Il gioco di Wendy 10
di
AngelicaBellaWriter
genere
dominazione
10. La mattina dopo, mi sveglio con i segni delle mani di mio marito ancora impressi sui miei fianchi. Ogni passo mi ricorda come mi ha presa, senza chiedere, senza pietà. Eppure, il calore tra le cosce non si è spento. Mi preparo il caffè, nuda sotto la vestaglia, e aspetto che lui scenda.
Quando appare in cucina, ancora mezzo assonnato, gli sorrido, un sorriso dolce, quasi innocente.
«Buongiorno, amore.»
Lui mi guarda, sorseggia il caffè, ma i suoi occhi si soffermano sul mio seno che sfiora il bordo della vestaglia.
«Buongiorno.»
«Stavo pensando…» inizio, avvicinandomi, scivolando sul suo grembo, le mie gambe che si aprono per sedermi su di lui. «Non pensi che meriteresti un aumento di stipendio? Voglio dire… per tutto quello che fai per l’azienda. E per tutto quello che fai per… me.»
Lui sorride, le sue mani scivolano lungo le mie cosce.
«E come pensi che dovrei ottenerlo, Wendy? Vuoi che torniamo a far divertire Elisa?»
Scuoto la testa, mi chino, le mie labbra che sfiorano il suo orecchio.
«Oh, no. Non proprio.» Il mio respiro è un sussurro. «Ma mi chiedevo… cosa accadrebbe se in azienda sapessero come si comporta la tua cara capa con i suoi sottoposti? Come apre le gambe… come succhia il cazzo del marito delle sue dipendenti.»
Lui si irrigidisce.
«Cosa stai dicendo, Wendy?»
«Sto dicendo che potremmo farle capire quanto vali davvero. E se non è disposta a riconoscerlo… beh, ci sono sempre i video. Le foto. E le chiacchiere che potrebbero iniziare a circolare.»
Gli occhi di mio marito si fanno più scuri, un sorriso crudele si allarga sul suo viso.
«Vuoi ricattarla, Wendy?»
«No. Tu vuoi ricattarla. Io sono solo la tua piccola troia che vuole renderti felice.»
Lui ride, la sua mano si stringe sulla mia coscia, le dita che affondano nella carne.
«E pensi che possa funzionare?»
«Vuoi provare?» sussurro, strusciandomi contro di lui, sentendo il suo cazzo che inizia a indurirsi sotto di me.
«Vestiti. Andiamo.»
Mi mordo il labbro, scivolo giù dal suo grembo e corro a prepararmi. Sotto un abito nero elegante non metto nulla. So che Elisa apprezzerà.
Salgo in macchina con lui, il mio cuore che batte forte. Ma sotto l’eccitazione c’è quel brivido di potere. La possibilità di vedere Elisa, la sua sicurezza, la sua arroganza, spezzarsi sotto il peso del nostro piccolo segreto.
Arriviamo davanti al palazzo dell'azienda. Mio marito non si ferma alla reception. Mi prende per mano e mi guida direttamente verso l’ufficio di Elisa.
La sua segretaria ci guarda sorpresa.
«Scusate, ma la signora De Santis è…»
«Ci sta aspettando» la interrompe mio marito, spalancando la porta senza nemmeno bussare.
Elisa è alla sua scrivania, solleva lo sguardo, sorpresa ma subito divertita.
«Ma guarda chi si vede… La mia coppia preferita.»
Mio marito chiude la porta, io mi appoggio al suo braccio, il mio sorriso dolce, quasi innocente.
«Elisa… abbiamo pensato che fosse il momento di parlare seriamente.»
Lei si rilassa sulla sedia, incrocia le gambe.
«Oh? E di cosa, esattamente?»
«Di te. Del tuo comportamento. E di quanto potrebbe essere… interessante se qualcuno qui dentro scoprisse come tratti i tuoi sottoposti. Come ti fai leccare la fica da mia moglie. Come ti inginocchi per succhiare il cazzo.»
Vedo il suo sorriso incrinarsi, solo per un istante. Ma basta.
«Siete venuti a ricattarmi?»
Mio marito sorride.
«Chiamalo come vuoi. Io lo chiamo semplice negoziazione.»
Elisa si raddrizza, gli occhi che si fanno freddi.
«E cosa volete?»
«Voglio un aumento. Un grosso aumento. E una promozione.»
