La cornuta sadica e arrabiata
di
Maktero
genere
corna
Ilaria ha voluto incontrarmi.
Ci siamo trovate in un bar, davanti a due caffè.
Ma quella cordialità era solo di facciata; Ilaria era incazzata, incazzata profondamente.
Aveva scoperto la mia relazione con suo marito.
Ma ciò che la faceva imbestialire di più era il rapporto tra una frocia come me e suo marito.
Aveva chiesto spiegazioni al marito che le aveva confidato che da tempo andava a trans e che in particolare si era innamorato di me e che lei non lo sopportava.
Era furiosa ed ad un certo punto mi gettò il caffè in faccia, per poi allontanarsi frettolosamente dal bar.
Dopo quella scenata in pubblico credevo che la situazione si sarebbe risolta.
Certo capivo che avrei dovuto rinunciare al mio rapporto con Renato, il marito di Ilaria.
Fui sorpresa quando qualche giorno dopo ricevetti una telefonata da Ilaria in cui mi chiese di incontrarmi nuovamente.
Questa volta ci incontrammo nella sua macchina.
Appena salita, lei mi disse che era sempre furiosa per il tradimento di Renato con una frocia di merda come me.
Non riusciva sopportarlo; mi disse che mi voleva morta.
Io le risposi per calmarla che avevo interrotto ogni rapporto con suo marito.
Ma lei era fuori di sè, non sopportava l'idea che suo marito l'avesse tradita con una frocia.
Io non sapevo che cosa risponderle; era completamente irrazionale e incontrollabile.
Mi disse che la sola cosa che avrebbe potuta placarla era di vedermi soffrire; soffrire per appagare lo spregio che le era stato fatto.
Capii che l'unico modo di accontentare quella donna irrazionale era di accontentarla.
Le chiesi quindi cosa voleva da me.
Lei mi rispose che voleva farmi soffrire e che solo così avrebbe considerata chiusa la questione sentendosi sodisfatta.
Io oramai stufa della situazione volevo concludere, avevo chiuso il rapporto con suo marito; non ne volevo più sapere; e non volevo essere più tormentata da sua moglie.
Ma se dovevo concludere la storia capii che dovevo sottostare alle voglie di sua moglie.
Mi disse che aveva contatto due sicari che dietro suo pagamento mi avrebbero riempita di botte; solo così lei si sarebbe sentita soddisfattae mi avrebbe lasciata stare in futuro.
Fui sorpresa da questa sua proposta ma le chiesi per conferma se dopo untale trattamento lei sarebbe finalmente sparita dalla mia vita.
Ilaria confermò che solo dopo avermi visto sputare sangue sarebbe stata convinta della mia vera intenzione di lsciare suo marito.
Io la asseccondai e le dissi che ero disposta a sottoppormi a qualsiasi maltrattamento pur di convincerla che non avevo più niente a che fare con suo marito.
Sgarbatamente e spregevolmente mi disse che sarebbe tornata l'indomani per le 14 per prendermi; e sempre disgustosamente mi disse di non fregarla facendomi non trovare.
Uscii dalla macchina senza dire una parola, mi avvia verso casa convinta di aver a che fare con una psicopatica.
Ma se il tormento che mi aspettava l'avrebbe accontenta e l'avrebbe allontanata da me mi stava bene e non vedevo l'ora di levarmi quel dente.
Il giorno dopo alle due esatte mi feci trovare sotto casa; Ilaria arivò anch'essa all'ora prefissata.
Io salii in macchina, con Ilaria non ci scambiammo una parola ma riconobbi nei suoi occhi odio e disprezzo.
In silenzio arrivammo davanti ad un caseggiato, salimmo al quarto piano; dove ci fecero entrare due uomini.
Uno dei due chiese ad Ilaria se ero io la persona a trattare; lei rispose di sì.
Poi le venne chiesto il pagamento per il mio trattamento.
Ilaria pagò 2.000 euro perchè venissi massacrata di botte.
Io come una martire mi avviai verso il martirio sperando di concludere qui quella schifosa faccenda.
Arrivmmoa lcentro del salotto, mi fù imposto di spogliarmi; io eseguì; venne legata nuda con le braccia in alto a delle manette pendenti dal soffitto.
Ilaria si accascio su un divano dove poteva vedermi bene.
