Maria e Monica - primo capitolo

di
genere
dominazione

Premessa

Sembrerà strano, ma il mio è un matrimonio felice, amo mia moglie più di me stesso, fin dal primo giorno in cui siamo usciti insieme quasi quattro anni fa.
Il nostro fidanzamento è durato due anni durante i quali lei non si è mai negata alle mie piccole e banali voglie. Facevamo l'amore tutte le volte che potevamo con me contentissimo d'avere una donna così disinibita e vogliosa, dovrei dire forse anche troppo.
Ci siamo sposati dopo aver messo a posto un appartamento che ci diedero i suoi, ma da subito la gelosia ha cominciato a tormentarmi. Monica, questo è il suo nome, è una donna bellissima, alta circa uno e settanta con una buona terza ben proporzionata su quel corpo senza un filo di grasso, i capelli a caschetto neri circondano un viso, dove risaltano i suoi occhi verde smeraldo e le labbra carnose.
Lei ama vestire sempre in maniera provocante come se non lo fosse già abbastanza di suo, ma io non sono mai riuscito a dirle niente. Durante ogni festa si trova sempre in primo piano, circondata da uomini che darebbero chissà cosa per portarla a letto, ma anche da donne che desiderano amare quel corpo.
Non so come ma mi sono trovato a desiderare che fosse non solo mia moglie, ma anche la mia padrona, che mi usasse come se fossi un docile cagnolino pronto a servirla ogni volta che ne avesse voglia. Volevo essere come lei, bella e affascinante e così ho iniziato a provare le sue cose, ovviamente a sua insaputa, per poi masturbarmi come un pazzo, eccitato dal sentirmi addosso il nylon delle calze o la seta delle mutandine.
Ho anche comprato dei giochini erotici pur sapendo che a lei non piacevano tanto, ma pensando a come mi sarebbe piaciuto se fosse stata Monica a usarli su di me. Finché non son stato scoperto quel venerdì sera.
Sapendola a dormire mi guardo un filmino di dominazione femminile. Ho una voglia matta, so di essere molto porco, ma questi sono i miei istinti, le mie voglie. Ho provato tutta sera a dirgli che volevo godere ma lei niente. Dopo poco che il filmino è partito avevo già il mio cazzo in mano.
Ma volevo di più, così non ho resistito, ho messo in pausa e sono andato in bagno, sapendo di trovare le sue autoreggenti quelle usate tutto il giorno. Speravo di trovare un perizoma, ed infatti, eccolo lì nel cesto della roba sporca. Di fretta indosso le autoreggenti e corro in sala, in questi istanti le mie voglie insaziabili non mi fanno ragionare, dimenticando persino che lei è in camera che dorme.
Rimetto play, il film parte.
Lei è una bellissima Mistress che porta il suo schiavo nudo in giro per casa come un cagnolino e vorrei essere lì io con lei. Il mio cazzo pulsa come non mai, inizio a segarmi ma sento che sto per venire. Così mi fermo perchè voglio godermi meglio il film.
Prendo un cuscino del divano, lo piego a metà e lo metto appena davanti al tavolino che c'è proprio davanti alla tv. In mezzo alla piegatura ci infilo subito il mio cazzo, mentre mi allungo con la pancia sul tavolino per annusare le sue mutandine con il bacino inizio a scopare il cuscino.
Era tanto che non mi concedevo certe maialate e la mia testa ne aveva bisogno. Dopo un po' nel filmato la Mistress sta sodomizzando il suo slave, dopo averlo legato per aria, con uno strap-on. Il mio sesso è in fiamme, so che non resisterò per molto, così mi alzo per riappoggiare il cuscino al suo posto e godere, ma nel girarmi me vedo mia moglie davanti non certo felice.
“Che cazzo fai brutto porco ?”
Vado nel panico, cerco di nascondermi, vorrei fermare le immagini ma non riesco anche perchè lei me lo impedisce. Poi stavo proprio per godere e il mio sesso sembra non volere sapere niente di lei, anzi sembra diventare sempre più duro.
