Lucrezia

Scritto da , il 2021-10-25, genere interviste

Scrivere di sé è sempre difficile, ti chiedi cosa penseranno i lettori, ti metti a nudo, ma davvero.

E magari pensi pure a chi te lo fa fare, al fatto che non lo leggerà nessuno o pochi più. Ma come ho scritto da qualche parte per me lo scrivere è una sorta di lavoro psicologico su me stessa e in questi casi il mettersi a nudo a catartico.

Quindi vi racconterò di una ragazza che si sarebbe dovuta sposare.

Correva l'anno 1998 e la nostra amica aveva deciso di sposarsi con l'amore della sua vita.

Marco era un bel ragazzo di 20 anni, conosciuto tramite amici di mamma, sapete di quelle mamme premurose che vi vogliono per forza accasare, magari bene, ma a voi sembra solo che vogliano cacciarvi di casa al più presto?

Ecco questo pensavo da ragazza, e sia chiaro che ero una ragazzaccia, bella, alta, gambe lunghe e diritte, magra, bella silhouette. Insomma la classica bella gnocca sbocciata troppo presto, con tanti pretendenti della domenica.

Marco invece mi fece il filo teneramente, non mi assaliva come altri e quindi decisi di starci; lui poi oltre che belloccio era anche ricco di famiglia, quindi ci pensai bene e alla fine dissi sì.

Fidanzati per quasi un anno, poi la decisione di sposarci per l'anno nuovo.

Io faccio gli anni a dicembre e quindi avrei fatto tutto entro la maggiore età, e dopo la maturità che passai alla grande con 100/100 l'estate fui presa dalla preparazione di un matrimonio per settembre.

Vestito, bomboniere, inviti, chiesa, ristorante, boom!

Alla fine di agosto mi arriva una lettera dal comune di Udine che mi dice di come Marco non può sposarsi in quanto la bigamia non è consentita in Italia. E già è così.

Io sedotta e presa per il culo, alla grande direi, e pure mia madre che non voleva crederci.

E mi presi anche della cogliona da Marco, che mi disse di come non valessi niente, che non avrei mai potuto sposarmi con la sua famiglia, troppo altolocata per me.

Merda!

Ma che razza di stronzo subumano, devi morire male, lo pensai allora e lo penso ancora.

Dal dispiacere ingrassai 60 chili, non scherzo, furono tre anni folli per me. Da sessanta chili a 120 e poi ancora.

A 21 anni decisi di dire basta e fu proprio la Paola dei miei racconti precedenti a salvarmi; con lei non fu amore nel modo classico, non avevo voglia di quell'amore, ma di tumulti, di cazzate e di scopare, dovevo riequilibrare la mia vita, anzi dovevo trovarne un'altra.

La trovai grazie a suo padre medico che mi indirizzò verso una probabile soluzione, la legatura dello stomaco, ovvero il bendaggio gastrico regolabile.

Grazie ad esso ritrovai la mia forma e la fiducia in me, trovai lavoro e iniziai a pensare di farmi una vita propria, uscire da casa, allontanarmi da mia madre, tutta chiesa e cucina.

E così a 21 anni sono rinata, un percorso lungo, che in realtà non è ancora del tutto finito, ma ora vedo il mondo con altri occhi e sono felice.

Grazie anche a voi che mi date l'opportunità di scrivere finalmente queste parole.

Lucrezia.

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