Racconti a caso: numero 2
di
Andrea MCMLXXXIV
genere
incesti
Pietro e Cristina sono sposati da 25 anni, insieme hanno due figli, Dario di 23 anni e Martina di 20.
Martina ha sempre avuto un rapporto bellissimo col padre. Da piccola, appena sentiva la chiave nella toppa, correva incontro al padre per dargli il benvenuto a suon di baci e abbracci.
Anche durante l' adolescenza Martina ha mantenuto questa fisicità col padre.
Pietro, dal canto suo, era contento che sua figlia lo considerasse importante ma, allo stesso tempo, turbato perché era veramente diventata bella e, trovarsela in braccio, a volte poco vestita, specie d'estate, gli provocava turbamento.
Molto spesso la guardava come un uomo e no come padre.
A sua insaputa viene in soccorso la moglie, una donna che a letto non si è mai risparmiata ma il diavolo stava per metterci la coda. Precisamente la coda di un aereo.
Rincasando Pietro trova la moglie ed il figlio fare le valigie.
La moglie lo informa che la madre, a seguito di un incidente domestico, era stata ricoverata in ospedale e quindi aveva bisogno di assistenza.
Dario sarebbe venuto con lei per un aiuto.
Il marito chiede quanto tempo sarebbero stati via ma la moglie, giustamente, non sapeva dare una risposta.
Questo per Pietro è un danno, senza la moglie a spegnere il fuoco, cosa sarebbe successo con la figlia?
Dopo una notte tormentata decide di affrontare Martina.
Il D-Day è un sabato a pranzo.
Pietro prende il coraggio a due mani e apre il discorso.
"Martina, devo dirti una cosa che mi imbarazza".
La figlia lo guarda attentamente con quegli occhi grandi.
"Ora sei cresciuta e, capisci che certe cose da bambina prima avevano un significato e adesso ne hanno tutt'altro".
Martina, facendo finta di non capire: "Cosa?".
"Il fatto che mi riempi di baci, a volte anche in punti sensibili, ecco, mi creano imbarazzo, ormai stai diventando donna e...., non so se capisci".
All-in, la strategia era chiara, affrontare l' argomento senza stare troppo a pensare alle conseguenze.
Martina si toglie la finta ingenuità: "Si, certo papi che capisco, l' età della cicogna l' ho passata da un pezzo".
Tra un boccone e l' altro Pietro: "Quindi tu capisci che queste sono cose che devi fare con il tuo ragazzo non con me, sono tuo padre".
Martina getta via la maschera: "Papi posso farti una domanda?, immaginiamo che non fossi tua figlia, tu un pensierino su di me lo faresti?".
Il padre sgrana gli occhi e, con tono arrabbiato, chiede che domanda assurda fosse.
"Beh una risposta ancora non me l' hai data", Martina con tono fermo e deciso.
"Perché sono domande del cazzo figlia mia".
"O forse hai paura ad essere sincero?", anche Martina stava preparando il suo All-in e, aveva il suo asso nella manica, lei sa, e sa anche che il padre non sa che lei conosce il suo mistero.
Il padre comincia a farsi scuro in volto: "Martina, sono tuo padre, porta un po' di rispetto" e, cambiando tono, visto che ormai era ben chiaro dove la figlia volesse andare a parare: "E poi sono un ferro vecchio, che ci fai con me?".
"All' anima del ferro vecchio, vi sento benissimo e, se proprio devo dirtela tutta, quando vi sento mi tocco pensando di stare al posto della madre".
Pietro sbotta: "Martina, Cristo, questo è troppo...." Vorrebbe continuare ma si limita a sbattere i pugni sul tavolo e andarsene in salone.
Martina decide per adesso di non insistere e si mette a lavare i piatti e sistemare la cucina.
Poi, quando la situazione si stava calmando, ritorna dal padre.
"Papà ti devo fare una domanda, ma a questa devi rispondere".
Il padre mugugna mentre gli arriva un pezzo di stoffa in faccia.
"Papà, mi spieghi perché ho trovato le mie mutandine macchiate sotto al tuo letto?".
Il padre prova a giustificarsi: "Sono della mamma, sicuro".
"Non diciamo cazzate, io e la mamma portiamo due taglie diverse, e poi questa mi sembra una macchia di sperma".
Il padre ormai è con le spalle al muro. Martina decide di vuotare il sacco.
