Becky e il sesso sfrenato parte 2
di
Mauro Virgilio Marone
genere
etero
Becky e il sesso sfrenato parte 2
1 – Becky**
Becky era sempre stata quella più sfrontata, quella che non aveva paura di chiedere ciò che voleva. Quella sera, quando il suo ragazzo arrivò a casa, lei era già pronta: in ginocchio sul letto, gambe divaricate, culone in aria, solo un filo di tanga infilato tra le chiappe.
«Chiudi la porta e vieni qui…» disse con un tono basso, roca di eccitazione.
Lui non ebbe bisogno di altro. Le abbassò il tanga lentamente, accarezzando le natiche piene. Becky si leccò due dita, passandole tra le chiappe fino a massaggiare l’ano, guardandolo sopra la spalla.
«Stavolta mi sfondi, amore. Senza pietà.»
Il suono del preservativo che si srotolava fu seguito dal calore della sua punta che premeva. Becky allargò di più, spingendo indietro, godendo già solo della pressione. Poi arrivò la spinta lenta ma implacabile, sentendosi piena, dilatata fino a gemere. Ogni colpo più profondo la faceva ansimare forte, le mani aggrappate alle lenzuola.
Lui la prese per i fianchi, accelerò, le natiche che sbattevano con schianti umidi. Becky urlava di piacere e dolore misto, fino a raggiungere un orgasmo violento, con il corpo che sobbalzava a ogni affondo. Quando lui venne dentro di lei, si piegò in avanti, sfiorandole il collo con la bocca:
«Sei la mia sporca puttanella…»
E lei, ansimante: «Solo tua…»
2 – Tatiana
Tatiana quella sera si era truccata con attenzione chirurgica: eyeliner felino, rossetto cremisi, vestito nero aderente senza biancheria sotto. Il suo ragazzo non sapeva ancora cosa lo aspettava.
Appena lui entrò, lei lo spinse contro il muro e iniziò a baciarlo con una fame predatoria. Sotto le mani, già sentiva crescere la sua erezione. Tatiana prese il comando: lo fece sedere sul divano, gli slacciò la cintura con lentezza sensuale, tirò fuori il suo cazzo duro e lo accarezzò con le unghie laccate.
«Stanotte ti prosciugo, amore… e non solo il cazzo.»
Cominciò a succhiare lentamente, la lingua che girava intorno alla punta, aspirando piano, tenendo il contatto visivo. Poi aumentò il ritmo, le labbra strette, un gorgoglio bagnato che lo fece gemere forte. Quando lui stava per venire, lo fermò.
Si tolse il vestito con un gesto solo, si mise a cavalcioni e lo guidò dentro di sé, scendendo piano fino a prenderlo tutto. Si mosse sensualmente, con lenti cerchi di fianchi, costringendolo a guardarla negli occhi mentre lui si perdeva. Ogni spinta era una promessa e una minaccia. Alla fine, lo fece venire con un urlo di piacere, e quando lui crollò spossato, lei sorrise, sfiorandogli il viso:
«Adesso sei mio. Completamente.»
3 – Mar y
Mary era sempre stata la più timida, ma quella notte decise che la maschera sarebbe caduta. Aspettò il fidanzato nuda sul letto, circondata da candele, con un foulard di seta in mano.
Appena lui entrò, lei lo fece sdraiare e gli legò i polsi sopra la testa. Senza dire una parola, iniziò a sfiorargli il petto con i capelli, a sfiorarlo con le labbra senza baciarlo. Poi scese lentamente lungo il ventre, fermandosi appena sopra la sua erezione già tesa.
Con un sorriso, iniziò a masturbarglielo piano, bagnandosi la mano con la propria saliva, poi infilò la punta nella bocca calda, succhiando piano, aumentando gradualmente il ritmo. Ma non si fermò lì: si mise a cavalcioni, guidando il cazzo dentro di lei, sedendosi fino in fondo senza distogliere lo sguardo da lui.
Cominciò a muoversi, lenta e sensuale, poi più veloce, le mani che scorrevano sul suo petto, il seno che rimbalzava mentre lei gemeva senza più trattenersi. I due esplosero insieme, uniti e avvolti nel calore, e Mary, ancora ansimante, sussurrò all’orecchio:
«Questa è solo la prima notte… ne avrai molte altre così.»
