Sesso con uno sconosciuto

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Sesso con uno sconosciuto


Mentre mio marito sceglieva il vestito più adatto da indossare per l'occasione, pensavo intensamente a quello che stavo per fare mentre mi davo l’ultima passata di mascara sulle ciglia.
Mi guardo allo specchio e ciò che vedo mi piace. Spero che anche il nostro sconosciuto amico apprezzi.
È da così tanto che abbiamo fantasticato su questo momento che quasi non mi sembra vero sia arrivato.
Luca, questo il nome del nostro amico, ha prenotato , in un posto carino, a circa mezz’ora di strada.
Passerà a prendermi alle sette. Il primo incontro conoscitivo lo farò da sola. Giovanni, mio marito, resterà a casa ad aspettare il mio rientro giocando di immaginazione in attesa che, al mio rientro, gli racconti tutto per filo e per segno.
Esco dal bagno, il makeup è perfetto, ho indossato anche l’intimo, un audace completino nero di pizzo che piace tanto a mio marito.
Indosso il vestito scelto da lui, un top di seta verde molto leggero e una longuette nera, tacchi alti, anch’essi neri e una pochette color pesca: spero che vedendomi la sua prima reazione sia un’erezione. Scosto i capelli lunghi e leggermente mossi sul lato destro, ricadono morbidi sulla spalla, sfiorano il seno.
Mi abbraccia mentre mi chiude la lampo dietro la schiena.
"Sei bellissima." mi dice stringendomi ed aderendo completamente a me facendomi sentire la sua eccitazione in pressione sulle mie natiche. "sei eccitato all'idea che mi faccia scopare da uno sconosciuto?
"Tanto."
Sento il telefono vibrare nella borsetta, emetto un lungo sbuffo per calmare i nervi, lancio un’ultima occhiata allo specchio e mi dico che sono una figa pazzesca… Due ore di preparativi sono servite!
"Vai" disse mio marito affacciandosi dalla finestra e vedendo l'auto nera di Luca in attesa davanti al porto. "Non farlo aspettare."
Lo baciai sulle labbra con l'intensità dell'amore che ci univa. " Vado."
Scendo le scale di marmo sulle quali i tacchi producono un rumore secco e sordo. Apro il portone e lo trovo lì ad aspettarmi in auto, sta armeggiando con l’autoradio ma si accorge della mia presenza e solleva lo sguardo sorridendomi, rivelando una fila di denti bianchissimi.
"Luca?" Domando io.
"Si. e tu Naomi, vero?"
"Si."
E' di una bellezza disarmante e io sento il cuore mancare di un battito. Mi apre la portiera, l’afferro e mi infilo nell’abitacolo. Mi accomodo sul sedile di pelle e allungo leggermente le gambe. Mi guarda intensamente, dischiude le labbra, si avvicina e le posa alle mie. Sento che le mutandine bagnarsi leggermente, ricambio il suo bacio con piacere. Si scosta e ci guardiamo: Sei splendida ,mi dice. Arrossisco leggermente e lo ringrazio. Indossa un completo dal taglio moderno, una camicia di un pallido azzurro e noto che ha scelto di non mettere la cravatta. I primi tre bottoni della camicia sono aperti e così intravedo il petto e la linea elegante del collo…
Ci avviamo per andare a cena e già dopo pochi metri poggia la mano sulla mia coscia. Ricalco il suo gesto, ma la mia scelgo di appoggiarla più su, vicino al suo inguine. Sfioro appena il suo sesso. Lo guardo: sto immaginando che inchiodi, mi trascini fuori e mi sbatta brutalmente sul cofano caldo della macchina, lì in mezzo alla strada. Mi mordo il labbro. Nota il mio fremito. Mi ridesto dai miei peccaminosi pensieri e iniziamo a parlare del più e del meno. Il viaggio è piuttosto breve e giungiamo al ristorante: il mio preferito. Il maitre ci fa accomodare al nostro tavolo, leggermente appartato rispetto agli altri, ad attendermi un mazzo di peonie rosa e bianche: le mie preferite. Sento la mia vagina contrarsi e rilassarsi diverse volte. Vorrei spingerlo su una sedia e scoparmelo, ficcargli la lingua in bocca e sentirlo godere, invece lo guardo con gli occhi lucidi e lo ringrazio sinceramente per il bel gesto. Mi sposta la sedia così che possa accomodarmi e si siede di fronte. La luce della candela disegna sul suo volto una danza delicata. Ha pensato a tutto, vino e menù, tutto magnifico, naturalmente.
Vado alla toilette, sono così vogliosa. Mi inumidisco due dita, allargo le gambe e mi accarezzo la fica perfettamente rasata. Entro ed esco, assaggio il mio sapore, mi sfilo il perizoma e lo nascondo nel pugno.
Torno al tavolo, mi avvicino al suo viso, gli mordicchio il lobo e abbandono sul suo grembo il perizoma: lo afferra, lo annusa con discrezione e lo infila nella tasca dei pantaloni dove noto il rigonfiamento del suo bel cazzo duro. Vorrei metterlo tutto in bocca e succhiarlo avidamente, ma torno al mio posto, finisco il mio vino e lo guardo seducente: Ho voglia di te, gli sussurro. Si alza quasi di scatto e mi lascia sola per andare a pagare. Torna dopo pochi minuti, mi prende per mano e mi conduce al parcheggio. Apre la portiera posteriore, mi spinge sui sedili, mi afferra le gambe, si piega e mi infila la lingua nella figa bagnata e caldissima. Gemo…
Mi ordina di sedermi e si mettermi al posto di guida. Pigia sull’acceleratore e imbocca la strada che conduce a casa sua seguendo le sue indicazioni. Arrivati, scende e mi apre la portiera, mi prende per mano ed entriamo. Mi attacca al muro, lì all’ingresso, solleva le mie braccia sopra la testa e mi bacia, poi passa al collo e scende sul seno a mordere dolcemente. Sposta l’altra mano sotto la mia gonna e infila deciso due dita nella mia figa vogliosa: sono così bagnata. Mi gira e tira giù la zip della gonna, mi sfila la canottiera e slaccia il reggiseno con movimenti sicuri. Mi fa girare verso di lui, mi solleva e mi bacia. Inizio a mia volta a spogliarlo: parto dalla camicia, gli mordo il collo, slaccio la cintura e infilo una mano sotto gli slip. Oh mio dio ha il cazzo duro come il marmo. Voglio leccarlo! Intuisce e mi posa a terra, mi inginocchio davanti al bastone di carne e inizio a fargli un bel pompino. Lo sento gemere, le gambe possenti gli tremano leggermente. Mi fa alzare e mi trascina in salotto, mi sdraia sul caldo tappeto, mi apre le gambe e inizia a leccarmi la fica. Infila le sue dita lunghe e sinuose e leccando i miei umori che lo mandano in visibilio. Si libera finalmente dei pantaloni e in poco è su di me. Mi alza la gamba sopra la spalla e mi penetra. Oh mio dio, è pura estasi! Affonda ancora e ancora dentro di me, a ritmo sempre più sostenuto. Mi bacia con passione e mi perdo completamente al piacere. Mi abbandono all’estasi…
Esce. Mi gira a 90, mi allarga le natiche, si sofferma, sento il suo respiro caldo e poi la sua lingua inizia a deliziare il mio ano. Con la mano comincia a masturbarmi. Sento la lingua entrare dietro, inizio a dilatarmi piano. Mi piace ciò che sento: tra noi c’è una sintonia perfetta. Mi sento così aperta, così vulnerabile tra le sue movenze esperte che mi chiedo perché il nostro incontro non sia avvenuto prima. Ma ogni cosa arriva a suo tempo. Continua a leccarmi, con un dito mi sfiora, poggio la testa sul tappeto, sono pronta a tutto. Sei così buona mi dice, è appena un bisbiglio ma lo sento chiaramente. Mi piace l'odore del tuo culetto e anche il sapore.
