La vergine attempata

di
genere
prime esperienze

Capitolo III: La resa

Dormì poco, Matteo.
Si alzò, si lavò, si rivestì.

Io non mi muovevo.
Nuda, ancora legata a metà. Sulle cosce i segni delle sue dita. Dentro… un calore che non si spegneva.
Il lenzuolo era macchiato. La stanza odorava di noi.

Quando uscì dal bagno, si fermò sulla porta.
Mi guardò.
― Sei ancora viva, vergine?
Sorrisi.
― No. Ora sono tua.

Non rise. Non disse nulla. Si avvicinò e mi accarezzò una guancia.
― Sai che potrei fartelo ogni sera? Più forte. Più sporco.
Abbassai gli occhi.
Poi lo dissi.
Lo dissi io, con la voce bassa, quasi rotta:
― Lo voglio.

― Ripeti.
― Voglio che tu mi usi, Matteo.

Lui prese una delle pinze dal divano.
La strinse delicatamente sul mio capezzolo.
Sussurrai un gemito.
Mi chinò l’orecchio e disse:
― Ti insegnerò tutto.
― Anche a obbedire?
― No, puttanella. Quello ormai lo sai fare benissimo.

Ed io…
Io chiusi gli occhi.
E sorrisi.
scritto il
2025-06-24
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