---
Becky
Il sudore le imperlava la schiena, le natiche ancora arrossate dai colpi. Lui era crollato all’indietro sul letto, respirando a pieni polmoni, ancora con il ritmo affannato. Becky gli strappò il preservativo, lo annusò con un sorriso malizioso e lo lasciò cadere sul pavimento.
Si distese a pancia in giù, ancora col culo in mostra, e lo guardò sopra la spalla.
«Ti piace così tanto che torni sempre da me… e sai che non ti deluderò mai.»
Lui rise, esausto, ma era vero: ogni volta con lei era un miscuglio di dolce ossessione e pornografia pura. Becky allungò la mano, sfiorandogli il petto sudato.
«E siamo solo all’inizio…» mormorò, e già aveva quell’aria di chi, dopo pochi minuti, avrebbe ricominciato da capo. Per Becky non c’era un “dopo sesso”: c’era solo “il prossimo giro”.
Tatiana
Tatiana si lasciò cadere accanto a lui, il respiro irregolare, il corpo ancora pulsante di piacere. Il vestito era ormai per terra, abbandonato come un guscio vuoto.
Il suo ragazzo la guardava con un misto di stupore e un filo di timore: non l’aveva mai vista così padrona di tutto, capace di ammaliarlo e di spolpargli le energie fino a lasciarlo senza forze.
«Non sapevo che potevi essere così… travolgente.» balbettò, con un sorriso stanco.
Tatiana gli girò un dito sul petto, come a segnare un sigillo invisibile.
«Era lì, amore mio… aspettava solo il momento giusto per uscire.»
Lui non riusciva a capire se fosse eccitato o intimidito per quello che era appena successo: la donna dolce e accomodante che conosceva aveva appena lasciato spazio a una dea sensuale, e quella visione lo avrebbe perseguitato – e attratto – per molto tempo.
Mary
Mary si accasciò accanto a lui, ancora leggera come un sussurro, ma con gli occhi accesi di desiderio. Lui era steso sul letto, incapace di muoversi: mai avrebbe creduto che quella ragazza timida potesse tenerlo legato, dominarlo e trascinarlo in un orgasmo così potente.
«Tu…» disse lui tra un respiro e l’altro, «tu non sei la mia Mary… o forse sì, ma una versione che non conoscevo.»
Lei sorrise, passandogli un dito sulle labbra, poi si rannicchiò contro il suo petto.
«Sono sempre io… solo che non ti avevo ancora fatto vedere tutto.» Il silenzio della stanza era pieno di un’energia diversa, come se qualcosa fosse cambiato per sempre. E lui lo sapeva: non avrebbe mai più potuto guardarla con gli stessi occhi.
Conclusione
Tre donne. Tre amanti diverse.
Becky, che era sempre stata un’uragano di sesso, senza vergogna e senza freni, e il suo uomo che sapeva che con lei ogni notte sarebbe stata una battaglia da cui si esce distrutti ma felici.
E mentre il sonno cominciava a prenderli, in stanze diverse ma sotto lo stesso cielo, ciascuno di quegli uomini sapeva che quella sera non era stata la fine… ma l’inizio di qualcosa di molto più intenso.
---
Mary – La tenerezza dopo il demone
Il respiro di entrambi era ancora irregolare. A poco a poco, il silenzio della stanza cominciò a farsi pesante, quasi soffocante. Lui fissava il soffitto, immobile, mentre Mary lo guardava di lato, cercando nei suoi occhi una conferma che in quel momento non arrivava.
Il cuore di lui batteva ancora forte, ma non più per il desiderio: era confuso. La Mary che conosceva – dolce, lieve, quasi eterea – quella sera si era trasformata in qualcosa di diverso, inquietante. Sembrava che un fuoco oscuro l’avesse trascinata in una furia sensuale incontrollata, lasciandolo stremato ma anche incerto.
Lei, percependo il suo turbamento, si avvicinò e lo abbracciò piano, come per avvolgerlo e rassicurarlo. La guancia poggiata sul suo petto nudo ne sentiva il battito rapido, irregolare.
«A cosa stai pensando?» sussurrò lei, quasi timorosa della risposta. Lui inspirò profondamente, poi parlò, con la voce bassa e tesa.
«È stata… un’esperienza intensa, Mary. Fortissima. Ma…» esitò, cercando le parole giuste. «Ma la Mary che ho sempre amato… è quella dolce, delicata. Quella che mi accarezza come se avesse paura di spezzarmi. Questa sera, invece… sembrava come se un demone della lussuria ti avesse preso. E io… non so se quella parte mi appartiene.»
