Ma che bel castello ...
di
Lucrezia
genere
pulp
Ciao, comincia così questo racconto, con un bel ciao pronunciato da una stanca me a Chiara e Germana che seppur cariche di bagagli mi si lanciano addosso.
Avevo deciso per un saluto conviviale ma non così semplice, così sembrava detto per caso; io volevo abbracciarle con affetto e con calma, ma niente l'irruenza di Chiara, unita alla voglia di rivedersi di tutte e tre ha preso la mano.
Sì certo ciao, ma dammi pure un bacio, mi dice Germana mentre mi strizza in un abbraccio stritolatore.
Lo stesso fa Chiara però con un abbraccio distratto, si sta ancora guardando attorno, non è mai stata a Udine ed anche se le stazioni dei treni sono tutte uguali, alla fine vi si respira pur sempre un'aria diversa ad essere attente.
Ok ed ora che si fa? Chiede Chiara, bè dico io, andiamo che fuori c'è Nico che aspetta in auto... Nico! Sì Nico, è arrivata ieri e mi sta tenendo il posto al parcheggio che qui i vigili si accaniscono se lasci l'auto troppo tempo ferma. Nico è arrivata ieri? E che cazzo, chissà le scopate da ieri.
Ma che cazzo, le dico, Germana ma non è che io, rimarcando su quel io, faccio sesso in continuazione come te, le rispondo rendendole uno sguardo di sfida. Certo se fossimo state un po' meno stanche un pensierino... ma no dai, niente sesso.
Intanto arriviamo alla mia "Duster" ancora senza paraurti posteriore, apro il portabagagli e ci infilo un trolley, una valigia, un borsone e due beauty case; e che cazzo vi siete portate.
Ancora baci e abbracci con la Nico e poi si sale in auto, guida tu dico alla milanese , tanto la strada la sai, poi semmai ti dico, intanto dietro si scatena il finimondo, Germana seduta dietro a Nico le ha buttato le braccia al collo, Chiara sempre dietro sghignazza e poi le dice "oh guarda che a cintura se l'è messa eh".
Si ride come sceme, domande e risposte, quasi mai a tema, flash back e forward, ovvero ad una domanda si ricomincia con un'altra domanda a cui un'altra risponderà, un diluvio di parole che ad un ascoltatore esterno darebbero l'idea di una cacofonia incomprensibile, ma non a noi, parliamo e rispondiamo senza errori di incomprensione.
Alla fine imbocchiamo il cancello dell'aeroporto di Ronchi dei Legionari dove ci attende Isotta proveniente da Roma.
E allora è un delirio dei sensi, mentre noi scendiamo per salutare e aiutarla con i bagagli, a Nico si accendono gli "special" come ad un flipper in cui si è realizzato il ponteggio massimo; scende dall'auto e le si butta letteralmente addosso.
Ma Isotta è preparata, anche lei era in visibilio e in un attimo le due sono lì che si abbracciano strette e si baciano, lasciando attoniti i viaggiatori presenti e visibilmente meravigliate persino noi.
Vorremmo dire qualcosa, tipo che so un coro da stadio che incita al bacio, ma le due sono già a scambiarsi fluidi con le rispettive lingue, così non sapendo che fare, io apro il portabagagli e iniziamo a caricare l'auto.
Così dopo i saluti e i baci finalmente partiamo, destinazione paradiso.
Durante il viaggio le due piccioncine parlano tra loro escludendoci, nulla di strano, spero solo che durante questa vacanza ogni tanto, atterrino e si rendano conto che non sono sole; sia chiaro, va benissimo anche così, un amore che nasce e vive la sua storia, è bellissimo da vivere anche di luce riflessa.
O ma sei in divisa Isò, apre finalmente bocca Germana, ovvio le fa eco lei, ho staccato ora, ho finito il volo e sono entrata in pieno diritto nelle ferie.
Bene, ma intendevo hai intenzione di rimanerci tutto il tempo o ti cambi. Ma che discorsi, certo che mi cambio no? Si cambia, si cambia, le fa eco Nico, anzi si cambia ora vero amore? E tenta di slacciare la camicia della divisa.
Oh oh, e qui siamo arrivate al porno urla Chiara che è seduta al loro fianco e dietro di me.
Insomma ritorna il casino di prima in auto; intanto io mangio chilometri di autostrada, giro per Udine, esco a Sud e prendo il raccordo autostradale, Germana mi chiede dove andiamo, io la guardo di sottecchi e le dico, a casa ovviamente.
Intanto in auto la situazione si è calmata, le due sono una nelle braccia dell'altra, Chiara guarda il panorama, io le gambe di Germana che muove nervosamente.
Presa la statale guido per una decina di chilometri e poi giro per l'abitato di Fagagna, quindi lo supero e prendo per la strada cosiddetta "panoramica" che giusto da Fagagna porta a San Daniele del Friuli.
Ah ecco, mi fa Germana, andiamo a casa di tua nonna a San Daniele, no le rispondo io sorridendo, no, no e supero il Golf club.
Ah però da dietro fa Chiara, sì le rispondo, non ci manca nulla e pensa che c'è pure una piccola ma attrezzata spa, ma per ora andiamo dritte.
Ad un certo punto giro per una strada stretta, l'indicazione dice Arcano superiore, intorno è tutta campagna ma dopo circa 500 metri entro in un piccolo abitato, sono case coloniche, esco da una curva in leggera discesa ed ecco che il castello si staglia un poco sulla sinistra rispetto a noi, giro e mi dirigo all'ingresso.
