Paola e suo genero 3

di
genere
incesti

3. La nostra relazione diventa un vortice. Io, Marco e Roberta viviamo in un equilibrio strano e perfetto. Siamo tre corpi, tre desideri che si intrecciano. Ogni sera è diversa. A volte mi sveglio nel cuore della notte e li trovo avvinghiati, i loro gemiti soffocati nel buio. Mi unisco a loro, e tutto diventa fuoco.
Roberta è un vulcano. Ha fame di tutto, sempre. Un pomeriggio mi chiama, la voce eccitata.
«Paola, posso portare qualcuno per cena? Un’amica...»
«Un’amica?» sorrido, immaginando già dove vuole arrivare.
«Sì. Si chiama Chiara. Vive con me, è curiosa di conoscerci.»
Non ci penso due volte. «Portala.»
Preparo la cena con cura, qualcosa di leggero ma saporito. Mi trucco, un vestito nero aderente, i capelli sciolti. Marco è già a casa, e quando gli dico della nuova ospite, sorride, eccitato.
Quando Roberta e Chiara arrivano, l’aria si riempie subito di tensione. Chiara è giovane, capelli biondi, occhi chiari, il corpo sottile e sinuoso. Indossa una maglietta attillata e una gonna corta. Ci guarda con un sorriso timido, ma i suoi occhi sono pieni di curiosità.
Beviamo vino, parliamo, ma presto la conversazione si fa più intima. Roberta si siede accanto a Marco, la sua mano sulla sua coscia. Io mi avvicino a Chiara, le accarezzo il viso.
«Ti piace stare qui con noi?» le sussurro.
Lei arrossisce, ma non si ritrae. «Sì...»
Le nostre labbra si incontrano, morbide, calde. Sento il suo respiro che accelera, la mia lingua che gioca con la sua. Marco e Roberta ci guardano, e la stanza si riempie di desiderio.
Marco si avvicina, prende Roberta, la bacia con passione. Io spingo Chiara sul divano, la mia mano che scivola sotto la sua maglietta, sento la sua pelle morbida, il suo seno sodo.
«Sei bellissima...» le sussurro.
«Anche tu, Paola...»
La mia bocca scivola sul suo collo, sui suoi seni. Le sue mani mi stringono, i suoi gemiti mi infiammano.
Roberta e Marco ci raggiungono. Siamo quattro corpi intrecciati, le mani che cercano, le labbra che mordono, i respiri che si mescolano.
Marco prende Chiara, la stende sul divano, la spoglia lentamente. Io mi inginocchio tra le sue gambe, la mia lingua che la esplora, il suo sapore dolce che mi inebria.
Roberta mi bacia, le sue mani che accarezzano il mio seno, mentre Marco si avvicina a me, mi solleva, mi porta in camera.
E lì il desiderio esplode. Marco mi prende, mi riempie, le sue spinte profonde che mi fanno urlare. Roberta e Chiara si avvinghiano, i loro corpi che si sfiorano, le loro labbra che si cercano.
Quando tutto sembra placarsi, Marco mi sussurra qualcosa all'orecchio.
«Ho una sorpresa per te.»
Esce dalla stanza e torna con una scatola. La apre davanti a me, e dentro c'è un fallo di gomma nero, perfetto, con le cinghie da allacciare ai fianchi.
«Ho pensato che potresti divertirti anche tu...» sorride.
Mi sento il cuore esplodere. Lo prendo, lo indosso, lo stringo ai fianchi. Roberta mi guarda con occhi famelici, si avvicina, si inginocchia davanti a me, la sua lingua che gioca con la punta di quel fallo.
Chiara sorride, si stende sul letto, le cosce aperte. Mi avvicino a lei, le sue mani che mi guidano, il mio nuovo giocattolo che scivola dentro di lei, i suoi gemiti che riempiono la stanza.
Marco ci guarda, si tocca, eccitato.
E io mi sento viva. Mi sento padrona.
Chiara si rivela più audace di quanto avrei mai immaginato. Ogni volta che viene a casa nostra, il desiderio divampa in lei come una fiamma. Non è solo curiosità, è fame. E noi la nutriamo, ogni volta.