Lei ci guarda, il suo sguardo che si fa di ghiaccio. Ma sotto c’è quella scintilla che conosco bene. Una parte di lei che sta già pensando come trasformare tutto questo in un gioco.
«E cosa ottengo io in cambio?»
«Noi restiamo in silenzio. E Wendy continua a essere la tua brava cagnolina, ogni volta che lo desideri.»
I suoi occhi passano su di me.
«È vero, Wendy? Ti piace ancora leccare la mia fica?»
Mi mordo il labbro, il calore che mi sale alle guance.
«Sì, signora De Santis.»
Lei ride, si alza, cammina lentamente verso di me, le sue dita che scivolano sul mio mento, che mi costringono ad alzare lo sguardo verso di lei.
«Bravi. Davvero bravi.»
Si allontana, torna alla scrivania, prende il telefono.
«Sì, sono Elisa. Prepara i documenti per la promozione del signor Bianchi. Effetto immediato.»
Riattacca, si volta verso di noi, il sorriso che è tornato sul suo viso.
«Allora, cari… vi va di festeggiare subito?»
Mio marito mi guarda, e io so già cosa vuole. Mi inginocchio senza dire una parola, e inizio a slacciare la sua cintura.
Elisa si sistema sulla poltrona, solleva leggermente la gonna.
«E quando avrai finito, Wendy… sai già dove mettere quella lingua.»
Elisa si lascia andare contro la poltrona, le cosce che si aprono lentamente, il tessuto della gonna che scivola sulle sue gambe sode. Il suo sorriso è quello di una donna che sa di avere il controllo. O almeno, crede di averlo.
«Dai, Wendy… mostrami ancora quanto sei brava.»
Mi inginocchio davanti a lei, le mani che scorrono lungo le sue cosce, il mio viso che si avvicina, il suo profumo che mi invade. Le mie dita afferrano il bordo delle sue mutandine e le sfilano, lasciando il suo sesso nudo, già umido, a pochi centimetri dalle mie labbra.
«Brava cagnolina» sussurra Elisa, una mano che affonda tra i miei capelli, mi guida contro di lei.
La mia lingua scivola su di lei, lenta, calda. La lecco, la succhio, la mia lingua che esplora, che assapora. Sento i suoi gemiti crescere, il suo bacino che si muove, si spinge contro il mio viso.
Ma mentre mi perdo nel sapore di Elisa, mio marito si muove alle nostre spalle. Lo vedo appena con la coda dell'occhio. Il suo telefono in mano, l’obiettivo che ci inquadra. Sta filmando.
Il mio cuore accelera, ma non smetto. Anzi, lecco ancora più forte, la mia lingua che affonda, le mie mani che si stringono sulle sue cosce. I suoi gemiti diventano più forti, il suo respiro più affannoso.
«Sì, Wendy… sì, così…» geme Elisa, le sue dita che mi afferrano i capelli, che mi costringono a restare lì.
Mio marito si avvicina, riprende il suo viso, i suoi occhi socchiusi, la sua bocca che si apre in un gemito. Poi si sposta, la inquadra dall’alto, il mio viso sepolto tra le sue cosce, la mia lingua che la divora, il suo piacere che si riversa sulla mia bocca.
E io continuo. Perché so che ogni secondo filmato è una nuova arma. Un altro segreto. Un altro nodo con cui legarla a noi.
Elisa grida, il suo corpo che si inarca, i suoi fianchi che si premono contro il mio viso. Gode, le sue unghie che mi graffiano il cuoio capelluto, i suoi gemiti che riempiono l’ufficio.
Quando il suo piacere si placa, la mia lingua ancora la accarezza, la pulisce.
«Basta… basta, cagnolina…» sussurra lei, ansimante, il viso arrossato, il sorriso languido.
Mio marito nasconde velocemente il telefono nella tasca, il suo viso calmo, come se nulla fosse.
Elisa si ricompone, mi lancia un’occhiata soddisfatta.
«Sei stata meravigliosa, Wendy. Come sempre.»
«Grazie, signora De Santis…» sussurro, leccandomi le labbra.
«E tu, caro…» si rivolge a mio marito. «Goditi la tua promozione.»
Lui sorride.
«Oh, la godremo entrambi. Non è vero, Wendy?»
Annuisco, il cuore ancora in gola. Perché so che quella promozione è solo l'inizio. Ora abbiamo il suo segreto. E lei non sa che ogni gemito, ogni sussurro è registrato. Un’altra catena che la lega a noi.