Uno dei due tizi accesse la televisione ed alzo il volume con il chiaro intento di non far sentire le mie urla.
Uno dei due prese un bastone, l'altro una catena, quelle che si usano per legare le biciclette od i motorini.
Guardarono Ilaria che scosciata sul divano sembrava invasata e bruscmente chiese di cominciare.
I sicari cominciarono a picchiarmi brutalmente; i colpi erano duri e feroci; urlavo e mi contorcevo sotto quei colpi tremendi.
Mentre mi agitavo e sbavavo per il dolore con la coda dell'occhio guardavo Ilaria che comodamente spaparanzata sul divano avva cominciato a masturbarsi vdendomi soffrire così duramnete.
I due sicari continuarono a picchiare duramente; ogni parte del mio corpo era massacrata da quei colpi.
Dopo non sò quanto tempo e quanti colpi persi i sensi; tutto si fece buio!
Quando i miei occhi si riaprirono ero in macchina con Ilaria, davanti a casa mia.
Intontita sentivo la voce di Ilaria che mi diceva di scendere.
Ci misi parecchiò per capire.
Raccolsi vagamente le idee; in un misto di dolore fisico ed di umiliazione mentale.
Compresi confusamente che Ilaria era sodisfatta; poi lei apri il mio sportello e mi spinse a terra.
Caddi sul terreno davanti a casa mentre la macchina di Ilaria si allontanava.
Scoprì di essere piena di dolori; i sicari mi avevano massacrata.
Ogni movimento era un dolore.
Dolorante e gemente, strisciando centimetro dopo centimetro, arrivai alla porta di casa.
Riuscii ad arrivare al campanello ed a suonarlo.
La mia coinquilina aprì la porta ed urlado vedendo il mio stato mi trascinò dentro.
Passai alcuni giorni di convalescenza; poi ricevetti una telefonata di Ilaria che voleva avere ancora della soddisfazione non ritenenosi ancora contenta per il mio peccato.
Io ancora dolorante le confermai che mi sentivo mortiicata per il mio comportamento; e che se il mio dolore avrebbe potuto lenire la sua sofferenza ero disponibile.
Quella psicopatica, mi rispose che ci avrebbe pensato.
Ci siamo trovate in un bar, davanti a due caffè.
Ma quella cordialità era solo di facciata; Ilaria era incazzata, incazzata profondamente.
Aveva scoperto la mia relazione con suo marito.
Ma ciò che la faceva imbestialire di più era il rapporto tra una frocia come me e suo marito.
Aveva chiesto spiegazioni al marito che le aveva confidato che da tempo andava a trans e che in particolare si era innamorato di me e che lei non lo sopportava.
Era furiosa ed ad un certo punto mi gettò il caffè in faccia, per poi allontanarsi frettolosamente dal bar.
Dopo quella scenata in pubblico credevo che la situazione si sarebbe risolta.
Certo capivo che avrei dovuto rinunciare al mio rapporto con Renato, il marito di Ilaria.
Fui sorpresa quando qualche giorno dopo ricevetti una telefonata da Ilaria in cui mi chiese di incontrarmi nuovamente.
Questa volta ci incontrammo nella sua macchina.
Appena salita, lei mi disse che era sempre furiosa per il tradimento di Renato con una frocia di merda come me.
Non riusciva sopportarlo; mi disse che mi voleva morta.
Io le risposi per calmarla che avevo interrotto ogni rapporto con suo marito.
Ma lei era fuori di sè, non sopportava l'idea che suo marito l'avesse tradita con una frocia.
Io non sapevo che cosa risponderle; era completamente irrazionale e incontrollabile.
Mi disse che la sola cosa che avrebbe potuta placarla era di vedermi soffrire; soffrire per appagare lo spregio che le era stato fatto.
Capii che l'unico modo di accontentare quella donna irrazionale era di accontentarla.
Le chiesi quindi cosa voleva da me.
Lei mi rispose che voleva farmi soffrire e che solo così avrebbe considerata chiusa la questione sentendosi sodisfatta.
Io oramai stufa della situazione volevo concludere, avevo chiuso il rapporto con suo marito; non ne volevo più sapere; e non volevo essere più tormentata da sua moglie.
Ma se dovevo concludere la storia capii che dovevo sottostare alle voglie di sua moglie.