Quella sera è distesa sul letto, il corpo nudo che brilla di sudore. Marco la sta baciando, la sua bocca che scivola sul collo, sul seno, mentre io sono tra le sue gambe, la mia lingua che affonda in quel calore pulsante.
Chiara geme, si agita, le sue mani mi stringono i capelli. Ma all’improvviso si stacca, il respiro affannato, gli occhi lucidi.
«Paola... Marco... voglio di più...»
Le sorrido, il mio sguardo incrocia quello di Marco. C'è un’intesa immediata.
«Cosa vuoi, Chiara?» le sussurro, le mie dita che scivolano lentamente dentro di lei.
«Voglio sentirvi entrambi... voglio che mi prenda dietro, mentre tu mi riempi davanti...»
Il mio cuore accelera, e Marco sorride, eccitato. Mi slaccio il fallo di gomma, glielo passo, e lui lo sistema ai fianchi. Un gesto rapido, deciso. Io mi siedo sul bordo del letto, apro le cosce.
«Vieni qui, Chiara...»
Lei si inginocchia davanti a me, il suo sguardo supplice. Le sue labbra si avvicinano, le sue mani mi accarezzano. Sento la sua lingua, calda, morbida, che gioca, che mi esplora.
Dietro di lei, Marco si avvicina. Le sue mani si posano sui suoi fianchi, la guida, il fallo di gomma che scivola dentro di lei. Chiara geme, le sue labbra che si stringono sul mio sesso.
«Ti piace, eh? Vuoi essere presa da tutti e due?» la provoco, le mie mani che le accarezzano i capelli, che la tengono ferma.
«Sì... sì, Paola... prendimi... scopatemi...»
Marco la spinge, le sue spinte diventano più forti. Io mi stringo a lei, la mia bocca che cerca la sua, le nostre lingue che si intrecciano.
E Chiara geme, urla, il piacere che la travolge. Ma non le basta.
Quando Marco si ferma, lei si gira, il viso arrossato, gli occhi lucidi.
«Paola... voglio che mi sculacci. Fammelo forte, ti prego.»
Un sorriso mi sfugge. La prendo, la faccio inginocchiare sul letto, il suo bel culo alto, teso. Marco si sistema davanti a lei, la sua bocca si avvicina al suo membro.
E io inizio.
La mia mano colpisce, un suono secco, il rossore che si disegna subito sulla sua pelle chiara. Chiara geme, ma non di dolore.
«Ti piace, piccola troia?»
«Sì... sì, Paola... più forte...»
Un altro schiaffo, poi un altro. La sua pelle diventa rossa, i suoi gemiti si fanno più forti. Marco la prende per i capelli, la guida, il suo membro che le riempie la bocca.
«Ecco cosa sei, una piccola troia...» le sussurro, continuando a colpirla.
Chiara geme, si agita, il suo corpo si inarca. Io mi avvicino, le accarezzo il sesso, la mia mano bagnata dei suoi umori.
«Vuoi venire, Chiara?»
«Sì... sì, ti prego...»
Mi inginocchio dietro di lei, la mia lingua che le accarezza il sesso mentre continuo a sculacciarla. Marco la riempie, i suoi gemiti soffocati, e io sento il suo corpo che trema.
«Vieni, troia. Vieni per noi...»
E Chiara esplode, il suo corpo che si inarca, i suoi gemiti che riempiono la stanza.
Marco la prende tra le braccia, la bacia, mentre io mi siedo accanto a loro.
Siamo tre corpi, tre desideri. Ma so che non ci fermeremo qui.
Chiara si abbandona a noi, il corpo ancora tremante, il respiro affannato, e io mi lascio cadere accanto a lei, i miei capelli che le sfiorano il viso, il suo sapore ancora sulle mie labbra. Ma mentre la osservo, vedo Roberta.
È lì, in piedi vicino al letto, ci guarda con quegli occhi scuri che brillano. Ha un sorriso malizioso, ma c'è qualcosa di più: desiderio, fame.
«Ti è piaciuto guardare, Roberta?» le sussurro, lecco lentamente le mie dita, intrise del piacere di Chiara.
