La nipote (parte 9)
di
Kugher
genere
sadomaso
Filippo aveva provato piacere nel vedere la moglie scopata da altro uomo.
Lo avevano anche eccitato gli sguardi che Matteo gli aveva diretto mentre aveva il cazzo nella figa di Eleonora. Sapeva che per l’amico era qualcosa di speciale stare dentro la sua compagna, avendo la certezza che l’attrazione provata per lei fosse rimasta inalterata nel tempo. Dall’emozione che traspariva nei suoi occhi aveva avuto la sensazione che lo guardasse con un sentimento tale da fargli mettere un attimo da parte l’amicizia e l’affetto che sapeva avere per lui, per lasciar posto, nell’attimo in cui l’istinto predomina, a quell’accusa di avergliela portata via.
Eppure lo aveva eccitato quello sguardo di temporaneo odio mentre scopava la sua compagna.
Filippo si alzò per infilarle subito in bocca alla nipote il cazzo, così da “sporcare” il suo sesso con lo sperma di colui che aveva scopato Eleonora davanti ai suoi occhi.
L’uomo tenne ferma la testa la schiava stringendole forte i capelli, fino a sentire l’eccitante lamento. Iniziò a scoparle la bocca spingendo il cazzo fino in fondo, fino a sentire la sua difficoltà nell’averlo in gola, per poi tirarlo quasi fuori, godersi i lavoro di lingua sulla cappella che veniva ulteriormente spinta fino in fondo, in un gioco ritmico e cadenzato che gli permise di trarre il piacere voluto.
Matteo osservava l’amico senza comprendere le emozioni voyeristiche nel suo animo e attribuendo l’atto a ciò che in effetti sembrava, cioè solo la scopata della bocca di sua nipote.
Parimenti per Eleonora, la quale, pur comprendendo le motivazioni di Matteo quando la scopava, non gli aveva dato una importanza tale che andasse oltre al semplice sesso.
Le piaceva in quel momento vedere la nipote usata sessualmente prima dall’amante e poi dall’amato, quella stessa bella ragazza adottata dalla sorella che qualche mese addietro aveva festeggiato il giorno del suo compleanno con abbracci e baci casti e neutri.
Non volendo distogliere l’egoistico piacere di Filippo, ma volendo far parte della scena unitamente ed esclusivamente con il suo compagno, prese il frustino che era stato gettato a terra nell’impeto sessuale di Matteo, ora semplice spettatore.
Nel momento di maggiore difficoltà della nipote, quando aveva il cazzo del compagno fino in gola, colpiva col frustino la schiena della schiava.
Ogni colpo era una scarica di piacere che andava a colpire zone vicine al punto che conteneva il piacere fisico, alimentandolo maggiormente.
I segni sulla schiena della nipote rappresentavano il tempo dedicato a quell’atto carico di erotismo.
Eleonora diede l’ultimo colpo forte alla schiena, tale da provocare uno scatto indietro della ragazza. Il cazzo non le uscì dalla bocca solo perchè lo sguardo di intesa tra i Padroni aveva fatto capire a Filippo cosa sarebbe successo. L’uomo aveva tenuto ferma la testa della nipote premuta sul cazzo, stringendole maggiormente i capelli.
Eleonora volle una partecipazione più attiva. Lasciato cadere il frustino, si avvicinò poggiando il pube sulla testa della ragazza e spingendola per unirsi maggiormente in un abbraccio col compagno, avvolgendo le lingue.
Sentivano le difficoltà di Monica tra di loro e anche da questa traevano eccitante piacere che altro non fece se non aumentare la necessità di concludere l’atto sessuale, in quanto il piacere cominciava ad accumularsi in quantità eccessiva sulla barriera dell’orgasmo che spingeva sempre più perchè trovasse il suo tempo e sfogo.
Per Matteo quella ragazza sarà pur stata una schiava come le altre, bella, intrigante con quel pizzico di peperoncino procurato dall’utilizzo unitamente agli zii, ma pur sempre una schiava qualunque.