“Maiale schifoso, vada per un porno ma cos'è questa porcheria. In più guardati, con le mie calze, hai un cazzo grande come mai avevo visto. ”
“Monica lascia che ti spieghi..”
Lei è furiosa, mi urla di tutto, mentre grida mi ricompongo indossando i pantaloni e una maglietta, cerco invano di calmarla, fino a che di forza non la porto su una sedia.
“Senti lascia almeno che parli, dopo potrai fare quello che credi, anche lasciarmi e non farò nessuna opposizione, me ne andrò e ti lascerò tutto, solo prima devo parlarti, se ho commesso un errore è stato quello non farlo prima.”
“Va bene, dammi però una sigaretta.”
Mentre lei fuma le confesso le mie perversioni, il mettere la sua biancheria intima, il sognarla mia padrona e tutto il resto. Io parlo e Monica fuma una sigaretta dietro l'altra, cambiando spesso espressione, passando dall'incredula alla disgustata alla curiosa.
Alla fine mi butto in ginocchio davanti a lei e la supplico di non lasciarmi.
“Ora sai tutto, ma se c'è rimasto dell'amore in te non buttarmi fuori di casa.”
Monica rimane in silenzio, un silenzio che mi uccide non sapendo quello che farà, fino a che non prende la parola.
“Allora Mario, io non so davvero che dirti, mettiti un attimo nei miei panni, che dovrei fare ? Prenderti a schiaffi, farti fare le valigie, portarmi un uomo a farmi scopare davanti a te ? Almeno lasciami questa notte per pensarci, domattina ti dirò la mia decisione, intanto tu adesso dormi sul divano, non voglio vederti fino a che non mi risveglio.”
“Va bene, come vuoi tu, in fondo la tua richiesta è più che giusta.”
La vedo andare in camera e mi butto sul divano, so che non riuscirò a dormire, ma quello che più m'angoscia è il non sapere cosa deciderà di me.


Primo Capitolo

La mattina mi sveglio presto, ho dormito poco e male e vado in cucina per farmi un caffè.
Monica è lì seduta con la caffettiera ancora fumante davanti che beve dalla sua tazzina preferita.
“Ne vuoi un po' ?” mi chiede con un mezzo sorriso.
“Grazie penso proprio d'averne bisogno.”
Mi riempio una tazza e aspetto, non ho il coraggio di chiederle niente, e il suo silenzio mi sta uccidendo.
Poi come d'incanto inizia a parlare.
“Senti Mario, io non ci ho dormito sopra, quello che mi hai detto ieri sera mi ha sconvolta nel profondo e non so se mi sono ancora ripresa. Quello che so è che ti voglio bene e che non me la sento di lasciarti, solo se vuoi essere una donna lo sarai solo per me e per chi voglio io, sarò sempre io a dettare le regole, tu potrai solo obbedire o andartene.” Cerco d'interromperla, ma lei mi blocca subito.
“Lasciami finire, d'ora in poi tu non mi scoperai più, non ne sei neanche degno, se vorrò farlo cercherò un uomo vero e se dovesse succedere tu assisterai in silenzio. Inoltre ti tratterò come una troia, ti sfonderò il culo in maniere che neanche immagini, dovrai imparare a usare la bocca meglio di una puttana. Infine lascerai il lavoro, farai la domestica a tempo pieno, il mio stipendio basta e avanza per vivere tranquillamente. Ora puoi dirmi se accetti le mie condizioni o meno.”
“Si amore mio farò tutto quello che vuoi.”
“Allora spogliati, devi imparare a stare nudo in mia presenza.” Non le rispondo neanche e mi spoglio in un attimo. Monica mi gira intorno quasi disgustata.
“Certo che come donna fai proprio schifo, vedrò di metterci una pezza, ora seguimi in bagno.”
Lì mi depila completamente, lo fa canticchiando mostrandomi che si diverte nel farlo. Alla fine mi ritrovo senza un pelo e con i capelli rasati.
“Non ti preoccupare per la chioma, nel pomeriggio ti prenderò qualche parrucca da donna.” Poi mi porta in camera dove mi fa indossare un suo completino intimo e delle autoreggenti. “Ora sei già meglio, dopo col trucco sembrerai una perfetta puttana.”
