Prima l'inculata e poi l'invito a cena

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Prima l'inculata e poi l'invito a cena

Amelia, una dea dalle curve mozzafiato, che adora indossare abiti lunghi e attillati che esaltano le sue forme prorompenti. I suoi occhi erano puntati su Mauro, un ragazzo di due anni più grande di lei. Desiderava essere diretta, ma non sapeva come fare. Mentre camminava lungo il corridoio della palestra, sentì una voce. Era Mauro, che si avvicinò e le sfiorò sensualmente il gomito. "Ciao, non ho potuto fare a meno di notare quelle occhiate languide che mi lanciavi, credendo di non essere notata", le disse con un sorriso malizioso. "Che ne dici se saltiamo i preamboli e ci appartiamo nella lavanderia? A quest'ora non ci passa nessuno," propose, con uno sguardo ardente. "Uh, sei un tipo diretto, vero?" rispose Amelia con una risatina intrigante. "Audace. Di solito si chiede un appuntamento, una cena o un pranzo e poi, si finisce in intimità, ma vorrei fare il contrario", affermò deciso, invitandola nel locale lavanderia con fare seducente. "MMM, ok" accettò lei, con una risata complice. Senza perdere tempo, una volta entrati in lavanderia, Mauro prese il controllo. Con movimenti esperti, la piegò a novanta, le sfilò sensualmente le mutandine e iniziò a sodomizzarla con furia selvaggia. Amelia gridava di piacere e rideva, mentre lui le stringeva forte i fianchi e la martellava brutalmente, arrivando infine a riversare il suo piacere nel suo ben disposto culo. La passione e l'ardore della loro unione clandestina nella lavanderia lasciò entrambi senza fiato, con i corpi surriscaldati e le menti annebbiate dal desiderio.

"Mentre si ricomponevano, Amelia ridacchiò, sentendo ancora il bruciore nel suo sensuale fondoschiena. "Oh, wow," esclamò con una risatina, "mi brucia il culo. Hai un cazzo potente." I suoi occhi danzavano con malizia mentre si rivolgeva a Mauro.
Lui, con un sorriso compiaciuto, si puliva il pene. "Sì, adesso che ci siamo conosciuti, ti va un invito a cena?" propose, con fare giocoso.
"Scherzi? Dopo quello che mi hai fatto, con te accetterei inviti per tutto il mese," rispose Amelia con un sorriso ammaliante.
"Non sono stato troppo brutale?" chiese Mauro, sinceramente preoccupato di non aver ecceduto.
"Un po', ma in fondo, non mi è dispiaciuto," lo rassicurò Amelia. "Che locale hai in mente per stasera?"
"Proporrei 'Al laghetto', in fondo alla strada," suggerì Mauro, con uno scintillio negli occhi.
"Ah, quello che si affaccia su quel laghetto carino con le paperelle e i cigni?" domandò entusiasta Amelia.
"Quello. Stasera alle 20?" propose Mauro, pregustando già la piacevole serata.
"Solo una cosa ti chiedo: per il dopo cena, niente inculate," raccomandò Amelia con un sorriso malizioso.
"Parola di boy scout," promise Mauro sorridendo, facendo il segno del saluto scout con le dita.

