promettenti.
Io e mia sorella ringraziammo il maestro.
Poi lui ci congedò.
Tornammo a casa doloranti per tuutte le ferite che avevamo subite.
A casa ci curammo tra noi, ci addormentammo esauste, sognando speranzose che il maestro continui a farci scalare la nostra conoscenza spirituale.
scritto il
2025-09-19
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