“Grazie amore.”
“Non mi ringraziare, non sai quello che ti farò passare, adesso prepara un buon pranzo che ho fame.”
“Vado subito.”
Mentre mi allontano sento che chiama Maria e non capisco con chi l’abbia, finché non mi si mette di fronte.
“Cos'è sei diventato sordo ?”
“No perchè ?”
“Se ti chiamo devi rispondermi e subito.”
“Ma tu hai chiamato Maria, l'ho capito bene.”
“E con chi credi l’avessi se non con te, di certo non ti chiamerò più col tuo nome, se vuoi fare la
donna avrai un nome da donna.”
“Perdonami amore, non ci avevo pensato.”
“Per questa volta passi, ma la prossima volta che sbagli ti punisco e per bene.”
“Si amore, come vuoi tu.”
Preparo il pranzo, ma lei non mi fa sedere a tavola.
“Tu resti qui in ginocchio vicino a me finché non finisco.”
“Si amore.”
“E non chiamarmi sempre amore che mi fa saltare i nervi.”
“Si Padrona ?”
“Così va meglio, ora lasciami mangiare che dopo esco, ho bisogno di fare spese per il mio frocetto.”
Infatti dopo che ha finito si veste ed esce.
Di certo quando torna ci saranno delle novità.

Anche se non sono un granché in cucina, m'impegno tutto il giorno per farle trovare una cenetta deliziosa.
Quando Monica torna è piena di sacchetti e subito le vado incontro per aiutarla, ma appena dentro casa, lei chiude la porta e li fa cadere per terra.
“Servetta metti tutto in sala e non provare ad aprirli, ora vado a farmi una doccia, quando esco voglio la cena in tavola.”
“Si mia Signora, sarà fatto.”
Prendo tutti i sacchetti e li porto dove mi ha detto lei, poi torno in cucina e do gli ultimi tocchi. Lei arriva e si siede a tavola con indosso solo una vestaglia corto e leggera, ad ogni passo si pare quel tanto che basta perchè le sue gambe escano prepotentemente, facendomi impazzire.
Io ho ancora indosso il suo completino e le calze nere, con gli slippini faticano a contenere la mia eccitazione. Avrei voglia di prenderlo stretto in mano, farlo uscire dalle mutande e mostrargli, come sono eccitato da questa mia nuova situazione, ma lei subito mi blocca.
“Maria vedi di non far uscire il cazzo mentre mangio, già mi fa schifo di sè, non vorrei m'andasse di traverso il cibo.”
“Ma Padrona non è facile, tu sei così bella che...”
Non mi lascia finire la frase che mi afferra per il collo e mi fa chinare sul tavolo, poi fa entrare le mutandine nel solco delle mie chiappe lasciando queste nude. “Vediamo se così lo capisci.”
Inizia a sculacciarmi con forza, mi fa subito male, la pelle mi brucia, ma non mi sposto.
“Ti ecciti ancora brutta maiala ?”
“No amore.”
Ma in verità è che ogni suo schiaffo è sempre più eccitante, dopo il bruciore della pelle delle chiappe sento il mio sesso sempre più duro. Ho voglia di godere, sono eccitatissimo anche perchè quello che sto vivendo è un sogno che diventa realtà. Una cosa che ho sempre desiderato e mi sono sempre negato, sognando un'infinità di volte questo giorno.
“Allora portami la cena e tieniti dentro il cazzetto.”
So che non sono un superdotato, ma finora non si era mai lamentata delle mie dimensioni, solo ora mi umilia ad ogni occasione, è dura ma è giusto che sia così, in fondo l'ho voluto io. Quando ha finito mi porta dritta in sala e mi fa sedere.
“Ora vediamo di farti sembrare meno schifosa di quello che sei.”
Da un sacchetto escono tre parrucche di diversi colori, dopo averle provate Monica stabilisce che quella che mi sta meglio è la prima che ho provata, un semplice caschetto nero alla Valentina. Poi inizia a truccarmi spiegandomi quello che fa, devo essere veloce ad imparare perchè presto dovrò provvedere da sola.
