Estate 2025 - 05 - Le piscine del Burano

di
genere
scambio di coppia

Il sole di agosto brucia sopra Cagli, ma nella gola del Burano l’aria è fresca, profuma di muschio e roccia umida. Le piscine naturali scintillano come specchi incastonati tra pareti di pietra, il fiume che scorre lento forma anse profonde, perfette per tuffarsi. Loris e Giada, i nostri amici alternativi, ci hanno trascinati qui con la loro energia da hippy ultraquarantenni: magliette di lino sgualcite, sandali consumati, un sacchettino di erba che spunta dalla borsa di Giada. «Altro che il mare di Cesano, Nico, qui si respira la natura vera!» dice Loris, rollando una canna mentre Giada fa un saluto al sole su una roccia piatta, il costume intero verde scuro già pronto per il bagno.

Eravamo arrivati in moto, non sapevamo delle piscine, quindi abbigliamento da motociclisti, niente costumi. Alessia ride: «Ci arrangiamo, no?» Si sfila i jeans e la maglietta, restando in slip bianchi di cotone, sottili e aderenti. «L'ultimo che si tuffa offre da bere!» grida, mentre corre verso l'acqua.

Ci tuffiamo dopo di lei dalla roccia più bassa, un’esplosione di schizzi e risate. L’acqua fredda ci avvolge, gli slip di Alessia diventano trasparenti, delineando la fica depilata, le labbra intime che segnano il tessuto fradicio, i seni pieni che ondeggiano liberi. Io sono in boxer neri, Loris in slip colorati, Giada rigida nel suo costume intero. «Ale, sei un po’… scoperta,» mormora Giada, con quel tono un po’ bigotto che stride con la sua aria da yogi. «Lasciala fare, è la natura!» ribatte Loris con gli occhi fissi sulle curve di Alessia.

Vicino a noi, dei ragazzi del posto si tuffano dalle rocce più alte, Alessia non vuole certo restare indietro: «Vediamo se ci riesco anche io!» Sale su una sporgenza a qualche metro di altezza. «Ehi, Nico, guarda qui!» grida, alzando le braccia. Si butta a bomba, il corpo lucido che impatta nell’acqua. I ragazzi esultano: «Grande, signora! Magari mia madre fosse così in forma!» urla un tipo. «Che coraggio, questa ci dà lezioni!» aggiunge un altro.

Alessia risale dalla piscina, gli slip trasparenti che delineano ogni curva. «Aiutami a salire, Loris,» dice maliziosa, porgendogli la mano. Lui la tira su, ma le sue dita scivolano deliberate sul fianco, sfiorando il culo nudo sotto il tessuto. Lei non si ritrae, inarca il busto, lasciando che gli slip si abbassino mostrando l’inguine liscio. «Oops, scusate,» ride, sistemandosi con un gesto lento. I ragazzi applaudono: «Grande, signora! Sei un idolo, continua così!»

Giada, rigida, si sistema il costume: «Mah, io resto così, il topless non fa per me.» Ma i suoi occhi tradiscono curiosità. Alessia scala una roccia a almeno cinque metri, dove solo i più audaci vanno. «Pronti?» urla. Il tuffo è spettacolare. «Mitica! Sei meglio dei campioni!» gridano i ragazzi, battendo le mani. Loris sorride: «Tua moglie è una forza della natura, Nico.»

Un ragazzo si avvicina, muscoloso, tatuaggi tribali sulle braccia, capelli corti neri, sorriso da conquistatore, sui venticinque anni. «Signora, sei un mito! Posso fare un tuffo con te?» chiede. Alessia sorride spavalda: «Sicuro che ne hai il coraggio?» Lui la guida su una roccia isolata dietro una curva del fiume, visibile a me ma fuori dalla vista di Loris e Giada, che chiacchierano più lontano. Mentre salgono, lui le sta incollato, le mani stringono i fianchi nudi, le dita che scivolano sul culo, premendo la carne morbida con tocchi decisamente audaci.

Sulla roccia, si prepara accanto a lei, una mano che sfiora il seno, pollice che accarezza il capezzolo, l’altra che indugia sull’orlo degli slip, sfregando la fica attraverso il tessuto trasparente, un contatto lento che la fa ansimare piano. «Così va bene?» sussurra lui. «Non male, ma ora tuffati!» ride lei. Si lanciano insieme, lei davanti, lui che la stringe in acqua, mani che scivolano sotto la superficie, toccando i seni con decisione, le dita che sfiorano la fica attraverso gli slip fradici.

Alessia riemerge ridendo, il corpo offerto agli sguardi di tutti. Mi avvicino nell’acqua fino alla vita, eccitato dalla sua audacia. «Complice, vero?» sussurra, la mano che sfiora la mia coscia. «Sempre,» rispondo. I ragazzi applaudono: «Grande signora! continua! Magari avessi una ragazza così!»

