Racconti a caso: numero 1
di
Andrea MCMLXXXIV
genere
gay
Fabio è un ragazzo gentile, garbato e con una mente brillante.
Tutte queste doti unite alla posizione di rilievo che ricopre ne fanno l' uomo che ogni padre vorrebbe per la figlia.
Però nasconde un segreto, un lato femminile che ogni tanto chiede di uscire fuori e così, ogni tanto, da architetto funzionario del comune si trasforma in Diana.
Sfruttando l' anonimato della rete, col tempo ha acquistato vestiti, pellicce, profumi da donna, scarpe, calze, rossetti, parrucche ed intimo femminile.
Era diventato abile nei travestimenti, neanche lui si riconosceva e, il fatto di poter dare un look diverso a Diana lo esalta.
Il nome Diana è stato scelto per via della dea della caccia.
Il territorio è sempre lo stesso autogrill e, le sue prede erano sempre camionisti perché la loro astinenza sessuale è tanta da portarli a cedere e, essendo di transito, poteva contare di non rivederli più.
Qualcuno ha provato a chiederle il numero di telefono ma lei non glielo ha mai dato.
Le due vite non si dovevano assolutamente incontrare nemmeno per sbaglio.
La tecnica di caccia è sempre la stessa. Diana arriva alla piazzola di sosta, aspetta che si parcheggi un autoarticolato, si fa incontro, gira attorno al camion e, fumando una sigaretta, guarda il camionista.
Pian piano il camionista ricambia lo sguardo, due sorrisi ed il gioco è fatto.
Di solito ne prendeva due con una sera ma c'è stata una volta che uno le è bastata.
È periodo di grande lavoro e Fabio è sotto stress, quel Mercoledì, verso il pomeriggio comincia a sentire voglia di cazzo.
Contava i minuti che lo separavano dalla fine della giornata lavorativa e, quando, finalmente stacca, già è buio.
Dopo una cena veloce comincia a scegliere il look.
Diana quella sera avrebbe avuto capelli mori mossi, una gonna jeans ed un tanga porpora.
Ai piedi sceglie un tacco décolleté non troppo alto.
Dopo un ultimo sguardo che conferma la soddisfazione del look scelto con la solita cura Fabio si doccia e si depila.
Comincia a vestirsi e, indossata l' ultima scarpa, diventa ufficialmente Diana.
Con la sua utilitaria prende la via per l' autogrill.
Intorno alla mezzanotte arriva e vede già un camion parcheggiato.
Solita tecnica, falla borsetta tira fuori una sigaretta e comincia a girare attorno.
Il camionista la nota, accende la luce dell' abitacolo e comincia a guardarla.
Diana vede un uomo dalla barba leggermente incolta.
Questo teatrino dura solo un minuto, poi Diana gli sorride e lui capisce.
Quando Diana sale l' uomo è già con il cazzo in mano.
Quell' enorme cazzo è un po' rugoso ma Diana se lo guarda come a voler dire che è proprio quello che le ci vuole.
Si porta con la testa verso il randello del camionista e comincia a succhiarlo.
La cappella appare e scompare da dentro le labbra di Diana.
Le abilità nel sesso orale della donna sembrano fare breccia sul camionista che la incita.
Diana comincia a fare su e giù con la testa sempre più velocemente per poi sfociare in una difficile gola profonda per via della lunghezza e circonferenza del pisello.
I due si portano dentro al rimorchio pieno a metà.
L' uomo si infila il preservativo che Diana gli ha dato.
Diana, piegata su un bancale di carta igienica, si tira su la minigonna e sposta di lato le mutandine.
Fin dal primo momento che il cazzo entra nello sfintere Diana si sente squarciata in due.
Il ritmo del camionista sembra voler dar sfogo ad una giornata piena di traffico, cantieri e quindi stress.
Gli urli di Diana costringono l' uomo a tapparle la bocca ma il ritmo, per quanto possibile, era sempre più veloce.
Per la prima volta in vita sua ha maledetto il fatto di piacerle la sodomia ma l' uomo di provare pietà non voleva saperne.
Una volta fatta strada l' uomo comincia a trovare più agevole il passaggio.
Anche Diana sta cominciando ad avere piacere.
Dopo qualche minuto i due cambiano posizione. Diana da sopra lo cavalca masturbandosi, il camionista la lascia fare.
Diana comincia a sborrare come una fontana.
Le palle dell' uomo sono gonfie come mongolfiere, reclamano il diritto di essere svuotate.
Diana comincia quello che lei chiama il gran finale, un pompino con saliva.
Dopo neanche dieci secondi l' uomo sborra tutto in gola a Diana che non riesce a trattenere tutto quel liquido.
Diana si lascia cadere per terra per riprendere fiato e poi si riveste lasciando l' uomo lì, nudo, in mezzo al suo carico.
Da quel giorno sono dovuti passare più di venti giorni affinché lo sfintere potesse smettere di soffrire e tornare operativo.
