Ho fatto l'amore con Fuuka

di
genere
tradimenti

Esco dalla doccia, i capelli ancora bagnati, l'accappatoio mezzo slacciato.
Jos mi guarda mentre do sul capo una passata con l'asciugamano, ma già leggo nel suo sguardo una scintilla di desiderio.
Slaccio la cintura dell'accappatoio, con noncuranza, e un sipario si apre sul mio corpo, una clavicola lancia un segnale saturo di erotismo; non abbastanza per scatenare l'incendio, ma l'olandese si alza in piedi e probabilmente non è solo il nord europeo a drizzarsi.
Il maschio mi valuta, indeciso se agire o aspettare che lo faccia io, e decido di prendere io l'iniziativa.
Il mio corpo è qui, tiepido di vapori e profumato di detergenti, ma la mente già vaga altrove, verso l'arcipelago oltre il mare del Giappone per ritornare nel sud dell'Europa in cerca di una ragazza da cui mi sento stregata.
Allargo i capi dell'accappatoio e la spugna bianca cade per terra con un tonfo sordo.
Sulla mia pelle l'aria fresca mi fa rabbrividire e i capezzoli si contraggono.
Sono davanti a te, ora. Le mie curve sotto ai tuoi occhi, i capelli umidi su una spalla, a lambire il seno. La vita stretta che racchiude l'ombelico, si allarga come un sorriso sui miei fianchi in mezzo ai quali un ciuffetto ribelle richiama imperiosamente il tuo sguardo: piccola e indomita foresta nera sotto la distesa candida del mio ventre.
L'uomo dei Paesi Bassi si avvicina contemplandomi con attenzione, ma è il tuo sguardo, Fuuka, quello di cui sento la carezza sulla pelle. Un contatto appena sfiorante che dal mio collo devia sulle mie ascelle per convergere sul mio seno.
Dita attente mi sfiorano le due rotondità simmetriche facendomi fremere di desiderio.
Solo un anelito raggiungere i miei capezzoli, diventati sensibili in modo insopportabile, ma le tue dita seguono la clessidra del mio corpo, come un cursore su un'onda sinusoidale, per fermarsi sul mio sedere. Le tue mani mi sollevano i glutei, ci affondano le dita, mentre la tua bocca si avvicina agli occhietti scuri dei miei seni per baciarmi.
Non è un uomo che sta succhiando le mie more, ma le labbra morbide di una donna, quel delizioso tocco sottile che sa resistere all'impazienza e quasi con pietà corteggia il velluto poroso delle mie mucose scure.
La tua lingua tocca gentilmente le mie macchiette facendomi sussultare e io allungo le mani tra i tuoi capelli che trovo lunghi e soffici al posto dei capelli corti e ispidi dell'uomo che poco fa mi soppesava con desiderio.
Vortici umidi in punta di lingua, le tue mani si depositano alla base delle mie tette, sollevandole e affondando le falangi nel mio tessuto morbido ed elastico.
Poi la tua bocca si abbassa per corteggiare il mio ombelico, preludio di sensazioni penetranti e ottenebranti.
La bocca scende sul mio corpo, una carezza umida delle tue labbra desiderose di conoscere il mio sapore più eccitante. Un contatto cui corrisponde il passaggio delle tue mani sulla mia schiena che si arresta dove sporge il mio sedere.
Ti inginocchi davanti a me, mi prendi i peli tra i denti e li tiri facendomi gemere di dolore, sollevando il monte di Venere e stirando la pelle fino al clitoride.
“Fuuka, dove sei stata tutto il giorno?” Le parole scoccano nei miei pensieri sotto il livello della coscienza.
Le ginocchia mi si piegano e, sostenuta da forti mani, vengo adagiata sul letto dove l'ispezione prosegue.
Allargo le cosce: un segnale di invito, di resa, di desiderio. Il mio corpo implora le tue attenzioni.
Sento che mi annusi, la mia eccitazione già si manifesta in umidi sentori, rapiti dai tuoi sensi indagatori.