Il ragazzo muscoloso si avvicina di nuovo a Alessia. «C’è un punto speciale, più su, perfetto per un tuffo unico,» dice, indicando una curva del fiume nascosta da cespugli e rocce alte. «Vieni?» Alessia mi lancia un’occhiata, sorridendo sfrontata, e lo segue. Loris e Giada, storditi dalle troppe canne, ridono su una roccia più lontana, persi in chiacchiere su yoga e tisane.

Io resto fermo, immaginando cosa sta succedendo dietro quei cespugli: le mani del ragazzo sul corpo di mia moglie, forse sulle sue tette, forse più giù, le dita che scivolano sotto gli slip, toccando la fica umida. Non vado a vedere, non voglio interrompere il gioco di Alessia. L’eccitazione mi scalda, pensando a lei che si lascia andare, libera, audace.

Dopo un po’, la vedo uscire dai cespugli, gli slip in mano, la fica depilata esposta per un istante prima che li infili velocemente, sistemandoli sui fianchi con un gesto rapido. Torna da noi sorridente, un lampo di soddisfazione negli occhi. «Fatto il tuffo speciale,» dice, strizzandomi l’occhio. «Si è tuffato dentro di me» sussurra, sfiorandomi la mano.

«Ti è piaciuto?» le chiedo.

«Diciamo che si è impegnato parecchio, sembrava più di fare sport che sesso… però mi è piaciuto…» fa una pausa, «'Orcamiseria Nico… era proprio giovane…».

Dall’altra parte, il ragazzo muscoloso è tornato dai suoi amici, ridendo. Lo vedo mimare gesti inequivocabili: una mano che simula un pompino, l’altra che mima una scopata, vantandosi con risate sguaiate. «Grande, quella è una che ci sa fare!» gridano i suoi amici, battendo il cinque.

Loris, ancora perso nel suo mondo, non si accorge di nulla. Si alza, spegne la canna: «Ehi, che ne dite di risalire il fiume? C’è un posto stupendo, una cascata nascosta, ve la faccio vedere!» Giada annuisce, sistemandosi il costume, gli occhi ancora su Alessia. «Andiamo, ma… copriti un po’, Ale,» mormora. Alessia ride: «Giada… non ho niente per coprirmi.»

Il sentiero stretto tra rocce e cespugli, l’acqua che gorgoglia sempre più forte. Loris guida entusiasta: «Vedrete, è un paradiso naturale!» Giada segue, il costume intero ben fermo, Alessia cammina davanti a me, gli slip trasparenti, i seni che sobbalzano liberi, il corpo ancora bagnato che luccica al sole.

Arriviamo alla cascata isolata, un angolo selvaggio circondato da pareti di pietra e vegetazione fitta, l’acqua che scroscia in una pozza profonda, gli spruzzi che rinfrescano l’aria calda. Alessia non perde tempo: infila i pollici negli slip, li sfila con un gesto rapido. «Chi viene? È per la natura!» grida, tuffandosi nella pozza.

Loris ride, si spoglia in un lampo, gli slip colorati che volano via, il corpo magro ma tonico esposto. «La natura chiama!» urla, tuffandosi accanto a lei. Giada, rigida, si ferma sulla riva: «Ale, così è troppo! E tu, Loris, ma davvero?» Ma i suoi occhi non si staccano dai corpi nudi, un rossore che le sale alle guance mentre osserva Loris e Alessia che scherzano nell’acqua.

Lei lo provoca con movimenti sensuali sotto la cascata. Loris risponde entusiasta, le mani che sfiorano i fianchi, poi il culo, un palpamento audace che la fa sorridere, le dita che scivolano sui seni, sfiorando i capezzoli tesi con tocchi circolari. «Così, Loris? Non è la natura anche questa?» lo stuzzica, lasciandolo fare senza ritrarsi. Io osservo eccitato, il corpo di Alessia che brilla, la sua libertà che mi accende.

Giada osserva Alessia e Loris che si toccano sfacciatamente nell’acqua, Loris che preme contro di lei, le mani che esplorano con audacia crescente. Si rivolge a me, la voce tremante ma carica di sfida: «Sai cosa? Oggi mi hanno veramente rotto le scatole. Facciamo vedere a quei due stronzetti come si scopa in modo naturale!» Si toglie il costume con un gesto deciso, il corpo snello esposto, i seni piccoli e sodi che sobbalzano, la fica pelosa che luccica al crepuscolo.