Ritornando a quell' area di servizio Diana spera sempre di rivederlo ma non ne ha avuto più occasione.
Tutte queste doti unite alla posizione di rilievo che ricopre ne fanno l' uomo che ogni padre vorrebbe per la figlia.
Però nasconde un segreto, un lato femminile che ogni tanto chiede di uscire fuori e così, ogni tanto, da architetto funzionario del comune si trasforma in Diana.
Sfruttando l' anonimato della rete, col tempo ha acquistato vestiti, pellicce, profumi da donna, scarpe, calze, rossetti, parrucche ed intimo femminile.
Era diventato abile nei travestimenti, neanche lui si riconosceva e, il fatto di poter dare un look diverso a Diana lo esalta.
Il nome Diana è stato scelto per via della dea della caccia.
Il territorio è sempre lo stesso autogrill e, le sue prede erano sempre camionisti perché la loro astinenza sessuale è tanta da portarli a cedere e, essendo di transito, poteva contare di non rivederli più.
Qualcuno ha provato a chiederle il numero di telefono ma lei non glielo ha mai dato.
Le due vite non si dovevano assolutamente incontrare nemmeno per sbaglio.
La tecnica di caccia è sempre la stessa. Diana arriva alla piazzola di sosta, aspetta che si parcheggi un autoarticolato, si fa incontro, gira attorno al camion e, fumando una sigaretta, guarda il camionista.
Pian piano il camionista ricambia lo sguardo, due sorrisi ed il gioco è fatto.
Di solito ne prendeva due con una sera ma c'è stata una volta che uno le è bastata.
È periodo di grande lavoro e Fabio è sotto stress, quel Mercoledì, verso il pomeriggio comincia a sentire voglia di cazzo.
Contava i minuti che lo separavano dalla fine della giornata lavorativa e, quando, finalmente stacca, già è buio.
Dopo una cena veloce comincia a scegliere il look.
Diana quella sera avrebbe avuto capelli mori mossi, una gonna jeans ed un tanga porpora.
Ai piedi sceglie un tacco décolleté non troppo alto.
Dopo un ultimo sguardo che conferma la soddisfazione del look scelto con la solita cura Fabio si doccia e si depila.
Comincia a vestirsi e, indossata l' ultima scarpa, diventa ufficialmente Diana.
Con la sua utilitaria prende la via per l' autogrill.
Intorno alla mezzanotte arriva e vede già un camion parcheggiato.
Solita tecnica, falla borsetta tira fuori una sigaretta e comincia a girare attorno.
Il camionista la nota, accende la luce dell' abitacolo e comincia a guardarla.
Diana vede un uomo dalla barba leggermente incolta.
Questo teatrino dura solo un minuto, poi Diana gli sorride e lui capisce.
Quando Diana sale l' uomo è già con il cazzo in mano.
Quell' enorme cazzo è un po' rugoso ma Diana se lo guarda come a voler dire che è proprio quello che le ci vuole.
Si porta con la testa verso il randello del camionista e comincia a succhiarlo.
La cappella appare e scompare da dentro le labbra di Diana.
Le abilità nel sesso orale della donna sembrano fare breccia sul camionista che la incita.
Diana comincia a fare su e giù con la testa sempre più velocemente per poi sfociare in una difficile gola profonda per via della lunghezza e circonferenza del pisello.
I due si portano dentro al rimorchio pieno a metà.
L' uomo si infila il preservativo che Diana gli ha dato.
Diana, piegata su un bancale di carta igienica, si tira su la minigonna e sposta di lato le mutandine.
Fin dal primo momento che il cazzo entra nello sfintere Diana si sente squarciata in due.
Il ritmo del camionista sembra voler dar sfogo ad una giornata piena di traffico, cantieri e quindi stress.
Gli urli di Diana costringono l' uomo a tapparle la bocca ma il ritmo, per quanto possibile, era sempre più veloce.
Per la prima volta in vita sua ha maledetto il fatto di piacerle la sodomia ma l' uomo di provare pietà non voleva saperne.
Una volta fatta strada l' uomo comincia a trovare più agevole il passaggio.
Anche Diana sta cominciando ad avere piacere.
Dopo qualche minuto i due cambiano posizione. Diana da sopra lo cavalca masturbandosi, il camionista la lascia fare.
Diana comincia a sborrare come una fontana.
Le palle dell' uomo sono gonfie come mongolfiere, reclamano il diritto di essere svuotate.
Diana comincia quello che lei chiama il gran finale, un pompino con saliva.
Dopo neanche dieci secondi l' uomo sborra tutto in gola a Diana che non riesce a trattenere tutto quel liquido.
Diana si lascia cadere per terra per riprendere fiato e poi si riveste lasciando l' uomo lì, nudo, in mezzo al suo carico.
Da quel giorno sono dovuti passare più di venti giorni affinché lo sfintere potesse smettere di soffrire e tornare operativo.
Ritornando a quell' area di servizio Diana spera sempre di rivederlo ma non ne ha avuto più occasione.
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