Quelle parole le attraversarono il petto come una freccia. Si sentiva in colpa. Non voleva spaventarlo, non voleva che quella scintilla che li aveva uniti cambiasse forma fino a diventare estranea.
Sollevò il viso e lo guardò negli occhi, poi gli diede un bacio lento, morbido, sul petto.
«Scusami…» mormorò. «Era solo che volevo… provare qualcosa di nuovo. Ma non se questo ti allontana. Tornerò a essere la Mary che conosci. Quella che ti ama con calma, dolcezza…»
Le sue labbra si posarono di nuovo sulla sua pelle, come una promessa. «Quella che ti fa sentire a casa.»
Lui sorrise, un sorriso pieno di sollievo. Le passò una mano tra i capelli e l’abbracciò con forza, stringendola a sé. Poi, senza dire una parola, si posizionò sopra di lei. I loro sguardi si incrociarono: negli occhi di Mary non c’era più la fiamma rabbiosa di prima, ma una tenerezza avvolgente, e negli occhi di lui non c’era più incertezza, solo amore.
Si baciarono a lungo, lentamente, lasciando che le mani si muovessero dolci, senza fretta. Lui accarezzava il suo corpo come se avesse bisogno di ricordare ogni dettaglio, ogni curva, ogni calore di lei. Lei rispondeva con carezze leggere, sfiorandogli la schiena, intrecciandolo a sé come per dire *non andare via*. La penetrazione fu lenta, naturale, un affondare accompagnato da un lungo sospiro condiviso. Si muovevano insieme come se stessero danzando, senza urgenza, lasciando che ogni respiro, ogni piccolo gemito fosse un atto d’amore.
Il tempo sembrava rallentare. Non c’era più lussuria violenta, solo due anime che si riconoscevano e si ritrovavano nude, corpo e cuore, in un equilibrio perfetto.
Quando raggiunsero l’orgasmo, fu come un’onda calda e silenziosa che li avvolse, senza scosse, senza rumore, solo un intreccio di braccia e cuori. Restarono abbracciati, appena ansimanti, con il sudore che diventava carezza.
Mary chiuse gli occhi, sentendo il petto di lui muoversi sotto la sua guancia. Lui le baciò la fronte e sussurrò:
«Questa… questa sei tu. La mia Mary.»
Lei sorrise, stringendolo forte.
Quella notte, finalmente, entrambi si addormentarono nello stesso sogno.
EPILOGO – Al cellulare
Lo squillo della chat di gruppo ruppe il silenzio. Becky, sdraiata sul letto, prese il telefono e lesse il messaggio vocale di Mary. Subito dopo, partì la chiamata.
«Ragazze!» rise Becky con quella voce allegra e un po’ sfrontata, «non potete capire… ieri ho ricevuto *lo sfondamento di culo* più emozionante di sempre. Ancora mi tremano le gambe.»
Mary rise piano, quasi imbarazzata. Tatiana intervenne:
«A me invece è andata alla grande… il mio lui ha apprezzato tantissimo questo mio nuovo lato. Dice che dovrei essere così più spesso.»
«Beata te» sospirò Mary, «io invece l’ho spaventato! Dice che preferisce la Mary dolce… e ha ragione. Così ho deciso di tornare al sesso tenero, senza esagerare.»
Becky fece una risatina maliziosa: «Oh povero caro…»
Mary sorrise: «Io lo amo troppo per vederlo a disagio. Perciò sì, sesso dolce e poco spinto.»
“E tu, Taty?» chiese Becky.
«Io vado bene così come sto. Però, sentite… se volete fare un’altra serata tra ragazze, non mi tiro indietro.»
Mary esalò una piccola risata: «Penso che io, stavolta, passerò la mano.»
«Va bene, Mary» disse Becky in tono complice, «se ti senti meglio così, noi non ti costringiamo.»
«Grazie ragazze… ci sentiamo presto.»
«Certo» aggiunse Tatiana, «bye bye.»
«Bye bye» fece eco Becky, sorridendo.
Chiusa la chiamata, Becky rimase un attimo a fissare il soffitto con aria soddisfatta. Un sorriso beato le si disegnò sulle labbra. Poi appoggiò il telefono sul comodino, spense la luce e si lasciò sprofondare nel letto, pronta a perdersi nei sogni più dolci e piccanti della sua vita.
