Il maestro Zen ci eleva a suoi assistenti

di
genere
sadomaso

Dopo il nostro passaggio ad un livello superiore di "conoscenza spirituale", il Maestro ci vuole metterere in prova come sue assistenti.
Noi siamo entusiaste di questa promozione.
Arriviamo al tempio del Maestro; uno squallido scantinato umido e sporco decorato approssimamente con feticci ed ornamenti orientali.
Entrate ci spogliamo subito nude come si conviene agli adepti del Maestro.
I nostri corpi sono ancora coperti dalle piaghe e dai segni del martirio di conoscenza che il Maestro ci ha concesso.
In ginocchio davanti a lui con il suo cazzo oscenamente eretto che spunta fuori dal suo kimono, ascoltiamo le sue sagge parole.
Si esprime in una qualche lingua orientale di cui noi non capiamo un cazzo.
Ma annuiamo come deficenti, ben sapendo che quel porco del Maestro, vuole solo divertirsi con i corpi e le menti di noi masochisti che amano godere da chi ammanta il proprio desiderio perverso da una forma religiosa.
Dopo più di mezz'ora che quel maiale ci parlava nella sua lingua incomprensibile.
Godendo evidentemete della nostra sottommisione fisica e mentale; si rivolse a noi in italiano dicendoci che al suo tempio si erano iscritti altri due adepti che volevano trovare la via della "conoscenza".
Io e mia sorella ci guardammo incuriosite; cosa poteva volere da noi il Maestro che ci aveva appena fatto raggiungere un livello di "conoscenza" elevato ma non supremo.
Forse insufficiente a poter fare da assistenti al supremo insengamento del Maestro.
Noi devote cominciammo a baciarli i piedi entusiaste dell'onore che ci concedeva; con ardire cominciammo anche ad accarezzarli il cazzo eretto che mostrava oscenamente.
Ci concesse solamente alcune carezze, che ci permise di apprezzare la durezza del suo membro che cominciammo ad elogiare.
Lui ci fermò rapidamente lasciandoci deluse per non poter festeggiare al meglio la potenza del membro del Maestro.
Lui cattivo ci disse che il nostro compito sarebbe stato di accogliere i nuovi adepti, ed obbedire ai suoi ordini.
Capimmo, in seguito che quell'avaro del Maestro, non volevava più pagare gli stipendi dei suoi precedenti assistenti che se ne erano andati mandandolo affanculo.
E quindi poteva ricorre solamente a noi due povere stronze che gratuitamente lo avrebbero assistito senza prendere un soldo mentre lui percepiva i lauti compensi dei nuovi adepti.
Suonò il campanello, i Maestro disse che dovevano essere i nuovi discepoli.
Noi nude andammo ad aprire.
Quando la porta si spalancò vedemmo una giovanissima coppia appena ventenni; molto belli.
Quelli quando videro i nostri corpi nudi coperti dagli "insegnamenti del Maestro" ebbero un attimo di esitazione.
Per farli uscire dall'imbarazzo gli augorai il buongiorno ed il benvenuto nel tempio del Maestro.
Quelli entrarono esitanti guardando con curiosità ed evidente preoccupazione i nostri corpi martoriati.
Comprendemmo il significato dei loro sguardi e dei loro dubbi.
Gli dicemmo che nel tempio gli adepti dovevano essere nudi, solo il Maestro poteva essere vestito.
Quindi gli invitammo a spogliarsi, loro timidamente ed arrossendo si liberarono dei vestiti che noi buttammo senza nessun riguardo in uno scaffale.
Osservammo i loro corpi nudi; erano bellissimi con dei corpi tonici e depilati.
Ci piacevano ed io e mia sorella non potemmo astenerci da fare dei commenti su quei magnifici corpi.
Eccitati cominciammo a toccarli, spiegando loro che dovevamo esaminarli prima di presentarli al Maestro.
Loro arrossendo ingenuamente si lasciarono toccare.
Io passai le mani sul culo del maschio che aveva delle chiappe stupende, sode, dure come marmo, mi eccitai ad accarrezzargliele.
Poi misi la mano davanti e cominciai ad agguantare le sue palle ed il suo cazzo.