Per loro no, per loro era il proibito che andava oltre agli altri “proibiti” provati e superati alla ricerca sempre del piacere nuovo o rinnovato. La fantasia li aveva travolti poco dopo essersi affacciata al loro erotismo e divenuta irrespingibile al momento in cui ebbero la notizia della garanzia del loro anonimato.
Eleonora si allontanò quando sentì salirle l’orgasmo ed avendo intuito che anche quello del compagno non potesse essere ulteriormente trattenuto.
Prese per i capelli la schiava e la fece stendere a terra, facendole assumere quella posizione che erano soliti utilizzare lei e Filippo quando volevano condividere un piacere particolare e intimo, ritrovando condivisione e complicità nell’atto di estremo piacere dopo che durante la scopata erano stati guidati in alcuni momenti dal piacere meramente egoistico.
La zia si sedette cavalcioni sulla faccia della nipote per farsi leccare prima il culo e poi la figa.
Filippo si posizionò in ginocchio tra le cosce della ragazza. Per quanto gli piacessero i pompini, per godere prediligeva la figa, soprattutto quella stretta di una ragazza, senza tacere del piacere per l’una, di avere la faccia della nipote sotto il culo, per l’altro di essere dentro di lei.
La coppia, dopo i piaceri egoistici, ritornò coppia e, accarezzandosi e baciandosi, stimolando i capezzoli o leccando le orecchie come a Filippo faceva impazzire, raggiunsero l’apice della serata e dell’eccitazione non più rinviabile, come l’acqua fuoriuscita dalla diga che non contiene più la pressione e la spinta e deve lasciar defluire senza controllo ciò che non può più trattenere.
Filippo volle godere dentro la nipote, restando ulteriormente dentro fino a che non avesse goduto anche la compagna. Parimenti, Eleonora, dopo avere raggiunto l’orgasmo, rimase seduta sulla faccia della ragazza.
Attesero entrambi che il loro animo si placasse prima di alzarsi.
Lo avevano anche eccitato gli sguardi che Matteo gli aveva diretto mentre aveva il cazzo nella figa di Eleonora. Sapeva che per l’amico era qualcosa di speciale stare dentro la sua compagna, avendo la certezza che l’attrazione provata per lei fosse rimasta inalterata nel tempo. Dall’emozione che traspariva nei suoi occhi aveva avuto la sensazione che lo guardasse con un sentimento tale da fargli mettere un attimo da parte l’amicizia e l’affetto che sapeva avere per lui, per lasciar posto, nell’attimo in cui l’istinto predomina, a quell’accusa di avergliela portata via.
Eppure lo aveva eccitato quello sguardo di temporaneo odio mentre scopava la sua compagna.
Filippo si alzò per infilarle subito in bocca alla nipote il cazzo, così da “sporcare” il suo sesso con lo sperma di colui che aveva scopato Eleonora davanti ai suoi occhi.
L’uomo tenne ferma la testa la schiava stringendole forte i capelli, fino a sentire l’eccitante lamento. Iniziò a scoparle la bocca spingendo il cazzo fino in fondo, fino a sentire la sua difficoltà nell’averlo in gola, per poi tirarlo quasi fuori, godersi i lavoro di lingua sulla cappella che veniva ulteriormente spinta fino in fondo, in un gioco ritmico e cadenzato che gli permise di trarre il piacere voluto.
Matteo osservava l’amico senza comprendere le emozioni voyeristiche nel suo animo e attribuendo l’atto a ciò che in effetti sembrava, cioè solo la scopata della bocca di sua nipote.
Parimenti per Eleonora, la quale, pur comprendendo le motivazioni di Matteo quando la scopava, non gli aveva dato una importanza tale che andasse oltre al semplice sesso.