Arrivate dico.
Arrivate dove?
A casa!
Ma dai ci prendi per il culo?
Ma no ragazze, non vi prendo per il culo, questa è casa mia, e prendendo le chiavi del cancello esco dall'auto per andare ad aprire, lasciandole tutte a bocca aperta.
Quando torno sono lì a parlare tra loro, intuisco che sono ancora incredule e meravigliate, comunque ingrano la marcia e superato il ponticello entro.
Dovrei installare un cancello automatico, ma per ogni modifica sostanziale devo avere il permesso dall'ente dei Beni Culturali nazionali, una palla necessaria, sicché non lo faccio per ora.
Scese dall'auto, io apro il portellone per prendere le valigie ma noto che le altre si stanno ancora guardando intorno, Isotta è lì che dice "non ci credo" ad ogni particolare che nota, le altre non sono da meno ma lei mi fa ridere.
"Isò sono io che non ci credo, stai ammirando il mio castello con le tette al vento" e giù a ridere "tu sei meravigliosa".
Ragazze venite, ci sistemiamo e poi vi faccio fare un giro per il castello, "mi casa es tu casa".
Dopo aver sistemato le ragazze in tre camere, io vado nella mia, dove mi sfilo il miniabito che indosso restando completamente nuda.
"Ah mi pareva, ma non indossi mai intimo sotto i vestiti?".
Mi giro e lei è lì, Giovanna Lazzi, governante del Conte Francesco uccisa da quest'ultimo per errore al posto di... bè di me ovviamente, è dal 1635 che mi tormenta; se sono ancora viva oggi è grazie a lei che per vendetta mi ha donata questa vita eterna.
L'ha fatto ovviamente per ricordarmi in eterno di essermi sottratta alla morte in vece sua, e per questo mi tortura di continuo.
Ovviamente solo io posso vederla e sentirla e inevitabilmente alla fine siamo divenute amiche, oddio amica di un fantasma, roba da istituto psichiatrico probabilmente, ma io so che è così e lo sa anche lei.
Todeschina di Prampero, di nobile schiatta, oggi mi faccio chiamare Lucrezia è meno impegnativo.
Bussano alla porta della camera - Lù ci sei? É Isotta che mi chiama. Entra pure, stavo giusto per fare una doccia, poi sarei scesa da voi.
Entra è in bikini e prendisole, sempre più vestita di me che indosso solo un paio di ciabatte.
Però, mighe mâl la fantate! (Però, mica male la ragazza!) io do un'occhiataccia alla Giovanna.
"Quindi volevo chiederti, si può andare in terrazza a prendere il sole?".
"Ti ho detto che puoi fare e andare dove vuoi, siamo qui per divertirci e rilassarci, faccio una doccia e vi raggiungo." e le mando un bacio varcando la soglia del bagno, più che altro per ingelosire Giovanna.
Quando finalmente esco sulla terrazza sono tutte lì, noto subito Chiara che fuma appoggiata alla balaustra, se non altro perché è l'unica che non è sdraiata sulle chaise longue.
Isotta e Nico vicine si tengono per mano, e mi piacciono i loro bikini a fiori, specie quello di Nico, molto "giapponese" chissà se l'ha comprato a Milano o gliel'ha portato Isotta da uno dei suoi viaggi, Germana indossa uno dei suoi striminziti micro bikini.
Io mi tolgo il prendisole e ostento la mia quinta al vento e agli occhi delle presenti, mi sdraio e socchiudo gli occhi e ripenso ai fatti accaduti circa 400 anni prima, alle litigate con Francesco con cui mi ero appena sposata, a Giovanna che si metteva in mezzo prendendo le mie difese, alle questioni fiscali relative alla mia dote.
Alla fine lui mi darà una coltellata alla spalla destra, poi un'altra che però finisce in pieno petto a Giovanna che si era messa in mezzo, io che scappo, Giovanna che pronuncia strane frasi e scrive col proprio sangue le mie iniziali TP sul muro e poi spira.
Io scappo inseguita dal pazzo, riesco a prendere Fiorello e cavalco verso il castello di mio padre, la finalmente sono in salvo e posso essere medicata, poi inizia la caccia per la vendetta.
Francesco viene preso pochi giorni dopo durante il suo ritorno da una caccia, è solo e nessuno può correre in suo aiuto, lo portano nel castello di mio padre, lo buttano nelle segrete, dove una notte io stessa, con queste mani lo uccido con una coltellata al petto, proprio nel punto dove aveva colpito il petto di Giovanna.
È proprio in quel momento che sento una rilassatezza prendere possesso del mio corpo; vendetta è compiuta ed io sono addirittura felice, ma saranno gli anni a farmi comprendere che non c'è vendetta che possa riportare in vita la fantesca, capisco pure che invecchio piano, lentissimamente al punto che ora nel 2024 appaio come una quarantenne, mentre 400 anni fa, all'epoca dei fatti di anni ne avevo sedici.
Riemergo dai miei ricordi, mi guardo intorno, Nico e Isotta dormicchiano al sole tenendosi per mano, che tenere, Chiara sembra essersi calmata e Germana è di schiena e "cazzo che bel culo che tiene".
"Ragazze sveglia dai, mi è venuta un'idea per la serata, che ne dite di una cena in costume?".