Alla fine tira fuori in miniabito nero elasticizzato e dei sandali con un bel tacco, con quelle cose indosso vado allo specchio e stento a riconoscermi.
“Allora come si sente la mia puttanella ?”
“Sei una maga, non credo ai miei occhi !”
Sembro veramente una donna. Se m’incontrassi in giro non mi riconoscerei nemmeno io, sono bellissima. Mi sento in estasi sentendomi una zoccola, pronta a darsi “Allora Maria è contenta ?”
“Si amore, Maria è contenta.”
Mi allungo per baciarla, ma lei si ritrae.
“Che fai Maria, io non sono lesbica, io bacio solo i maschioni. Lo hai deciso tu di essere la mia servetta e questo sarai, ora però ci vuole l'ultimo tocco.” Mi dice prendendo una scatola che mi porge.
“Aprila tu, in fondo questo è un regalo.”
Sono tanto nervosa che fatico a togliere il nastrino, ma alla fine riesco ad aprire la scatola. Dentro c'è un collare in pelle con tre anelli, uno frontale e due laterali. Monica mi aiuta a metterlo e mi specchio di nuovo.
“Ora sei perfetta,la mia cagnolina e la mia schiava.”
“Sì, come tu mi vuoi.”
Sono al settimo cielo, mai avrei pensato di vestirmi e truccarmi così davanti a mia moglie, ma soprattutto di poter dar sfogo ai miei istinti di sottomissione. Anche se la frase, ora sei la mia servetta senza darmi un bacio un po' mi sconvolge.
“Ora però andiamo in camera, c'è ancora una cosetta da fare.”
La vedo prendere l'ultimo sacchetto ancora pieno e recarsi verso la camera. Io la seguo un po' a fatica, non sono abituata ai tacchi e cammino con molta prudenza, ma alla fine arrivo da lei che mi diverte a vedermi così impacciata.
“Togliti il vestito, sul letto non serve.”
Me lo sfilo con cura e lo metto ben piegato sull'omino, poi le chiedo cosa devo fare.
“Mettiti nella posizione delle puttane, cioè a pecora con la faccia sul materasso e le gambe ben aperte.”
Mi sistemo come vuole lei che mi mette al mio fianco e comincia ad accarezzarmi la schiena.
“Dimmi Maria, dietro sei ancora vergine ?”
“Sì, lo sai che non sono mai stata con un uomo.”
“Bene, mi piace che parli al femminile, in fondo ora sei una donna, solo con qualcosa in più.”
“Si mi sento tanto donna, vorrei essere come te, perfetta e sublime.”
“Bene, ma per diventare come me dovrai percorrerne di strada. Per iniziare imparerai a godere come una femmina in calore, voglio che tu goda come una porca.”
Le sue mani sono scivolate sul mio culo, lo accarezzano come se fosse un bene prezioso.
Mi eccito davvero come una porcellina e, anche se ho un po' paura, non vedo l'ora di sentirmi sua. Sfila le mie mutandine dicendomi che non servono più, poi dal sacchetto prende uno strap-on doppio, di quelli in cui una parte entra nel sesso di chi è attiva.
Mi mette davanti a me con quel cazzo di gomma a pochi centimetri dal mio viso.
“Fammi vedere come sei brava di bocca, scommetto che un pompino lo sai fare.”
Non le rispondo neanche e mi avvento su quel membro, allargo la bocca il più possibile e lo metto dentro, farlo entrare tutto non è facile, mi sembra che non ci stia, ma con i suoi consigli riesco nell'impresa. Più mi spiega più mi piace e vorrei che quello strap-on non fosse lì, ma ci fosse un bel maschione e mi riempisse la bocca col suo cazzo. Inizio a muovermi come una pazza come a voler far venire quel fallo di gomma dura.
“Brava Maria, sembri nata per fare pompini, scommetto che ti piacerebbe anche bere il nettare di un uomo.”
“Sì, è vero.” le rispondo sfilandolo per un istante.
“Ora vediamo come godi prendendolo nel culo.”
