La nipote (parte 8)

di
genere
sadomaso

Matteo non volle restare ulteriormente ai margini della scena della quale era stato il regista sin dalla sua preparazione e, più nel concreto, nella gestione dei momenti iniziali.
Il suo desiderio per Eleonora non era mai venuto meno, così come il piacere di scoparla davanti al suo attuale compagno, verso il quale non provava astio per avergli (nel suo pensiero) sottratto la donna. In ogni caso provava un sottile piacere nel possederla davanti a lui, quasi una sorta di rivalsa o di riaffermazione di un rapporto che gli era stato sottratto.
Si sedette anch’egli sulla ragazza, però in corrispondenza delle gambe, sul bacino, in quanto diversamente la schiava non avrebbe retto il peso di due persone sulla schiena.
Abbracciò da dietro la donna e le palpò i seni, facendo strusciare il cazzo duro, ormai completamente denudato, sulla sua schiena.
L’erotismo e l’eccitazione sono sensazioni che possono trovare alimento in tanti piccoli ed autonomi fatti, anche psicologici. Tra questi, in Eleonora, il piacere di sapere di essere desiderata, voluta, fonte di eccitazione e desiderio, quel desiderio testimoniato dal cazzo duro di Matteo che sentiva premere sulla sua schiena, volendo pensare di esserne l’unica causa, nemmeno in concorso con la situazione che li vedeva seduti entrambi su una giovane schiava.
Pur continuando a schiacciare la testa della ragazza sul cazzo del compagno, distrasse la sua totale attenzione dal piacere di Filippo, per concentrarsi sul proprio, piegando indietro la testa, offrendo il collo alla lingua di Matteo del quale ne cercò poi la bocca.
L’uomo sentì che Eleonora iniziò a dedicare la sua attenzione a lui e venne avvolto dal desiderio, ancor più fisico e carnale, volto alla penetrazione nelle parti dedicate a tale atto.
Si alzò dalla seduta umana invitando la donna a fare altrettanto.
La loro complicità, da sempre li vedeva comandarsi con semplici gesti, sicuri che sarebbero stati compresi i significati ultimi degli stessi.
L’antica attrazione e intimità sessuale non deluse Matteo, il quale vide la donna compiere il movimento che egli voleva. Eleonora, alzatasi, si risedette sulla schiena della schiava ancora intenta a tenere in bocca il cazzo di Filippo.
Pari situazione venne creata tra gli ex amanti.
Restando seduta, Eleonora ricevette in bocca il cazzo durissimo di Matteo che, nuovamente, ebbe il piacere di possedere la sua mai dimenticata, piacere alimentato dal compimento del gesto davanti a Filippo.
Il rapporto sessuale tra i due seguì antichi schemi elaborati e migliorati con la complicità che li aveva legati anni addietro.
Poteva così essere la testa ferma della donna ed il cazzo che la penetrava, così come, ad un tacito accordo, il bacino di Matteo fermo onde consentire alla testa della donna di muoversi sul sesso, del quale avvertiva il desiderio che voleva pensare essere destinato solo a lei.
Quando l’eccitazione è alta e, soprattutto, maturata nel tempo, arriva il momento in cui la pressione interna nelle vene, nella testa, nelle palle e nel cazzo, non è più rinviabile.
Con la solita complicità mai dimenticata tra i due, Matteo la fece alzare e, voltatasi, fece mettere di schiena Eleonora che, spinta, si piegò appoggiando le mani sulla schiena della schiava, offrendo così la figa al suo amato di un tempo, ora eccitato amante.
La donna, ricevuto il cazzo di Matteo dentro il sesso, con la mano riprese a dettare il ritmo del pompino a favore del suo compagno, osservando il bel culo esposto di Monica.
Allo stesso, con il pensiero sempre attivo, decise di dedicare erotica attenzione. Utilizzando la mano che prima governava la testa della schiava per cercare equilibrio appoggiandola sulla schiena, preso il frustino.
Accertatasi di essere osservata da entrambi gli uomini, vogliosa di quel cazzo dentro, ma anche di essere al centro dell’attenzione che temeva essere sbilanciata a favore della giovane schiava, iniziò a frustare il culo di quest’ultima.
I colpi di frustino non seguivano il ritmo di quelli del cazzo nel suo sesso, ma erano più dilatati nel tempo, per dar modo all’oggetto sessuale sotto di lei di assorbire la frustata, riprendere il ritmo del pompino al suo compagno e, recuperata una certa ordinarietà, di nuovo la strordinarietà del frustino sul culo che, col tempo, abbe l’effetto di rendere colorato dal segno dell’eccitazione di tutti e tre i Padroni.
Matteo aveva molteplici fonti di piacere, non ultimo quello che gli derivava dallo scopare Eleonora davanti a Filippo, destinatario di frequenti sguardi per accertarsi che li vedesse giungere all’orgasmo davanti a lui senza suoi meriti.
La frequenza degli incontri porta i benefici effetti della conoscenza del gruppo, così che alcuni, nella reciproca complicità, hanno la possibilità di comprendere quando sospendere gli egoistici atti erotici per lasciare che uno di loro tre prenda ciò che il culmine del piacere possa dare.
Eleonora e Filippo sapevano quanto fosse amplificato l’orgasmo del loro amico se fosse riversato nella bocca di una donna che, ricevutolo, provvedesse immediatamente all’ingoio.
Sono inequivocabili gli attimi che precedono il culmine del piacere, quando l’elastico è teso al massimo e non può che essere rilasciato in quanto la forza fisica dello stesso vince sulla volontà della persona.
Matteo giunse a quel momento in cui i colpi del cazzo nella figa aumentarono per dare al piacere lo slancio dell’ultimo tratto del percorso.
Eleonora lo sentì uscire da sé e si spostò immediatamente per dare modo a Matteo di prendere la schiava per i capelli, tirarle indietro la testa senza preavviso alcuno così da usarla come strumento per l’amplificazione dell’orgasmo, dirigendole in bocca il cazzo per svuotarsi dello sperma.
Matteo tenne premuta la testa della schiava contro l’inguine finché non si sentì completamente svuotato e non si fosse rilassato un poco.
Non quel tempo eccessivo che avrebbe potuto far calare la tensione negli altri due amici, restituendo ciò che l’amicizia aveva sospeso nell’egoistico utilizzo che consentisse a lui di raggiungere l’orgasmo.
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2025-08-04
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