"Costume? Cioè bikini" mi fa eco Nico con voce da oca, divertita della sua battuta.
"Ma no mon ami, ma no, intendo in costume d'epoca".
"Ah quindi in mutandoni!" replica divertita Chiara.
"Oh mio dio! Ho qui in gruppo di comiche e non lo sapevo" dico ridendo, e poi aggiungo alzandomi "venite con me, su forza, vi faccio vedere la mia collezione".
"Di farfalle o cosa?".
Sorrido sorniona mentre attraverso una porta e salgo le scale dell'ultimo piano, lì apro una porta ed entro in quella che un tempo doveva essere la mia camera da letto. Dentro c'è Giovanna che ride, cazzo avrà da ridere penso, poi rivolta al mio estasiato pubblico: "ragazze, qui ci sono vestiti autentici di ogni epoca, dai scegliamone qualcuno".
"E c'è anche il fantasma?" mi chiede tra il divertito e il preoccupato Isotta, alla quale rispondo "chissà".
È in quel momento che Giovanna, sempre presente fa cadere un candelabro posto su un mobile a lato nella stanza; a me si rizzano i capelli sulla nuca, le altre sono spaventate, io rispondo che sarà stato un topo mentre guardo Giovanna con uno sguardo che vuole trasmettere una domanda "che fai? Perché?".
"Sono due domande" mi dice, è palesemente gelosa ed io roteo gli occhi al cielo, poi rivolta alle ragazze ancora stupite dico: "allora, negli armadi metallici ad atmosfera controllata ci sono gli abiti antichi, in quella teca invece c'è l'abito ancora insanguinato di Todeschina e qui in questi in legno più moderni, quelli che potremmo usare questa sera, se volete "aggiungo." che ne dite di una serata anni venti, del 1900 intendo, tra Charleston e schiamazzi?".
Così passiamo un'ora a provare vestiti e scarpe, accessori autentici, tutto in allegria, io alla fine scelgo una mise sexy in stile Cabaret, con tanto di cappello, bastone e calze velate, le altre più sul classico, con Germana che indossa un abito così corto che ha la chiappe quasi di fuori. Alla fine scendiamo nella sala dove il catering dell'albergo qui vicino ha portato un mare di roba, come al solito ho esagerato nell'ordinare, va bene dureranno per vari giorni.
Giovanna mi guarda, si è cambiata d'abito anche lei, non più la tunica macchiata di sangue, ora mi ha seguita nella scelta e si è messa un trucco esagerato e vestita da uomo, vuole essere Emcee, ma lui nel film se non ricordo male era solo la spalla di Sally sul palco e non l'amante; va bè, vai a sapere cosa le passa per la testa.
Intanto si balla, si mangia, si beve e si balla, ci si diverte, tra donne, e va be' è un weekend di sole donne, sicché va bene così, domani le porto alla spa qui vicino, e chissà.
Scocca la mezzanotte, l'ora dei fantasmi; sì d'accordo è una cazzata, in realtà Giovanna non ha orari, è sempre con me, presenza costante a cui oramai sono abituata, anzi credo siamo abituate entrambe, oramai in simbiosi.
Scocca la mezzanotte dicevo e Giovanna si palesa, come nelle migliori tradizioni ectoplasmatiche, indossa ora la sua veste, quella macchiata di sangue.
Ammetto che fa un certo effetto pure a me quando lo fa; ovviamente scoppia il delirio in sala, solo Chiara è divertita dalla cosa, Isotta ride istericamente seguita da Germana, mentre Nico abbraccia Isotta tentando di confortarla ma si capisce che è angosciata dalla visione.
Io mi siedo da qualche parte e grido "Giovanna basta!" lei si ferma dal suo svolazzare fantasmatico e scende lentamente guardandomi storto.
"Dai volevo solo divertirmi un po' anche io.
"Sguardi ammutoliti, io che parlo al fantasma, questo che mi risponde e loro che sentono la sua voce.
Sentono la sua voce, poi Chiara ha la presenza di spirito di risponderle: "vuoi divertirti? Va bene, ma ora che siamo ubriache di adrenalina cosa vorresti fare? Il tuo divertimento è farci venire un infarto? Ci sei quasi riuscita"."Merda penso, qui sono guai".
"No Chiara, no nessuna di voi dovrà morire, solo che ero stanca di passare le ore a guardarvi mentre voi vi divertite ed io qui a fare nulla, neppure un ditalino, che sono incorporea e sai che divertimento." alla battuta parte una risata generale, brava Giovanna, hai stemperata l'atmosfera pesante che si era venuta a creare, ed ora?
"Ed ora?" fa eco ai miei pensieri Germana, "mo Dio buono, ci porti in un castello, e va bene, scopriamo che sei ricca", bè insomma... "credimi più di me senza dubbio, hai collezioni di mobili, quadri d'autore, abiti d'epoca, e poi la storia incredibile di questo posto, e pure il catering... " ma sì dai avevo bisogno di sfogarmi e divertirmi sul serio, e con chi se non con voi che siete amiche sincere... "sì e pure col fantasma parlante", "quello un imprevisto, ma dai divertente no?"
"Questo castello ha tante storie sapete, ma una è particolare, ma non posso raccontarla, anche perché senza il consenso di Giovanna non posso proprio."