Monica passa dietro ,un po' sono dura, ma lei inizia a leccarmi il buco bagnandolo con la sua saliva. Quando mette dentro un dito quasi non me ne accorgo, sento solo una frustata di piacere partire da lì per arrivare dritta al cervello.
Col secondo dito è diverso, questo lo accuso, ma Monica mi da due pacche leggere sulle chiappe e mi rilasso subito, gustandomeli con calma. Lei mi muove con calma, facendoli roteare mentre entrano ed escono.
Il terzo è devastante, mi sento davvero aperta, il dolore è forte, ma anche il piacere che e segue subito dopo.
“Ora te lo apro del tutto piccola porca.”
Sento la punta dello strap-on premere sul mio ano, cerco di rilassarmi al massimo, ma non è facile.
Monica m’incula con dolcezza, ma nonostante ciò sento un male cane.
“Mi fai male, ti prego, non mettermelo tutto dentro.” “Resisti ancora un po' e dopo mi ringrazierai.”
Benché la preghi di smettere, mia moglie non lo fa, anzi mi penetra sempre di più fino a far entrare del tutto quel simulacro nel mio sfintere.
“Adesso godi piccola mia.”
“Ma mi brucia tutto.”
“Aspetta e vedrai.”
Pian piano lo sento uscire per poi rientrare, ogni volta che è dentro sento sempre meno dolore e il cazzo, quello mio, ingrossarsi fin quasi ad esplodere.
“Si amore, ora mi piace.”
“Vedi che sei solo una puttanella da culo.”
“Hai ragione, ti prego, ti supplico non smettere. Si amore, godo come mai ho goduto, ti prego fammi tua.”
Mi afferra per le spalle e prende a scoparmi sempre più forte, sento ancora un po' di male, ma il piacere è nettamente superiore.
"Si amore, più forte, continua così sto godendo"
Mia moglie mi sta sfondando il culo e sto godendo, chi l'avrebbe mai detto fino a ieri sera. Adesso mi sta sbattendo come io amavo farlo con lei, lunghi e veloci colpi seguiti da alcuni più brevi e lenti, col cazzo dentro fino in fondo fino a sborrarle nelle viscere.
"Ti piace puttanella, senti quant'è bello prenderlo nel culo"
La differenza è che ora vengo senza usarlo, schizzando sulle lenzuola il mio seme in modo massiccio.
“Maria è venuta, ora tocca a me.” mi dice quasi trionfante. "Ma come faccio senza un bel maschione, dovrò trovarne uno che mi soddisfi e che poi soddisfi anche te, che ne pensi." Io sto per rispondere quando mi ferma e dice:
"Anzi, forse è meglio che però lo scelga Maria. Non vorrai che mi scopi anche degli uomini con dei cazzetti piccoli, ma di questo ne parliamo dopo ora voglio godere."
Mi gira a pancia all'aria e si sfila lo strap-on, poi mi mette il culo in faccia e inizia a masturbarsi come una pazza.
Bevo il suo piacere che le cola sulle cosce e sul buchetto, la sento gemere fino a che non viene urlando a pieni polmoni.
Quando si muove lo fa per allungarsi sul mio cazzo, prende con la lingua il mio sperma e me lo porta davanti alla bocca che apro immediatamente.
Lo fa scendere con un po' di saliva, è un nettare divino mischiato al suo orgasmo che ho ancora in gola.
“Ora cambia le lenzuola che hai fatto un casino.”
“Con te era impossibile non farlo.”
Mi bacia sulla guancia e si va a sedere mentre rifaccio il letto, poi mi fa spogliare e mi da un suo baby-doll per dormire.
“Domani ti voglio scopare fino a sfinirti. E poi dobbiamo pensare come mettere un annuncio per trovare uno stallone da monta per entrambe.”
“Spero sia una promessa e non una minaccia.” le rispondo con un sorriso.
“Certo che è una promessa, ora però dormiamo, mi sento a pezzi e voglio essere in forma per domani.”
Spengo la luce e le do il bacio della buona notte come da sempre, stasera dormirò felice, ho trovato una nuova moglie, proprio come la volevo io.


Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
di
scritto il
2021-10-24
5 . 7 K visite
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.