Il volo - cap.2 Dubai

di
genere
orge

Petra scese dall’aereo con i tacchi che affondavano nel tappeto rosso steso sulla pista privata di Dubai, il caldo asfissiante del deserto che le appiccicava l’abito leggero alla pelle sudata. Il miliardario, avvolto in un completo bianco immacolato, le prese la mano con un sorriso beffardo. “Benvenuta nel tuo prossimo incubo erotico,” sussurrò, indicando un lussuoso convoglio di fuoristrada neri parcheggiati poco distante. Petra, con gli occhi lucidi per l’eccitazione e la stanchezza post-orgasmo, annuì senza capire. Non aveva ancora visto niente.

Il viaggio nel deserto fu breve ma intenso: le dune dorate si stagliavano sotto un cielo violaceo, mentre il sole calante proiettava ombre sinuose che sembravano danzare. Arrivarono in un accampamento segreto, nascosto tra le rocce, dove centinaia di uomini e donne, vestiti con abiti tradizionali beduini o completi di pelle nera, attendevano. Al centro, illuminato da torce di mirra e ambra, c’era un’enorme vasca di marmo piena di champagne, e accanto, una fila di cammelli giganteschi, bardati con finimenti di seta e diamanti. Il miliardario le strinse il polso: “Hanno fame di te. E tu ne hai di loro.”

Petra fu trascinata in un vortice di corpi sudati. Il primo uomo a prenderla fu un beduino alto e muscoloso, con un cazzo lungo e sottile che sembrava non finire mai. La penetrò con forza nella fica ancora dolente, mentre le mani callose le stringevano i seni, strattonando i capezzoli fino a farla urlare. Dietro di lui, un europeo biondo, con un membro grosso il doppio del normale, le si avvicinò. “Il culo è mio,” ringhiò, spingendola a terra con un colpo secco. Petra sentì il cazzo entrare senza pietà, lacerando il muscolo del suo ano con un dolore misto a piacere che la fece gemere come una bestia. I due uomini iniziarono a scoparla contemporaneamente: il beduino pompava la fica a ritmo sfrenato, mentre l’europeo martellava il culo con colpi da demolitore. Petra, con il viso schiacciato sulla sabbia calda, non riusciva a controllarsi. “Fanculo… vieni in tutti e due i buchi, troia!” urlò il miliardario, versandole addosso un bicchiere di champagne bollente che si mescolava al sudore e allo sperma.

Quando i due si ritirarono, esausti ma soddisfatti, Petra fu sollevata da un gruppo di donne che la trascinarono verso i cammelli. “Sai cavalcare?” le chiese una con un velo nero, indicando un esemplare gigantesco, con un pene prominente che pendeva tra le zampe anteriori. “Lui è Khalid. Il miglior stallone del deserto.” Prima che potesse protestare, Petra si ritrovò a quattro zampe sulla groppa dell’animale, le cosce aperte mentre un uomo nudo, con un cazzo ricoperto di cicatrici a forma di serpente, le si avvicinava. “Ora ti riempio di sperma e sabbia,” disse, spingendole il glande gonfio tra le labbra. Petra iniziò a succhiarlo, il sapore acre del precum misto a sale che le faceva contrarre lo stomaco. Ma Khalid, il cammello, iniziò a muoversi, il suo pene enorme che sfregava contro il clitoride di Petra. “Cavalca! Fai godere Khalid!” le urlò una donna, colpendole il culo con una frusta di cuoio.

Petra ondeggiava tra i due piaceri: la bocca piena del cazzo cicatricato e il clitoride stimolato dal cazzo del cammello, che si alzava a ogni passo dell’animale. Quando Khalid iniziò a grugnire e a spingere con forza il suo enorme cazzo entro completamente nella sua fica riempendola e dilatandola facendo urlare Petra presa da un incontrollabile orgasmo che la fece rilassare al tal punto da non fagli trattenere la sua piscia! Il cammello avvertendo il movimento di Petra contro il suo cazzo per godere, spinse ancora di più penetrandola fino alle ovaie e sborrandogli dentro tutto il suo sperma. Poi seguitando a sborrare schizzò fuori in un getto denso e giallastro, colpendo Petra in viso. Lei urlò, l’orgasmo che la squassava come un uragano, lo sperma umano e animale che si mescolava sul suo volto, tra i capelli, sulle labbra. Lo sperma del cammello era più caldo, più appiccicoso, e quando ne inghiottì un po’, Petra sentì un brivido diverso, una scossa che la fece squirtare nuovamente così forte che le donne attorno applaudirono, versandole in fica sabbia profumata per assorbire il liquido.

Ma non era finita. Il miliardario la portò in una tenda dorata, dove un vecchio sceicco con un membro rugoso ma spaventosamente lungo l’aspettava. “Prendilo tutto,” le ordinò, indicando il cazzo che si allungava verso il basso come un serpente. Petra si inginocchiò, lo infilò in bocca fino a toccare il pube con le labbra, mentre lo sceicco rideva, godendo del dolore nei suoi occhi. “Sputa,” le disse improvvisamente, estraendolo di scatto. Petra obbedì, e lui la girò, inchiodandola al tappeto con una ginocchiata alla schiena. Entrò nel suo culo con violenza, il glande largo che lacerava il tessuto, e iniziò a martellarla. Il dolore si trasformò in piacere quando un altro uomo, un gigante africano con un cazzo spesso come un polso, le si piazzò davanti e le ordinò di prenderlo in bocca. Petra lo accolse, sentendo il sapore ferroso del sangue mescolarsi a quello dello sperma.

Gli uomini si avvicendavano, i cazzi di ogni forma e dimensione che la trafiggevano, mentre il miliardario filmava tutto con una telecamera d’oro. Khalid, il cammello, fu portato dentro la tenda, il suo pene che adesso pulsava di una luce strana, come se fosse vivo. Petra non ricordava più chi fosse, né dove fosse. Quando l’africano le venne in bocca, lo sperma le colò dal naso e dal mento, mentre lo sceicco e l’europeo si sporgevano per colpirla in viso con i loro schizzi. Khalid, improvvisamente, le montò addosso, il suo cazzo che cercava di entrare nella fica dilatata. Petra sentì un dolore atroce, misto a un piacere incontrollabile, mentre l’animale la riempiva di sperma bollente.

Urlò, si contorse, e squirtò così forte che la sabbia attorno si trasformò in una pozza di succo e sperma. Il miliardario, seduto su un trono di rubini, rise: “Sei una fontana, Petra. Il deserto è tuo.” E lei, annichilita, con il corpo a pezzi e l’anima persa, pensò solo: Non è mai abbastanza.
scritto il
2025-06-12
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