"E no, ora ci spieghi, siamo in questa stanza con un fantasma e tu ti metti a questionare sul sesso degli angeli? Ora ci spieghi, se no che amica sei?", "capisco Isotta, ma non spetta a me decidere se parlare o meno, ci sono cose che prescindono dalla mia volontà, e poi che c'entra il sesso degli angeli", "non lo so, mi è venuta così "."Giovanna a te la parola!"."Seguitemi!" e imbocca una porta, la seguiamo, scende scale e siamo in cantina, qui si ferma davanti uno scaffale pieno di vecchie bottiglie, quindi ci chiede di spostarlo.
Minchia, è antico e il legno mezzo marcio, iniziamo a togliere le bottiglie, poi dopo mezz'ora di lavoro, sì intravede una porta dietro lo scaffale, io guardo Giovanna ma lei si limita a indicare lo scaffale, noi lo spostiamo e nel farlo questo va in pezzi, e va be' era decisamente vecchio.
La porta che appare dietro è altrettanto vecchia e chiusa a chiave, la chiave indica Giovanna è da sempre appesa alla parete, ma pensa te.
Ovviamente la ruggine ha fatto il suo lavoro e la serratura non si muove, e va bene, prendo coraggio e... Chiara mi ferma e con lo sguardo di chi la sa lunga, mi dice "lassa fa" e parte dando un colpo tale che la porta si schianta di colpo."Minchia" dico, "e chi sei Bruce Lee", "meglio" mi fa eco lei, "Chuck Norris me fa na pippa!"
Entriamo dentro, e lì c'è qualcosa che non mi aspettavo, che mi fa rabbrividire.
Sullo sfondo si staglia alla luce delle nostre torce un grande ritratto che mi ritrae ai giorni in cui abitavo qui e di cui avevo perso memoria, ai suoi piedi i resti di due corpi.
"Cazzo!" esprimiamo in coro tutte, Giovanna compresa.
Io la guardo e le chiedo come mai non sapeva nulla di quello che c'era qui.
"Io ovviamente sapevo dell'esistenza di questa stanza, vidi quando tuo padre la utilizzò per seppellirvi me e quello stronzo di tuo marito, ma non potevo entrarci, la porta doveva avere qualche sorta di incantesimo che impediva persino a me di entrare."
"Scusate, domanda, cioè quelli sono Giovanna e il marito di chi?" fa Germana, "mio" dico spostandomi accanto al quadro che mi ritrae.
"Io sono Todeschina di Prampero, e questi qui sono i resti della fantesca Giovanna, che avete ormai conosciuto, anche se in forma di fantasma, e l'altro Francesco d'Arcano, mio marito, e sì questo castello era suo ed io l'ho ereditato dopo che... che l'ho ucciso.".
"Lui mi ha colpita qui sulla spalla, ecco la cicatrice, e il vestito l'avete visto su di sopra nella teca, io ho 390 anni, ben portati però eh" concludo sorridendo.
"Ma scusa" mi chiede Nico "se tu ora ne dimostri 40, come mai la figura nel quadro è più giovane?", "giusto Nico, giusta osservazione" le risponde Giovanna, "perché quando le ho fatto il sortilegio, prima di morire, ho anche voluto che invecchiasse un poco alla volta, ero incazzata nera, anche se ora riconosco che con la mia dipartita tu non avevi nulla a che fare" mi dice rivolta a me, ed io vedo nel suo sguardo solo amore e ne sono felice.
"Ed ora che succede tesoro?" e le parole mi escono così, spontanee, dal cuore.
"Ed ora non ho idea di cosa succederà, io..." e si accuccia ad accarezzare le sue ossa, al ché queste prendono vita, noi cacciamo un urlo da smuovere le fondamenta del castello, ma poi vediamo che succede qualcosa tra il grottesco e il miracolo, Giovanna è in piedi davanti a noi, non è incorporea è reale "... ed ora cara Todeschina ci aspetta la vita che non abbiamo avuta e finirà quando Dio lo vorrà".
Io l'abbraccio, è carne quella che sento tra le mie braccia, è calore quello che percepisco, mi batte forte il cuore ma non è più paura, mi stacco da lei e ci guardiamo e poi ci abbracciamo di nuovo e ci baciamo e non so che altro, la testa mi gira, non capisco più niente.
Usciamo tutte e sei, ci guardiamo in faccia senza capire, saliamo di sopra nel salone, ci sediamo, mi verso un bicchiere di vino e dico, più che altro chiedendo a me stessa "ed ora?".
"Ora bisognerà chiamare le pompe funebri, che dite chiamiamo i Taffo?"
È Nico che parla, e ridiamo alla sua domanda, poi guardo Giovanna, i suoi occhi pieni d'amore, e poi la finestra dove il cielo sta rischiarando, "ed ora" dico "bisognerà chiamare i Carabinieri e cercare di spiegare perché abbiamo voluto spostare proprio quello scaffale" e rido.
== doverosa spiegazione ==
Il castello di Rive d'Arcano, detto di Arcano superiore esiste davvero, e seppure inventata da me, la storia ne cela un'altra, vera, al castello è legata la misteriosa vicenda di Francesco d’Arcano che nel 1635 aveva sposato Todeschina di Prampero, successivamente uccisa a pugnalate per gelosia.
Todeschina prima di morire scrisse col sangue le sue iniziali TP su un muro del castello, ancora visibili fino al 1976, quando il terremoto fece cadere il muro dov'erano le due lettere.