Lo avevo accuratamente lavato con lavanda alla vaniglia come piace a mio marito. Con sicurezza mi afferra i fianchi, mi attira a sé e lo infila nuovamente nella mia figa in fiamme. Infila l’indice della mano sinistra nel culo e disegna movimenti circolari. Sono brilla ed eccitata, ogni cosa aggiunta mi manda in estasi.
Sputa sul mio culo, mi fa sdraiare sul fianco e mi chiede se lo voglio dietro: gli dico di sì. Mi tocca davanti, sul clitoride, e col suo bel cazzo strofina il mio buco dietro. Mi afferro la natica sinistra e lo invito a entrare spingendo il culo verso di lui. Si lubrifica ancora con la saliva e spinge con la punta. Con fatica entra e si libera in un gemito di piacere. Mi scopa il culo in quella posizione, sento che gli piace il pertugio così stretto e caldo.
Mi stringe a sé, non smette di sbattermi…
"Mi piaci tanto." Mi sussurra all’orecchio…
"Anche tu" gli rispondo in un sibilo. "Spingimelo dentro fini in fondo. Aprimi tutta." Il suo cazzo è gonfissimo, so che sta arrivando al culmine, lo sento. Gli ordino di sborrare, e lui lo fa, nel mio culo. Mi riempie di sperma denso e caldo e mi infila due dita nella figa ancora bagnatissima. Mi bacia sulla spalla, ha il fiatone. Si abbandona agli ultimi istanti di piacere e abbracciandomi mi dice: È stato magnifico.
"Non uscire, resta dentro di me,, fammi venire." dissi muovendo il mio culo in un movimento rotatorio. Appena si ferma la penetrazione violenta nel mio ano si sente un rumore bagnato… Il suo cazzo scivoloso… Mi fa roteare verso di lui e mi infila due dita nella figa umida, proprio sul punto giusto del clitoride. È fermo lì… solo le sue dita si muovono, lente, perfezioniste… il piacere si accende…
"Voglio di più!" Gli urlo… "Più veloce… " Di botto le sue dita accelerano il ritmo, ossessive, martellanti. Il mio clitoride è indolenzito ma ho bisogno di venire. " Lo sento… Io sento tutto…ancora dentro." Il mio ano ancora aperto pulsa. La mia vagina si contrae, mentre il mio corpo sta per esplodere. Un fremito mi scuote. Mi trascino verso l'orgasmo, mi piego all'indietro.
Gli stringo l'avambraccio. " Sto venendo…" Urlo tra i denti. Un tremito mi parte dal
culo e sale lungo la schiena, mi invade tutta mentre il mio corpo si inarca e le mie unghie graffiano la sua pelle mentre le mie gambe tremano come foglie.
Cadiamo entrambi sul tappeto caldo, senza fiato. Mi tiene stretta mentre il mio corpo continua ad essere scosso sentendo le sue labbra sulla mia nuca. Vorrei che quel momento non finisse mai.
Mi gira verso di lui e mi guarda negli occhi. Sente ancora il mio corpo fremere e mi chiede: " A cosa stai pensando?"
"Vorrei vedere mio marito, vorrei che fosse qui ora. Vorrei raccontargli tutto, ogni singolo dettaglio. Vorrei che Luca mi avesse vista scopasse insieme a te, avesse visto come sei riuscito a farmi godere.
Mi sollevo sul gomito e mi i sciolgo in un sorriso.
"Tu sei veramente bravissimo nel far godere una donna." gli dico.
Luca mi si appoggia sopra, il suo sperma caldo cola dal mio ano. Il suo sudore sul mio corpo…La sua bocca sulla mia… Il suo corpo pesante…Il suo respiro ancora accelerato…
"Voglio ricominciare… Voglio farlo ancora… Ma..."
Mi interruppi sentendo il mio il telefono che da qualche parte vibra… E' nella mia borsetta. Lo prendo..
"Non rispondere."
"Devo rispondere… È lui…mio marito."
Lui mi fa cenno che va bene.
Dopo qualche momento in cui Giovanni parlò dall'altra parte del telefono dissi:
"Giovanni vuole sapere tutto… Vuole sapere cosa sto facendo… Vuole sapere se è successo… Ma soprattutto vuole sapere cosa sto provando"
Mentre luca era ancora dentro di me,
Mentre il suo sperma cola dal mio ano…
Mentre il mio corpo non smette di tremare…
"Devo raccontargli tutto"
"Fai pure." disse mentre le sue dita ripresero ad accarezzarmi la fica mentre io parlavo…
"Ti prego Giovanni, non preoccuparti… Sono al sicuro… Sta andando tutto bene., anzi., molto bene. Si amore lo abbiamo fatto. E' ancora dentro di me, sento ancora il suo sperma caldo dentro il mio culo. Mi sta accarezzando la fica mentre ti parlo."
Giovanni sembrava molto coinvolto. Sentii il suo respiro dall'altra parte.
"Non credo di poter parlare molto.."