--
La serata era avvolta da un'atmosfera magica, mentre Mauro e Amelia passeggiavano lungo il sentiero che costeggiava il laghetto. La superficie dell'acqua, illuminata da potenti riflettori, era decorata con nifee bianche, gialle e rosse, creando un effetto incantevole. Sull'altra sponda, un maestoso platano secolare svettava imponente, le sue fronde robuste che disegnavano intricate ombre sulla riva.
"Il platano sull'altro lato del laghetto è mio," rivelò Mauro con un pizzico di orgoglio nella voce. Avevano appena finito di cenare, e ora si godevano la passeggiata digestiva.
"Urka, ma che bello che è!" esclamò entusiasta Amelia, gli occhi brillanti di ammirazione.
"Ci hai mai portato qualche conquista là sotto?" chiese lei, con un sorrisetto malizioso.
"Lo farò tra pochi minuti," rispose Mauro, ricambiando il sorriso con fare allusivo.
"Oh, che ragazza fortunata," rise Amelia. "Dunque, questa sontuosa villa in mattoni scuri è tua?"
"L'ha costruita mio nonno negli anni '20, e passa di generazione in generazione," spiegò Mauro. "Nei weekend fuggo dalla frenesia della città e mi rifugio qui."
"Lavori?" domandò Amelia, curiosa di saperne di più.
"Dirigo una piccola fabbrica manufatturiera: scarpe italiane," rispose Mauro, con un lampo di fierezza negli occhi.
"Ah, roba lussuosa," commentò Amelia, sorridendo e stringendosi più vicina a lui.

Costeggiarono un muretto alto tre metri fino a raggiungere un cancelletto di ferro, dietro il quale si ergeva l'antica villa dai mattoni scuri. Mauro aprì il cancello con galanteria e la invitò a entrare: "Benvenuta a casa mia."

"Mi porti sotto il platano?" chiese Amelia, con un inarrestabile desiderio di esplorare il romantico scenario.
"Vieni, da questa parte," disse Mauro, guidandola dolcemente attraverso il boschetto che costeggiava la villa. La loro avventura stava per proseguire in un luogo magico e inaspettato, sotto le fronde del maestoso platano che aveva catturato lo sguardo di Amelia.
Quando raggiunsero il maestoso platano, Amelia rimase incantata dalla bellezza del luogo. Il platano secolare svettava maestoso, le sue fronde ricche di foglie verdi che proiettavano un'ombra fresca e confortevole. Sotto l'albero, c'era una panchina di pietra, adornata con morbidi cuscini che invitavano a sedersi e godersi il panorama.

"Ma che bello che è!" esclamò entusiasta Amelia, ammirando l'idilliaco scenario.

"In autunno si riempie di foglie secche e gialle. Mi diverto molto a sdraiarmi sopra," disse Mauro con un sorriso malinconico, immaginando la scena.

"Ci hai mai fatto l'amore sopra di esse?" chiese Amelia, con un guizzo di malizia negli occhi.

"Ti prenoti per l'autunno imminente?" propose Mauro, con fare allusivo.

Lei, senza indugio, gli gettò le braccia al collo e lo baciò. Un bacio lungo e intenso, che esprimeva tutto il desiderio e la passione che provavano l'uno per l'altra. Lui la fece sedere sulla panchina, e come due fidanzatini alle prime armi, cominciarono a baciarsi dolcemente, perdendosi nel romanticismo del momento.

"Sei molto diverso dall'assatanato di oggi," sorrise Amelia, tra un bacio e l'altro.

"So essere anche un bravo ragazzo," annuì Mauro, dimostrando il suo lato più dolce e premuroso.

"Mi sta bene," disse Amelia, continuando a baciarlo con tenerezza. "Mi piace baciarti sotto il platano."

"Vuoi vedere il resto della casa?" propose Mauro, desideroso di mostrarle la sua dimora.

"Tieni la camera da letto per ultima," sussurrò Amelia, con fare ammiccante, prima di alzarsi dalla panchina, mano nella mano, pronti a esplorare insieme la villa e a vivere nuove avventure, sapendo che il momento più intimo e speciale li avrebbe attesi alla fine del loro percorso.