Fine
1 – Becky**
Becky era sempre stata quella più sfrontata, quella che non aveva paura di chiedere ciò che voleva. Quella sera, quando il suo ragazzo arrivò a casa, lei era già pronta: in ginocchio sul letto, gambe divaricate, culone in aria, solo un filo di tanga infilato tra le chiappe.
«Chiudi la porta e vieni qui…» disse con un tono basso, roca di eccitazione.
Lui non ebbe bisogno di altro. Le abbassò il tanga lentamente, accarezzando le natiche piene. Becky si leccò due dita, passandole tra le chiappe fino a massaggiare l’ano, guardandolo sopra la spalla.
«Stavolta mi sfondi, amore. Senza pietà.»
Il suono del preservativo che si srotolava fu seguito dal calore della sua punta che premeva. Becky allargò di più, spingendo indietro, godendo già solo della pressione. Poi arrivò la spinta lenta ma implacabile, sentendosi piena, dilatata fino a gemere. Ogni colpo più profondo la faceva ansimare forte, le mani aggrappate alle lenzuola.
Lui la prese per i fianchi, accelerò, le natiche che sbattevano con schianti umidi. Becky urlava di piacere e dolore misto, fino a raggiungere un orgasmo violento, con il corpo che sobbalzava a ogni affondo. Quando lui venne dentro di lei, si piegò in avanti, sfiorandole il collo con la bocca:
«Sei la mia sporca puttanella…»
E lei, ansimante: «Solo tua…»
2 – Tatiana
Tatiana quella sera si era truccata con attenzione chirurgica: eyeliner felino, rossetto cremisi, vestito nero aderente senza biancheria sotto. Il suo ragazzo non sapeva ancora cosa lo aspettava.
Appena lui entrò, lei lo spinse contro il muro e iniziò a baciarlo con una fame predatoria. Sotto le mani, già sentiva crescere la sua erezione. Tatiana prese il comando: lo fece sedere sul divano, gli slacciò la cintura con lentezza sensuale, tirò fuori il suo cazzo duro e lo accarezzò con le unghie laccate.
«Stanotte ti prosciugo, amore… e non solo il cazzo.»
Cominciò a succhiare lentamente, la lingua che girava intorno alla punta, aspirando piano, tenendo il contatto visivo. Poi aumentò il ritmo, le labbra strette, un gorgoglio bagnato che lo fece gemere forte. Quando lui stava per venire, lo fermò.
Si tolse il vestito con un gesto solo, si mise a cavalcioni e lo guidò dentro di sé, scendendo piano fino a prenderlo tutto. Si mosse sensualmente, con lenti cerchi di fianchi, costringendolo a guardarla negli occhi mentre lui si perdeva. Ogni spinta era una promessa e una minaccia. Alla fine, lo fece venire con un urlo di piacere, e quando lui crollò spossato, lei sorrise, sfiorandogli il viso:
«Adesso sei mio. Completamente.»
3 – Mar y
Mary era sempre stata la più timida, ma quella notte decise che la maschera sarebbe caduta. Aspettò il fidanzato nuda sul letto, circondata da candele, con un foulard di seta in mano.
Appena lui entrò, lei lo fece sdraiare e gli legò i polsi sopra la testa. Senza dire una parola, iniziò a sfiorargli il petto con i capelli, a sfiorarlo con le labbra senza baciarlo. Poi scese lentamente lungo il ventre, fermandosi appena sopra la sua erezione già tesa.
Con un sorriso, iniziò a masturbarglielo piano, bagnandosi la mano con la propria saliva, poi infilò la punta nella bocca calda, succhiando piano, aumentando gradualmente il ritmo. Ma non si fermò lì: si mise a cavalcioni, guidando il cazzo dentro di lei, sedendosi fino in fondo senza distogliere lo sguardo da lui.
Cominciò a muoversi, lenta e sensuale, poi più veloce, le mani che scorrevano sul suo petto, il seno che rimbalzava mentre lei gemeva senza più trattenersi. I due esplosero insieme, uniti e avvolti nel calore, e Mary, ancora ansimante, sussurrò all’orecchio:
«Questa è solo la prima notte… ne avrai molte altre così.»