"Sai, facendo i lavori di casa si scoprono tante cose, e non è il primo paio di mutande che trovo sotto al tuo materasso, altre volte le ho trovate".
Il padre prova a farfugliare qualcosa.
"Papà smettila, entrambi vogliamo la stessa cosa, solo che io ho avuto il coraggio di ammetterlo", nel dire questa frase si ritrova a pochi centimetri dalla bocca di Pietro.
Ed è Pietro a baciarla per primo.
Martina ricambia.
In poco tempo Pietro si trova sopra Martina, i colpi ben assestati di cazzo mandano in paradiso la ragazza.
"Si, papi dammelo tuttoo".
Martina è una sequenza di orgasmi, il padre la stava trapanando da amatore consumato.
Il cazzo è una lama piacevole dentro la fica bagnata.
Martina sembra insaziabile, è tutta un godimento assoluto.
Dopo qualche minuto Pietro le estrae il cazzo umido.
Martina non resiste e ci si fionda.
Lo comincia a leccare e succhiare con una maestria da veterana.
Pietro sente distintamente la lingua in ogni parte del cazzo: "Mmmmmm che figlia che ho....".
La figlia si stacca e confida una cosa al padre: "Sai, non l' ho mai preso dietro, vorrei provare con te".
"Martina, amore mio, sei sicura?".
"Si, papi".
"Allora facciamo così, visto che è grosso, lo lubrifico e ci metto solo la punta, sarai tu a muoverti quando ti sentirai pronta".
Il cazzo lucido di lubrificante comincia ad entrare.
Martina ha delle smorfie di dolore, il padre si ferma.
Pian piano il culo comincia ad abituarsi e Martina inizia a fare su e giù.
Quando è sicura Martina dice al padre: "Vai".
Pietro inizia un movimento in crescendo.
"Mmm si che bellooooo".
Pietro si sente che sta per venire.
"Si papà vieni dentrooooo".
Una schizzata dietro l'altra comincia ad uscire.
Pietro si lascia ad andare assieme a Martina.
"Papà è stato bellissimo".
I giorni seguenti venivano scanditi dalla sveglia che Martina dava al padre con un bel pompino ed ingoiò finale e, la sera, una sana chiavata fino al ritorno di Martina e Dario.
... continua
Martina ha sempre avuto un rapporto bellissimo col padre. Da piccola, appena sentiva la chiave nella toppa, correva incontro al padre per dargli il benvenuto a suon di baci e abbracci.
Anche durante l' adolescenza Martina ha mantenuto questa fisicità col padre.
Pietro, dal canto suo, era contento che sua figlia lo considerasse importante ma, allo stesso tempo, turbato perché era veramente diventata bella e, trovarsela in braccio, a volte poco vestita, specie d'estate, gli provocava turbamento.
Molto spesso la guardava come un uomo e no come padre.
A sua insaputa viene in soccorso la moglie, una donna che a letto non si è mai risparmiata ma il diavolo stava per metterci la coda. Precisamente la coda di un aereo.
Rincasando Pietro trova la moglie ed il figlio fare le valigie.
La moglie lo informa che la madre, a seguito di un incidente domestico, era stata ricoverata in ospedale e quindi aveva bisogno di assistenza.
Dario sarebbe venuto con lei per un aiuto.
Il marito chiede quanto tempo sarebbero stati via ma la moglie, giustamente, non sapeva dare una risposta.
Questo per Pietro è un danno, senza la moglie a spegnere il fuoco, cosa sarebbe successo con la figlia?
Dopo una notte tormentata decide di affrontare Martina.
Il D-Day è un sabato a pranzo.
Pietro prende il coraggio a due mani e apre il discorso.
"Martina, devo dirti una cosa che mi imbarazza".
La figlia lo guarda attentamente con quegli occhi grandi.
"Ora sei cresciuta e, capisci che certe cose da bambina prima avevano un significato e adesso ne hanno tutt'altro".
Martina, facendo finta di non capire: "Cosa?".
"Il fatto che mi riempi di baci, a volte anche in punti sensibili, ecco, mi creano imbarazzo, ormai stai diventando donna e...., non so se capisci".
All-in, la strategia era chiara, affrontare l' argomento senza stare troppo a pensare alle conseguenze.
Martina si toglie la finta ingenuità: "Si, certo papi che capisco, l' età della cicogna l' ho passata da un pezzo".
