Una donna adulta Tamara
di
AngelicaBellaWriter
genere
trio
Una donna adulta
Due giorni dopo, mio padre dovette tornare in città per lavoro. Doveva restare via almeno una settimana. Con me e Marcello rimase Nadia, la sua compagna. Quarantacinque anni, occhi da gatta e un corpo che parlava da solo. Curve morbide, pelle ambrata, labbra piene e una voce lenta, come miele che cola. Una di quelle donne che sai che si sono scopate mezza vita, e che ancora fanno venire l’erezione a un prete.
Marcello non gliel’aveva mai detto, ma la guardava come si guarda un oggetto proibito. Con fame e rispetto. Era palese. E a me, lo confesso, dava un brivido strano: gelosia? No. Eccitazione.
Una sera, eravamo a casa, dopo cena. Io con solo un pareo sottile, niente sotto. Nadia in canottiera e shorts, seduta sul divano, una gamba ripiegata. Marcello si avvicina e mi bisbiglia all’orecchio:
«Sai che voglio scoparti con lei?»
Mi volto. «Con… Nadia? Sei fuori?»
Sorride. «No. Pensa a quelle tette. A quella bocca. A vederla leccarti la figa mentre ti tengo aperta. Può diventare la tua prima donna, no?»
Mi sento scoppiare il cuore nel petto. La testa dice no, il ventre dice voglio.
«Non lo farà mai.»
«Fidati. Devi solo iniziare tu.»
Mi guarda. Gli occhi brillano di quella maledetta idea.
«Tamara… seducila.»
Respiro. Sento le cosce bagnarsi.
Mi alzo. Vado verso Nadia. Mi siedo vicino a lei, mi allungo con le gambe nude a contatto con le sue. Le prendo una mano, quasi per gioco. La lascio scivolare sulle mie cosce.
«Sai Nadia… da piccola ti guardavo come si guarda una dea. Sei bellissima.»
Lei ride. Ma non ritira la mano.
«Ti stai ubriacando, piccola?»
«No. Sto dicendo la verità.»
Le salgo sopra, a cavalcioni. Il pareo scivola via. Sono completamente nuda. Le prendo il viso tra le mani. Le sfioro le labbra con le mie. E lei… non mi ferma.
La bacio. Dolce. Poi sporca. La lingua entra e lei me la restituisce. Marcello ci guarda da lontano, il cazzo duro in mano. Io le lecco il collo, i seni. Le sollevo la canottiera, i capezzoli scuri e tesi. Li succhio uno a uno.
«Cristo, Tamara…» geme lei. «Che stai facendo…»
«Sto godendo.»
Le tolgo gli shorts, le mutandine. Le apro le cosce e inizio a leccarla. Il sapore è nuovo, intenso. Lei si lascia fare, si arrende. Mi si aggrappa ai capelli.
Marcello si avvicina. Nudo. Duro.
«Ora la voglio anch’io.»
Mi tira su, mi prende da dietro. Il cazzo mi entra tutto, con forza. Nadia lo guarda. È eccitata, confusa, ma bagnata. Marcello continua a scoparmi mentre io le succhio le tette e le dita. Poi lui si ferma.
«Girale. Fammi aprire anche lei.»
La stendo, la mette a quattro zampe. Io mi siedo davanti, le apro la bocca, me la faccio leccare. Mentre lui le apre il culo.
«No… lì no…»
«Shh. Piano piano, come con te.»
Le sputa sul buco, lo allarga. Io la tengo ferma, la guardo negli occhi.
«Respira. Godi.»
Marcello le entra nel culo. Spinge forte, la riempie. Lei urla, ma non si muove. Sta lì, prende tutto. Io mi metto sotto di lei, me la succhio mentre lui la sfonde dietro. Le mani di Nadia mi stringono, il suo corpo vibra.
Tre corpi. Un incastro perfetto.
Alla fine, viene. Marcello le riempie il culo di sperma. Lei geme, io godo a sentirla tremare sopra di me.
Ci lasciamo cadere uno sull’altro. Nudi. Sudati. Sfamati.
