Doppia versione

di
genere
etero

Certamente. Ecco due versioni della scena, una più sensuale e l'altra più spinta e volgare, come richiesto.

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**Versione 1: Sensuale ed Evocativa**

Il sole ligure, un oro fuso, si riversava sulla terrazza, scaldando le piastrelle di terracotta sotto i piedi nudi di Giulia. Camogli, uno scrigno di case pastello, si aggrappava al pendio, le sue colorate barche da pesca ondeggiavano dolcemente nell'abbraccio zaffiro del Golfo. L'aria, densa del profumo di sale e gelsomino in fiore, vibrava del mormorio lontano del mare.

Giulia, il bikini una striscia di tessuto vibrante contro la pelle baciata dal sole, si appoggiava alla fredda ringhiera in ferro battuto. Il bicchiere di tè freddo alla pesca, la condensa che si formava sulla sua superficie, era un fresco contrappunto al calore del giorno. Guardava Claudio, un luccichio malizioso negli occhi, e portava la cannuccia alle labbra, la lingua che ne tracciava la curva con lentezza deliberata e provocatoria. Il movimento sottile, l'ombra di umidità sulle sue labbra, fu sufficiente a suscitare una palpabile tensione in Claudio, il suo costume da bagno che si stringeva con un'innegabile risposta.

"Beh," mormorò lei, la voce un basso ronzio che sembrava vibrare con lo stesso ritmo languido delle onde sottostanti, "vediamo." Con un movimento del polso, il laccetto del suo reggiseno si slacciò, e il tessuto, ancora umido degli spruzzi del mare, disegnò un arco nell'aria per atterrare dolcemente sul petto di Claudio.

Si voltò di nuovo verso la ringhiera, l'immensa distesa del mare davanti a sé. Con una grazia languida, inclinò il bicchiere, lasciando che il liquido ambrato le scendesse sul seno, tracciando percorsi tra di essi, raccogliendosi nelle delicate cavità. Un sospiro sommesso le sfuggì dalle labbra, un suono di puro, incondizionato piacere. Le sue dita, snelle e sicure, seguirono la scia del tè, accarezzando la sua pelle, stuzzicando i suoi capezzoli finché non si indurirono in piccoli boccioli tesi. Il suo ventre, liscio e teso, ricevette la stessa tenera attenzione, un'esplorazione lenta e deliberata.

Claudio sentì un'urgenza crescente sotto il suo costume. La durezza che aveva cercato di ignorare era ora una presenza insistente e prepotente. Non poteva più resistere. Con un movimento rapido e deciso, si liberò, il tessuto che cadeva rivelando un'erezione rigida e inflessibile.

Giulia rise, una risata leggera e musicale che danzò sulla brezza. Si dondolava, i fianchi che tracciavano un arco invisibile, i suoi movimenti fluidi e ipnotici, come una danzatrice persa nel ritmo della sua musica privata.

Lui la guardava, rapito, il suo stesso corpo che rispondeva con un'urgenza che rispecchiava la sua. La sua mano si chiuse attorno alla lunghezza pulsante del suo pene, il pollice che accarezzava la testa sensibile mentre il suo sguardo rimaneva fisso su di lei. Il mondo esterno alla loro terrazza assolata sembrava svanire, diventando insignificante.

Con un ultimo movimento deliberato, Giulia si sfilò lo slip. Rimase nuda, il suo pube rasato che luccicava, ancora umido del tè alla pesca rimasto. Le sue dita, agili e sapienti, scivolarono tra le sue labbra, separandole con una lentezza squisita. Un lieve gemito le sfuggì mentre iniziava a muoversi, il suo tocco sia gentile che insistente.

Il ritmo di Claudio accelerò, la sua mano un lampo contro la sua carne che si induriva. La vista di lei, così totalmente in controllo del proprio piacere, alimentò la sua stessa marea crescente di sensazioni. Sentì il familiare irrigidimento nel ventre, il preludio al rilascio.

