Viaggio in Germania: parte II

di
genere
gay

Mi piazzai a casa di Hans e ci rimasi per un po’. Lui di giorno andava in giro con il camion, io rimanevo a casa sua a giocare con la playstation o a preparare qualcosa da mangiare, per quando tornava. Alla sera, quando rientrava mi scopava, sempre, anche più di una volta. Mi aveva raccomandato di farmi trovare pronto e pulito, era la mia ricompensa, diceva, per la sua ospitalità. Tornava sempre bello carico, mi tirava giù pantaloni e mutande, mi piegava a novanta sul tavolo in cucina e mi montava come un toro scatenato, fino a che non lo sentivo ruggire e la sua sborra non mi colava dal buco lungo le gambe. Oppure mi spingeva sul divano mi apriva le cosce, sputava sul cazzone grosso e venoso, lo puntava sul buco e lo spingeva dentro con un colpo secco e deciso, che mi toglieva il respiro. Diceva che ero la sua fidanzatina italiana, e gli piaceva vedermi girare nudo per casa. Mi aveva anche abituato a bere il suo piscio: la prima volta l’aveva fatto in doccia, mentre mi lavava aveva cominciato a pisciarmi addosso, su una gamba. Io lo lasciai fare, era strana la sensazione di quel getto caldo. Visto che non avevo fatto troppo lo schizzinoso, la volta successiva mi fece inginocchiare e mi pisciò in faccia, poi lo fece mentre gli succhiavo il cazzo, e io imparai a bere il suo piscio. È strano: il sapore dell’urina è migliore del suo odore, devo ammetterlo. Gli piaceva pisciarmi in bocca e farmela bere. A me piaceva soddisfarlo e bevevo ogni volta che me lo chiedeva. Mi voleva tutto liscio e depilato, ogni giorno, mentre era al lavoro, mi radevo tutto: braccia gambe, ascelle, pube, palle. Non avevo molto pelo, ma gli piacevo liscio e glabro, il buco me lo rasava lui, lo eccitava. Finito col rasoio, mi spingeva con un po’ di schiuma un dito dentro il buco e mi masturbava il culo fino a farmi venire. Il giorno del suo compleanno mi disse che aveva invitato degli amici per cena, mi chiese se lo aiutavo con il piccolo party. Ovviamente accettai, preparammo assieme antipasti, stuzzichini e bibite per gli ospiti. Sulle 6 cominciarono ad arrivare i suoi amici, una decina, dai trenta ai sessanta, tutti simpatici e amichevoli. Lui mi prese in disparte, e mi chiese un favore: di servire loro da mangiare e da bere nudo. Gli chiesi se era sicuro, se gli sembrava una buona idea. Lui annuì convinto, e io lo accontentai: mi spogliai e iniziai a girare tra gli ospiti nudo, senza niente addosso. Loro erano visibilmente compiaciuti ed eccitati, mi toccavano il sedere o il cazzo, e Hans li guardava e approvava. Mi si avvicinò mente ero in cucina da solo, e mi disse che gli sarebbe piaciuto se fossi stato molto amichevole con tutti. Mi disse che lo avrebbe considerato il suo regalo di compleanno. Accettai un po’ sorpreso, ma anche eccitato. Quando tornai in sala, vidi che qualcuno si era tirato fuori il cazzo dai pantaloni e se lo masturbava. Il più anziano, quello sulla sessantina, mi chiamò vicino a sé, e mi fece sedere sulle sue gambe, dopo avermi puntato il cazzo sul buco. Lo sentii aprirmi il culo ed entrarmi tutto dentro. Guardai Hans, lui annuì compiaciuto. Il suo amico mi fece andare su e giù ma non resistette molto, divenne paonazzo e mi sborrò dentro. Allora un altro mi chiamò, mi fece stendere sul divano, mi aprì le gambe e mi penetrò. Aveva un cazzo davvero grosso, che sbucava da un folto ciuffo di peli biondi. Iniziò a far ondeggiare il bacino avanti e indietro, e io sentivo quel grosso uccello muoversi nel mio culo sempre più aperto e bagnato. Quando sborrò mi diede dei forti colpi di bacino, che mi squassarono tutto, e fecero ballonzolare il mio cazzo non del tutto duro. Quando si sfilò, uno prese il suo posto, senza che avessi neppure il tempo di chiudere le gambe. Era il più giovane del gruppo, un ragazzo sulla trentina, davvero carino, con un filo di barba e un torace molto muscoloso. Il suo cazzo era più piccolo del tizio che mi aveva appena sborrato dentro, ma era più energico, e lo spingeva sempre dentro fino in fondo, fino a sbattermi con le palle sul culo. Mi scopò abbastanza a lungo, più di tutti, tanto che mentre mi pompava il cazzo nel buco, un altro mi misi il suo uccello in bocca, me lo fece succhiare e mi sborrò in gola. A turno mi scoparono tutti, venendomi in bocca o in culo. Un paio di essi mi portarono in bagno e mi fecero inginocchiare in doccia e mi pisciarono in bocca. Evidentemente Hans aveva raccontato loro che mi aveva insegnato a ingoiare l’urina e loro volevano accertarsene di persona. Quando se ne furono andati tutti, anche Hans, che per tutta la sera era stato eccitatissimo, sempre col cazzo in tiro ma non aveva voluto rubare il posto ai suoi amici, mi scopò: prima mi fece stendere sul tavolo in cucina, mi allargò le gambe e mi scopò fino a che non mi sborrò in pancia: non avevo mai avuto la fica anale così bagnata e piena di sperma. Poi, dopo che si ebbe ripreso, mi scopò la bocca e mi sborrò in gola. Finì svuotandosi anche la vescica nella mia bocca, come avevano fatto i suoi amici. Mi chiese se mi era piaciuta la serata. Risposi di sì, ed ero sincero. Era la prima volta che facevo sesso di gruppo. Ero sfinito ma soddisfatto di me, e pensavo che Hans fosse orgoglioso della sua fidanzatina italiana. Qualche giorno dopo seppi che ciascun amico gli aveva pagato cento euro per potermi scopare. Quella somma serviva, mi disse, alle mie spese di mantenimento a casa sua. Capii dunque quale sentimento provava Hans nei miei confronti. Decisi che non sarei rimasto ancora a lungo a casa sua.
scritto il
2025-12-08
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