Francesco fece murare il cadavere che fu ritrovato agli inizi del Novecento durante lavori di restauro.
Fa paura? Bè la realtà spesso è peggio della fantasia
Avevo deciso per un saluto conviviale ma non così semplice, così sembrava detto per caso; io volevo abbracciarle con affetto e con calma, ma niente l'irruenza di Chiara, unita alla voglia di rivedersi di tutte e tre ha preso la mano.
Sì certo ciao, ma dammi pure un bacio, mi dice Germana mentre mi strizza in un abbraccio stritolatore.
Lo stesso fa Chiara però con un abbraccio distratto, si sta ancora guardando attorno, non è mai stata a Udine ed anche se le stazioni dei treni sono tutte uguali, alla fine vi si respira pur sempre un'aria diversa ad essere attente.
Ok ed ora che si fa? Chiede Chiara, bè dico io, andiamo che fuori c'è Nico che aspetta in auto... Nico! Sì Nico, è arrivata ieri e mi sta tenendo il posto al parcheggio che qui i vigili si accaniscono se lasci l'auto troppo tempo ferma. Nico è arrivata ieri? E che cazzo, chissà le scopate da ieri.
Ma che cazzo, le dico, Germana ma non è che io, rimarcando su quel io, faccio sesso in continuazione come te, le rispondo rendendole uno sguardo di sfida. Certo se fossimo state un po' meno stanche un pensierino... ma no dai, niente sesso.
Intanto arriviamo alla mia "Duster" ancora senza paraurti posteriore, apro il portabagagli e ci infilo un trolley, una valigia, un borsone e due beauty case; e che cazzo vi siete portate.
Ancora baci e abbracci con la Nico e poi si sale in auto, guida tu dico alla milanese , tanto la strada la sai, poi semmai ti dico, intanto dietro si scatena il finimondo, Germana seduta dietro a Nico le ha buttato le braccia al collo, Chiara sempre dietro sghignazza e poi le dice "oh guarda che a cintura se l'è messa eh".
Si ride come sceme, domande e risposte, quasi mai a tema, flash back e forward, ovvero ad una domanda si ricomincia con un'altra domanda a cui un'altra risponderà, un diluvio di parole che ad un ascoltatore esterno darebbero l'idea di una cacofonia incomprensibile, ma non a noi, parliamo e rispondiamo senza errori di incomprensione.
Alla fine imbocchiamo il cancello dell'aeroporto di Ronchi dei Legionari dove ci attende Isotta proveniente da Roma.
E allora è un delirio dei sensi, mentre noi scendiamo per salutare e aiutarla con i bagagli, a Nico si accendono gli "special" come ad un flipper in cui si è realizzato il ponteggio massimo; scende dall'auto e le si butta letteralmente addosso.
Ma Isotta è preparata, anche lei era in visibilio e in un attimo le due sono lì che si abbracciano strette e si baciano, lasciando attoniti i viaggiatori presenti e visibilmente meravigliate persino noi.
Vorremmo dire qualcosa, tipo che so un coro da stadio che incita al bacio, ma le due sono già a scambiarsi fluidi con le rispettive lingue, così non sapendo che fare, io apro il portabagagli e iniziamo a caricare l'auto.
Così dopo i saluti e i baci finalmente partiamo, destinazione paradiso.
Durante il viaggio le due piccioncine parlano tra loro escludendoci, nulla di strano, spero solo che durante questa vacanza ogni tanto, atterrino e si rendano conto che non sono sole; sia chiaro, va benissimo anche così, un amore che nasce e vive la sua storia, è bellissimo da vivere anche di luce riflessa.
O ma sei in divisa Isò, apre finalmente bocca Germana, ovvio le fa eco lei, ho staccato ora, ho finito il volo e sono entrata in pieno diritto nelle ferie.
Bene, ma intendevo hai intenzione di rimanerci tutto il tempo o ti cambi. Ma che discorsi, certo che mi cambio no? Si cambia, si cambia, le fa eco Nico, anzi si cambia ora vero amore? E tenta di slacciare la camicia della divisa.
Oh oh, e qui siamo arrivate al porno urla Chiara che è seduta al loro fianco e dietro di me.
Insomma ritorna il casino di prima in auto; intanto io mangio chilometri di autostrada, giro per Udine, esco a Sud e prendo il raccordo autostradale, Germana mi chiede dove andiamo, io la guardo di sottecchi e le dico, a casa ovviamente.
Intanto in auto la situazione si è calmata, le due sono una nelle braccia dell'altra, Chiara guarda il panorama, io le gambe di Germana che muove nervosamente.
Presa la statale guido per una decina di chilometri e poi giro per l'abitato di Fagagna, quindi lo supero e prendo per la strada cosiddetta "panoramica" che giusto da Fagagna porta a San Daniele del Friuli.
Ah ecco, mi fa Germana, andiamo a casa di tua nonna a San Daniele, no le rispondo io sorridendo, no, no e supero il Golf club.
Ah però da dietro fa Chiara, sì le rispondo, non ci manca nulla e pensa che c'è pure una piccola ma attrezzata spa, ma per ora andiamo dritte.
Ad un certo punto giro per una strada stretta, l'indicazione dice Arcano superiore, intorno è tutta campagna ma dopo circa 500 metri entro in un piccolo abitato, sono case coloniche, esco da una curva in leggera discesa ed ecco che il castello si staglia un poco sulla sinistra rispetto a noi, giro e mi dirigo all'ingresso.