"Perché?" Mi chiese lui dall'altra parte,..
"Perché Luca me lo sta rimettendo dentro...nel culo" risposi
"Sei così stretta Naomi.. "disse Luca mentre entrava di nuovo nel mio culo ancora aperto sussurrandomi "Adesso ti faccio vedere quanto sei stretta.."
"Ci sei ancora Giovanni?" lui annuì chiaramente eccitato.
"Hai sentito quello che mi ha detto?
"Si, e ora ste state facendo?!..
"Mi sta facendo sedere sopra di lui... Ora scendo piano, fino in fondo. Mi tiene per i fianchi... Mi fa alzare e scendere sopra il suo cazzo. Mi piace da morire amore, si ti amo sei sempre con me anche mentre mi sta scopando.
Non riesco più a parlare... Giovanni continua a chiamare il mio nome dall'altra parte mentre Luca mi scopa il culo lentamente... Il mio piacere cresce di nuovo mentre Luca mi fa salire e scendere sopra di lui..
"Sei proprio una troia" mi disse Luca mentre le mie mani si aggrappavano alla sua schiena mentre salivo e scendevo sopra il suo cazzo. Mi piacque. Mi piacque essere chiamata così da lui. Mi piacque essere chiamata così mentre ero sopra di lui e mio marito sentiva tutto.
"Io ti amo Giovanni" dissi, poi gli lanciai un bacio nel telefono.
Sentii Giovanni dall'altra parte che gemeva... "Sto venendo amore, ti amo anche io , ti aspetto a casa" disse chiudendo la conversazione,
"Abbiamo tempo?" mi chiese luca o devo tornare a casa.
"Tutto il tempo che vuoi." risposi
Dopo aver chiuso chiuso il telefono, Luca mi alzò dal suo grembo e mi mise sulla poltrona. Era morbida sotto la mia schiena mentre lui mi apriva ancora le gambe e si chinava verso il mio sesso ancora bagnato. Passò la lingua sulla mia profondità ancora aperta dopo quello che era appena successo. Sembrava volesse assaggiarmi ancora, ricordare ogni mia sfumatura. Poi improvvisamente si fermò e mi guardò negli occhi: "Lo vuoi ancora?"

Annuii senza fiato mentre lui faceva girare e mettere in ginocchio. I nostri inguini si toccavano quando mi entrò di nuovo nel culo fino in fondo. Questa volta più di colpo, profondamente. Sentivo ogni singolo centimetro mentre si adattava al mio corpo ancora tremante. Rimase fermo per un secondo mentre io mi allargavo leggermente le natiche per farlo entrare tutto piu facilmente.
"Così?" Mi chiese stringendomi i fianchi mentre traeva fuori e dentro lentamente. "Dimmi se va bene, dimmi se ti fa male." Io scuotevo la testa negativamente mentre posavo una mano sul suo muscolo della coscia. "Più forte" gli sussurrai "più veloce!" Mi guardò negli occhi mentre le sue mani si aggrapparono al mio seno, afferrò i miei capezzoli tra il pollice e l'indice e li strinse delicatamente mentre iniziò ad aumentare il ritmo. Il mio culo bruciava, ma ogni scivolata dentro e fuori mi portava verso il piacere. "Chiamami ancora troia come hai fatto prima, mi piace."
Lui rise soffocato, un suono basso e ruvido tra i suoi denti. "Troia" ripeté mentre mi spingeva giù con decisione. "Una troia così calda che ha tutto il giorno sognato questo momento mentre suo marito la guardava dall'altra parte del telefono." Ogni parola mi faceva fremere ancora di più. Ora sapeva esattamente come eccitarmi.
Le sue mani erano calde sulle mie anche mentre mi guidava su e giù. Sentii il suo sudore freddo sulla pelle della mia schiena, l'odore pungente di eccitazione e sperma che si mescolava nell'aria ferma della stanza. "Dimmi la verità," sussurrò mentre accelerava il ritmo. "Ti senti una bella troiona che si fa sbattere il culo da uno sconosciuto?" Afferrai la sua coscia forte, le mie unghie affondandosi nella carne. "Sì," ansimai. "Mi sento così."
Una risata soffocata gli uscì dalla gola. "E quanti altri ti hanno scopata così?" chiese spingendo più forte, quasi brutalmente. "Prima di me?" Sentivo le mie labbra vaginali che si gonfiavano sopra il clitoride umido. "Nessuno," gemetti mentre lui mi tirava indietro sui suoi colpi. "Sei il primo."
Le sue mani che stringevano le mie anche si irrigidirono. "Il primo?" ripeté, incredulo. Mi girò all'improvviso, piantandomi sul divano di pelle, le gambe sopra lo schienale. Mi guardò negli occhi mentre il suo cazzo rientrava nel mio culo ancora dilatato. "E tuo marito?"

"Non così," sibilai, mentre il dolore si trasformava in piacere pungente. "Non dietro." Gli afferrai i polsi. "Lui... ama guardarmi mentre prende la mia bocca o la mia fica." L'espressione di Luca si fece predatrice. Scivolò fuori dal mio corpo con un suono umido, mi girò e affondò nella mia gola senza preavviso. Sentii il retro della testa schiacciarsi contro il divano.
"Mmmf!" Gemetti, le lacrime gonfiavano gli occhi mentre spingevo il naso contro il suo ventre sudato. Sentivo il suo sapore salato, muschiato. Le sue mani mi immobilizzarono la testa. Non potevo respirare. Mi inondo la bocca con la sua sborra. Volevo ingoiarlo tutto. Mi torturò così, ritmicamente, finché non allentò la presa e io ingoiai fiotti brevi, tossendo..
Dall'altra parte, il mio corpo ancora tremava per l'orgasmo precedente. Mi girò di nuovo, bruscamente, e mi spinse a pancia sotto sul freddo pavimento di legno. Le mie ginocchia scivolarono. Sentii il suo ginocchio aprirmi le gambe. "No," bisbigliai, sperando nel contrario. "Di nuovo? ho il culo in fiamme" Ma già spingevano le dita secche nel mio ano ancora aperto, dilatandolo. Uno, due, tre... I gemiti di dolore si confusero con quelli di piacere.
"Troppo?" chiese Luca in un soffio di voce. "Vuoi fermarti?" Scossi la testa furiosamente contro il pavimento, annusando la polvere e il suo sperma essiccato. Afferrai forte il bordo del tappeto sotto le mie unghie mentre lentamente mi entrava dentro ancora una volta. Più sottile ora, più dolce. Accompagnavo ogni suo movimento flettendo la schiena all'indietro. Avevo la pelle dei fianchi segnata dalle sue mani.