In macchina, mentre mio marito guida, apro il telefono e vedo il video. Elisa, la potente signora De Santis, sdraiata sulla sua poltrona di pelle, le gambe spalancate, il viso contorto dal piacere, i suoi gemiti che riempiono l’ufficio. E io, inginocchiata tra le sue cosce, la mia lingua che la divora, i miei occhi chiusi, persa nel suo sapore.
Rivedo il suo corpo che si inarca, la sua voce che diventa un grido soffocato, il suo controllo che si frantuma sotto il mio tocco. E poi il sorriso di mio marito, il suo sguardo calmo mentre filma tutto.
Mi mordo il labbro, un brivido che mi attraversa la schiena. Questo video non è solo una prova, non è solo un’arma. È potere. E io ne sono parte.
Spengo il telefono, guardo mio marito. Il suo sguardo è fisso sulla strada, ma c’è un sorriso sottile sulle sue labbra. Sa già cosa sto per dire.
«Stasera… dovremmo andare a trovare Elisa» sussurro, la mia mano che scivola sulla sua coscia, si avvicina al suo inguine.
Lui sorride, il suo sguardo si fa più scuro.
«Sei proprio una piccola troia manipolatrice, eh?»
Sorrido, il calore che mi brucia tra le gambe.
«Non sono solo una troia. Sono la tua troia. E ora anche la sua.»
«E non ti basta mai.»
«Mai.»
La mia mano scivola nella sua zip, sento il suo cazzo già duro, lo accarezzo, lo stringo, e lui lascia sfuggire un gemito soffocato.
«E cosa pensi di fare stasera, Wendy?»
«Oh, amore… Stasera voglio guardarla spezzarsi. Voglio che capisca che è nostra. Voglio che ci implori. E voglio che mi guardi mentre succhio il tuo cazzo davanti a lei.»
Lui ride, la sua mano che si stringe sulla mia nuca, mi costringe a chinarmi, il mio viso che sfiora il suo inguine.
«Allora preparati, troia. Perché stasera sarà solo l’inizio.»
Infilo il suo cazzo nella bocca, lo succhio mentre la macchina scivola lungo la strada, i suoi gemiti che si mescolano al rombo del motore.
E mentre lo sento pulsare tra le mie labbra, mentre lo ingoio, so che questa notte sarà ancora meglio. Perché Elisa crede di essere ancora una regina. Ma stasera scoprirà di essere solo una puttana come me. Una puttana al guinzaglio.
Quando appare in cucina, ancora mezzo assonnato, gli sorrido, un sorriso dolce, quasi innocente.
«Buongiorno, amore.»
Lui mi guarda, sorseggia il caffè, ma i suoi occhi si soffermano sul mio seno che sfiora il bordo della vestaglia.
«Buongiorno.»
«Stavo pensando…» inizio, avvicinandomi, scivolando sul suo grembo, le mie gambe che si aprono per sedermi su di lui. «Non pensi che meriteresti un aumento di stipendio? Voglio dire… per tutto quello che fai per l’azienda. E per tutto quello che fai per… me.»
Lui sorride, le sue mani scivolano lungo le mie cosce.
«E come pensi che dovrei ottenerlo, Wendy? Vuoi che torniamo a far divertire Elisa?»
Scuoto la testa, mi chino, le mie labbra che sfiorano il suo orecchio.
«Oh, no. Non proprio.» Il mio respiro è un sussurro. «Ma mi chiedevo… cosa accadrebbe se in azienda sapessero come si comporta la tua cara capa con i suoi sottoposti? Come apre le gambe… come succhia il cazzo del marito delle sue dipendenti.»
Lui si irrigidisce.
«Cosa stai dicendo, Wendy?»
«Sto dicendo che potremmo farle capire quanto vali davvero. E se non è disposta a riconoscerlo… beh, ci sono sempre i video. Le foto. E le chiacchiere che potrebbero iniziare a circolare.»
Gli occhi di mio marito si fanno più scuri, un sorriso crudele si allarga sul suo viso.
«Vuoi ricattarla, Wendy?»
«No. Tu vuoi ricattarla. Io sono solo la tua piccola troia che vuole renderti felice.»
Lui ride, la sua mano si stringe sulla mia coscia, le dita che affondano nella carne.
«E pensi che possa funzionare?»
«Vuoi provare?» sussurro, strusciandomi contro di lui, sentendo il suo cazzo che inizia a indurirsi sotto di me.
«Vestiti. Andiamo.»