Arrivate dico.
Arrivate dove?
A casa!
Ma dai ci prendi per il culo?
Ma no ragazze, non vi prendo per il culo, questa è casa mia, e prendendo le chiavi del cancello esco dall'auto per andare ad aprire, lasciandole tutte a bocca aperta.
Quando torno sono lì a parlare tra loro, intuisco che sono ancora incredule e meravigliate, comunque ingrano la marcia e superato il ponticello entro.
Dovrei installare un cancello automatico, ma per ogni modifica sostanziale devo avere il permesso dall'ente dei Beni Culturali nazionali, una palla necessaria, sicché non lo faccio per ora.
Scese dall'auto, io apro il portellone per prendere le valigie ma noto che le altre si stanno ancora guardando intorno, Isotta è lì che dice "non ci credo" ad ogni particolare che nota, le altre non sono da meno ma lei mi fa ridere.
"Isò sono io che non ci credo, stai ammirando il mio castello con le tette al vento" e giù a ridere "tu sei meravigliosa".
Ragazze venite, ci sistemiamo e poi vi faccio fare un giro per il castello, "mi casa es tu casa".
Dopo aver sistemato le ragazze in tre camere, io vado nella mia, dove mi sfilo il miniabito che indosso restando completamente nuda.
"Ah mi pareva, ma non indossi mai intimo sotto i vestiti?".
Mi giro e lei è lì, Giovanna Lazzi, governante del Conte Francesco uccisa da quest'ultimo per errore al posto di... bè di me ovviamente, è dal 1635 che mi tormenta; se sono ancora viva oggi è grazie a lei che per vendetta mi ha donata questa vita eterna.
L'ha fatto ovviamente per ricordarmi in eterno di essermi sottratta alla morte in vece sua, e per questo mi tortura di continuo.
Ovviamente solo io posso vederla e sentirla e inevitabilmente alla fine siamo divenute amiche, oddio amica di un fantasma, roba da istituto psichiatrico probabilmente, ma io so che è così e lo sa anche lei.
Todeschina di Prampero, di nobile schiatta, oggi mi faccio chiamare Lucrezia è meno impegnativo.
Bussano alla porta della camera - Lù ci sei? É Isotta che mi chiama. Entra pure, stavo giusto per fare una doccia, poi sarei scesa da voi.
Entra è in bikini e prendisole, sempre più vestita di me che indosso solo un paio di ciabatte.
Però, mighe mâl la fantate! (Però, mica male la ragazza!) io do un'occhiataccia alla Giovanna.
"Quindi volevo chiederti, si può andare in terrazza a prendere il sole?".
"Ti ho detto che puoi fare e andare dove vuoi, siamo qui per divertirci e rilassarci, faccio una doccia e vi raggiungo." e le mando un bacio varcando la soglia del bagno, più che altro per ingelosire Giovanna.
Quando finalmente esco sulla terrazza sono tutte lì, noto subito Chiara che fuma appoggiata alla balaustra, se non altro perché è l'unica che non è sdraiata sulle chaise longue.
Isotta e Nico vicine si tengono per mano, e mi piacciono i loro bikini a fiori, specie quello di Nico, molto "giapponese" chissà se l'ha comprato a Milano o gliel'ha portato Isotta da uno dei suoi viaggi, Germana indossa uno dei suoi striminziti micro bikini.
Io mi tolgo il prendisole e ostento la mia quinta al vento e agli occhi delle presenti, mi sdraio e socchiudo gli occhi e ripenso ai fatti accaduti circa 400 anni prima, alle litigate con Francesco con cui mi ero appena sposata, a Giovanna che si metteva in mezzo prendendo le mie difese, alle questioni fiscali relative alla mia dote.
Alla fine lui mi darà una coltellata alla spalla destra, poi un'altra che però finisce in pieno petto a Giovanna che si era messa in mezzo, io che scappo, Giovanna che pronuncia strane frasi e scrive col proprio sangue le mie iniziali TP sul muro e poi spira.
Io scappo inseguita dal pazzo, riesco a prendere Fiorello e cavalco verso il castello di mio padre, la finalmente sono in salvo e posso essere medicata, poi inizia la caccia per la vendetta.
Francesco viene preso pochi giorni dopo durante il suo ritorno da una caccia, è solo e nessuno può correre in suo aiuto, lo portano nel castello di mio padre, lo buttano nelle segrete, dove una notte io stessa, con queste mani lo uccido con una coltellata al petto, proprio nel punto dove aveva colpito il petto di Giovanna.
È proprio in quel momento che sento una rilassatezza prendere possesso del mio corpo; vendetta è compiuta ed io sono addirittura felice, ma saranno gli anni a farmi comprendere che non c'è vendetta che possa riportare in vita la fantesca, capisco pure che invecchio piano, lentissimamente al punto che ora nel 2024 appaio come una quarantenne, mentre 400 anni fa, all'epoca dei fatti di anni ne avevo sedici.
Riemergo dai miei ricordi, mi guardo intorno, Nico e Isotta dormicchiano al sole tenendosi per mano, che tenere, Chiara sembra essersi calmata e Germana è di schiena e "cazzo che bel culo che tiene".
"Ragazze sveglia dai, mi è venuta un'idea per la serata, che ne dite di una cena in costume?".
"Costume? Cioè bikini" mi fa eco Nico con voce da oca, divertita della sua battuta.
