Prima notte di nozze in compagnia seconda parte
di
AngelicaBellaWriter
genere
scambio di coppia
Credevo fosse finita.
Il letto era un campo di battaglia: lenzuola zuppe, odore di sperma, sudore e figa ovunque. Mi ero lasciata cadere sulla schiena, le cosce aperte, la pelle a chiazze rosse tra morsi e dita. Il cazzo di mio marito mi aveva aperta dietro, Marco aveva riempito la mia bocca, Giulia mi aveva insegnato tutto quello che una madre non ti dice mai.
Ma no.
Non era finita.
Giulia si alzò per prima. Nuda, sporca, bellissima. Si mise tra me e Luca. Lo accarezzò.
«Hai ancora voglia, vero?», gli sussurrò.
Lui annuì. Era ancora duro. Il suo cazzo, sottile e teso, sembrava implorare di rientrare.
«Ti insegno a usarlo davvero, stavolta.»
Lo fece sdraiare e si mise sopra di lui. Si infilò lentamente, godendo centimetro per centimetro. Io li guardavo da un lato, ancora distesa, con le dita tra le cosce. Sentivo la figa gonfia, il buco del culo che pulsava. Ma volevo ancora.
Marco mi si avvicinò da dietro.
«Hai una bocca da puttana nata», mi disse.
Mi prese i capelli, mi tirò verso di lui, e mi fece inginocchiare.
Me lo sbatté in faccia senza pietà. E io lo volevo.
Me lo infilai in gola, fino a soffocare, lacrimando.
Mi trattava come una cosa.
E io ci stavo.
Alle mie spalle, Giulia gemeva mentre cavalcava mio marito.
Gli sussurrava parole sporche, lo schiaffeggiava, gli mordeva i capezzoli. Gli insegnava a scopare da uomo. E lui godeva. Si lasciava andare.
Marco venne in gola. Io lo presi tutto.
Il sapore amaro, caldo, mi esplose dentro.
Mi baciò la fronte.
«Brava. Così si succhia un cazzo.»
Ma non era finita nemmeno per me.
Giulia si alzò, il viso sudato, le cosce bagnate.
Mi prese per mano.
«Adesso voglio sentirtelo dentro anche io», disse.
«Luca, vieni. Fammi tua davanti a lei.»
Lo fece sdraiare di nuovo.
Si mise sopra. Gli prese il cazzo, se lo infilò da dietro, nel culo.
Lui si irrigidì.
«Tranquillo, piccolo mio. Così impari a dominare. E a sottometterti.»
Io guardavo tutto. Mi stavo toccando, eccitata da quella donna che si faceva inculare da mio marito.
Poi si girò verso di me.
«Adesso vieni qui. Leccami mentre mi scopa. Leccami il clitoride. Fammi venire sulla sua asta.»
Mi piegai e le infilai la lingua tra le gambe.
Sentivo Luca dentro di lei.
Le dita di Marco sul mio culo, che tornavano a premere.
Quando venne, Giulia urlò forte.
Venni con lei. Tremando, strofinandomi sul pavimento, aperta, sporca, bagnata.
Erano le tre del mattino.
E la notte non era ancora finita.
Marco mi prese di nuovo. Ma stavolta mi portò in bagno. Mi fece inginocchiare nella doccia.
Mi pisciò addosso.
Io lo guardai. Non dissi nulla.
Lo lasciai fare.
Poi toccò a Giulia.
Mi prese con un dildo di cuoio, mi legò le mani, mi sodomizzò davanti a Luca.
«Adesso guardala. È tua moglie. Ed è una troia. La tua troia.»
Luca venne di nuovo.
Io svenni sul pavimento della doccia, la pelle segnata dalle dita, la bocca impastata, il cuore che batteva troppo forte.
E finalmente, con l’alba alle spalle, dormimmo. Tutti e quattro.
Mischiati, nudi, esausti.