Mi mordo il labbro, scivolo giù dal suo grembo e corro a prepararmi. Sotto un abito nero elegante non metto nulla. So che Elisa apprezzerà.
Salgo in macchina con lui, il mio cuore che batte forte. Ma sotto l’eccitazione c’è quel brivido di potere. La possibilità di vedere Elisa, la sua sicurezza, la sua arroganza, spezzarsi sotto il peso del nostro piccolo segreto.
Arriviamo davanti al palazzo dell'azienda. Mio marito non si ferma alla reception. Mi prende per mano e mi guida direttamente verso l’ufficio di Elisa.
La sua segretaria ci guarda sorpresa.
«Scusate, ma la signora De Santis è…»
«Ci sta aspettando» la interrompe mio marito, spalancando la porta senza nemmeno bussare.
Elisa è alla sua scrivania, solleva lo sguardo, sorpresa ma subito divertita.
«Ma guarda chi si vede… La mia coppia preferita.»
Mio marito chiude la porta, io mi appoggio al suo braccio, il mio sorriso dolce, quasi innocente.
«Elisa… abbiamo pensato che fosse il momento di parlare seriamente.»
Lei si rilassa sulla sedia, incrocia le gambe.
«Oh? E di cosa, esattamente?»
«Di te. Del tuo comportamento. E di quanto potrebbe essere… interessante se qualcuno qui dentro scoprisse come tratti i tuoi sottoposti. Come ti fai leccare la fica da mia moglie. Come ti inginocchi per succhiare il cazzo.»
Vedo il suo sorriso incrinarsi, solo per un istante. Ma basta.
«Siete venuti a ricattarmi?»
Mio marito sorride.
«Chiamalo come vuoi. Io lo chiamo semplice negoziazione.»
Elisa si raddrizza, gli occhi che si fanno freddi.
«E cosa volete?»
«Voglio un aumento. Un grosso aumento. E una promozione.»
Lei ci guarda, il suo sguardo che si fa di ghiaccio. Ma sotto c’è quella scintilla che conosco bene. Una parte di lei che sta già pensando come trasformare tutto questo in un gioco.
«E cosa ottengo io in cambio?»
«Noi restiamo in silenzio. E Wendy continua a essere la tua brava cagnolina, ogni volta che lo desideri.»
I suoi occhi passano su di me.
«È vero, Wendy? Ti piace ancora leccare la mia fica?»
Mi mordo il labbro, il calore che mi sale alle guance.
«Sì, signora De Santis.»
Lei ride, si alza, cammina lentamente verso di me, le sue dita che scivolano sul mio mento, che mi costringono ad alzare lo sguardo verso di lei.
«Bravi. Davvero bravi.»
Si allontana, torna alla scrivania, prende il telefono.
«Sì, sono Elisa. Prepara i documenti per la promozione del signor Bianchi. Effetto immediato.»
Riattacca, si volta verso di noi, il sorriso che è tornato sul suo viso.
«Allora, cari… vi va di festeggiare subito?»
Mio marito mi guarda, e io so già cosa vuole. Mi inginocchio senza dire una parola, e inizio a slacciare la sua cintura.
Elisa si sistema sulla poltrona, solleva leggermente la gonna.
«E quando avrai finito, Wendy… sai già dove mettere quella lingua.»
Elisa si lascia andare contro la poltrona, le cosce che si aprono lentamente, il tessuto della gonna che scivola sulle sue gambe sode. Il suo sorriso è quello di una donna che sa di avere il controllo. O almeno, crede di averlo.
«Dai, Wendy… mostrami ancora quanto sei brava.»
Mi inginocchio davanti a lei, le mani che scorrono lungo le sue cosce, il mio viso che si avvicina, il suo profumo che mi invade. Le mie dita afferrano il bordo delle sue mutandine e le sfilano, lasciando il suo sesso nudo, già umido, a pochi centimetri dalle mie labbra.
«Brava cagnolina» sussurra Elisa, una mano che affonda tra i miei capelli, mi guida contro di lei.
La mia lingua scivola su di lei, lenta, calda. La lecco, la succhio, la mia lingua che esplora, che assapora. Sento i suoi gemiti crescere, il suo bacino che si muove, si spinge contro il mio viso.
Ma mentre mi perdo nel sapore di Elisa, mio marito si muove alle nostre spalle. Lo vedo appena con la coda dell'occhio. Il suo telefono in mano, l’obiettivo che ci inquadra. Sta filmando.