"Non lasciarmi..." gemetti quando rallentò il ritmo. Mi sentivo una folla di neuroni accendersi tra le mie gambe; il mio corpo bruciava. Mi girai verso di lui sul fianco. Il mio ginocchio strisciava sul suo sudore.
Mi afferrò la nuca, tirando la mia testa verso di se per un bacio ardente, mentre mi penetrava ancora nel culo. Con un movimento fluido delle anche, per quel cavalcata dolorosa ma necessaria, mentre Il suo respiro mi sfiorava l'orecchio, mi sussurrò: "Voglio farti venire un'ultima volta prima di mandarti da tuo marito.
Senza altre parole aggiunte aumentò il ritmo, ogni colpo preciso come un metronomo impazzito. Io mi abbandonai completamente all'abbraccio della pelle contro pelle, al sudore che colava fra le nostre schiene, all'odore denso di sesso e passione che saturava la stanza. Le mie unghie cercarono la sua carne mentre lui affondava sempre più dentro, trovando un angolo segreto che mi fece urlare senza voce. Qualcosa dentro si stava rompendo, una tensione che diventava fluido elettrico nel mio ventre. Venni come non mi era mai successo, un piacere infinito mi pervase l'intero corpo mentre lui riversava dentro di me nuovamente il suo sperma caldo e vischioso.
Fuori, un tuono lontano ricordò alla mia pelle umida che la realtà esisteva ancora.
Luca si ritirò lentamente dal mio corpo con un gemito roco, lasciando un sottile rivolo caldo tra le mie cosce. Mi aiutò ad alzarmi, le sue dita che tremavano leggermente mentre mi reggevano il gomito. "Dovresti lavarti", sussurrò indicando la porta di una stanza laterale. Il suo respiro era ancora affannoso, gli occhi scuriti dall'adrenalina. Nella penombra, la linea della sua mascella sembrava scolpita nel marmo.
Passai sotto l'acqua calda, lasciando che il getto sciacquasse via il sudore e il seme che mi colava lungo le cosce. Trovai nel mobiletto sapone alla lavanda e vaniglia - lo stesso che usavo io - e per un attimo sorrisi all'idea che Giovanni avrebbe riconosciuto quell'odore quando fossi tornata. Mi asciugai con cura, evitando lo specchio appannato. Non volevo vedere la donna scomposta che vi si sarebbe riflessa:
labbra gonfie, occhi cerchiati, pelle segnata dai suoi morsi. Giovanni meritava il ricordo di me elegante, come quando ero uscita di casa, non questa versione disfatta.
Un'idea venne sottobraccio alla stanchezza: Giovanni avrebbe voluto un frammento tangibile della mia infedeltà. Con delicatezza, inserii due dita nel mio sesso ancora aperto, raccogliendo una buona quantità di seme vischioso che vi scorreva dentro. Lo trasferii nel caldo recesso dell'ano, come fosse una reliquia preziosa sigillata nel marmo di una chiesa. Sentii la fredda aria condizionata sulla pelle mentre Luca mi porgeva le mutandine di pizzo nero. Le infilai in silenzio, il tessuto umido aderiva alla mia carne tumefatta. Ogni movimento stirava i muscoli affaticati come corde di violino dopo un concerto prolungato. L'odore della vaniglia e dello sperma si fondeva con l'umidità del mio sudore, creando una sinfonia acre che mi accompagnava fino alla porta.
Luca mi accompagnò sotto una pioggia intermittente che sembrava voler ripulire ogni traccia lasciata sulla pelle. Il suo profumo si mischiava al mio, persistente come una promessa non detta. «Giovanni è fortunato» mi sussurrò aprendo il portiere dell'auto, le sue dita sfiorandomi la vita con un'intimità ormai acquisita. Mi sistemò nei sedili di pelle fresca mentre le gocce battevano sul parabrezza come un battito cardiaco affrettato. Guardai fuori dal finestrino: la città scivolava via, una matassa di luci bagnate e ombre indistinte. Pensai che Giovanni mi stesse già aspettando di fronte al camino acceso, le labbra strette nell'attesa dei dettagli voluttuosi. Sentivo nel ventre la presenza del seme di Luca che si mescolava alle mie contrazioni interne, un tributo silenzioso pronto a scivolare fra le mie cosce quando mi sarei seduta sulle ginocchia del mio sposo.
Quando la macchina si fermò davanti al vialetto illuminato dal lampione, lo salutai e salii velocemente le scale. La porta di casa si aprì di scatto. Giovanni apparve sull'uscio con le maniche della camicia arrotolate. La sua bocca si tese mentre entravo in un bacio, appassionato e pieno di desiderio. La pioggia mi aveva imbrattato i capelli di lucidi riccioli scuri; Giovanni ci immerse la faccia, annusando avidamente quella miscela di vaniglia e seme che sapeva non essere suo. «Non lavarti» sibilò contro la mia tempia. La sua lingua sfiorò il mio collo, cercando il sale residuo della nostra violenza sessuale. Dentro di me, il seme di Luca pulsava caldo e umido mentre Giovanni mi spingeva verso la camera da letto. Le sue dita già frugavano sotto la mia gonna bagnata, trovando il pizzo inzuppato di sperma estraneo. «Dimmi tutto» gemette contro il mio orecchio mentre mi spingeva sul letto. E io sapevo che avrei dovuto ripetere ogni dettaglio nel nostro letto, dove tutto era cominciato.
Sentii le sue mani tremanti mentre mi sbottonava la camicetta. Ogni fibra del mio corpo era ancora elettrica dopo l'uso intenso del mio culo da parte di Luca. Quando Giovanni vide le impronte viola sul mio fianco, lasciate dalle dita di lui, il suo respiro si fece più cupo. Mi strappò le mutandine con un gesto secco. Le portò al naso, respirando profondamente quel misto di sperma e mio sudore. «Racconta» ripeté, abbassandosi per leccare il rivolo che mi scendeva lungo la coscia dal mio ano ancora aperto. Il suo sapore era acido, metallico. Sentivo ogni dettaglio fisico della mia pelle bruciata mentre Giovanni spingeva due dita nel mio culo, trovandolo gonfio. Lo sentii gemere quando estrasse le dita intrise del seme di Luca. «Mettitelo in bocca» gli ordinai io, la voce ancora roca dalla sofferenza dei miei organi vitali. Lui obbedì avidamente, succhiando le sue stesse dita mentre io continuavo il mio racconto, ogni parola che sgorgava come un fiume sporco.