Tra un boccone e l' altro Pietro: "Quindi tu capisci che queste sono cose che devi fare con il tuo ragazzo non con me, sono tuo padre".
Martina getta via la maschera: "Papi posso farti una domanda?, immaginiamo che non fossi tua figlia, tu un pensierino su di me lo faresti?".
Il padre sgrana gli occhi e, con tono arrabbiato, chiede che domanda assurda fosse.
"Beh una risposta ancora non me l' hai data", Martina con tono fermo e deciso.
"Perché sono domande del cazzo figlia mia".
"O forse hai paura ad essere sincero?", anche Martina stava preparando il suo All-in e, aveva il suo asso nella manica, lei sa, e sa anche che il padre non sa che lei conosce il suo mistero.
Il padre comincia a farsi scuro in volto: "Martina, sono tuo padre, porta un po' di rispetto" e, cambiando tono, visto che ormai era ben chiaro dove la figlia volesse andare a parare: "E poi sono un ferro vecchio, che ci fai con me?".
"All' anima del ferro vecchio, vi sento benissimo e, se proprio devo dirtela tutta, quando vi sento mi tocco pensando di stare al posto della madre".
Pietro sbotta: "Martina, Cristo, questo è troppo...." Vorrebbe continuare ma si limita a sbattere i pugni sul tavolo e andarsene in salone.
Martina decide per adesso di non insistere e si mette a lavare i piatti e sistemare la cucina.
Poi, quando la situazione si stava calmando, ritorna dal padre.
"Papà ti devo fare una domanda, ma a questa devi rispondere".
Il padre mugugna mentre gli arriva un pezzo di stoffa in faccia.
"Papà, mi spieghi perché ho trovato le mie mutandine macchiate sotto al tuo letto?".
Il padre prova a giustificarsi: "Sono della mamma, sicuro".
"Non diciamo cazzate, io e la mamma portiamo due taglie diverse, e poi questa mi sembra una macchia di sperma".
Il padre ormai è con le spalle al muro. Martina decide di vuotare il sacco.
"Sai, facendo i lavori di casa si scoprono tante cose, e non è il primo paio di mutande che trovo sotto al tuo materasso, altre volte le ho trovate".
Il padre prova a farfugliare qualcosa.
"Papà smettila, entrambi vogliamo la stessa cosa, solo che io ho avuto il coraggio di ammetterlo", nel dire questa frase si ritrova a pochi centimetri dalla bocca di Pietro.
Ed è Pietro a baciarla per primo.
Martina ricambia.
In poco tempo Pietro si trova sopra Martina, i colpi ben assestati di cazzo mandano in paradiso la ragazza.
"Si, papi dammelo tuttoo".
Martina è una sequenza di orgasmi, il padre la stava trapanando da amatore consumato.
Il cazzo è una lama piacevole dentro la fica bagnata.
Martina sembra insaziabile, è tutta un godimento assoluto.
Dopo qualche minuto Pietro le estrae il cazzo umido.
Martina non resiste e ci si fionda.
Lo comincia a leccare e succhiare con una maestria da veterana.
Pietro sente distintamente la lingua in ogni parte del cazzo: "Mmmmmm che figlia che ho....".
La figlia si stacca e confida una cosa al padre: "Sai, non l' ho mai preso dietro, vorrei provare con te".
"Martina, amore mio, sei sicura?".
"Si, papi".
"Allora facciamo così, visto che è grosso, lo lubrifico e ci metto solo la punta, sarai tu a muoverti quando ti sentirai pronta".
Il cazzo lucido di lubrificante comincia ad entrare.
Martina ha delle smorfie di dolore, il padre si ferma.
Pian piano il culo comincia ad abituarsi e Martina inizia a fare su e giù.
Quando è sicura Martina dice al padre: "Vai".
Pietro inizia un movimento in crescendo.
"Mmm si che bellooooo".
Pietro si sente che sta per venire.
"Si papà vieni dentrooooo".
Una schizzata dietro l'altra comincia ad uscire.
Pietro si lascia ad andare assieme a Martina.
"Papà è stato bellissimo".
I giorni seguenti venivano scanditi dalla sveglia che Martina dava al padre con un bel pompino ed ingoiò finale e, la sera, una sana chiavata fino al ritorno di Martina e Dario.
... continua
4
voti
voti
valutazione
6.3
6.3
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Racconti a caso: numero 1
Commenti dei lettori al racconto erotico