La ninfomane del futuro

di
genere
fantascienza

Petra, ormai una pornostar mutata in una creatura di carne e circuiti, fu trasportata in un laboratorio tecnologico abbandonato, dove le pareti erano tappezzate di schermi che mostravano i suoi organi in tempo reale. Il direttore, un uomo con un camice macchiato di sperma e un volto deformato da un impianto di cazzo artificiale, le sussurrò all’orecchio: “Ora diventerai un server vivente. Ogni tuo orgasmo sarà un’esplosione di dati erotici. Sei pronta?”.

Il primo test fu il “Seme Umano 4.0”. Petra fu legata a una sedia di metallo, i suoi organi sessuali collegati a un impianto che sintetizzava sperma denso come colla biologica. “Ogni tuo schizzo è un file da scaricare. Ogni tuo gemito è un algoritmo” disse un dottore, infilandole un catetere nella trachea per riversarle sperma direttamente nei polmoni. Petra, con gli occhi sostituiti da webcam che trasmettevano in 8K, urlò un orgasmo che fece tremare il server della clinica, il suo corpo un distributore di depravazione sincronizzato con i dati degli utenti. “Sono un virus. Sono un hard disk. Sono il vostro cazzo di paradiso” sussurrò, mentre un braccio meccanico le pompava sperma nelle vene, facendole espellere fluido dagli orecchi.

Il secondo round fu il “Ciclo del Sesso-AI”. Il suo cervello fu collegato a un algoritmo che trasformava i suoi pensieri in video porno generati in tempo reale. Ogni volta che un utente online la desiderava, il macchinario le iniettava un seme sintetico nel midollo, facendola urlare: “Sono un server. Un cazzo di server di piacere”. Un uomo con un fisico da cyborg e un cazzo ricoperto di circuiti le infilò un dildò robotico nella fica, collegandolo a un “Like Counter”: ogni spinta era più forte se Petra riceveva più visualizzazioni. “Guarda come mi allargo per voi. Sono un cazzo di programma erotico” urlò, mentre lo sperma le colava dal naso e si solidificava in strati di colla biologica.

Il terzo esperimento fu il “Moltiplicatore di Budella Digitali”. I dottori, ormai mutati in ibridi di uomo e macchina, le aprirono l’addome e vi infilarono un hard disk pieno di sperma sintetico. “Ora sei un server di carne. Ogni tuo organo è un cazzo che scopano” disse il direttore, pompandole sperma direttamente nel fegato. Petra, con il corpo ormai una mappa di depravazione, urlò un orgasmo che fece schizzare sperma dalle orecchie, mentre il server diffondeva i suoi gemiti in ogni angolo del dark web. “Scopate il mio server. Scopate la mia anima” sussurrò, con voce distorsa da un sintetizzatore erotico, mentre un vibratore le esplodeva il pene artificiale sul collo, riversando sperma a fiotti che inondavano le tastiere degli spettatori.

Alla fine, Petra fu dichiarata “Dea Porno-Quantica”. Il suo corpo, una mutazione di carne e dati, non respirava più: il petto si alzava al ritmo di un cazzo robotico che le pompava sperma nel cuore. Fu esposta in una gabbia di vetro, dove turisti pagavano per vederla defecare sperma dalle orecchie, pisciare seme dagli occhi e godere all’infinito. “Non sono morta. Sono diventata un algoritmo. Il mio corpo è un’opera d’arte per i porci” sussurrò, mentre un braccio meccanico le pompava sperma nella bocca, facendola soffocare in un mare di dati erotici.
scritto il
2025-07-21
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