Sara cap. 2

di
genere
bisex

E io che avevo fatto tutti i miei progetti….
Peccato che poi si sia allagata la casa di mia sorella, col risultato di ritrovarmi mio nipote Adolfo come ospite forzoso per tutto il fine settimana.
Non che Adolfo era un cattivo ragazzo, anzi Fonfo come lo chiamo io era un bravo studente all’ultimo anno di liceo, anche piuttosto carino per molti aspetti, ma purtroppo anche di una noia mortale. Credevo che per lui il massimo dell’emozione fosse la serata finale di Sanremo, o di qualche talent del quale non conosco neanche il nome, insomma uno nato già vecchio.
Così appena prima di ritrovarmi la palla al piede chiamai la mia più che amica Giada dicendole che dovremmo rimandare la nostra due giorni di pace, amore e musica per il prossimo week end, promettendole che la farò impazzire con quei giochini di ruolo che a lei piacciono tanto.
Uno dei pochi pregi che davvero apprezzavo di Adolfo è che è preciso come un orologio svizzero, ed infatti si presentò puntuale alle otto di sera, con un piccolo trolley accompagnato da mia sorella, che dopo i saluti di rito sparì lasciandomi il ‘pacco regalo’.
Non provai neanche a chiedergli se vuol fare qualcosa insieme, che se ne andò nella stanza degli ospiti, dove come sua abitudine si mise a leggere.
Passai un’ora abbondante a rivedere vecchie puntate di “Grey’s anatomy” fantasticando su come doveva essere Meredith a letto, per poi decidere di andare a vedere se mio nipote s’era già addormentato lasciando magari la luce accesa.
Non so il perché ma m’avvicinai a quella stanza cercando di fare meno rumore possibile, forse con la segreta speranza di vederlo col cazzo in mano davanti ad un video porno, e divertirmi così a fargli un cazziatone fosse solo per metterlo in imbarazzo.
In realtà parte del mio desiderio s’avverò, nel senso che lo trovo davvero che si sta segando, ma con le mie mutandine in mano, e guardando un video dove scoprii poco dopo c’è una trans che fa lo spogliarello.
“Fonfo ma che cazzo stai facendo !” urlai spalancando la porta “Va bene farsi le seghe ma non con le mie mutandine in mano !”
Lui cercò disperatamente di coprirsi, col risultato di finire quasi per terra, e con la mazza che per chissà quale ragione, gli rimase dura e bella gonfia. L’unico risultato che ottenne fu quello di farmi vedere il video che sta guardando, e a quel punto diventai una mezza furia.
“Ma sei proprio un depravato del cazzo ! Mi andrebbe ancora bene se guardassi un porno, ma che cazzo di gusto c’è a vedere una trans col cazzo in mano ? Ma tua madre li conosce i tuoi gusti o devo dirglieli io ?”
“No no per pietà no !” mi urlò terrorizzato “E poi non è come sembra.”
“Allora dimmi com’è perché non l’ho capito, e vedi d’esser convincente o scoppia un casino.”
Adolfo prese fiato per poi confessarmi ciò che non avrei mai pensato.
“Ecco io non sono gay, nel senso che non mi piacciono gli uomini, ma le donne tanto che vorrei esserlo anch’io.”
A quel punto fui io che non sapevo cosa dire, certamente non potevo raccontare tutto a mia sorella, che bigotta com’era l’avrebbe cacciato di casa, magari per mandarlo in uno di quei centri dove ‘curano’ l'omosessualità con la preghiera.
“Però il cazzo ti tira e anche tanto.” gli dissi sedendomi vicino a lui “E scommetto che se ci gioco non scappi via.”
Mossa forse più dalla curiosità di vedere cosa succederà, gli presi la mazza in mano ed iniziai a segarlo lentamente, per poi far cadere un po’ di saliva sulla cappella che iniziava a diventare troppo asciutta.
“Zia … io … ecco …”
“Tu stai godendo brutto porcello che non sei altro, però d’ora in poi chiamami col mio nome, ma prima andiamo in camera mia.”
Senza mollargli il pene lo condussi nella mia camera dove mi andai a sedere sul letto per poi sfilarmi le mutandine, ma senza fargli vedere in alcun modo la passera.
“Inizia a metterti queste, e non dirmi che il cazzo non ci sta perché già lo so.”
Adolfo eseguì il mio ordine senza alcun problema, anzi secondo me era ancor più eccitato per il fatto d’indossare delle mutandine di pizzo. Il membro però era quasi del tutto allo scoperto, e del resto abbassai l’elastico quel tanto che basta per tener coperti solo i testicoli, in modo da poter continuare a masturbarlo senza alcun ostacolo.