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Con un'espressione di stupore e ammirazione, Amelia osservò il monumentale camino che troneggiava nella vasta sala. "Accidenti: quel camino potrebbe arrostire un elefante," esclamò, impressionata dalle dimensioni imponenti.
"Gli elefanti li ho finiti, ma un paio di bistecche alla griglia posso sempre prepararle," rispose Mauro, con una nota scherzosa nella voce.
"Un po' scuro però," commentò Amelia, riferendosi all'atmosfera della stanza.
Intrapresero quindi un tour della casa, con Mauro che guidava Amelia attraverso le varie stanze. La cucina ampia, dotata di tutti i comfort, il locale lavanderia, l'accesso a una piccola serra, la stanza degli ospiti e la sala TV. Salirono poi le scale, mostrandole la biblioteca, un bagno enorme e due camere da letto.
"Una reggia," commentò Amelia, meravigliata dall'ampiezza e dalla bellezza della casa."Questa camera da letto mi piace: molto più luminosa," disse, indicando la stanza più accogliente e illuminata.
"Allora è qui che daremo fondo ai nostri desideri," sussurrò Mauro, avvicinandosi a lei e cominciando a spogliarla lentamente. Amelia si lasciò andare, abbandonandosi alle sue delicate carezze, assaporando l'attesa e l'eccitazione del momento.

Quando furono entrambi nudi, i loro corpi si fusero in un abbraccio appassionato, baciandosi e accarezzandosi dolcemente. Si mossero verso il letto, le lenzuola morbide e invitanti, pronte ad accoglierli nel loro intimo rifugio.
"Dimostrami la tua dolcezza," sussurrò Amelia, baciandolo con trasporto, mentre le loro anime danzavano all'unisono, pronte a tuffarsi in un mondo di passione, tenerezza e sensualità, lontano da tutto e da tutti, immersi nel loro romantico nido d'amore.

Dopo un'esplosione di passione selvaggia, i corpi nudi di Mauro e Amelia erano avvolti in un caldo abbraccio, le lenzuola in disordine intorno a loro. Con il respiro ancora affannato, si scambiarono sguardi d'amore e tenerezza, le mani che si esploravano delicatamente, assaporando ogni centimetro di pelle.
"Fantastico," sussurrò Amelia, un sorriso soddisfatto sulle labbra. "Tutta un'altra cosa rispetto a questa mattina."
"Questa mattina ho giocato la carta del maniaco sessuale. E tu non sei scappata via, quindi mi è andata bene," disse Mauro, portando le mani di Amelia alle labbra e baciandole con dolcezza.
"Diavolo, era mio desiderio farmi inculare in quella maniera," rise lei, baciandolo con passione. "Quanto credi di poter resistere stanotte?"
"Posso soddisfarti ogni volta che lo vorrai," promise Mauro, con uno sguardo pieno di desiderio.
"Bene, allora ripigliati che ho voglia di svenire a forza di scoparmi," lo invitò Amelia, stringendolo a sé in un abbraccio appassionato.
E così, con rinnovato vigore e desiderio, i loro corpi si fusero nuovamente in un turbine di passione e sensualità. Le carezze si fecero più audaci, le bocche si cercarono affannosamente, e i sospiri di piacere riempirono la stanza. Il secondo round ebbe inizio, e le loro anime si unirono in un ballo eterno, traendo godimento l'uno dal corpo dell'altra, fino a quando l'orgasmo li travolse, lasciandoli senza fiato e incredibilmente appagati.
Nel caldo abbraccio del post-coito, si coccolarono dolcemente, godendosi la sensazione della pelle contro pelle, i corpi ancora fremanti di piacere. Si scambiarono baci delicati, sussurri d'amore e carezze languide, in un'idilliaca fusione di corpi e anime, mentre la notte avvolgeva il loro nido d'amore in un manto di passione e tenerezza.

“Potrei abituarmi a queste delicatezze” disse lei facendosi amare ancora una volta
“La mia casa è sempre aperta per te” disse lui
“Posso restare per la notte?” chiese lei
“Se resti, domani mattina ci facciamo un bel bagno caldo e una ricca colazione” rispose lui
“bene.. Sei stanco?”
“Posso farne ancora un paio” disse lui
“Bene, allora diamoci dentro che la mia fica freme” rise lei facendosi penetrare un’altra volta
E poi si addormentarono uno nelle braccia dell’altro, felici..
scritto il
2025-10-02
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