Una piccola trazione sui peli sopra il punto in cui il ventre si apre sulla mia vulva, stimola il bocciolo del piacere più intenso.
Piccoli baci bussano alle grandi labbra.
“Amore vienimi dentro” sussurro dal profondo del mio desiderio.
Le tue dita mi aprono per guardarmi. Le piccole ancelle scure già gemono stille di sesso.
Il tuo sguardo mi deflora, i tuoi polpastrelli mi liberano la piccola perla grigio-rosa che ti aspetta da sempre e la una lingua calda e soffice comincia a danzare scardinando le mie sensazioni più incontrollabili.
Una fiammella umida tortura i miei sensi facendo vibrare il mio seno e ondeggiare i miei fianchi.
Una danza del ventre: morbidi movimenti mettono in oscillazione il mio bacino in cerca di una penetrazione in sincronia di moto e sintonia di piacere, mentre perdo irreparabilmente la coscienza delle mie percezioni, libere di esprimere i miei desideri, di decantare poesie per attirarti dentro di te.
È la tua lingua, Fuuka, che mi esplora, la tua curiosità sul mio corpo che mi eccita toccando le vette del piacere, quando due dita bussano gentilmente all'atrio del mio nido.
Piccole torsioni per inumidirsi e indovinare il percorso che mi porterà a urlare delicatamente il tuo nome, sussurrarti preghiere per restarmi dentro, con la tua lingua, le tue dita, qualunque cosa vorrai introdurre nel mio corpo per farmi godere di te.
Ora sei sopra al mio corpo, i tuoi seni oscillano davanti ai miei occhi, mi ipnotizzano come un serpente al suono monotono di un incantatore indiano, mentre mi scopi.
Uno strap-on, un dildo, un vibratore e forse tutto insieme, una bottiglia, un cetriolo. Non so con cosa mi stai scopando, piccola Fuuka, ma ti accolgo con un gemito a ogni tua delicata spinta.
Le tue mani sui miei seni, le mie a lisciarti la schiena, leggendo la sequenza delle tue vertebre come se stessi sgranando una corona di rosario.
Mi stringi le tette, mi sevizi i capezzoli e poi affoghi di baci il mio collo mentre mi penetri più profondamente.
Una spinta, una lenta uscita e una nuova spinta, più dolce e più profonda. Rimani dentro di me, il tuo clitoride accarezza il mio. Un lungo bacio tra i nostri fiori di passione.
Ti accarezzo il sedere, quei glutei tondi e lisci; li allargo e li stringo per poi accarezzarti la piega che li divide, cercando ti toccarti il buco più stretto.
“Fuuka, quanto ti desidero” la mia mente sussurra al tuo orecchio quando il tuo seno si schiaccia sul mio e il mio indice ti entra nel garofano che infine ho trovato.
Così, una avvinghiata all'altra, tu dentro di me e io dentro di te, un doppio dildo, un dito stretto tra i tuoi muscoli anali, le nostre lingue in un lento ossequioso tango argentino.
Così mi abbandono a te in un lungo gemito che prende inizio dalla mia anima per muoversi verso la superficie del mio corpo e sfogarsi nella bocca che ancora serri sulla mia.
Accolgo nella mia gola le tue piccole urla ritmate con le spinte dei tuoi lombi che continuano a penetrare me e te insieme e dare fuoco alla benzina del nostro amore.
Ad occhi chiusi e la schiena contratta, il mio seno sotto il tuo, i tuoi baci che riprendono il possesso sul mio collo, riprendo lentamente coscienza e respiro. Le tue mani mi lisciano i capelli, le mie dita sfiorano i tuoi contorni mentre esci da me per sdraiarti al mio fianco e continuare a baciarci; abbracciate, il calore del tuo corpo ancora sulle mie curve, sul mio ventre, sulle mie cosce.
“Abbiamo fatto l'amore, Fuuka, la prima volta. Il coronamento di un sogno”.
di
scritto il
2025-09-07
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