«Davvero ti ha chiamata troia ?» chiese finalmente Giovanni, sollevando la testa dal mio inguine. Sentivo il mio corpo ancora tremare. Gli appoggiai una mano sulla nuca. «Sì. E mi ha fatto venire mentre tu mi sentivi gemere al telefono.» Nei suoi occhi vidi una luce primitiva che solo questo gioco riusciva ad accendere. Mi spinse giù dal letto, ordinandomi di mettermi a quattro zampe sul tappeto. Sentii il gelo del parquet contro le mie ginocchia. La sua saliva mi colò lungo la schiena mentre si preparava a penetrarmi nel punto già devastato. Ogni centimetro che entrava mi strappò un urlo che era allo stesso tempo dolore e liberazione. Afferrai il bordo del tappeto con tale forza che mi sembrò di strapparlo. Lui si fermò improvvisamente, lasciandomi tremare nel vuoto della penetrazione incompleta. «Vuoi che sia più dolce?» sussurrò. Scossi furiosamente la testa. «No, amore. Riprendi ciò che è tuo.»
Giovanni afferrò i miei fianchi con le nocche bianche. Il suo respiro era un ruggito quando iniziò a martellarmi con una furia che non gli avevo mai conosciuto. Ogni spinta mi sbriciolava le ossa sacrali. Spalancai le natiche con le mie stesse mani mentre gemevo nel tappeto, sentendo il sudore di Luca ancora nelle mie narici. Le mie labbra vaginali sfregavano contro l'aria fredda, gonfie e pulsanti. «Non fermarti!» singhiozzai mentre il dolore bruciava trasformandosi in elettricità pelvica. Il suo sesso mi strappava carne viva, creando quel suono umido e cavernoso che lui adorava. Sentii il suo sperma caldo riversarsi dentro di me come sigillo di possesso mentre il mio corpo crollava sul pavimento.
Mi rotolai sul fianco, tremando come un animale ferito. Giovanni abbassò la bocca sul mio collo, leccando le strisce di sudore salato. «Ti sei lasciata sfondare così?» sussurrò con voce spezzata mentre le sue dita frugavano nel mio sesso ancora dilatato, mescolando i suoi fluidi con quelli dell’altro.
"Si amore, ma l'ho fatto per te."
Annuì debolmente, incapace di parlare mentre un’altra ondata di piacere mi percorreva la schiena. Mi tirò su per i capelli, costringendomi a guardarlo negli occhi. «Vuoi di nuovo Luca?» chiese, sfregando il pollice sul mio labbro inferiore. "Solo se lo vuoi anche tu e se tu sarai presente."
Un sorriso maligno gli attraversò il volto mentre mi spingeva verso il letto. «Allora organizzeremo il prossimo incontro.» Sentii la federa fredda sulla schiena mentre mi apriva le gambe ancora tremanti e abbassava la testa.
La sua lingua fu una scossa elettrica sul clitoride indolenzito. Gemetti, affondando le dita nei suoi capelli mentre mi muovevo contro la sua bocca. L'odore dello sperma estraneo sembrava eccitarlo ancora di più; leccò con avidità ogni traccia, fusa al mio sudore. "Che gusto ha?" gli ansimai. Sollevò gli occhi, lucidi di follia: «Sapore di tradimento, dolcissimo.»
Fuori, la pioggia martellava i vetri come polsi frementi mentre Giovanni mi salì addosso. Il suo ingresso fu brutale, un'affermazione di possesso nel mio corpo già martoriato. Ogni spinta rimbombava nelle ossa come un tuono. Mi aggrappai alle lenzuola, sentendo la pelle dei fianchi strapparsi sotto le sue unghie affilate. «Ripeti come ti ha scopata,» gemette contro il mio collo, l'alito caldo sulla pelle umida. «Ogni dettaglio.»
«Mi ha messo a faccia in giù e, quando ha riempito il mio culo per la terza volta ho sentito i tuoi gemiti di piacere nell'orecchio...» Giovanni ringhiò, affondando più a fondo come se volesse cancellare quella memoria fisicamente. Il sudore gli colava dalla tempia sulla mia guancia, salato come il mare.
Mi eccitava l'idea che ti masturbavi per me mentre Luca mi sbatteva sul pavimento. Immaginavo le tue dita afferrare il tuo cazzo, veloci e disperate. Sentivo il tuo respiro spezzato nel ricevitore mentre io strisciavo avanti e indietro sotto suoi colpi. Pensavo al tuo sperma schizzato sul lenzuolo quando hai sentito il rumore del mio gemito strozzato.»
Giovanni cambiò improvvisamente posizione, sollevandomi sopra di sé. «Si sono venuto proprio allora,» confessò mentre mi guidava sul suo sesso ancora duro, varcando la soglia dell'ennesimo orgasmo. «Quando hai urlato che ti stava aprendo tutta.» Mi fece scivolare giù lentamente, ogni centimetro un supplizio delizioso mentre i nostri corpi sudati si saldavano insieme. Il suo sguardo divorava le mie labbra tumefatte, le tracce dei morsi di Luca sul collo. La sua mano si insinuò tra le mie gambe, sfregando il clitoride con un pollice ruvido. Più forte. Più veloce. Il mio corpo si irrigidì nell'ultima, violenta contrazione. Venimmo insieme in un silenzio carico di ferocia, le dita di Giovanni che mi perforavano la carne dei fianchi mentre urlavo nel suo collo.
Il giorno dopo, sotto la doccia bollente, esaminai le ecchimosi violacee che punteggiavano le mie cosce. Il sapone alla mandorla bruciava sulle abrasioni interne. Intorno a me fluttuava l'ombra di Luca: il suo profumo di tabacco e agrumi amari, la pressione delle sue nocche sulle mie scapole mentre mi immobilizzava contro il pavimento. Nel mio corpo devastato viveva ancora quel momento cardine. Giovanni che ansimava al telefono mentre Luca mi penetrava analmente, le mie palpebre tremanti che registravano le gocce di pioggia che scivolavano sul finestrino dell'auto. Il mio orgasmo aveva attraversato il ricevitore come una corrente elettrica, sincronizzandosi con il suo singhiozzo roco nell'orecchio.
