Hard bitch with the dick, ovvero "Rachel and Adam scopano duro"

di
genere
etero

HARD BITCH WITH THE DICK

Nel angolo poco illuminato di un accogliente bar, l'aria vibrava di jazz morbido e del tintinnio di bicchieri, mentre Rachel si sedeva con grazia al bancone. A 25 anni, emanava un fascino discreto, con i capelli biondo platino che cadevano sulle spalle come un velo d'oro, incorniciando i suoi occhi indaco, scintillanti di curiosità e vulnerabilità. Sorseggiava lentamente il suo drink, con postura rilassata ma attenta, come se fosse ansiosa di scoprire il prossimo capitolo della loro conversazione.

Di fronte a lei, Adam si appoggiava al bancone con un'eleganza senza sforzo, il suo corpo ben costruito evidente anche sotto la camicia su misura. A 40 anni, portava un certo fascino che derivava dall'esperienza accumulata nel tempo, i capelli sale e pepe aggiungevano un tocco di distinzione ai lineamenti belli e segnati. I suoi occhi, caldi e accoglienti, avevano una sottile intensità mentre ascoltava, il suo sorriso che lasciava intravedere i segreti intimi già condivisi nel loro incontro al caffè.
Il bar stesso era un rifugio di atmosfera intima, con il bancone in legno lucido che brillava sotto lampade a pendente calde, e le pareti adornate da poster d'epoca che sussurravano di vecchi amori. Il profumo di caffè tostato e di whisky leggero si mescolava nell'aria, unendo il mormorio fioco di altri clienti, creando uno sfondo perfetto per confessioni e connessioni emergenti. Mentre si trovavano lì, il mondo fuori sembrava svanito, lasciando solo loro due in questo momento elettrico.
Nel vivace ambiente del caffè, dove l'aroma del caffè appena fatto si mescolava al chiacchiericcio soft e al rumore dei tazze, la bellezza fresca e pulita di Rachel spiccava come una boccata di primavera nell'aria. I suoi capelli biondi, lisci, catturavano la luce che filtrava dalle finestre, e i suoi occhi indaco custodivano una profondità sottile che suggeriva esperienze oltre i suoi anni—tuttavia Adam non era uomo da soffermarsi su tali dettagli. Era seduta da sola a un tavolino, trasmettendo un'eleganza naturale che attirava gli sguardi senza nemmeno cercarlo.

Adam, presenza sicura e decisa, l'aveva notata quasi subito. Era un uomo che comandava attenzione, con il suo fisico ben definito e il suo portamento elegante, capace di mettere gli altri a loro agio con un semplice sguardo. Quando i loro sguardi si incrociarono brevemente dall'altra parte della stanza, lui non esitò. Con un sorriso carismatico, si avvicinò al suo tavolo, portando un'aria di calma e sicurezza che già rendeva il loro spazio intimo. Fece un gesto verso il barista, ordinando un caffè per lei, e le tese la mano presentandosi. "Non voglio sembrare banale, ma hai una presenza che cattura," disse, la voce morbida e sincera, il sorriso radioso che illuminava il suo volto.

Rachel alzò lo sguardo, il suo sorriso si formò senza sforzo, un misto di sorpresa e divertimento negli occhi. Accettò il caffè con un cenno gentile, le dita che sfioravano leggermente le sue mentre prendeva la tazza. "Grazie," rispose, il tono leggero e riconoscente, forse un po' lusingata dal complimento diretto, mentre la scintilla iniziale della loro connessione si accendeva in quell'istante di semplice scambio.
ella penombra del tavolino d'angolo del caffè, la conversazione tra Adam e Rachel si era trasformata in una danza provocatoria di frasi a metà, le cui parole erano intrise di desideri inespressi. Lei si avvicinò, i suoi occhi indaco si fissarono sui suoi con un luccichio d'intesa, mormorando frammenti come: "Se pensi che quello fosse... dovresti vedere...", mentre lui rispondeva con roche provocazioni: "Immagina come sarebbe se solo...". L'aria tra loro si addensò di tensione elettrica, i loro corpi si avvicinavano sempre di più mentre il flirt raggiungeva l'apice.

Intuendo il momento, Adam non si trattenne; con un impeto di intenti senza filtri, abbassò completamente la guardia, la sua voce si ridusse a un basso ringhio mentre condivideva un dettaglio crudo ed esplicito di ciò che desiderava, di fatto "lasciando andare il suo carico" nel senso di mettere a nudo la sua immediata e fisica fame di lei. Fu una mossa audace e senza scuse, che si allineava perfettamente con la sua stessa brama di un incontro senza impegno. Senza perdere un colpo, si raddrizzò, sfiorandole il ginocchio sotto il tavolo con la mano, mentre si chinava e diceva: "Non sprechiamolo: torna nella mia stanza all'hotel dietro l'angolo. Posso mostrarti esattamente ciò di cui hai bisogno".

