Sonia & Tommaso - Capitolo 13: La Scelta di Non Resistere

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tradimenti

Quando ho aperto la porta della stanza e sono uscita, pronta per raggiungere Tommaso, ho trovato Luca ad attendermi proprio fuori dall'ascensore. I suoi occhi, così intensi, si sono illuminati appena mi ha vista, e un sorriso malizioso gli ha increspato le labbra. Il mio cuore ha fatto un balzo.
Senza dire una parola, mi ha afferrato il braccio e mi ha spinto dentro l'ascensore. Le porte si sono chiuse dietro di noi, e lui ha premuto il pulsante dell'ultimo piano: la Terrazza.
Ero lì, bloccata con lui in quella piccola scatola, l'aria che si faceva densa di tensione. I suoi occhi non mi hanno mollato un istante, e poi, si è avvicinato. Il suo viso era a un soffio dal mio, e le sue labbra hanno catturato le mie in un bacio che ha acceso ogni fibra del mio corpo. Era un bacio famelico, profondo, che mi ha tolto il respiro. Le mie mani si sono aggrappate alla sua giacca, tirandolo ancora più vicino.
Quando le porte dell'ascensore si sono aperte all'ultimo piano, la terrazza si è rivelata in tutta la sua bellezza. Le luci della città si estendevano sotto di noi, un mare scintillante che faceva da scenario perfetto alla nostra passione proibita. Siamo usciti, e lì, sotto le stelle, abbiamo ripreso a baciarci con foga. Le sue mani mi hanno accarezzato la schiena, scendendo sul mio culetto, stringendolo con avidità. Le mie mani hanno esplorato il suo corpo, il suo petto tonico, i suoi addominali scolpiti. Ci cercavamo, vogliosi, in un crescendo di desiderio.
La sua mano è scivolata sotto il mio vestito, tra le mie gambe. E poi, si è fermata. Ho sentito nel suo tocco la sorpresa. Si è staccato dalle mie labbra, i suoi occhi che mi guardavano con un misto di stupore e un'eccitazione ancora più ardente.
Io gli ho sorriso, un sorriso malizioso che gli ha fatto capire ogni cosa: "Niente mutandine, vero?" ho letto nei suoi occhi.
Lui mi ha sorriso di rimando, un sorriso che mi ha fatto fremere, e poi si è ributtato sulla mia bocca, ancora più voglioso. Il bacio era ancora più profondo, più disperato, e sentivo la mia fica bagnatissima, grondante di umore, pronta per lui. Luca ha continuato a toccarmi, ad accarezzarmi la fica senza controllo, i suoi polpastrelli che esploravano ogni piega, ogni punto sensibile. Volevo urlare, volevo che mi prendesse lì, in quel momento, sotto le stelle, con la città ai nostri piedi.
Ma proprio mentre la mia brama raggiungeva il culmine, abbiamo sentito delle voci, dei passi. Arrivava gente. Ci siamo staccati di scatto, cercando di ricomporci, il respiro affannoso, i vestiti leggermente sgualciti.
Ci siamo guardati negli occhi. "Pazienza, Luca," gli ho sussurrato, la mia voce ancora roca. "Dopo sarò tua. Te lo prometto."
Siamo scesi nella hall, e lì c'erano Tommaso e Marco. "Eccovi finalmente! Sonia, sei bellissima!" ha esclamato Tommaso, ingenuo e sorridente. Marco ha annuito, un piccolo sorriso complice sulle labbra. Era la maschera perfetta, e io ero la sua regina.
Eravamo in ritardo. Il tempo passato sulla terrazza con Luca aveva dilatato i minuti, e sapevo che Mario non l'avrebbe presa bene. Quando siamo usciti dalla hall, Mario ed Enzo erano già fuori ad aspettarci, le loro figure imponenti che si stagliavano contro le luci dell'hotel.
Mario mi ha lanciato uno sguardo che valeva più di mille parole. Davanti a Tommaso, ha fatto finta di niente, un sorriso forzato sulle labbra. Ma nei suoi occhi ho letto chiaramente che me l'avrebbe fatta pagare. Era un avvertimento, una promessa di ciò che mi aspettava.
Siamo saliti in macchina. Loro due davanti, io e Tommaso dietro. La serata è iniziata con un giro in un paio di locali della riviera. L'atmosfera era vivace, la musica alta, e i drink scorrevano a fiumi. Mario ed Enzo hanno iniziato subito a far bere Tommaso. Lui, ha provato a resistere, a dire che non voleva esagerare, ma loro erano implacabili. Insistevano, gli riempivano il bicchiere, e presto, il suo solito sorriso ingenuo si è trasformato in un'espressione sempre più annebbiata.
Dopo un paio d'ore, Tommaso era un peso morto. Il suo respiro si era fatto pesante, la testa gli ciondolava. Erano riusciti nel loro intento: annullare l'ostacolo.
La scena si è spostata in macchina. Tommaso dormiva beato sul sedile anteriore, la testa appoggiata al finestrino, mentre Enzo guidava tranquillo, con un sorriso soddisfatto sulle labbra. Io, ero di nuovo lì, sul sedile posteriore con Mario. Le sue mani non hanno perso tempo. La mia seta nera è stata spinta su, le sue dita che mi aprivano le gambe. E poi, il suo cazzo grosso è entrato. Mi ha posseduta lì, in macchina, mentre il mondo sfrecciava fuori dal finestrino e il mio fidanzato dormiva a pochi centimetri da me. Ogni spinta era un'affermazione del suo potere, una punizione per il mio ritardo, e io mi sono aggrappata a lui, gemendo silenziosamente. La mia fica, già grondante per l'incontro con Luca, lo ha accolto con avidità.
Quando siamo arrivati alla cascina, ero già esausta, ma la mia figa era piena dello sperma di Mario. Sentivo il liquido caldo scorrere lungo le mie cosce, un marchio fluido di ciò che era appena successo. Questa volta, Tommaso non è stato legato. L'hanno lasciato lì, in macchina, a dormire tranquillamente, un corpo inerte e ignaro.
La nottata era appena iniziata, e sapevo che Mario aveva in serbo molto altro per la sua "puttanella".
scritto il
2025-12-07
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