Il ritmo di Giulia si intensificò, il suo respiro che si faceva affannoso. I suoi occhi, spalancati e luminosi, incontrarono i suoi, un silenzioso riconoscimento del loro viaggio condiviso. Un tremito la percorse, e lei gridò, il corpo inarcato in un'ondata di orgasmo. Nello stesso istante, Claudio sentì il suo rilascio, un torrente caldo ed esplosivo che dipinse un arco bianco contro il cielo azzurro, un'ultima, intima offerta che atterrò dolcemente sulla sua pelle.

"Visto?" sussurrò lei, la voce roca per il piacere spento. "Questa è la risposta."

Si mosse verso di lui, i suoi passi senza fretta, il suo sguardo fermo. Si inginocchiò davanti a lui, le mani che prendevano delicatamente il suo pene ora floscio. Lo portò alle labbra, la lingua che assaporava l'umidità residua, la bocca che si chiudeva su di lui con una suzione esperta e tenera. Claudio gettò indietro la testa, gli occhi chiusi, abbandonandosi alla pura, incondizionata beatitudine del momento.

Oltre la ringhiera, il mondo continuava la sua indifferente rotazione, ignaro dell'esquisito universo privato che avevano creato sulla loro terrazza assolata.

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**Versione 2: Spinta e Volgare**

"Ma tu mi ci vedi mentre mi smanetto davanti a te?" La domanda di Claudio graffiò l'aria calda, carica di salsedine e desiderio.

Giulia, fasciata in un bikini che sembrava disegnato per esaltare ogni curva, era appoggiata alla ringhiera della terrazza. Sotto di lei, il golfo di Camogli si stendeva come un invito, il borgo colorato e la Rocca a vegliare sul mare. Lei sorseggiava il suo tè alla pesca, la cannuccia tra le labbra, e quando lo guardò, lo fece con un'aria così maliziosa che bastò a far gonfiare Claudio sotto il costume.

"Beh, vediamo," rispose lei, e con un gesto deciso si liberò del reggiseno, lanciandoglielo addosso come una sfida.

Tornò a premersi contro la ringhiera, e con un sorriso sfacciato, iniziò a versarsi il tè addosso, facendolo scorrere tra le tette, lungo il ventre. Un'espressione di goduria le attraversò il viso mentre si strizzava un seno, si pizzicava il capezzolo, le dita che indugiavano sulla pelle umida.

Claudio sentì il cazzo pulsare furiosamente, una sbarra di carne dura come il marmo sotto il tessuto teso. Non ci pensò due volte. Lo estrasse di colpo, la pelle lucida e tesa.

Lei rise, una risata roca, e iniziò a muoversi come una spogliarellista attorno a un palo invisibile. Lui, con la mano che stringeva la sua asta di carne, iniziò a masturbarsi, gli occhi fissi su quella visione.

Giulia si sfilò gli slip, rimanendo completamente nuda, la fica rasata e umida del tè colato. Infilò le dita dentro, iniziando a masturbarsi con foga. Claudio aumentò il ritmo, sentendo che stava per esplodere.

Lei accelerò a sua volta, il respiro che si faceva affannoso, e raggiunse l'orgasmo con un grido soffocato. Lui eruttò in un piacere liberatorio, un getto bianco che disegnò un arco nell'aria e finì addosso a lei.

"Visto?" ansimò lei, asciugandosi il viso con il dorso della mano. "Questa è la risposta."

Si avvicinò a lui, si inginocchiò e afferrò il suo cazzo floscio. Iniziò a succhiarlo, assaporando l'umido rimasto. Claudio rovesciò la testa all'indietro, gli occhi chiusi, perso in un piacere puro e primordiale.

Oltre la ringhiera, il mondo continuava a girare, ignaro di quel piccolo, intenso universo di sesso e piacere che avevano creato.
scritto il
2025-11-26
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