Il volo - cap.3 I cammelli
di
Petulka
genere
zoofilia
Petra, distesa a pancia in giù sulla sabbia ustionante, sentiva il cazzo del cammello più grosso che le grattava il culo come una lingua ruvida. L’animale, un mostro di due tonnellate con pelle screziata e occhi da psicopatico, sbuffò forte, il suo alito puzzolente di fieno marcio che le soffiava sul collo. Il miliardario, in piedi dietro di lei, le schiacciò la testa verso il suolo. «Fagli capire che sei pronta a prenderlo tutto,» disse, ridendo mentre un Beduino le ficcava un dito nella fica per lubrificarla con la sua sborra avanzata. «Se non lo succhi bene, ti lego sotto di lui a prenderti il cazzo per tutta la notte.»
Il cammello, eccitato dall’odore del sesso umano, iniziò a strusciare il glande enorme sulla fica di Petra, ormai dilatata e lucida. «Avanti, troia! Fatti montare come una cagna in calore!» urlò uno dei Sudanesi, mentre il miliardario le infilava un dito nel culo, allargandola per l’animale. Petra urlò quando la bestia, con un movimento brusco, le strappò le labbra vaginali per infilare la sua asta da 40 cm dentro di lei. Il cazzo del cammello era una verga coriacea, con vene sporgenti che sembravano cavi d’acciaio, e un glande spaccato al centro come un frutto marcio. «Cazzo, si è incastrato come un arpione!» rise un uomo, mentre Petra sentiva le pareti della sua fica lacerarsi sotto il peso dell’animale.
Il cammello pompò con foga, il suo cazzo che usciva e rientrava con un rumore disgustoso di carne battuta. Petra urlava, ma il miliardario le schiacciò un piede sulla nuca, costringendola a soffocare. «Guarda come le spacca la fica!» gridò, e i Sudanesi si affollarono intorno, masturbandosi con cazzi duri come granito. Quando la bestia venne, Petra sentì un fiotto bollente che la riempiva, lo sperma denso che le colava tra le gambe. «Cazzo, è come un lago!» urlò uno, mentre il cammello, non soddisfatto, le leccava il culo con la sua lingua spessa e piena di noduli.
Ma il miliardario aveva altri piani. «Ora ti faccio provare qualcosa di veramente speciale,» disse, indicando un cammello femmina legata a un palo. Petra, con gli occhi gonfi di lacrime, non capì finché un uomo non le infilò un dito nella fica e nel culo. «La femmina si eccita solo se la sua partner le succhia il clitoride.» Petra iniziò a protestare, ma il miliardario le puntò un coltello alla gola. «Fallo, o ti taglio.»
La femmina cammella, con un clitoride grosso come un pollice umano, si avvicinò, sbattendo Petra in terra. «Succhia, cagna!» le urlò in arabo, costringendole la testa verso la fessura pelosa. Petra obbedì, la lingua che tastava il tessuto ruvido e bagnato, mentre alle sue spalle un Sudanese con un cazzo a forma di uncino le dilatava il culo. «Prendi il cazzo della bestia e il mio, troia!» ruggì lui, pompando con colpi a martello. Petra urlò, il suono attutito dal clitoride del cammello che le sbucava in bocca, mentre lo sperma dell’uomo le colava tra i capelli.
Quando finalmente la femmina cammella fu soddisfatta, Petra venne trascinata verso un’altra tenda, dove un cammello maschio con un cazzo coperto di piercing metallici la aspettava. «Questo qui è un ex monta cavalli. Ti strapperà il culo a pezzi,» rise il miliardario, legandole i polsi al collo dell’animale. Il cammello, con un grugnito bestiale, le infilò il glande nella fica, i piercing che le laceravano il tessuto interno. Petra urlò, ma un Sudanese le tappò la bocca con un pugno, lo sperma che gli colava tra le dita. «Mangia, troia! È il tuo cazzo!»
L’animale pompò con violenza, i piercing che si muovevano come uncini, strappandole gemiti di dolore e piacere. Quando venne, Petra sentì un fiotto caldo che la riempiva fino allo stomaco, lo sperma che le usciva a fiotti dalla fica e dal culo. «Squirta, troia! Squirta per il tuo cazzo!» urlò il miliardario, frustandole le cosce mentre il cammello, non soddisfatto, le leccava il culo con la sua lingua ruvida, raschiando via sperma e sangue.
La notte si fece interminabile. Petra, ormai un budello dilaniato, fu passata tra cammelli e uomini, i cazzi che si alternavano nella sua fica, nel culo e in bocca. Un Sudanese con un cazzo pieno di verruche le pompò dentro fino a farla svenire, lo sperma che le colava dal naso. «Svegliatela!» ordinò il miliardario, e un uomo le lanciò addosso un secchio di ghiaccio. Petra si risvegliò urlando, il cazzo del cammello ancora dentro di lei, che pompava con una forza da terremoto.