Mi addormentai tra le braccia di Giulia.
E sognai di ricominciare da capo.
Il letto era un campo di battaglia: lenzuola zuppe, odore di sperma, sudore e figa ovunque. Mi ero lasciata cadere sulla schiena, le cosce aperte, la pelle a chiazze rosse tra morsi e dita. Il cazzo di mio marito mi aveva aperta dietro, Marco aveva riempito la mia bocca, Giulia mi aveva insegnato tutto quello che una madre non ti dice mai.
Ma no.
Non era finita.
Giulia si alzò per prima. Nuda, sporca, bellissima. Si mise tra me e Luca. Lo accarezzò.
«Hai ancora voglia, vero?», gli sussurrò.
Lui annuì. Era ancora duro. Il suo cazzo, sottile e teso, sembrava implorare di rientrare.
«Ti insegno a usarlo davvero, stavolta.»
Lo fece sdraiare e si mise sopra di lui. Si infilò lentamente, godendo centimetro per centimetro. Io li guardavo da un lato, ancora distesa, con le dita tra le cosce. Sentivo la figa gonfia, il buco del culo che pulsava. Ma volevo ancora.
Marco mi si avvicinò da dietro.
«Hai una bocca da puttana nata», mi disse.
Mi prese i capelli, mi tirò verso di lui, e mi fece inginocchiare.
Me lo sbatté in faccia senza pietà. E io lo volevo.
Me lo infilai in gola, fino a soffocare, lacrimando.
Mi trattava come una cosa.
E io ci stavo.
Alle mie spalle, Giulia gemeva mentre cavalcava mio marito.
Gli sussurrava parole sporche, lo schiaffeggiava, gli mordeva i capezzoli. Gli insegnava a scopare da uomo. E lui godeva. Si lasciava andare.
Marco venne in gola. Io lo presi tutto.
Il sapore amaro, caldo, mi esplose dentro.
Mi baciò la fronte.
«Brava. Così si succhia un cazzo.»
Ma non era finita nemmeno per me.
Giulia si alzò, il viso sudato, le cosce bagnate.
Mi prese per mano.
«Adesso voglio sentirtelo dentro anche io», disse.
«Luca, vieni. Fammi tua davanti a lei.»
Lo fece sdraiare di nuovo.
Si mise sopra. Gli prese il cazzo, se lo infilò da dietro, nel culo.
Lui si irrigidì.
«Tranquillo, piccolo mio. Così impari a dominare. E a sottometterti.»
Io guardavo tutto. Mi stavo toccando, eccitata da quella donna che si faceva inculare da mio marito.
Poi si girò verso di me.
«Adesso vieni qui. Leccami mentre mi scopa. Leccami il clitoride. Fammi venire sulla sua asta.»
Mi piegai e le infilai la lingua tra le gambe.
Sentivo Luca dentro di lei.
Le dita di Marco sul mio culo, che tornavano a premere.
Quando venne, Giulia urlò forte.
Venni con lei. Tremando, strofinandomi sul pavimento, aperta, sporca, bagnata.
Erano le tre del mattino.
E la notte non era ancora finita.
Marco mi prese di nuovo. Ma stavolta mi portò in bagno. Mi fece inginocchiare nella doccia.
Mi pisciò addosso.
Io lo guardai. Non dissi nulla.
Lo lasciai fare.
Poi toccò a Giulia.
Mi prese con un dildo di cuoio, mi legò le mani, mi sodomizzò davanti a Luca.
«Adesso guardala. È tua moglie. Ed è una troia. La tua troia.»
Luca venne di nuovo.
Io svenni sul pavimento della doccia, la pelle segnata dalle dita, la bocca impastata, il cuore che batteva troppo forte.
E finalmente, con l’alba alle spalle, dormimmo. Tutti e quattro.
Mischiati, nudi, esausti.
Mi addormentai tra le braccia di Giulia.
E sognai di ricominciare da capo.
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