Il mio cuore accelera, ma non smetto. Anzi, lecco ancora più forte, la mia lingua che affonda, le mie mani che si stringono sulle sue cosce. I suoi gemiti diventano più forti, il suo respiro più affannoso.
«Sì, Wendy… sì, così…» geme Elisa, le sue dita che mi afferrano i capelli, che mi costringono a restare lì.
Mio marito si avvicina, riprende il suo viso, i suoi occhi socchiusi, la sua bocca che si apre in un gemito. Poi si sposta, la inquadra dall’alto, il mio viso sepolto tra le sue cosce, la mia lingua che la divora, il suo piacere che si riversa sulla mia bocca.
E io continuo. Perché so che ogni secondo filmato è una nuova arma. Un altro segreto. Un altro nodo con cui legarla a noi.
Elisa grida, il suo corpo che si inarca, i suoi fianchi che si premono contro il mio viso. Gode, le sue unghie che mi graffiano il cuoio capelluto, i suoi gemiti che riempiono l’ufficio.
Quando il suo piacere si placa, la mia lingua ancora la accarezza, la pulisce.
«Basta… basta, cagnolina…» sussurra lei, ansimante, il viso arrossato, il sorriso languido.
Mio marito nasconde velocemente il telefono nella tasca, il suo viso calmo, come se nulla fosse.
Elisa si ricompone, mi lancia un’occhiata soddisfatta.
«Sei stata meravigliosa, Wendy. Come sempre.»
«Grazie, signora De Santis…» sussurro, leccandomi le labbra.
«E tu, caro…» si rivolge a mio marito. «Goditi la tua promozione.»
Lui sorride.
«Oh, la godremo entrambi. Non è vero, Wendy?»
Annuisco, il cuore ancora in gola. Perché so che quella promozione è solo l'inizio. Ora abbiamo il suo segreto. E lei non sa che ogni gemito, ogni sussurro è registrato. Un’altra catena che la lega a noi.
In macchina, mentre mio marito guida, apro il telefono e vedo il video. Elisa, la potente signora De Santis, sdraiata sulla sua poltrona di pelle, le gambe spalancate, il viso contorto dal piacere, i suoi gemiti che riempiono l’ufficio. E io, inginocchiata tra le sue cosce, la mia lingua che la divora, i miei occhi chiusi, persa nel suo sapore.
Rivedo il suo corpo che si inarca, la sua voce che diventa un grido soffocato, il suo controllo che si frantuma sotto il mio tocco. E poi il sorriso di mio marito, il suo sguardo calmo mentre filma tutto.
Mi mordo il labbro, un brivido che mi attraversa la schiena. Questo video non è solo una prova, non è solo un’arma. È potere. E io ne sono parte.
Spengo il telefono, guardo mio marito. Il suo sguardo è fisso sulla strada, ma c’è un sorriso sottile sulle sue labbra. Sa già cosa sto per dire.
«Stasera… dovremmo andare a trovare Elisa» sussurro, la mia mano che scivola sulla sua coscia, si avvicina al suo inguine.
Lui sorride, il suo sguardo si fa più scuro.
«Sei proprio una piccola troia manipolatrice, eh?»
Sorrido, il calore che mi brucia tra le gambe.
«Non sono solo una troia. Sono la tua troia. E ora anche la sua.»
«E non ti basta mai.»
«Mai.»
La mia mano scivola nella sua zip, sento il suo cazzo già duro, lo accarezzo, lo stringo, e lui lascia sfuggire un gemito soffocato.
«E cosa pensi di fare stasera, Wendy?»
«Oh, amore… Stasera voglio guardarla spezzarsi. Voglio che capisca che è nostra. Voglio che ci implori. E voglio che mi guardi mentre succhio il tuo cazzo davanti a lei.»
Lui ride, la sua mano che si stringe sulla mia nuca, mi costringe a chinarmi, il mio viso che sfiora il suo inguine.
«Allora preparati, troia. Perché stasera sarà solo l’inizio.»
Infilo il suo cazzo nella bocca, lo succhio mentre la macchina scivola lungo la strada, i suoi gemiti che si mescolano al rombo del motore.
E mentre lo sento pulsare tra le mie labbra, mentre lo ingoio, so che questa notte sarà ancora meglio. Perché Elisa crede di essere ancora una regina. Ma stasera scoprirà di essere solo una puttana come me. Una puttana al guinzaglio.
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