Rachel incontrò il suo sguardo, il respiro accelerato, chiaramente pronta per l'avventura.

Una volta nella stanza d'hotel, l'atmosfera si caricò di tensione immediata. Adam e Rachel si avvicinarono l'uno all'altra senza perdere tempo in chiacchiere, le mani già pronte a esplorare. Rachel iniziò per prima, afferrando l'orlo della maglietta di Adam e tirandola su con un gesto rapido e deciso. La tela scivolò via dal suo corpo compatto, rivelando un torace muscoloso ma non eccessivamente definito, con spalle larghe e un addome piatto che tradiva anni di attività fisica moderata. Adam ricambiò il favore, le sue dita che armeggiavano con i bottoni della camicetta di Rachel, slacciandoli uno a uno con una fretta controllata. La camicetta si aprì, esponendo la sua pelle liscia e il reggiseno scuro che le stringeva i seni – due piccole curve di misura due, un po' perse in un indumento che era chiaramente troppo grande, come se fosse stato preso in prestito o scelto per sbaglio.

Adam continuò, le mani che scivolavano giù verso i jeans di Rachel. Li sbottonò con abilità, facendoli scivolare lungo le sue gambe snelle, mentre lei lo aiutava a bilanciarsi per toglierli del tutto. Sotto, le mutandine erano di un tessuto sottile e scuro, che aderiva perfettamente ai suoi fianchi stretti e lasciava intravedere le curve sottostanti, non lasciando quasi nulla all'immaginazione – un taglio provocante che accentuava la sua figura minuta e delicata.

Ora fu il turno di Rachel di spingere Adam contro il bordo del letto. Le sue unghie sfiorarono la cintura dei suoi pantaloni, slacciandola con un clic metallico prima di abbassarli lentamente. I jeans gli calarono lungo le cosce muscolose, rivelando i boxer aderenti che avvolgevano il suo fisico compatto, con un'elasticità che delineava appena i contorni senza esagerare. Si fermarono lì, entrambi ora in intimo, i respiri accelerati e gli sguardi che si incrociavano con un misto di desiderio e anticipazione.

Rachel, con un movimento fluido e carico di eccitazione, si voltò verso Adam, i suoi occhi che brillavano di desiderio misto a nervosismo. Le sue mani tremanti raggiunsero dietro la schiena, slacciando il gancetto del reggiseno scuro con un clic quasi inaudibile. Il tessuto cedette, scivolando via dalle sue curve delicate e rivelando i seni piccoli e sodi, di misura due, con i capezzoli eretti e rosa che si inturgidivano al contatto con l'aria fresca della stanza. Li lasciò cadere a terra, il suo petto che si alzava e abbassava rapidamente mentre il suo cuore batteva forte, un'ondata di calore che le pervadeva il corpo, mescolando eccitazione a una leggera vulnerabilità per essere così esposta.

Senza esitazione, le sue dita scesero alle mutandine, che afferrò dai lati e fece scivolare giù lungo le cosce snelle. Le tolse del tutto con un calcio leggero, restando completamente nuda. Tra le gambe, il suo sesso era un taglio perfetto, labbra rosee e umide che già brillavano di eccitazione, pronte e invitanti, pulsanti di calore e desiderio, come se stessero implorando di accogliere l'erezione di Adam. Rachel sentì un brivido elettrico percorrerle la spina dorsale, una miscela di eccitazione travolgente e un formicolio di anticipazione che le faceva contrarre i muscoli interni, il suo corpo che bramava il contatto, anche se una parte di lei era tesa per l'ignoto.

Adam, osservandola con occhi affamati, non perse tempo. Si abbassò i boxer con un gesto rapido e deciso, il tessuto che gli scivolava via dalle gambe muscolose e cadeva a terra. Il suo cazzo enorme balzò fuori, eretto e imponente, lungo e spesso come un'asta di carne pulsante, venato di bluastri e con la cappella larga e gonfia, gocciolante di pre-eiaculazione che tradiva la sua eccitazione. Era così grande da sembrare quasi intimidatorio, un'arma di piacere grezzo che poteva sia eccitare che spaventare.

Rachel sgranò gli occhi, il suo respiro che si bloccava in gola mentre fissava quell'enormità, un'onda di paura mista a curiosità che le strinse lo stomaco. "Oh, Dio, è... enorme," mormorò, la voce tremante, sentendo un brivido di apprensione farsi strada tra le sue cosce, come se il suo corpo stesse lottando tra il desiderio e il timore di essere sopraffatta.