Mi disse che aveva contatto due sicari che dietro suo pagamento mi avrebbero riempita di botte; solo così lei si sarebbe sentita soddisfattae mi avrebbe lasciata stare in futuro.
Fui sorpresa da questa sua proposta ma le chiesi per conferma se dopo untale trattamento lei sarebbe finalmente sparita dalla mia vita.
Ilaria confermò che solo dopo avermi visto sputare sangue sarebbe stata convinta della mia vera intenzione di lsciare suo marito.
Io la asseccondai e le dissi che ero disposta a sottoppormi a qualsiasi maltrattamento pur di convincerla che non avevo più niente a che fare con suo marito.
Sgarbatamente e spregevolmente mi disse che sarebbe tornata l'indomani per le 14 per prendermi; e sempre disgustosamente mi disse di non fregarla facendomi non trovare.
Uscii dalla macchina senza dire una parola, mi avvia verso casa convinta di aver a che fare con una psicopatica.
Ma se il tormento che mi aspettava l'avrebbe accontenta e l'avrebbe allontanata da me mi stava bene e non vedevo l'ora di levarmi quel dente.
Il giorno dopo alle due esatte mi feci trovare sotto casa; Ilaria arivò anch'essa all'ora prefissata.
Io salii in macchina, con Ilaria non ci scambiammo una parola ma riconobbi nei suoi occhi odio e disprezzo.
In silenzio arrivammo davanti ad un caseggiato, salimmo al quarto piano; dove ci fecero entrare due uomini.
Uno dei due chiese ad Ilaria se ero io la persona a trattare; lei rispose di sì.
Poi le venne chiesto il pagamento per il mio trattamento.
Ilaria pagò 2.000 euro perchè venissi massacrata di botte.
Io come una martire mi avviai verso il martirio sperando di concludere qui quella schifosa faccenda.
Arrivmmoa lcentro del salotto, mi fù imposto di spogliarmi; io eseguì; venne legata nuda con le braccia in alto a delle manette pendenti dal soffitto.
Ilaria si accascio su un divano dove poteva vedermi bene.
Uno dei due tizi accesse la televisione ed alzo il volume con il chiaro intento di non far sentire le mie urla.
Uno dei due prese un bastone, l'altro una catena, quelle che si usano per legare le biciclette od i motorini.
Guardarono Ilaria che scosciata sul divano sembrava invasata e bruscmente chiese di cominciare.
I sicari cominciarono a picchiarmi brutalmente; i colpi erano duri e feroci; urlavo e mi contorcevo sotto quei colpi tremendi.
Mentre mi agitavo e sbavavo per il dolore con la coda dell'occhio guardavo Ilaria che comodamente spaparanzata sul divano avva cominciato a masturbarsi vdendomi soffrire così duramnete.
I due sicari continuarono a picchiare duramente; ogni parte del mio corpo era massacrata da quei colpi.
Dopo non sò quanto tempo e quanti colpi persi i sensi; tutto si fece buio!
Quando i miei occhi si riaprirono ero in macchina con Ilaria, davanti a casa mia.
Intontita sentivo la voce di Ilaria che mi diceva di scendere.
Ci misi parecchiò per capire.
Raccolsi vagamente le idee; in un misto di dolore fisico ed di umiliazione mentale.
Compresi confusamente che Ilaria era sodisfatta; poi lei apri il mio sportello e mi spinse a terra.
Caddi sul terreno davanti a casa mentre la macchina di Ilaria si allontanava.
Scoprì di essere piena di dolori; i sicari mi avevano massacrata.
Ogni movimento era un dolore.
Dolorante e gemente, strisciando centimetro dopo centimetro, arrivai alla porta di casa.
Riuscii ad arrivare al campanello ed a suonarlo.
La mia coinquilina aprì la porta ed urlado vedendo il mio stato mi trascinò dentro.
Passai alcuni giorni di convalescenza; poi ricevetti una telefonata di Ilaria che voleva avere ancora della soddisfazione non ritenenosi ancora contenta per il mio peccato.
Io ancora dolorante le confermai che mi sentivo mortiicata per il mio comportamento; e che se il mio dolore avrebbe potuto lenire la sua sofferenza ero disponibile.
Quella psicopatica, mi rispose che ci avrebbe pensato.
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