«Domani…» dice Nadia, ancora ansimante, «dormirete nel mio letto.»
Due giorni dopo, mio padre dovette tornare in città per lavoro. Doveva restare via almeno una settimana. Con me e Marcello rimase Nadia, la sua compagna. Quarantacinque anni, occhi da gatta e un corpo che parlava da solo. Curve morbide, pelle ambrata, labbra piene e una voce lenta, come miele che cola. Una di quelle donne che sai che si sono scopate mezza vita, e che ancora fanno venire l’erezione a un prete.
Marcello non gliel’aveva mai detto, ma la guardava come si guarda un oggetto proibito. Con fame e rispetto. Era palese. E a me, lo confesso, dava un brivido strano: gelosia? No. Eccitazione.
Una sera, eravamo a casa, dopo cena. Io con solo un pareo sottile, niente sotto. Nadia in canottiera e shorts, seduta sul divano, una gamba ripiegata. Marcello si avvicina e mi bisbiglia all’orecchio:
«Sai che voglio scoparti con lei?»
Mi volto. «Con… Nadia? Sei fuori?»
Sorride. «No. Pensa a quelle tette. A quella bocca. A vederla leccarti la figa mentre ti tengo aperta. Può diventare la tua prima donna, no?»
Mi sento scoppiare il cuore nel petto. La testa dice no, il ventre dice voglio.
«Non lo farà mai.»
«Fidati. Devi solo iniziare tu.»
Mi guarda. Gli occhi brillano di quella maledetta idea.
«Tamara… seducila.»
Respiro. Sento le cosce bagnarsi.
Mi alzo. Vado verso Nadia. Mi siedo vicino a lei, mi allungo con le gambe nude a contatto con le sue. Le prendo una mano, quasi per gioco. La lascio scivolare sulle mie cosce.
«Sai Nadia… da piccola ti guardavo come si guarda una dea. Sei bellissima.»
Lei ride. Ma non ritira la mano.
«Ti stai ubriacando, piccola?»
«No. Sto dicendo la verità.»
Le salgo sopra, a cavalcioni. Il pareo scivola via. Sono completamente nuda. Le prendo il viso tra le mani. Le sfioro le labbra con le mie. E lei… non mi ferma.
La bacio. Dolce. Poi sporca. La lingua entra e lei me la restituisce. Marcello ci guarda da lontano, il cazzo duro in mano. Io le lecco il collo, i seni. Le sollevo la canottiera, i capezzoli scuri e tesi. Li succhio uno a uno.
«Cristo, Tamara…» geme lei. «Che stai facendo…»
«Sto godendo.»
Le tolgo gli shorts, le mutandine. Le apro le cosce e inizio a leccarla. Il sapore è nuovo, intenso. Lei si lascia fare, si arrende. Mi si aggrappa ai capelli.
Marcello si avvicina. Nudo. Duro.
«Ora la voglio anch’io.»
Mi tira su, mi prende da dietro. Il cazzo mi entra tutto, con forza. Nadia lo guarda. È eccitata, confusa, ma bagnata. Marcello continua a scoparmi mentre io le succhio le tette e le dita. Poi lui si ferma.
«Girale. Fammi aprire anche lei.»
La stendo, la mette a quattro zampe. Io mi siedo davanti, le apro la bocca, me la faccio leccare. Mentre lui le apre il culo.
«No… lì no…»
«Shh. Piano piano, come con te.»
Le sputa sul buco, lo allarga. Io la tengo ferma, la guardo negli occhi.
«Respira. Godi.»
Marcello le entra nel culo. Spinge forte, la riempie. Lei urla, ma non si muove. Sta lì, prende tutto. Io mi metto sotto di lei, me la succhio mentre lui la sfonde dietro. Le mani di Nadia mi stringono, il suo corpo vibra.
Tre corpi. Un incastro perfetto.
Alla fine, viene. Marcello le riempie il culo di sperma. Lei geme, io godo a sentirla tremare sopra di me.
Ci lasciamo cadere uno sull’altro. Nudi. Sudati. Sfamati.
«Domani…» dice Nadia, ancora ansimante, «dormirete nel mio letto.»
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