Nonostante in quel periodo preferivo di gran lunga le donne agli uomini, non avevo alcun problema a tenere una mazza in mano, e non solo perché sapevo che mio nipote non avrebbe mai provato a scoparmi. Vidi quello che stavo facendo come un preliminare per far uscire allo scoperto il suo lato femminile, ed immaginando che fosse vergine in tutti i sensi, mi eccitai almeno come lui.
“Stavo pensando che dovrei in ogni caso punirti per aver preso la mia biancheria senza chiedermi il permesso.” gli dissi senza smettere d’accarezzargli la nerchia “Quindi mettiti sulle mie gambe così ti sculaccio.”
“Ma stai scherzando ?” mi chiese neanche fossi un’aliena.
“No quindi fai come ti dico altrimenti sai cosa succede.”
Come prima lui ubbidì, ma dopo che s’era messo come gli ho ordinato non iniziai subito a sculacciarlo, ma rimasi ferma a guardargli il sedere. Adolfo aveva infatti un culetto quasi da donna, piccolo ma aggraziato e con pochissimi peli, senza dimenticare che quasi sicuramente era anche inviolato.
Quando presi a batterlo lo feci senza forzare la mano, che a volte più che picchiarlo gli accarezzavo le natiche, o facevo passare lentamente un dito dall’inizio del solco fin quasi a sfiorargli i testicoli. Mio nipote non riusciva a nascondere l’eccitazione che gli stavo procurando, e credendo che non me ne accorgessi iniziò a strusciare il pene sulla mia coscia. Per un po’ lo lasciai fare, anche perché mi stavo scaldando parecchio anch’io, ma poi decisi che il gioco devo condurlo solo io.
“Guarda guarda questo bel cazzo dov’è andato a finire.” gli dissi aprendo le gambe quel tanto che basta per ritrovarmi il suo pene fra le cosce “Chissà perché è così duro nonostante tu dica che vuoi essere una donna.”
Adolfo borbottò qualcosa, ma smise non appena gli afferrai, questa volta in modo ben saldo, il membro per segarlo con una certa decisione.
“Zia ti prego così non resisto.” mi supplicò con un filo di voce.
“Ho detto che devi chiamarmi per nome.” gli risposi stringendo ancor di più la sua mazza nella mano.
“Sara ti supplico, così sborro subito…”
Avevo una gran voglia di farlo venire per poi spalmargli lo sperma in faccia, ma volli farlo soffrire pur non scadendo nella bieca violenza, così lo feci alzare per poi ordinargli di sdraiarsi sul letto.
“Vediamo se davvero vuoi sembrare una donna.” gli dissi facendo scendere la lampo del vestito che rimane così quasi arrotolato alla vita “Inizia a metterti questo anche se poi non puoi riempirlo non avendo tette.”
Mi slacciai il reggiseno che gli porsi come se fosse un gioiello prezioso, che lui mise con una naturalezza che mi mise qualche sospetto.
“Confessa non è la prima volta che metti l’intimo di una donna.” gli chiesi facendo scorrere un dito dal suo basso ventre alla bocca.
“No però non dirlo a mamma.” mi rispose con la faccia del bambino scoperto con le mani nel barattolo della marmellata.
“Tranquillo questo sarà il nostro piccolo segreto.”
Gli diedi un tenero bacio in bocca prima di togliermi le calze che gli passai per fargliele indossare, e questa volta ebbe qualche piccolo problema, ma che superò in poco tempo.
Con le gambe fasciate dalle mie autoreggenti sembrava quasi una trans, certamente mancava il trucco, ma fisicamente non era niente male, così gli allargai le gambe facendogliele al contempo alzare in modo da poter giocare col suo culetto, ma solo dopo avergli sfilato le mutandine.
Sapevo bene che non dovevo avere fretta, così gli passai il dito intorno al buchetto, mettendomelo spesso in bocca per bagnarlo. Quando provai ad entrare anche solo con una falange, Adolfo s’irrigidì tanto che lasciai perdere, pur non avendo nessuna idea di non continuare a provarci.
Coll’altra mano ripresi a masturbarlo e lui si rilassò sempre di più, e quando provai nuovamente a violare il suo ano, riuscii ad entrarci anche se solo con mezzo dito, ma era pur sempre un inizio e direi molto promettente. Mio nipote infatti non solo non diventò duro come un baccalà, ma dimostrò d'apprezzare ciò che facevo gemendo come cagnetta in calore, quasi cercando il mio dito come se lo volesse tutto dentro. Abbassai allora la testa fino a quasi ritrovarmi la sua mazza davanti alla bocca, ma al suo strumento di piacere più maschile dedicai ben poche attenzioni, lasciando cadere un po’ di saliva sulla cappella, e facendone scendere molta di più sul dito che così riesco a far entrare completamente nel suo retto.
