Alisia - 01 - Meretrix Ultima
di
Alessia&Nicola
genere
fantascienza
*** Una saga di fantascienza, libero sfogo alla fantasia… ***
Il mio nome è Ali-X, mi faccio chiamare Alisia.
Non ho cognome, non ne ho bisogno. Sono nata in una vasca di gel amniotico, numero 10 della serie MeretrixBN, proprietà del Ministero del Benessere della Nuova Patria Italica. Sono un clone, creato ed ingegnerizzato per essere una perfetta prostituta.
BN sta per BiancaNeve: capelli neri, pelle chiara e labbra rosse, ma anche tette grosse, capezzoli turgidi e fica sempre bagnata. Forte e robusta per resistere alle violenze, ninfomane e perversa per essere sempre disponibile.
Una principessa troia, che non si rompe mai e non dice mai di no.
Poi hanno commesso un errore: mi hanno resa intelligente, per soddisfare meglio i clienti.
Dopo i primi test hanno capito che non mi piaceva prendere ordini. Se qualcuno mi stringeva il collo troppo forte, io gli spezzavo il braccio, ero pericolosa.
Hanno cancellato il programma, fatto sparire i documenti. Hanno spedito me e le mie sorelle all’inceneritore, meglio cancellare anche il nostro DNA.
Sono l'unica sopravvissuta. Al mio carceriere è costata cara l'ultima scopata, me ne sono andata con la fica piena del suo sperma e la bocca sporca del suo sangue.
Adesso vivo nei sobborghi di NeoRoma, livello -IX, dove le telecamere di sicurezza non funzionano ed è meglio non scattare foto. Abito in un buco sopra il club “Peccatum Carnis”.
La sera salgo sul palco. Ballo, mi spoglio, mi faccio infilare banconote nel perizoma da gente che puzza di sudore e alcol sintetico.
Quelli che pagano bene li porto nel privé e li faccio divertire. Se mi fanno del male li seguo in strada quando se ne vanno.
E li uccido.
Volevano la puttana perfetta: resistente, intelligente, senza nessuno scrupolo morale.
Hanno creato un serial killer.
Stasera è una sera come le altre, la musica mi piace: ballare è quasi divertente. Lascio che mi guardino mentre mi passo le mani sul seno, faccio scivolare giù il perizoma di qualche centimetro, giusto quel tanto per farli sbavare.
Un vecchio con la camicia sbottonata cerca di toccarmi, sorrido e gli stringo la mano, finché non geme. Continuo a ballare, il ritmo diventa ossessivo, le luci pulsano, ballo come se esistessi solo io, fino allo sfinimento, fino a che non si abbassano le luci, fino a che la musica non si ferma.
Un ultimo sguardo alla sala, poi giro le spalle e prendo la via dei camerini, il buttafuori mi ferma: «Tavolo 17. Hanno già pagato.» Ok, fa parte del lavoro. Mi avvicino, tre tizi con vestiti da duemila NovaLire, probabilmente impiegati di qualche grossa azienda in cerca di trasgressione. Già si toccano sotto il tavolo.
Odio essere programmata per soddisfarli. Dovrei spezzargli le dita una per una. Invece eccomi: ho un lago tra le gambe, un sorriso da troia stampato in faccia e mi faccio toccare mentre mi siedo a turno sulle loro ginocchia. L’ultimo dei tre mi infila due dita nella fica, stringe il clitoride fino a farmi male. Sospiro di piacere, gli prendo la testa e gliela schiaccio sulle tette. Mi morde i capezzoli. Mi piace.
Questa serata non finirà bene.
Il mio nome è Ali-X, mi faccio chiamare Alisia.
Non ho cognome, non ne ho bisogno. Sono nata in una vasca di gel amniotico, numero 10 della serie MeretrixBN, proprietà del Ministero del Benessere della Nuova Patria Italica. Sono un clone, creato ed ingegnerizzato per essere una perfetta prostituta.
BN sta per BiancaNeve: capelli neri, pelle chiara e labbra rosse, ma anche tette grosse, capezzoli turgidi e fica sempre bagnata. Forte e robusta per resistere alle violenze, ninfomane e perversa per essere sempre disponibile.
Una principessa troia, che non si rompe mai e non dice mai di no.
Poi hanno commesso un errore: mi hanno resa intelligente, per soddisfare meglio i clienti.
Dopo i primi test hanno capito che non mi piaceva prendere ordini. Se qualcuno mi stringeva il collo troppo forte, io gli spezzavo il braccio, ero pericolosa.
Hanno cancellato il programma, fatto sparire i documenti. Hanno spedito me e le mie sorelle all’inceneritore, meglio cancellare anche il nostro DNA.
Sono l'unica sopravvissuta. Al mio carceriere è costata cara l'ultima scopata, me ne sono andata con la fica piena del suo sperma e la bocca sporca del suo sangue.
Adesso vivo nei sobborghi di NeoRoma, livello -IX, dove le telecamere di sicurezza non funzionano ed è meglio non scattare foto. Abito in un buco sopra il club “Peccatum Carnis”.
La sera salgo sul palco. Ballo, mi spoglio, mi faccio infilare banconote nel perizoma da gente che puzza di sudore e alcol sintetico.
Quelli che pagano bene li porto nel privé e li faccio divertire. Se mi fanno del male li seguo in strada quando se ne vanno.
E li uccido.
Volevano la puttana perfetta: resistente, intelligente, senza nessuno scrupolo morale.
Hanno creato un serial killer.
Stasera è una sera come le altre, la musica mi piace: ballare è quasi divertente. Lascio che mi guardino mentre mi passo le mani sul seno, faccio scivolare giù il perizoma di qualche centimetro, giusto quel tanto per farli sbavare.
Un vecchio con la camicia sbottonata cerca di toccarmi, sorrido e gli stringo la mano, finché non geme. Continuo a ballare, il ritmo diventa ossessivo, le luci pulsano, ballo come se esistessi solo io, fino allo sfinimento, fino a che non si abbassano le luci, fino a che la musica non si ferma.
Un ultimo sguardo alla sala, poi giro le spalle e prendo la via dei camerini, il buttafuori mi ferma: «Tavolo 17. Hanno già pagato.» Ok, fa parte del lavoro. Mi avvicino, tre tizi con vestiti da duemila NovaLire, probabilmente impiegati di qualche grossa azienda in cerca di trasgressione. Già si toccano sotto il tavolo.
Odio essere programmata per soddisfarli. Dovrei spezzargli le dita una per una. Invece eccomi: ho un lago tra le gambe, un sorriso da troia stampato in faccia e mi faccio toccare mentre mi siedo a turno sulle loro ginocchia. L’ultimo dei tre mi infila due dita nella fica, stringe il clitoride fino a farmi male. Sospiro di piacere, gli prendo la testa e gliela schiaccio sulle tette. Mi morde i capezzoli. Mi piace.
Questa serata non finirà bene.
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