Adam le sorrise con un ghigno malizioso, avvicinandosi per accarezzarle il viso con una mano gentile. "Non preoccuparti, farò piano," la rassicurò con voce bassa e roca, il suo cazzo che pulsava al ritmo del suo cuore accelerato, un'onda di potere e desiderio che gli correva nelle vene, eccitato dall'idea di entrare in lei ma determinato a controllare la sua forza per non farle male. Le sue sensazioni erano un turbine di urgenza e tenerezza, il calore del suo sesso che gli formicolava nelle palle, pronto a esplodere, mentre il suo tocco su di lei lo faceva sentire ancora più duro, più vivo.

Rachel giaceva sul letto, il corpo teso e sudato, mentre Adam si posizionava sopra di lei, il suo cazzo enorme che premeva contro l'ingresso del suo sesso umido e pronto. Quando lui spinse per la prima volta, penetrandola con un affondo deciso ma controllato, Rachel emise un grido acuto – un misto di dolore lancinante e sorpresa shockante. "Ahhh, cazzo, fa male!" pensò lei, la mente invasa da un turbine di panico. Il suo cazzo era troppo grande, come un palo che la stirava oltre i limiti, le pareti interne che si tendevano e bruciavano, come se stessero per strapparsi. Le lacrime le sgorgarono agli occhi, il respiro che le usciva in singhiozzi affannati, mentre si aggrappava alle lenzuola, il corpo che si irrigidiva in una difesa istintiva. "È troppo, non ce la faccio," le balenò in testa, un ricordo fugace dei suoi ex amanti ventenni, quei ragazzi con i loro cazzetti mediocri e flosci che entravano e uscivano senza sforzo, lasciando solo un vago senso di soddisfazione passeggera. Ma questo... questo era diverso, crudo e travolgente, e per un attimo Rachel si chiese se avesse fatto la scelta giusta con un uomo di quarant'anni, con quella virilità matura e inarrestabile.

Ma poi, come un fiume in piena che rompe gli argini dopo una tempesta, il dolore si trasformò in piacere puro e inarrestabile. Adam, sentendo la sua tensione, rallentò leggermente, le sue mani che le accarezzavano i fianchi per rassicurarla, ma non si fermò. Ogni affondo successivo era possente, un movimento fluido e ritmico che la riempiva completamente, facendola sentire come se il suo corpo si espandesse per accoglierlo, le pareti interne che si adattavano e si stringevano attorno a lui in un abbraccio viscerale. I suoi capezzoli, duri come matite erette, sfregavano contro il petto muscoloso di Adam ad ogni spinta, mandandole scosse elettriche di estasi che le percorrevano la schiena e le facevano inarcare il bacino per incontrarlo. "Oh, Dio, è... è come se mi stesse scoppiando dentro," pensò Rachel, il fiato che le scivolava via in ansiti rotti, il suo corpo che passava da rigido a malleabile, assecondando le sue spinte con un'urgenza crescente. Le sue gambe si avvolsero attorno a lui, i talloni che gli affondavano nei glutei, spingendolo più a fondo, mentre il piacere la sommergeva come un'onda calda e travolgente.

Le fasi del sesso si susseguirono in un crescendo inesorabile. All'inizio, fu un ritmo lento e esplorativo: Adam la penetrava con affondi profondi ma misurati, il suo cazzo che scivolava dentro e fuori con un suono umido e appiccicoso, le palle che le sbattevano contro il culo ad ogni movimento, riempiendola fino in fondo e ritraendosi solo per tornare con più forza. Rachel sentiva ogni venatura del suo membro, la cappella larga che strofinava contro i suoi punti sensibili, facendola gemere e contorcersi. I suoi pensieri erano un caos erotico: "I ragazzi della mia età non sapevano scopare così... erano deboli, finivano in due minuti e mi lasciavano insoddisfatta. Ma lui, cazzo, è un uomo vero, con una forza che mi schiaccia e mi fa sentire viva." Man mano che il ritmo accelerava, la seconda fase divenne più intensa e selvaggia: Adam aumentò la velocità, i suoi fianchi che pompavano con una prepotenza virile, il corpo possente che la schiacciava contro il materasso, il peso dei suoi muscoli che le toglieva il fiato e le lasciava lividi delicati sui fianchi. Ogni affondo era come un colpo di ariete, il suo cazzo che la sbatteva con una violenza controllata, facendole sentire il calore del suo sudore gocciolarle sulla pelle, mentre lei ansimava "Sì, così, scopami forte!" tra un gemito e l'altro, il suo sesso che si contraeva attorno a lui in ondate di piacere che le facevano tremare le cosce.