All'inizio sembrò ritroso al mio tocco ma poi si lasciò andare e cominciò ad arraparsi.
Aveva un bel cazzo duro che riempiva la mia mano.
Ma non doveva venire e lo abbandonai insoddisfatto.
Intanto mia sorella si era divertita con la donna e me la passò guardando affascinata il culo del maschio.
Ci si buttò accarezzandolo e leccandolo, si vedeva che le piaceva.
Chissà se il maestro ci avesse potuto permettere di approffitare di quel bellisimo culo e cazzo.
Intanto io mi dedicavo alla donna.
In quel momento i due tentarono di protestare dicendo che quell'esame non gli sembrava compatibile con quanto avevano discusso via on line con il Maestro.
In quel momento apparve il porco.
Io stavo leccando il buco del cul culo della donna e mia sorella stava adorando il culo ed il cazzo del maschio.
Il Maestro, irritato per il ritardo, urlò distraendo la nostra attenzione dai nostri piaceri.
Intimorite ci scusammo per il ritardo ma ci giustificammo perche volevamo approfondire gli esami dei neofiti.
Il Maestro battendo le mani ci invitò tutte ad entrare nella sala; in ginocchio come si conviene agli studenti.
Noi quattro entrammo nel salone; lo squallido e puzzolente scantinato.
Il maestro si adgiò sul trono al centro della sala con il suo cazzo eretto sporgente dal kimono.
Ordinò ai neofiti di mettersi in ginocchio davanti a lui, mentre a noi non diede ordini e ci sentimmo libere di posizionarci in maniera più comoda.
Ci adagiammò a terra mentre i nuovi adepti in ginocchio con le mani sulla testa subivano i discorsi del maestro.
Quel porco manipolatore cominciò a parlare per ore, pronunciando migliaia ed migliaia di parole; alternava le insulse chiacchiere con discorsi nella sua incomprensibile lingua accompagnata dagli ossessionanti battiti sul tamburello.
I neofiti, dopo molte ore, sfiniti fisicamente dalla posizione e psicologicamente dal tormeto linguistico e musicale cominciarono a perdersi.
Quando venivano interroggati sarcasticamente dal Maestro, le loro risposte divenivano sempre più confuse.
Il loro corpo e la loro mente stavano straziandosi.
Stavano passando quanto il Maestro aveva fatto con noi; io e mia sorella ci stavamo eccittando a veder fare su quella giovane coppia il tormento che era stato fatto su di noi.
Porche come siamo cominciammo ad approffitare di quei giovani corpi.
Mentre il Maestro continuava a spaccarci i timpani con il suo tamburello e le sue litanie.
Io e mia sorella cominciammo ad approffittarci di quei corpi "mummificati".
Intontiti, con la mente completamente sconvolta dalla magia del Maestro, avevano delle reazioni ridotte.
Ero rimasto attratto dal culo del maschio e masturbandomi finchè il mio cazzo non fù sufficentemente duro.
Inculai con violenza quel maschio; lui era talmente intontito dall'ipnosi del Maestro che a malapena comprese ciò che gli stava capitando.
Mia sorella si masturbò con estremo piacere mentre mi vedeva inculare quel mmaschio.
Io godei dentro quel culo mentre sembrava un corpo inerme come un burattino.
Mia sorella mi assicurrò che aveva goduto come una bestia a vedermi inculare quel frocio così bestialmente.
Il Maestro glorificò la nostra azione verso gli adepti che senz'altro avevano raggiunto il primo livello di conoscenza
Poi guardandoli sfiniti e ritenendo che fossero dei neofiti ancora inesperti; chiese a noi di accontentare il suo cazzo
Io e mia sorella ci alternammo a leccargli esucchiarli il suo sacro pene.
Finchè quell'anima suprema non ci donò il frutto della sua anima.
Accogliemmo con soddisfazione l'essenza del nostro Maestro e c'e la scambiammo di bocca in bocca finchè eccittate ma sfinite ci masturbammo per poi addormentarci.



scritto il
2025-09-20
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