Le piaceva in quel momento vedere la nipote usata sessualmente prima dall’amante e poi dall’amato, quella stessa bella ragazza adottata dalla sorella che qualche mese addietro aveva festeggiato il giorno del suo compleanno con abbracci e baci casti e neutri.
Non volendo distogliere l’egoistico piacere di Filippo, ma volendo far parte della scena unitamente ed esclusivamente con il suo compagno, prese il frustino che era stato gettato a terra nell’impeto sessuale di Matteo, ora semplice spettatore.
Nel momento di maggiore difficoltà della nipote, quando aveva il cazzo del compagno fino in gola, colpiva col frustino la schiena della schiava.
Ogni colpo era una scarica di piacere che andava a colpire zone vicine al punto che conteneva il piacere fisico, alimentandolo maggiormente.
I segni sulla schiena della nipote rappresentavano il tempo dedicato a quell’atto carico di erotismo.
Eleonora diede l’ultimo colpo forte alla schiena, tale da provocare uno scatto indietro della ragazza. Il cazzo non le uscì dalla bocca solo perchè lo sguardo di intesa tra i Padroni aveva fatto capire a Filippo cosa sarebbe successo. L’uomo aveva tenuto ferma la testa della nipote premuta sul cazzo, stringendole maggiormente i capelli.
Eleonora volle una partecipazione più attiva. Lasciato cadere il frustino, si avvicinò poggiando il pube sulla testa della ragazza e spingendola per unirsi maggiormente in un abbraccio col compagno, avvolgendo le lingue.
Sentivano le difficoltà di Monica tra di loro e anche da questa traevano eccitante piacere che altro non fece se non aumentare la necessità di concludere l’atto sessuale, in quanto il piacere cominciava ad accumularsi in quantità eccessiva sulla barriera dell’orgasmo che spingeva sempre più perchè trovasse il suo tempo e sfogo.
Per Matteo quella ragazza sarà pur stata una schiava come le altre, bella, intrigante con quel pizzico di peperoncino procurato dall’utilizzo unitamente agli zii, ma pur sempre una schiava qualunque.
Per loro no, per loro era il proibito che andava oltre agli altri “proibiti” provati e superati alla ricerca sempre del piacere nuovo o rinnovato. La fantasia li aveva travolti poco dopo essersi affacciata al loro erotismo e divenuta irrespingibile al momento in cui ebbero la notizia della garanzia del loro anonimato.
Eleonora si allontanò quando sentì salirle l’orgasmo ed avendo intuito che anche quello del compagno non potesse essere ulteriormente trattenuto.
Prese per i capelli la schiava e la fece stendere a terra, facendole assumere quella posizione che erano soliti utilizzare lei e Filippo quando volevano condividere un piacere particolare e intimo, ritrovando condivisione e complicità nell’atto di estremo piacere dopo che durante la scopata erano stati guidati in alcuni momenti dal piacere meramente egoistico.
La zia si sedette cavalcioni sulla faccia della nipote per farsi leccare prima il culo e poi la figa.
Filippo si posizionò in ginocchio tra le cosce della ragazza. Per quanto gli piacessero i pompini, per godere prediligeva la figa, soprattutto quella stretta di una ragazza, senza tacere del piacere per l’una, di avere la faccia della nipote sotto il culo, per l’altro di essere dentro di lei.
La coppia, dopo i piaceri egoistici, ritornò coppia e, accarezzandosi e baciandosi, stimolando i capezzoli o leccando le orecchie come a Filippo faceva impazzire, raggiunsero l’apice della serata e dell’eccitazione non più rinviabile, come l’acqua fuoriuscita dalla diga che non contiene più la pressione e la spinta e deve lasciar defluire senza controllo ciò che non può più trattenere.
Filippo volle godere dentro la nipote, restando ulteriormente dentro fino a che non avesse goduto anche la compagna. Parimenti, Eleonora, dopo avere raggiunto l’orgasmo, rimase seduta sulla faccia della ragazza.
Attesero entrambi che il loro animo si placasse prima di alzarsi.
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