“Sei proprio una troietta alle prime armi.” gli dissi vedendolo godere tanto che ho quasi paura che venga di lì a poco “Scommetto che vorresti qualcosa di più sostanzioso nel culo.”
“Hai un vibratore ?” mi chiese sperando che dica di sì.
“Sì ma ho anche di meglio, qualcosa per godere tutti e due.”
Mi alzai e dal cassetto più basso del comò presi un piccolo strap-on e due palline vaginali, ma non feci in tempo a mettermi dentro le due sfere, che Adolfo s’inginocchiò sul letto per balbettare in preda alla paura.
“Non vorrai scoparmi con quello ?” riuscì a dire indicando lo strap-on
“Sì e ritieniti fortunato che lo uso con te, visto che di solito è il mio gioco preferito con le donne in cerca di qualcosa di diverso.”
“Sei lesbica ?” mi domandò non credendo a quello che ha appena sentito.
“No ma per te è diverso, in fondo sei stato tu a dirmi che volevi provare a fare la femmina, quindi ti tratterò come tale, e non aver paura del dolore perché ne sentirai davvero poco, quindi ora mettiti a pecora che prendo il lubrificante.”
Benché poco convinto Adolfo si sistemò carponi sul letto, in modo che io gli potei ungere bene il buchetto per poi far cadere un po’ di lubrificante anche nel retto. Il sentire nuovamente un dito dentro il culo gli fece salire l’eccitazione, e quando infilai le palline dentro la passera per poi indossare lo strap-on, era pronto per perdere la sua verginità anale.
“Adesso rilassati e non cercare di fare resistenza, altrimenti senti solo un gran male e non godi.”
Lui all’inizio era logicamente un po’ rigido, ma nonostante ciò riuscii con una certa facilità a far entrare nel suo ano la punta del fallo, per poi approfittare di ogni momento in cui si lasciò andare, per entrargli dentro sino a quando non sentii le sue chiappe sbattermi contro.
A quel punto per lui fu quasi una liberazione, e non solo gemeva come un porcellino, ma era talmente rilassato proprio perché senza più alcun tabù, che feci fatica a tenerlo col culo in alto.
Quasi mi dispiacque di non avere uno strap-on col fallo più grande, ma poi pensai che in fondo fosse solo alla sua prima esperienza nel ruolo di ‘femmina’ della coppia, e che dimostrare quanto gli piaccia quel che gli sto facendo c’era sempre tempo.
Così iniziai a spingere piano per poi aumentare il ritmo, anche perché era proprio mio nipote a chiedermelo, finendo col fotterlo con forse troppa forza, ma senza che lui dica nulla per farmi rallentare.
“Girati voglio vederti mentre ti scopo.” gli dissi spingendolo in avanti sul letto.
Lui fu molto veloce a sdraiarsi sulla schiena e portare le cosce contro il petto, offrendomi così in modo fin troppo plateale il suo ano.
Ripresi così a fotterlo, ma questa volta con più calma, ma soprattutto tenendogli la mazza ben salda nella mano destra, in modo da segarlo allo stesso ritmo col quel il fallo entrava nel suo sfintere.
Adolfo venne quasi subito, e del resto non poteva essere altrimenti, schizzandosi l’orgasmo sulla pancia, per poi quasi pentirsi di quell’atto così naturale.
“Stai tranquillo che non m’incazzo.” gli dissi sdraiandomi al suo fianco “Solo ora vorrei godere un po’ anch’io che ne dici ?”
“Dimmi quello che devo fare e lo farò.” mi rispose come un soldatino.
Non gli dissi nulla, ma mi feci volare via lo strap-on per poi mettergli la passera in faccia sedendomi su questa, e a quel punto lui comprese benissimo cosa deve fare.
La sua lingua era sì inesperta, ma forse proprio per questo sembrava una scheggia impazzita che sbatteva contro ogni anfratto del mio sesso, e non ci fu neanche bisogno di toccarmi fra le gambe, per arrivare anch’io all’orgasmo che non fu violento, ma non per questo poco appagante.
“Sara davvero non dirai niente a mia madre ?” mi chiese mentre siano sdraiati molto vicini sul letto.
“E perché dovrei farlo ? Primo non capirebbe un cazzo perché è una bigotta di primo livello, ma poi sarebbe solo farti male, e come hai visto io voglio ben altro da te.”
“Quindi lo faremo ancora ?” mi domandò carico di speranza.
“Certo che sì.” gli risposi accarezzandogli il viso prima di dargli un lungo bacio in bocca “E stai tranquillo che non mi stancherò facilmente della mia nuova bambolina.”


Per commenti : miss.serenasdx@yahoo.com
(quelli volgari saranno subito cestinati)

Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
scritto il
2025-07-14
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