La moglie schiava - La nuova compagna del marito (parte 8)

Scritto da , il 2021-10-14, genere sadomaso

Diego sapeva che la sua amata era già di fatto convinta nell’accettare la convivenza con lui e sua moglie schiava.
“Dov'è adesso tua moglie? Dove è stata in questi mesi che sei qui da me?”
Edith aveva sempre saputo che Diego era sposato. Ancor prima di iniziare la relazione lui le aveva detto del particolare rapporto che aveva con la moglie.
Ad Anna, invece, non aveva mai detto nulla, non perché volesse mantenere un segreto, ma semplicemente perché non riteneva di dover dare informazioni sulla sua vita alla schiava, il cui compito era solo quello di servirlo.
“Da mia madre, in Texas”.
Un attimo di silenzio.
Dal pene rialzò la testa per guardarlo in viso.
Nell’osservare la sua espressione basita, Diego scoppiò a ridere.
“Da tua madre? E cosa fa da tua madre? In quale ruolo?”
“La schiava, ovvio!”
La mente di Edith elaborò tanti pensieri contemporaneamente, tutti accavallati nella loro chiarezza.
“Come, la schiava! cosa intendi?”
“Esattamente ciò che hai capito. Mia madre sa del nostro rapporto. Quando veniva a trovarci la usava, si faceva servire e si divertiva con lei, sottomettendola e umiliandola. La usava anche sessualmente. La trattava come schiava, la schiava di famiglia, appunto”.
“Scusa, e tua moglie cosa diceva?”
“Ai primi momenti non voleva. L’ho frustata e punita tanto. Per due giorni la lasciai senza cibo e con poca acqua, la frustavo più volte al giorno. Il tutto finché non ha deciso di strisciare ai piedi di mia madre e chiederle scusa, offrendosi ai suoi servigi”.
“Strisciare, intendi moralmente?”
“No, no, fisicamente. Dal sottoscala dove era rinchiusa fino a raggiungere i piedi di mia madre, seduta in poltrona, dovette strisciare come un verme sul pavimento mentre io le camminavo accanto tenendola al guinzaglio”.
Silenzio da parte di Edith.
“Come ti ho detto, per me è la schiava di famiglia. Se fosse stata una persona libera avrebbe accolto mia madre come tutte le nuore. Invece è una schiava e pertanto la doveva accogliere come schiava, pur restando sempre mia moglie, sua nuora”.
“E tua moglie?”
“Lei non capiva il concetto di schiava di famiglia. Si vergognava a farsi vedere in quello stato da mia madre e non voleva cambiare il suo rapporto con lei, come se la cosa dovesse restare limitata alle nostre mura domestiche. Nemmeno digeriva il fatto di dover essere schiava della suocera”.
“E tua madre?”
Aveva smesso di usare la lingua ma la mano aveva ripreso ad eccitarlo.
“Mia madre non si faceva problemi ad usarla quale schiava. Ho sempre saputo che mia madre era una dominante e da quando mio padre è mancato lei ha avuto schiavi o schiave. Sapeva quindi come ci si deve comportare con loro. Con Anna doveva quindi stabilire i confini del nuovo rapporto. La fece stendere di schiena spingendola con un piede, le diede qualche calcio nel fianco più per farle capire la sua posizione che per sadismo, poi le urinò in faccia prima di farsi dare piacere con la lingua e, una volta goduto, la frustò per farle leccare dal pavimento la sua urina mentre le teneva un piede sulla schiena”.
“Perchè le ha urinato in faccia? per umiliarla?”
“No, perché ritiene che le schiave siano come gli animali e dei Padroni debbano sentire il potere ma anche conoscere i sapori. Considerando anche l’atto forte di urinare addosso ad una persona”.
“Sua nuora un animale?”
Diego era divertito dal suo stupore misto ad eccitazione.
“Lei è sempre stata decisa nel rapporto di dominio e lo ha sempre impostato come cosa molto seria. Da quando le ho parlato del rapporto con Anna, ha smesso di considerarla una persona per vederla unicamente come un animale. Ritiene, e condivido, che se vedi la schiava come una persona rischi di perdere molto del rapporto, perché ti fai inevitabilmente degli inutili scrupoli. Se invece la consideri un animale tutto è più semplice”.
Il respiro di Edith divenne cortissimo all’idea della completa sottomissione della giovane donna.

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