"Ma no mon ami, ma no, intendo in costume d'epoca".
"Ah quindi in mutandoni!" replica divertita Chiara.
"Oh mio dio! Ho qui in gruppo di comiche e non lo sapevo" dico ridendo, e poi aggiungo alzandomi "venite con me, su forza, vi faccio vedere la mia collezione".
"Di farfalle o cosa?".
Sorrido sorniona mentre attraverso una porta e salgo le scale dell'ultimo piano, lì apro una porta ed entro in quella che un tempo doveva essere la mia camera da letto. Dentro c'è Giovanna che ride, cazzo avrà da ridere penso, poi rivolta al mio estasiato pubblico: "ragazze, qui ci sono vestiti autentici di ogni epoca, dai scegliamone qualcuno".
"E c'è anche il fantasma?" mi chiede tra il divertito e il preoccupato Isotta, alla quale rispondo "chissà".
È in quel momento che Giovanna, sempre presente fa cadere un candelabro posto su un mobile a lato nella stanza; a me si rizzano i capelli sulla nuca, le altre sono spaventate, io rispondo che sarà stato un topo mentre guardo Giovanna con uno sguardo che vuole trasmettere una domanda "che fai? Perché?".
"Sono due domande" mi dice, è palesemente gelosa ed io roteo gli occhi al cielo, poi rivolta alle ragazze ancora stupite dico: "allora, negli armadi metallici ad atmosfera controllata ci sono gli abiti antichi, in quella teca invece c'è l'abito ancora insanguinato di Todeschina e qui in questi in legno più moderni, quelli che potremmo usare questa sera, se volete "aggiungo." che ne dite di una serata anni venti, del 1900 intendo, tra Charleston e schiamazzi?".
Così passiamo un'ora a provare vestiti e scarpe, accessori autentici, tutto in allegria, io alla fine scelgo una mise sexy in stile Cabaret, con tanto di cappello, bastone e calze velate, le altre più sul classico, con Germana che indossa un abito così corto che ha la chiappe quasi di fuori. Alla fine scendiamo nella sala dove il catering dell'albergo qui vicino ha portato un mare di roba, come al solito ho esagerato nell'ordinare, va bene dureranno per vari giorni.
Giovanna mi guarda, si è cambiata d'abito anche lei, non più la tunica macchiata di sangue, ora mi ha seguita nella scelta e si è messa un trucco esagerato e vestita da uomo, vuole essere Emcee, ma lui nel film se non ricordo male era solo la spalla di Sally sul palco e non l'amante; va bè, vai a sapere cosa le passa per la testa.
Intanto si balla, si mangia, si beve e si balla, ci si diverte, tra donne, e va be' è un weekend di sole donne, sicché va bene così, domani le porto alla spa qui vicino, e chissà.
Scocca la mezzanotte, l'ora dei fantasmi; sì d'accordo è una cazzata, in realtà Giovanna non ha orari, è sempre con me, presenza costante a cui oramai sono abituata, anzi credo siamo abituate entrambe, oramai in simbiosi.
Scocca la mezzanotte dicevo e Giovanna si palesa, come nelle migliori tradizioni ectoplasmatiche, indossa ora la sua veste, quella macchiata di sangue.
Ammetto che fa un certo effetto pure a me quando lo fa; ovviamente scoppia il delirio in sala, solo Chiara è divertita dalla cosa, Isotta ride istericamente seguita da Germana, mentre Nico abbraccia Isotta tentando di confortarla ma si capisce che è angosciata dalla visione.
Io mi siedo da qualche parte e grido "Giovanna basta!" lei si ferma dal suo svolazzare fantasmatico e scende lentamente guardandomi storto.
"Dai volevo solo divertirmi un po' anche io.
"Sguardi ammutoliti, io che parlo al fantasma, questo che mi risponde e loro che sentono la sua voce.
Sentono la sua voce, poi Chiara ha la presenza di spirito di risponderle: "vuoi divertirti? Va bene, ma ora che siamo ubriache di adrenalina cosa vorresti fare? Il tuo divertimento è farci venire un infarto? Ci sei quasi riuscita"."Merda penso, qui sono guai".
"No Chiara, no nessuna di voi dovrà morire, solo che ero stanca di passare le ore a guardarvi mentre voi vi divertite ed io qui a fare nulla, neppure un ditalino, che sono incorporea e sai che divertimento." alla battuta parte una risata generale, brava Giovanna, hai stemperata l'atmosfera pesante che si era venuta a creare, ed ora?
"Ed ora?" fa eco ai miei pensieri Germana, "mo Dio buono, ci porti in un castello, e va bene, scopriamo che sei ricca", bè insomma... "credimi più di me senza dubbio, hai collezioni di mobili, quadri d'autore, abiti d'epoca, e poi la storia incredibile di questo posto, e pure il catering... " ma sì dai avevo bisogno di sfogarmi e divertirmi sul serio, e con chi se non con voi che siete amiche sincere... "sì e pure col fantasma parlante", "quello un imprevisto, ma dai divertente no?"
"Questo castello ha tante storie sapete, ma una è particolare, ma non posso raccontarla, anche perché senza il consenso di Giovanna non posso proprio."
