Naxos, profili di donne

Scritto da , il 2022-05-04, genere voyeur

Naxos, profili di donne

Rapita da un furtivo alito di vento, brezza imprevedibile.
Salvata dai nubifragi padani, dopo un superficiale assaggio della caotica Myconos, approdo alla maggiore delle cicladi.

NAΞOΣ

Ed è già fuga attraverso i fondali turchesi di un mare antico, lingue sconosciute, cadenze e scritture in cui si respira storia.
Yogurt della consistenza di stucco insuperbito da miele locale.
Lo sguardo si riposa sui muri di bianca calce e le finestre celesti.
Ragazze greche dai capelli lunghi, scuri e armonicamente ondulati.
Donne dalle forme piene.
E presto mi inoltro nelle vie interne di Hora, la pavimentazione lastricata delimitata dalle tonde tracce di lucido smalto bianco.
Vicoli stretti tra muri abbaglianti, supero il piccolo porto in cerca del tempio di Apollo.
Blocchi senza tempo di candore alabastrino riposano incuranti del tempo che scorre sotto lo sguardo severo della pesante porta.
Sullo sfondo, oltre un braccio di mare, i profili tondeggianti di Paros.
In un silenzio rispettoso, lascio liberi i capelli nei giochi dispettosi del vento e immagino i profili di una donna che emergono dal mare dell'antica Grecia, come un intramontabile mito che resiste ai fendenti della storia, sfida alla razionalità occidentale.
Là potevano essere i piedi che emergevano dalla acque. Quelli sono i fianchi e la curva del sedere.
Forse nelle nebbie azzurrine si intravede un prosperoso seno, un capo adagiato su un cuscino di azzurre onde.
Rimiro i blocchi squadrati sotto i miei piedi. Decine di secoli mi interrogano mentre, pensosa, faccio ritorno alle case che riposano sotto l'attenta guardia delle mura veneziane.
E lì la scorgo.
Solo sfiorata, nel viaggio di andata, ora una statua si impone alla mia attenzione.
Una roccia rosata, di analoga vetrosa consistenza e trasparenza delle vestigia del tempio, sfida lo sguardo, e una donna prende faticosamente forma dal marmo.
Il profilo di un corpo femminile scolpito parzialmente in fattezze moderne.
Non quei seni prorompenti e quei ventri sporgenti di stile classico.
Un seno più minuto, come potrebbe essere il mio, enfatizzato dalla posa della statua, che sporge il petto inarcando la schiena.
La roccia di morbida microporosità è lisciata alla perfezione riproducendo il piccolo seno dalle proporzioni perfette. Un petto asciutto e un ventre ben tornito dalle morbide linee che convergono verso le pieghe inguinali. Un ultimo sussulto nella pronunciata sporgenza di un magnifico monte di Venere.
Sensualità in seta rosata.
E poi la donna si confonde nella roccia che ne riprende il potere.
Un grezzo abbozzo scultoreo rimane degli arti inferiori, come indeterminato è il profilo posteriore, ancora celato in un progetto latente e ancora in divenire.
La rotondità del sedere che si oppone all'insenatura della schiena. Curve precise ed evocative, ma solo accennate nella roccia che lascia intuire in un delizioso presagio quello che è un corpo misurato, ma ancora prigioniero della materia informe.
Il viso incompiuto, la liscia pelle e una parte della capigliatura dai contorni definiti, contendono alla nuda pietra questa donna in continuo anelito verso la sua forma perfetta.
Resto affascinata a rimirare questa armonica lotta che si confonde in una danza.
Struggente desiderio di trovare una propria identità di una donna dai lineamenti perfetti in una tenzone con la roccia che pur rinchiudendola la sta consegnando alla vita.
Un ballo che non potrà mai aver fine, cristallizzato nel tempo come cristallina è la roccia che lo compone.
Profilo di donna in cerca d'autore, lotta di una anonima interprete dell'eterna pugna tra una forma promessa e la materia inerme che la racchiude e cerca di celarla.
Capezzoli delicati su un seno gentile e ventre sensuale in eterna sublimazione dalla materia anonima e amorfa.
Il pensiero ritorna alla Pietà Rondanini e a quelle statue in cui la roccia grezza ancora combatte con profili antropomorfi che ne ricercano la fuga.
Giovane donna di roseo alabastro, il tuo profilo mi ammalia e mi turba, la tua pertinace lotta mi strega e mi consuma. Non raggiungerai mai la perfezione della tua forma, eppure ancora esisterai quando noi tutti saremo polvere.
E il tuo gentile profilo rimarrà testimone della bellezza della donna che dal nulla, dalla primordiale materia, continuamente si modella e prende forma, narrando dell'intramontabile leggenda delle curve perfette, per raccontare di sensuali tentazioni e di armoniosa completezza.

Νάξος: profili di donna

Questo racconto di è stato letto 1 8 2 1 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.