---
Becky
Il sudore le imperlava la schiena, le natiche ancora arrossate dai colpi. Lui era crollato all’indietro sul letto, respirando a pieni polmoni, ancora con il ritmo affannato. Becky gli strappò il preservativo, lo annusò con un sorriso malizioso e lo lasciò cadere sul pavimento.
Si distese a pancia in giù, ancora col culo in mostra, e lo guardò sopra la spalla.
«Ti piace così tanto che torni sempre da me… e sai che non ti deluderò mai.»
Lui rise, esausto, ma era vero: ogni volta con lei era un miscuglio di dolce ossessione e pornografia pura. Becky allungò la mano, sfiorandogli il petto sudato.
«E siamo solo all’inizio…» mormorò, e già aveva quell’aria di chi, dopo pochi minuti, avrebbe ricominciato da capo. Per Becky non c’era un “dopo sesso”: c’era solo “il prossimo giro”.
Tatiana
Tatiana si lasciò cadere accanto a lui, il respiro irregolare, il corpo ancora pulsante di piacere. Il vestito era ormai per terra, abbandonato come un guscio vuoto.
Il suo ragazzo la guardava con un misto di stupore e un filo di timore: non l’aveva mai vista così padrona di tutto, capace di ammaliarlo e di spolpargli le energie fino a lasciarlo senza forze.
«Non sapevo che potevi essere così… travolgente.» balbettò, con un sorriso stanco.
Tatiana gli girò un dito sul petto, come a segnare un sigillo invisibile.
«Era lì, amore mio… aspettava solo il momento giusto per uscire.»
Lui non riusciva a capire se fosse eccitato o intimidito per quello che era appena successo: la donna dolce e accomodante che conosceva aveva appena lasciato spazio a una dea sensuale, e quella visione lo avrebbe perseguitato – e attratto – per molto tempo.
Mary
Mary si accasciò accanto a lui, ancora leggera come un sussurro, ma con gli occhi accesi di desiderio. Lui era steso sul letto, incapace di muoversi: mai avrebbe creduto che quella ragazza timida potesse tenerlo legato, dominarlo e trascinarlo in un orgasmo così potente.
«Tu…» disse lui tra un respiro e l’altro, «tu non sei la mia Mary… o forse sì, ma una versione che non conoscevo.»
Lei sorrise, passandogli un dito sulle labbra, poi si rannicchiò contro il suo petto.
«Sono sempre io… solo che non ti avevo ancora fatto vedere tutto.» Il silenzio della stanza era pieno di un’energia diversa, come se qualcosa fosse cambiato per sempre. E lui lo sapeva: non avrebbe mai più potuto guardarla con gli stessi occhi.
Conclusione
Tre donne. Tre amanti diverse.
Becky, che era sempre stata un’uragano di sesso, senza vergogna e senza freni, e il suo uomo che sapeva che con lei ogni notte sarebbe stata una battaglia da cui si esce distrutti ma felici.
E mentre il sonno cominciava a prenderli, in stanze diverse ma sotto lo stesso cielo, ciascuno di quegli uomini sapeva che quella sera non era stata la fine… ma l’inizio di qualcosa di molto più intenso.
---
Mary – La tenerezza dopo il demone
Il respiro di entrambi era ancora irregolare. A poco a poco, il silenzio della stanza cominciò a farsi pesante, quasi soffocante. Lui fissava il soffitto, immobile, mentre Mary lo guardava di lato, cercando nei suoi occhi una conferma che in quel momento non arrivava.
Il cuore di lui batteva ancora forte, ma non più per il desiderio: era confuso. La Mary che conosceva – dolce, lieve, quasi eterea – quella sera si era trasformata in qualcosa di diverso, inquietante. Sembrava che un fuoco oscuro l’avesse trascinata in una furia sensuale incontrollata, lasciandolo stremato ma anche incerto.
Lei, percependo il suo turbamento, si avvicinò e lo abbracciò piano, come per avvolgerlo e rassicurarlo. La guancia poggiata sul suo petto nudo ne sentiva il battito rapido, irregolare.
«A cosa stai pensando?» sussurrò lei, quasi timorosa della risposta. Lui inspirò profondamente, poi parlò, con la voce bassa e tesa.
«È stata… un’esperienza intensa, Mary. Fortissima. Ma…» esitò, cercando le parole giuste. «Ma la Mary che ho sempre amato… è quella dolce, delicata. Quella che mi accarezza come se avesse paura di spezzarmi. Questa sera, invece… sembrava come se un demone della lussuria ti avesse preso. E io… non so se quella parte mi appartiene.»