"E no, ora ci spieghi, siamo in questa stanza con un fantasma e tu ti metti a questionare sul sesso degli angeli? Ora ci spieghi, se no che amica sei?", "capisco Isotta, ma non spetta a me decidere se parlare o meno, ci sono cose che prescindono dalla mia volontà, e poi che c'entra il sesso degli angeli", "non lo so, mi è venuta così "."Giovanna a te la parola!"."Seguitemi!" e imbocca una porta, la seguiamo, scende scale e siamo in cantina, qui si ferma davanti uno scaffale pieno di vecchie bottiglie, quindi ci chiede di spostarlo.
Minchia, è antico e il legno mezzo marcio, iniziamo a togliere le bottiglie, poi dopo mezz'ora di lavoro, sì intravede una porta dietro lo scaffale, io guardo Giovanna ma lei si limita a indicare lo scaffale, noi lo spostiamo e nel farlo questo va in pezzi, e va be' era decisamente vecchio.
La porta che appare dietro è altrettanto vecchia e chiusa a chiave, la chiave indica Giovanna è da sempre appesa alla parete, ma pensa te.
Ovviamente la ruggine ha fatto il suo lavoro e la serratura non si muove, e va bene, prendo coraggio e... Chiara mi ferma e con lo sguardo di chi la sa lunga, mi dice "lassa fa" e parte dando un colpo tale che la porta si schianta di colpo."Minchia" dico, "e chi sei Bruce Lee", "meglio" mi fa eco lei, "Chuck Norris me fa na pippa!"
Entriamo dentro, e lì c'è qualcosa che non mi aspettavo, che mi fa rabbrividire.
Sullo sfondo si staglia alla luce delle nostre torce un grande ritratto che mi ritrae ai giorni in cui abitavo qui e di cui avevo perso memoria, ai suoi piedi i resti di due corpi.
"Cazzo!" esprimiamo in coro tutte, Giovanna compresa.
Io la guardo e le chiedo come mai non sapeva nulla di quello che c'era qui.
"Io ovviamente sapevo dell'esistenza di questa stanza, vidi quando tuo padre la utilizzò per seppellirvi me e quello stronzo di tuo marito, ma non potevo entrarci, la porta doveva avere qualche sorta di incantesimo che impediva persino a me di entrare."
"Scusate, domanda, cioè quelli sono Giovanna e il marito di chi?" fa Germana, "mio" dico spostandomi accanto al quadro che mi ritrae.
"Io sono Todeschina di Prampero, e questi qui sono i resti della fantesca Giovanna, che avete ormai conosciuto, anche se in forma di fantasma, e l'altro Francesco d'Arcano, mio marito, e sì questo castello era suo ed io l'ho ereditato dopo che... che l'ho ucciso.".
"Lui mi ha colpita qui sulla spalla, ecco la cicatrice, e il vestito l'avete visto su di sopra nella teca, io ho 390 anni, ben portati però eh" concludo sorridendo.
"Ma scusa" mi chiede Nico "se tu ora ne dimostri 40, come mai la figura nel quadro è più giovane?", "giusto Nico, giusta osservazione" le risponde Giovanna, "perché quando le ho fatto il sortilegio, prima di morire, ho anche voluto che invecchiasse un poco alla volta, ero incazzata nera, anche se ora riconosco che con la mia dipartita tu non avevi nulla a che fare" mi dice rivolta a me, ed io vedo nel suo sguardo solo amore e ne sono felice.
"Ed ora che succede tesoro?" e le parole mi escono così, spontanee, dal cuore.
"Ed ora non ho idea di cosa succederà, io..." e si accuccia ad accarezzare le sue ossa, al ché queste prendono vita, noi cacciamo un urlo da smuovere le fondamenta del castello, ma poi vediamo che succede qualcosa tra il grottesco e il miracolo, Giovanna è in piedi davanti a noi, non è incorporea è reale "... ed ora cara Todeschina ci aspetta la vita che non abbiamo avuta e finirà quando Dio lo vorrà".
Io l'abbraccio, è carne quella che sento tra le mie braccia, è calore quello che percepisco, mi batte forte il cuore ma non è più paura, mi stacco da lei e ci guardiamo e poi ci abbracciamo di nuovo e ci baciamo e non so che altro, la testa mi gira, non capisco più niente.
Usciamo tutte e sei, ci guardiamo in faccia senza capire, saliamo di sopra nel salone, ci sediamo, mi verso un bicchiere di vino e dico, più che altro chiedendo a me stessa "ed ora?".
"Ora bisognerà chiamare le pompe funebri, che dite chiamiamo i Taffo?"
È Nico che parla, e ridiamo alla sua domanda, poi guardo Giovanna, i suoi occhi pieni d'amore, e poi la finestra dove il cielo sta rischiarando, "ed ora" dico "bisognerà chiamare i Carabinieri e cercare di spiegare perché abbiamo voluto spostare proprio quello scaffale" e rido.
== doverosa spiegazione ==
Il castello di Rive d'Arcano, detto di Arcano superiore esiste davvero, e seppure inventata da me, la storia ne cela un'altra, vera, al castello è legata la misteriosa vicenda di Francesco d’Arcano che nel 1635 aveva sposato Todeschina di Prampero, successivamente uccisa a pugnalate per gelosia.
Todeschina prima di morire scrisse col sangue le sue iniziali TP su un muro del castello, ancora visibili fino al 1976, quando il terremoto fece cadere il muro dov'erano le due lettere.
Francesco fece murare il cadavere che fu ritrovato agli inizi del Novecento durante lavori di restauro.
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