“Ti è piaciuto leccare la sua sborra?” chiesi a Giovanni mentre posavo le mani sulla porta della doccia, sentendo il marmo gelido contro i palmi. Le parole gocciolavano nell'aria umida come confessioni. Lui spense l'acqua, lasciandoci avvolti nel vapore selvaggio. Le sue dita tracciarono la mia spina dorsale mentre rispondeva: “Mi è piaciuto sentire il suo seme mescolato al tuo sudore. Come quando da ragazzino rubavo il whisky di mio padre – proibito eppure irresistibile.” Il suo tono era basso, animalesco.
Il telefono vibrò sul lavandino di marmo mentre mi asciugavo i seni gonfi. Il messaggio di Luca apparve sullo schermo: *Ho ancora il sapore del tuo culo sulle labbra.* Mostrai il cellulare a Giovanni, che sorrise compiaciuto. “Non posso biasimarlo.” disse, poi aggiunse. "Rispondigli"
"Cosa gli dico?"
"Quello che vuoi?
"Sono contenta, anche io ho il sapore del tuo cazzo e del tuo sperma sulle mie labbra. E non solo io..."
"E chi, oltre te?"
"Mio marito. Ha assaggiato il tuo sperma dal mio culo, Gli piace il suo sapore ed il tuo odore.""
"Vuol dire che la prossima volta, se ci sarà anche lui, gli faro leccare il mio cazzo dopo che ti avrò sborrato nel culo. Pensi che vorrà farlo?"
"Se glielo chiedo lo farà."
"E tu vuoi che lo faccia?"
"Si, mi ecciterebbe tanto vederlo."
Giovanni annuì lentamente, poi estrasse il suo telefono dal pigiama. Digitò qualcosa mentre mi fermavo davanti allo specchio appannato, osservando le mie fragilità: le fossette dei suoi denti sulle clavicole, il viola dell'ecchimosi alla vita. “Ho prenotato allo chalet per venerdì,” disse senza alzare lo sguardo. Digli di raggiungerci la. Ci divertiremo.
Tre giorni dopo, la strada per le montagne era un nastro bagnato sotto il temporale. Giovanni guidava con una mano sulla mia coscia,
le dita che seguivano il percorso delle mie vene sotto la pelle. “Ti eccita, vero?” chiese mentre il navigatore indicava l’imbocco del bosco. “Sapere che tra un’ora il nostro corpo sarà coperto dalla sua roba?
"E a te eccita l'idea di succhiarlo." risposi di getto
"Se la cosa ti eccita lo farò." Annodai le dita alle sue senza rispondere. Immaginavo Luca davanti al camino e Giovanni che gli faceva un pompino. ero cosi eccitata all'idea che le mie mutandine si bagnarono di colpo.
La veranda dello chalet scricchiolò sotto i nostri passi. La porta si aprì prima ancora di bussare. Luca apparve vestito solo di un asciugamano annodato in vita, gli occhi che divoravano il mio collo ancora segnato dai morsi di Giovanni.
“Sei più bella che mai,” sibilò mentre Giovanni si liberava dalla giacca bagnata. Il suo odore, tabacco, sudore maschile, qualcosa di agre –,mi fece tremare le ginocchia. Mi baciò appassionatamente mentre Giovanni guardava eccitato la lingua di luca rovistare la mia bocca. Poi tese la mano a Giovanni per presentarsi, ancora non si erano conosciuti di persona.
Giovanni strinse quella mano senza esitazione, con uno strano sorriso che mescolava sfida e complicità. “Cominciamo?” propose Luca, staccandosi da me per condurci verso il camino dove i tronchi fumavano. Sul divano di pelle grezza, gli occhi di Giovanni si posarono sul mio corpo quando Luca sfilò la mia camicia. Sentii i polpastrelli di Luca tracciare la linea della mia spina dorsale mentre distendeva il mio corpo sul tappeto davanti al fuoco. “Guarda come si scioglie” disse senza voltarsi a Giovanni. Il calore delle fiamme mi lambiva l’inguine mentre Luca mi apriva le gambe. Giovanni si spogliò e si stese sotto di me con la faccia che lambiva la mia fica “Vuoi vedere mentre entra dentro di me, vero?” gli chiesi mentre Luca si posizionava dietro di me. Mi posizionai a quattro zampe Giovanni sotto di me.
Luca entrò nel mio culo senza preamboli, un coltello di fuoco che mi fece urlare mentre di Giovanni sollevava la sua bocca verso la mia fica gia zuppa. Sentivo ogni dettaglio: le rughe dell'ano che cedevano sotto la punta del suo cazzo, i miei umori che gocciolavano sul viso di Giovanni mentre gemevo, l'acuto profumo del suo sudore misto al legno bruciato. Luca mi afferrò i fianchi, scavando solchi violacei e mentre mi spingeva avanti e indietro sul suo sesso. “È strettissimo,” ringhiò contro il mio orecchio. “Ti ha già sfondata tuo marito oggi?” Scossi la testa pendendo in bocca il cazzo di Giovanni fremente sotto di me . Sentivo la sua lingua raschiarmi il clitoride mentre venivo trascinata indietro da ogni spinta di Luca.
Vidi Giovanni fisso fra le mie cosce, lo sguardo ipnotizzato dal ritmo del sesso di Luca che entrava ed usciva dal mio culo. Il suo cazzo pulsava visibilmente, precoce e gonfio — una vista così indecente che mi fece chiudere gli occhi per l’eccitazione. “Sborri?” ansimò Luca. Giovanni rispose con un gemito soffocato contro la mia fica mentre la mia bocca si chiuse freneticamente su di lui. Sentii la prima vampata calda colarmi sulla lingua, salata e densa come burro. Deglutii istintivamente mentre le dita di Giovanni mi piantavano nelle cosce e la sua voce esplodeva in un ruggito che coprì il crepitio del fuoco.
Avevo voglia di venire anche io, subito. Il sapore dello sperma di Giovanni nella mia bocca aveva esaltato i miei sensi mentre il movimento di Luca nel mio culo diventava più frenetico e selvaggio.
Luca mi strappò indietro con violenza, rovesciandomi sul divano ancora con Giovanni aggrappato ai miei fianchi. Il suo cazzo uscì dal mio ano con un schiaffo umido mentre mi immobilizzava a pancia in su. “Ora faccio venire la tua dolce consorte,” ruggì contro l'orecchio di Giovanni. Le sue mani aprirono le mie gambe tremanti, esponendo completamente la mia fica gonfia e scintillante davanti al fuoco. Le sue dita mi penetrarono mentre la lingua leccava furiosamente il clitoride — ogni movimento un fulmine che mi faceva urlare nel silenzio improvviso del camino morente.