Lei sorride, ma il suo corpo la tradisce. Si passa la lingua sulle labbra, le mani che scivolano sui fianchi.
«Non pensare di restare lì a guardare. Vieni qui...» ordino.
Roberta si avvicina, il suo vestito scivola via, rivelando il suo corpo sinuoso, i seni tesi, il ventre piatto. Si inginocchia accanto a me, mi bacia, la sua lingua che cerca la mia, il suo corpo che si strofina contro di me.
«Paola...» geme, e io la afferro per i capelli, la tiro indietro.
«Sei una piccola troia anche tu, vero?»
«Sì... sì, Paola...»
Marco si avvicina, già nudo, il suo sguardo che brucia. Si sistema dietro di lei, le sue mani che le afferrano i fianchi. La sua bocca si posa sul suo collo, i suoi denti che mordono piano.
«Vuoi essere presa, Roberta?» le sussurra.
«Sì... voglio... prendetemi...»
Io sorrido, la mia mano che scende tra le sue gambe, la mia lingua che trova i suoi seni. Sento il suo cuore battere veloce sotto la mia bocca, la sua pelle calda, vibrante.
Marco si inginocchia dietro di lei, il suo membro che scivola tra le cosce di Roberta, si strofina contro di lei. E io la guardo, la stringo, i miei denti che le mordono il capezzolo, forte.
«Vuoi che Marco ti scopi, eh?»
«Sì... ti prego...»
Lui non si fa pregare. Le sue mani la sollevano leggermente, il suo cazzo che scivola dentro di lei, profondo, e Roberta urla, il suo corpo che si tende, le sue mani che mi stringono.
«È questo che vuoi, troia?» le sussurro, la mia mano che le stringe il collo.
«Sì... sì, Paola...»
Marco inizia a muoversi, le sue spinte forti, profonde, che fanno tremare il corpo di Roberta. Io resto davanti a lei, la mia bocca che la bacia, la mia lingua che la invade.
Ma non mi basta.
Mi alzo, recupero il fallo di gomma. Lo indosso, mi sistemo davanti a lei.
«Apri la bocca, troia.»
Roberta obbedisce, le sue labbra si chiudono intorno a quel giocattolo, la sua lingua che gioca sulla punta. Sento il calore, la sua sottomissione, e mi perdo.
Marco continua a prenderla da dietro, le sue mani che la stringono, che le graffiano i fianchi. Roberta geme, soffoca i suoi urli sul mio fallo, i suoi occhi che mi guardano, supplicano.
«Ti piace essere presa da entrambi?»
«Mmmh... sì...» mugola, la sua voce spezzata dal piacere.
Chiara si avvicina, ancora stordita, ma eccitata. Si inginocchia accanto a Roberta, la bacia, le accarezza i seni, la sua lingua che si unisce alla mia.
Il letto diventa un intreccio di corpi, di gemiti, di sussurri osceni.
Quando Marco si ferma, il suo seme che riempie Roberta, io mi tolgo il fallo e mi avvicino.
«Mettiti a quattro zampe, Roberta.»
Lei obbedisce, il suo corpo scosso da piccoli tremiti. Prendo la mia cintura, la faccio schioccare nell’aria.
«Ti è piaciuto guardare, eh? Ma adesso sei tu che sarai guardata.»
Il primo colpo è secco, il suo gemito è musica per me. La colpisco ancora, il rossore che si disegna sulla sua pelle, il suo respiro che accelera.
«Paola... sì... fammi tua...»
Marco si avvicina, si inginocchia davanti a lei, la sua mano che le stringe i capelli.
«Chiedi perdono a Paola. Chiedile di sculacciarti ancora.»
Roberta si piega, i suoi occhi che mi guardano, supplici.
«Paola... ti prego... fammi tua... sculacciami... usami...»
Sorrido, il potere che mi riempie. La mia mano che la colpisce, poi la mia lingua che scivola tra le sue cosce, il suo sapore che mi inonda.
E mentre lei geme, mentre Marco la stringe, mentre Chiara ci osserva, capisco che non c'è limite al nostro piacere. Siamo tre, ora quattro.
E nessuno di noi vuole fermarsi.
scritto il
2025-05-22
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