Elucubrazioni
di
Lucrezia
genere
sentimentali
Dovrei scrivere qualcosa.
Oddio dovrei, più vorrei; quel verbo così imperativo, dovere, ma chi mi obbliga, nessuno ovvio.
Sicché vorrei è più corretto nel senso che son io a non obbligarmi, e son sempre io a chiedermi perché ora son qui a mettere per iscritto il mio rimuginare.
Ma si sa "volere è potere".
Ma chi l'ha detto, chi l'ha scritto. Wikipedia mi dice Carlo Cottone Principe di Castelnuovo e chi era costui? Non ho voglia di saperlo, non ho voglia di dar seguito all'altro detto "sapere è potere" di Bacon.
D'altronde come fai a dare seguito al forbito dire di un inglese che ha per cognome il nome di un prodotto del maiale.
Eppoi, sono le 4 e 48 di una fredda mattina invernale, come fai a farti certe domande, o dormi o prepari una colazione, non hai scelta.
E mentre lo scrivo mi rendo conto che una scelta ce l'ho, l'ho scritta è dentro quelle due "o", o dormi o fai un'altra cosa.
Ma perché? No dico, ma perché mi sono svegliata così presto se devo stare qui a rimuginare sul nulla, a dare seguito a pensieri inutili, a sbadigliare su frasi sensa senso.
Era meglio se mi sparavo un ditalino; volgare ma consolatorio.
Poi mi giravo su un fianco e buonanotte.
French toast o croissant?
Ecco ho deciso, non io cosciente sia chiaro, quello ancora si chiede che ci sto a fare qui, no quell'altro il subconscio che da seguito al pensiero che viene dalla pancia, l'unico "cervello" che da il senso alla vita: "mangiare, dormire, scopare!" what else.
Però che fatica dargli seguito, bisogna pure alzarsi e poi non ho toast e neppure croissant in casa, forse Oro Saiwa e soprattutto l'ingrediente fondamentale: la voglia di alzarmi.
Driin! La sveglia, sono le 5.
O ma io son già sveglia da un po' non è giusto, non è che posso recuperare un po' di sonno, no eh.
Caffè!
PS: ma dove lo metto questo racconto?
Masturbazioni (mentali), incesti (tra me e me), esibizionismo (ma chi vuole guardare) o confessioni (di una pazza)? Sentimentali, dopo tutto mi voglio bene.
PPS: caffè.
Oddio dovrei, più vorrei; quel verbo così imperativo, dovere, ma chi mi obbliga, nessuno ovvio.
Sicché vorrei è più corretto nel senso che son io a non obbligarmi, e son sempre io a chiedermi perché ora son qui a mettere per iscritto il mio rimuginare.
Ma si sa "volere è potere".
Ma chi l'ha detto, chi l'ha scritto. Wikipedia mi dice Carlo Cottone Principe di Castelnuovo e chi era costui? Non ho voglia di saperlo, non ho voglia di dar seguito all'altro detto "sapere è potere" di Bacon.
D'altronde come fai a dare seguito al forbito dire di un inglese che ha per cognome il nome di un prodotto del maiale.
Eppoi, sono le 4 e 48 di una fredda mattina invernale, come fai a farti certe domande, o dormi o prepari una colazione, non hai scelta.
E mentre lo scrivo mi rendo conto che una scelta ce l'ho, l'ho scritta è dentro quelle due "o", o dormi o fai un'altra cosa.
Ma perché? No dico, ma perché mi sono svegliata così presto se devo stare qui a rimuginare sul nulla, a dare seguito a pensieri inutili, a sbadigliare su frasi sensa senso.
Era meglio se mi sparavo un ditalino; volgare ma consolatorio.
Poi mi giravo su un fianco e buonanotte.
French toast o croissant?
Ecco ho deciso, non io cosciente sia chiaro, quello ancora si chiede che ci sto a fare qui, no quell'altro il subconscio che da seguito al pensiero che viene dalla pancia, l'unico "cervello" che da il senso alla vita: "mangiare, dormire, scopare!" what else.
Però che fatica dargli seguito, bisogna pure alzarsi e poi non ho toast e neppure croissant in casa, forse Oro Saiwa e soprattutto l'ingrediente fondamentale: la voglia di alzarmi.
Driin! La sveglia, sono le 5.
O ma io son già sveglia da un po' non è giusto, non è che posso recuperare un po' di sonno, no eh.
Caffè!
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Masturbazioni (mentali), incesti (tra me e me), esibizionismo (ma chi vuole guardare) o confessioni (di una pazza)? Sentimentali, dopo tutto mi voglio bene.
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