“Sta per esplodere,” sibilò Luca contro la mia pelle mentre le sue dita aumentavano il ritmo dentro di me. Lo spasmo mi trapassò l’utero come una scarica elettrica. Il mio urlo si perse nel vento che ululava nello chalet mentre venivo violentata dall’orgasmo.
Luca si sollevò di colpo — la punta del suo cazzo luccicante nel bagliore delle braci. “Ecco,” gemette nel mio orecchio mentre Giovanni affondava la faccia fra le mie gambe ancora tremanti. Il primo getto schizzò sul mio sterno bianco latte. Il secondo colò lungo le costole quando Luca cambiò angolazione. Giovanni sollevò la bocca dalla mia carne bagnata per raccogliere quelle perle bianche dalla mia pancia — lambendole con la lingua prima di sollevarsi sfinito. “Bevi tutto,” ordinò Luca .Puntò il cazzo grondante sopra la faccia di Giovanni mentre l’ultima scarica di seme schizzava direttamente nella sua bocca attraverso le sue labbra socchiuse. Giovanni gemette e ingoiando convulsamente prese in bocca il cazzo di luca pulendolo fino all'ultima goccia. Giacemmo sfiniti sul lettone addormentandoci con i corpi intrecciati.
Erano le quattro del mattino quando riaprii gli occhi. Avevo ancora in mano il cazzo flaccido, ma sempre corposo, di Luca e mentre lo guardavo dormire sentii che qualcosa avanzare fra le mie natiche. Giovanni si era svegliato ed era gia pronto a scoparmi. Senza fare rumore per non svegliare Luca alzai un po' la coscia per facilitare la penetrazione. Avevo voglia di lui e quando fu dentro cominciai a provare sensazioni che Luca non era in grado di darmi. Era il nostro amore che veniva fuori.
Il movimento del letto pero fece destare Luca il cui cazzo, ancora stretto dentro la mia mano, si si risveglio immediatamente. Rimase a guardarci compiaciuto mentre con la mano cominciai a masturbarlo. Poi anche lui si avvicinò e alzandomi un poco la gamba penetro nella mia fica. Mi stavano scopando insieme i miei due uomini.
La penetrazione Giovanni questa volta non mi provocò dolore, solo piacere. Il mio corpo si rilassò completamente. Erano dentro di me insieme, il loro respiro sincronizzato mentre le loro mani mi accarezzavano e Giovanni mi baciava la schiena. Luca mordicchiava i miei capezzoli mentre entrava e usciva dalla mia fica che era completamente zuppa. Le mie mani affondarono nei loro capelli mentre muovevo ritmicamente il bacino. Guardavo le loro espressioni concentrati nel piacere che mi stavano dando mentre sentivo il loro calore dentro di me. Il mio respiro accelerò mentre riuscivo a malapena a contenere il piacere.
Giovanni si fermò improvvisamente, lasciandomi tremare nel vuoto della penetrazione incompleta. «Vuoi che faccia più piano?» sussurrò. Scossi furiosamente la testa. «No, continua cosi, spingilo tutto dentro, fammelo sentire. Più veloce spaccami tutta.» Si fermò per riprendere fiato e poi riprendendo più forte mi penetrò di nuovo nel culo, con movimenti profondi e lenti che mi riempivano completamente. Luca nel frattempo aveva accelerato il ritmo nella mia fica Le loro mani si incontravano sulla mia pancia mentre mi penetravano da dietro e davanti. Mi sembrò di essere al centro di un turbine sensoriale dove ogni spinta mi portava sempre più vicina all’orgasmo.
Quando sentii che stavo per raggiungere l’apice, Luca e Giovanni afferrarono le mie anche e accelerarono il ritmo insieme, le loro mani che mi immobilizzavano mentre mi penetravano con movimenti sincroni nel mio culo e nella mia fica. Il dolore e il piacere si mescolarono diventando indistinguibili mentre venivo travolta da un’ondata di orgasmi che si susseguivano senza sosta. Luca fu il primo a venire, riempiendomi la fica di sperma caldo mentre si contorceva sopra di me. Sentendolo Giovanni gemette e scaricò nel mio culo mentre mi teneva stretta contro di lui e mentre anche io raggiungevo l'orgasmo. Rimasi immobile tra loro mentre il mio corpo veniva invaso dai loro liquidi caldi, tremando per l’intensità dell’esperienza. Rimasi ferma lasciando che il loro seme fluisse dentro di me. Giovanni si ritirò poi lentamente dal mio culo lasciando colare lentamente il suo sperma in un rivolo bianco.
"Ti è piaciuto?" chiese Luca mentre mi sistemavo contro di lui.
Ho annuito, troppo esausta per parlare. Giovanni si sedette sul bordo del letto prendendomi una mano nella sua mentre Luca mi tirava a sé. Il silenzio era rotto solo dal nostro respiro affannoso e dal vento fuori. Mi girai verso Luca e annusai il suo collo ancora impregnato del mio profumo mentre Giovanni si alzò per prendere un bicchiere d’acqua dal comodino. Abbassai lo sguardo sul mio ventre dove le tracce dello sperma di Luca erano ancora visibili come una seconda pelle. Giovanni tornò con due bicchieri d’acqua offrendone uno a Luca prima di chinarsi per baciarmi dolcemente sulla fronte. Mi sedetti mentre Luca mi sistemava un cuscino dietro la schiena. Sentivo i loro sguardi su di me mentre sorseggiavo l’acqua fresca che mi dissetava la gola secca. Ero completamente nuda tra loro mentre ascoltavo il vento ululare fuori, circondata dal calore dei loro corpi e dalla protezione dello chalet. Giovanni mi guardò intensamente mentre prendevo un altro sorso d’acqua. Dopo tutto quello che era successo sapevo che questo gioco sessuale aveva cementato qualcosa di profondo tra noi tre. Luca sorrise vedendo che Giovanni era sempre più eccitato dal vederci assieme. Gli prese una mano e la portò sul suo cazzo ancora eretto.
"Mi ha detto tua moglie che le piacerebbe cederti mentre lecchi il mio cazzo sporco?" disse Luca guardandolo fisso negli occhi..