Quelle parole le attraversarono il petto come una freccia. Si sentiva in colpa. Non voleva spaventarlo, non voleva che quella scintilla che li aveva uniti cambiasse forma fino a diventare estranea.
Sollevò il viso e lo guardò negli occhi, poi gli diede un bacio lento, morbido, sul petto.
«Scusami…» mormorò. «Era solo che volevo… provare qualcosa di nuovo. Ma non se questo ti allontana. Tornerò a essere la Mary che conosci. Quella che ti ama con calma, dolcezza…»
Le sue labbra si posarono di nuovo sulla sua pelle, come una promessa. «Quella che ti fa sentire a casa.»
Lui sorrise, un sorriso pieno di sollievo. Le passò una mano tra i capelli e l’abbracciò con forza, stringendola a sé. Poi, senza dire una parola, si posizionò sopra di lei. I loro sguardi si incrociarono: negli occhi di Mary non c’era più la fiamma rabbiosa di prima, ma una tenerezza avvolgente, e negli occhi di lui non c’era più incertezza, solo amore.
Si baciarono a lungo, lentamente, lasciando che le mani si muovessero dolci, senza fretta. Lui accarezzava il suo corpo come se avesse bisogno di ricordare ogni dettaglio, ogni curva, ogni calore di lei. Lei rispondeva con carezze leggere, sfiorandogli la schiena, intrecciandolo a sé come per dire *non andare via*. La penetrazione fu lenta, naturale, un affondare accompagnato da un lungo sospiro condiviso. Si muovevano insieme come se stessero danzando, senza urgenza, lasciando che ogni respiro, ogni piccolo gemito fosse un atto d’amore.
Il tempo sembrava rallentare. Non c’era più lussuria violenta, solo due anime che si riconoscevano e si ritrovavano nude, corpo e cuore, in un equilibrio perfetto.
Quando raggiunsero l’orgasmo, fu come un’onda calda e silenziosa che li avvolse, senza scosse, senza rumore, solo un intreccio di braccia e cuori. Restarono abbracciati, appena ansimanti, con il sudore che diventava carezza.
Mary chiuse gli occhi, sentendo il petto di lui muoversi sotto la sua guancia. Lui le baciò la fronte e sussurrò:
«Questa… questa sei tu. La mia Mary.»
Lei sorrise, stringendolo forte.
Quella notte, finalmente, entrambi si addormentarono nello stesso sogno.
EPILOGO – Al cellulare
Lo squillo della chat di gruppo ruppe il silenzio. Becky, sdraiata sul letto, prese il telefono e lesse il messaggio vocale di Mary. Subito dopo, partì la chiamata.
«Ragazze!» rise Becky con quella voce allegra e un po’ sfrontata, «non potete capire… ieri ho ricevuto *lo sfondamento di culo* più emozionante di sempre. Ancora mi tremano le gambe.»
Mary rise piano, quasi imbarazzata. Tatiana intervenne:
«A me invece è andata alla grande… il mio lui ha apprezzato tantissimo questo mio nuovo lato. Dice che dovrei essere così più spesso.»
«Beata te» sospirò Mary, «io invece l’ho spaventato! Dice che preferisce la Mary dolce… e ha ragione. Così ho deciso di tornare al sesso tenero, senza esagerare.»
Becky fece una risatina maliziosa: «Oh povero caro…»
Mary sorrise: «Io lo amo troppo per vederlo a disagio. Perciò sì, sesso dolce e poco spinto.»
“E tu, Taty?» chiese Becky.
«Io vado bene così come sto. Però, sentite… se volete fare un’altra serata tra ragazze, non mi tiro indietro.»
Mary esalò una piccola risata: «Penso che io, stavolta, passerò la mano.»
«Va bene, Mary» disse Becky in tono complice, «se ti senti meglio così, noi non ti costringiamo.»
«Grazie ragazze… ci sentiamo presto.»
«Certo» aggiunse Tatiana, «bye bye.»
«Bye bye» fece eco Becky, sorridendo.
Chiusa la chiamata, Becky rimase un attimo a fissare il soffitto con aria soddisfatta. Un sorriso beato le si disegnò sulle labbra. Poi appoggiò il telefono sul comodino, spense la luce e si lasciò sprofondare nel letto, pronta a perdersi nei sogni più dolci e piccanti della sua vita.
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