All’alba, Petra era un ammasso di carne martoriata: i seni pieni di morsi, il culo una ferita aperta, la fica un lago di sperma e sangue. Il miliardario, con il cazzo ancora rigido, la sollevò per i capelli. «Contenta?» le chiese, e Petra, con voce rauca e occhi spiritati, sussurrò: «Fammi inculare da tutti. Non fermarti mai. Voglio annegare nella vostra sborra.»
Il cammello, eccitato dall’odore del sesso umano, iniziò a strusciare il glande enorme sulla fica di Petra, ormai dilatata e lucida. «Avanti, troia! Fatti montare come una cagna in calore!» urlò uno dei Sudanesi, mentre il miliardario le infilava un dito nel culo, allargandola per l’animale. Petra urlò quando la bestia, con un movimento brusco, le strappò le labbra vaginali per infilare la sua asta da 40 cm dentro di lei. Il cazzo del cammello era una verga coriacea, con vene sporgenti che sembravano cavi d’acciaio, e un glande spaccato al centro come un frutto marcio. «Cazzo, si è incastrato come un arpione!» rise un uomo, mentre Petra sentiva le pareti della sua fica lacerarsi sotto il peso dell’animale.
Il cammello pompò con foga, il suo cazzo che usciva e rientrava con un rumore disgustoso di carne battuta. Petra urlava, ma il miliardario le schiacciò un piede sulla nuca, costringendola a soffocare. «Guarda come le spacca la fica!» gridò, e i Sudanesi si affollarono intorno, masturbandosi con cazzi duri come granito. Quando la bestia venne, Petra sentì un fiotto bollente che la riempiva, lo sperma denso che le colava tra le gambe. «Cazzo, è come un lago!» urlò uno, mentre il cammello, non soddisfatto, le leccava il culo con la sua lingua spessa e piena di noduli.
Ma il miliardario aveva altri piani. «Ora ti faccio provare qualcosa di veramente speciale,» disse, indicando un cammello femmina legata a un palo. Petra, con gli occhi gonfi di lacrime, non capì finché un uomo non le infilò un dito nella fica e nel culo. «La femmina si eccita solo se la sua partner le succhia il clitoride.» Petra iniziò a protestare, ma il miliardario le puntò un coltello alla gola. «Fallo, o ti taglio.»
La femmina cammella, con un clitoride grosso come un pollice umano, si avvicinò, sbattendo Petra in terra. «Succhia, cagna!» le urlò in arabo, costringendole la testa verso la fessura pelosa. Petra obbedì, la lingua che tastava il tessuto ruvido e bagnato, mentre alle sue spalle un Sudanese con un cazzo a forma di uncino le dilatava il culo. «Prendi il cazzo della bestia e il mio, troia!» ruggì lui, pompando con colpi a martello. Petra urlò, il suono attutito dal clitoride del cammello che le sbucava in bocca, mentre lo sperma dell’uomo le colava tra i capelli.
Quando finalmente la femmina cammella fu soddisfatta, Petra venne trascinata verso un’altra tenda, dove un cammello maschio con un cazzo coperto di piercing metallici la aspettava. «Questo qui è un ex monta cavalli. Ti strapperà il culo a pezzi,» rise il miliardario, legandole i polsi al collo dell’animale. Il cammello, con un grugnito bestiale, le infilò il glande nella fica, i piercing che le laceravano il tessuto interno. Petra urlò, ma un Sudanese le tappò la bocca con un pugno, lo sperma che gli colava tra le dita. «Mangia, troia! È il tuo cazzo!»
L’animale pompò con violenza, i piercing che si muovevano come uncini, strappandole gemiti di dolore e piacere. Quando venne, Petra sentì un fiotto caldo che la riempiva fino allo stomaco, lo sperma che le usciva a fiotti dalla fica e dal culo. «Squirta, troia! Squirta per il tuo cazzo!» urlò il miliardario, frustandole le cosce mentre il cammello, non soddisfatto, le leccava il culo con la sua lingua ruvida, raschiando via sperma e sangue.
La notte si fece interminabile. Petra, ormai un budello dilaniato, fu passata tra cammelli e uomini, i cazzi che si alternavano nella sua fica, nel culo e in bocca. Un Sudanese con un cazzo pieno di verruche le pompò dentro fino a farla svenire, lo sperma che le colava dal naso. «Svegliatela!» ordinò il miliardario, e un uomo le lanciò addosso un secchio di ghiaccio. Petra si risvegliò urlando, il cazzo del cammello ancora dentro di lei, che pompava con una forza da terremoto.
All’alba, Petra era un ammasso di carne martoriata: i seni pieni di morsi, il culo una ferita aperta, la fica un lago di sperma e sangue. Il miliardario, con il cazzo ancora rigido, la sollevò per i capelli. «Contenta?» le chiese, e Petra, con voce rauca e occhi spiritati, sussurrò: «Fammi inculare da tutti. Non fermarti mai. Voglio annegare nella vostra sborra.»
4
voti
voti
valutazione
6.8
6.8
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Il volo - cap.2 Dubairacconto sucessivo
La cura
Commenti dei lettori al racconto erotico