"Si." risposi "Allora accontentala, fallo, puliscimelo" disse Luca afferrando Giovanni per la nuca e spingendolo sulla sua cappella.
Giovanni abbassò la testa senza esitazione.
Vidi la sua lingua scivolare lungo lo stelo ancora bagnato di sperma e dei miei umori mentre Luca gemette profondamente. Giovanni si fermò alla base,
circondandola con le labbra mentre Luca gli premeva la testa verso di sé. Lo guardai mentre succhiava avidamente Luca che chiuse gli occhi e si abbandonò al piacere lasciandosi cadere sul letto mentre Giovanni continuava la sua opera di pulizia.
Ho visto la punta del suo cazzo gonfiarsi mentre si irrigidiva ulteriormente nella mano di Giovanni che lo stava massaggiando dopo averlo pulito con la bocca. Luca gemette quando Giovanni lo afferrò saldamente alla base strofinando il liquido rimasto sulla sua pelle con il pollice mentre si avvicinava alla punta dove gocciolava ancora una piccola quantità di sperma residuo che Giovanni raccolse sulla lingua.
Ho sentito quel movimento nel mio corpo vuoto mentre guardavo affascinata dalla scena davanti a me: mio marito inghiottire le secrezioni di un altro uomo dalla mia pelle mentre lo guardavo fisso negli occhi senza vergogna né pudore. Il suo sesso si eccitò rapidamente sotto il mio sguardo fissando ogni centimetro del cazzo che ora stava scuotendo tra le dita prima di ricominciare a succhiarlo come se fosse la prima volta che lo vedeva dopo tanto tempo trascorso senza poterlo fare liberamente così. Sentivo il mio cuore accelerare mentre osservavo Giovanni che sembrava completamente assorbito dal suo compito. La mia mano cominciò istintivamente a muoversi tra le mie gambe mentre fissavo la sua bocca che si muoveva su Luca.
Ho visto Luca che guardava fissamente Giovanni mentre Giovanni stringeva le natiche e spingeva più profondamente dentro la bocca aperta e lecca lentamente la punta del suo cazzo prima di accoglierlo completamente nella sua gola. Abbassò completamente la testa lasciando che Luca gli spingesse dentro fino alla base mentre Luca chiudeva gli occhi nei momenti di piacere più intenso e Giovanni si fermava per prendere fiato ogni volta che si ritirava quasi completamente fuori dalla bocca solo per ripiombarvisi dentro con maggiore profondità e velocità. Questo movimento sarebbe continuato finché non venisse completamente svuotato nuovamente. Mi chiedevo se sarebbe riuscito a farlo venire di nuovo così presto dopo l’ultima volta che mi aveva riempito.
La mia mano accelerò mentre cercavo di immaginare il sapore nella bocca di Giovanni, quel misto di sapori salati e terrosi che avevo appena sentito io stessa mentre. Luca gli strofinava la mano sui capelli incoraggiandolo ad andare più veloce. Sembrava che Giovanni stesse per venire nuovamente mentre le sue gambe tremavano e il suo respiro diventava affannato. Era una cosa incredibile da vedere: mio marito completamente perso nel piacere di succhiare un altro uomo sotto il mio sguardo eccitato mentre con l’altra mano Luca lo masturbava lentamente. Improvvisamente luca di irrigidì e inizio a sborrare in bocca a Giovanni tenendogli la testa per non fargli perdere neanche una goccia. Una immagine irresistibilmente eccitante che portò anche me all'apice del piacere facendomi venire tra sussulti e gemiti incontrollati.
Giovanni guardò Luca sorpreso mentre si puliva la bocca con il dorso della mano.
"Spero che ti sia piaciuto" disse Giovanni con un sorriso malizioso mentre Luca annuiva ancora senza fiato per parlare.
A quel punto Giovanni si avvicinò a me sul letto e mi baciò dolcemente sulla guancia. Sentivo ancora il sapore di Luca sulla sua bocca quando le nostre labbra si toccarono, un misto di sapori salati e terrosi che mi fece tremare mentre lo abbracciavo forte contro di me.
E poi Giovanni su cui la masturbazione di Luca aveva avuto l'effetto desiderato mi fece girare pancia in giù e mi penetrò con tutta dolcezza questa volta senza fermarsi fino alla fine.
Il cellulare di Luca squillo all'improvviso. Erano le cinque del mattino, lui si alzò e andò a rispondere in cucina dove avevamo lasciato i nostri cellulari.
Mentre sentivamo Luca parlare in cucina Giovanni mi chiese: "Ti piace quando ti scopa?
"Si, molto" risposi a bassa voce contro il suo petto.
"E quando viene dentro di te?"
"Quello è il momento più eccitante."
Giovanni annuì lentamente.
"Anche a me. " disse.
Mi guardò intensamente negli occhi.
"Vederti prendere il suo seme dentro ti rende così bella."
Sorrisi sentendo le lacrime salirmi agli occhi.
"Mi fa sentire viva" sussurrai.
Giovanni mi strinse più forte mentre Luca tornava nella stanza.
Si fermò sulla soglia guardandoci abbracciati sul letto.
"Non voglio interrompere ..." disse preoccupato.
"Cos'è successo? intervenni io ansiosa.
"Purtroppo devo lasciarvi. Devo partire urgentemente, mio padre ha avuto un collasso. è fuori pericolo ma non può più tornare in azienda. Devo rientrare urgentemente in Spagna, mia madre ha bisogno di me. Devo prendere in mano le redini della nostra ditta. Mi spiace."
Poi avvicinandosi a me: "E' stato bello averti conosciuta, porterò sempre con me il ricordo di questi ultimi giorni trascorsi con te" disse baciandomi sulla bocca. Poi si vestì, chiamò un taxi e andò via.
Lo guardammo andare via, senza traumi.
"Il bello dura sempre troppo poco." disse mio marito, ma ora che abbiamo preso conoscenza di quello che siamo e di quello che vogliamo, la nostra vita di coppia sarà più piena e completa, Luca è stato il primo ma non sarà l'ultimo.
"Si amore." dissi io stringendomi a lui. "Sarò sempre la tua troia." Abbracciati ci addormentammo aspettando un
nuovo mattino.
La lezione di Luca sarebbe stata il nostro punto di partenza verso altre esperienze. Perché come mi aveva detto una volta mia madre prima di morire: non accontentarsi mai quando si parla di desideri sessuali è l'unico modo per mantenere vivo il fuoco della passione.

FINE
scritto il
2025-11-12
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