Infine, arrivò l'orgasmo, prepotente e avvolgente come una notte di Capodanno. Rachel sentì la pressione montare nel suo basso ventre, un calore rovente che si espandeva come fuochi d'artificio multicolori esplodendo dentro di lei. "Sto per venire, cazzo, sto per venire!" ansimò, la voce rotta e disperata, il corpo che si irrigidì in un arco di estasi. Adam annuì con un grugnito animalesco, aumentando il ritmo in una frenesia finale, i suoi affondi che diventarono rapidi e brutali, il cazzo che la sfondava con colpi secchi e profondi, le palle che si contraevano mentre si preparava al suo rilascio. L'orgasmo la travolse come un'esplosione di colori: prima un lampo rosso di dolore-pleasure misto, poi un'onda blu di rilascio che le fece contrarsi il sesso attorno a lui, spremendo ogni goccia, e infine un'esplosione gialla e viola di euforia che le invase il corpo, facendole gridare "Oh, cazzo, sì!" mentre il suo corpo tremava in convulsioni. Il suo umore scorreva copioso, bagnando le lenzuola e il cazzo di Adam, che non poté resistere: con un ruggito, lui venne dentro di lei, il suo seme caldo e denso che la riempì in spruzzi potenti, mescolandosi al suo piacere in un turbine condiviso. L'orgasmo li avvolse entrambi, un'aura multicolore di sudore, gemiti e corpi intrecciati, lasciandoli esausti e ansimanti, come se il mondo fosse esploso in un fuoco d'artificio di sensazioni grezze e primordiali.

"Porca troia bastarda!" esclamò Rachel, il petto che si alzava e abbassava in un ritmo forsennato, la fica che pulsava come un'inferno in fiamme, bruciante e gonfia dopo l'assalto brutale di quel cazzo mostruoso. "Ma che cazzo hai tra le gambe, Adam? Un missile termonucleare pronto a disintegrarmi la passera?" Le parole le uscivano di bocca come un fiume in piena, miste a sudore e fiato corto, mentre sentiva ancora le pareti della sua fica contrarsi in eco alle spinte violente che l'avevano appena devastata.

Adam, quel figlio di puttana con un'asta da fare invidia a un toro in calore, scivolò fuori dal letto con un ghigno soddisfatto, il suo cazzo ancora semieretto e lucido dei suoi umori mescolati a quelli di lei. Si chinò su di lei, le labbra calde e umide sulla fronte, un bacio che era più un marchio di possesso che di tenerezza. "Sei una troia insaziabile, Rachel," mormorò con voce rauca, mentre si infilava i pantaloni, ogni muscolo del suo corpo scolpito che si tendeva come una promessa di devastazione futura. "Ma guarda come ti ho ridotta: la fica distrutta, le tette che sobbalzano al minimo movimento, e quel culo che implora ancora di essere sfondato."

Lei si puntellò sui gomiti, i capezzoli eretti e sensibili all'aria fresca della stanza, il dolore tra le cosce che si mischiava a un desiderio bruciante, famelico. "Ehi, cazzo, che fai? Te ne vai proprio ora?" protestò, la voce rotta da un misto di rabbia e frustrazione, i suoi occhi che divoravano il suo corpo nudo, quel cazzo che pendeva come un'arma letale. "Pensavo di poterti succhiare fino a prosciugarti, di sentirlo di nuovo dentro di me, a sfondarmi fino a farmi urlare come una puttana in calore."

Adam rise, una risata bassa e maliziosa, mentre si abbottonava la camicia, coprendo quel petto scolpito che lei aveva graffiato fino a lasciarci i segni. "Ti vedo provata, tesoro, con la fica che grida pietà e le labbra ancora gonfie dai miei baci. Entrambi volevamo solo un'avventura di una notte, no? Niente legami, solo scopate selvagge." Si fermò un attimo, il suo sguardo che scivolava sul suo corpo nudo, dalle tette sode e sudate fino alla fica arrossata e gocciolante. "Grazie per esserti concessa come la troia che sei, ma non voglio romperti del tutto. Il weekend prossimo passerò di nuovo. Tieni quella fichetta stretta e bagnata in allenamento, pronta a ingoiare ogni centimetro del mio cazzo fino in fondo."

Rachel rimase lì, nuda e pulsante, il cuore che batteva come un tamburo mentre lo guardava andare verso la porta, il suo culo sodo che si contraeva ad ogni passo. "Eh, ma che cazzo di stronzo," borbottò tra sé, le dita che scivolavano istintivamente tra le sue cosce, sfiorando la fica dolorante ma eccitata, immaginando già il prossimo round. Si alzò lentamente, ogni movimento che le ricordava la sua invasione brutale, il liquido che le colava lungo le gambe. Poi un sorriso malizioso le curvò le labbra: "Sì, caro Adam, tra una settimana ti farò implorare misericordia. Ti ingoierò quella minchia enorme fino alle palle, e ti farò sborrare così tanto da non potertelo più levare dalla testa,." Con un gemito di anticipazione, si diresse in bagno, l'acqua della doccia che presto avrebbe lavato via il sudore, ma non il fuoco che le bruciava dentro, pronto a divampare di nuovo.
scritto il
2025-06-21
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