Mi spinge contro una roccia liscia, il suo respiro caldo sul mio collo, le labbra che divorano le mie in un bacio famelico, la lingua che danza con la mia, il sapore di erba e desiderio. Le sue mani mi abbassano i boxer, il cazzo eretto che balza libero, pulsando nell’aria fresca. Mi scopa con urgenza, la gamba sollevata contro la roccia, la fica calda e umida che mi avvolge mentre spinge i fianchi contro di me, un ritmo lento ma feroce, ogni affondo la fa sospirare, i seni che sfregano il mio petto, i capezzoli eretti che premono contro la mia pelle.

Le mie mani afferrano i suoi fianchi, stringendo mentre spingo su, i nostri corpi che si muovono all’unisono, il suono dei suoi gemiti che si intreccia con lo scroscio della cascata. Giada inarca la schiena, un orgasmo che la fa tremare, la fica che si contrae attorno a me, e io continuo, prolungando il piacere, girandola contro la roccia per prenderla da dietro, le mani sui suoi seni che stringo forte, affondando con spinte potenti che la fanno ansimare, un secondo orgasmo che la scuote mentre esplodo dentro di lei, gli schizzi caldi che traboccano, scivolando lungo le sue cosce, il corpo che trema in estasi prolungata, continuo a muovermi dentro di lei, lentamente, fino a quando non ci separiamo, ansimanti e appagati.

Alessia e Loris guardano perplessi, fermandosi nell’acqua. Loris scoppia a ridere: «Giada? Ok, Cazzo, sì, anche questo è naturale!» Alessia applaude: «Benvenuta nel club, Giada!»

Ci ritroviamo nella radura sotto la cascata, completamente nudi, sdraiati sulle rocce calde. Loris accende un’altra canna, il fumo dolce che riempie l’aria umida, passandola a Alessia, poi a me. Giada, ancora stupita ma sorridente, si appoggia al mio braccio, rilassata.

Alessia, ridendo, stuzzica Loris: «Sai, sei l’unico ad essere andato in bianco, qui!» Giada, con un ghigno, ribatte: «E tu, Ale? A parte i palpamenti sfacciati con Loris, non hai combinato tanto, eh?» Alessia la fulmina con un sorriso malizioso, gli occhi che brillano. Giada capisce, spalanca la bocca: «Aspetta… ti sei fatta un giro con Big Jim, vero? Quel muscoloso tatuato! Cazzo Ale! Ma avrà avuto l'età dei tuoi figli…» Alessia sorride, senza rispondere.

Poi si alza in piedi, all'improvviso: «Ok, basta chiacchiere, adesso prendete i cellulari e scattateci un sacco di foto mentre io e Loris scopiamo, non è giusto lasciarlo a bocca asciutta con tutto il fumo che ci ha offerto!» Loris sgrana gli occhi, poi ride: «Cazzo, Ale, sei un uragano!» Giada, ancora eccitata dall’amplesso, afferra il suo telefono, io prendo il mio, pronti.

Alessia si avvicina a Loris nella pozza sotto la cascata, l’acqua che scorre sui loro corpi nudi. Lo bacia con foga, la lingua che si intreccia alla sua, le mani che afferrano il cazzo eretto di Loris, accarezzandolo mentre lui geme, le dita che scivolano sulla fica di lei, sfregando le labbra intime con urgenza. Scatto una foto, il sole illumina i loro corpi lucidi, l’acqua che amplifica ogni curva.

Alessia lo spinge contro una roccia liscia, cavalcandolo in piedi, la fica che lo avvolge mentre Loris spinge su, i seni di lei che sussultano a ogni colpo, i capezzoli duri che sfiorano il petto di lui. Giada scatta, sussurrando: «Porca troia, guardali!» Alessia cambia posizione, si gira, a quattro zampe nell’acqua bassa, il culo offerto, la fica aperta umida di desiderio. Loris la prende da dietro, le mani sui fianchi, spingendo con colpi ritmici, i gemiti che si mescolano al rumore della cascata.

Io scatto, zoomando sulla fica di Alessia che si contrae a ogni spinta, il cazzo di Loris che entra ed esce, lucido di umori. «Grande, Ale!» grida Giada, scattando senza sosta. Alessia si volta, sdraiandosi sulla roccia, le gambe spalancate, invitando Loris sopra di lei. Lui affonda di nuovo, i seni che ondeggiano a ogni colpo, un orgasmo che la fa gridare di piacere mentre Loris esplode dentro di lei, gli schizzi caldi che traboccano, mescolandosi all’acqua. Scatto l’ultima foto, il loro abbraccio finale, la cascata che li avvolge.

Ci sediamo in cerchio davanti alla cascata, nudi. Loris prepara un’altra canna. Giada, ancora eccitata, guarda le foto: «Queste sono da collezione!» Alessia sorride, strizzandomi l’occhio.

Si sta facendo tardi. Loris, ancora nudo, legge un messaggio sul telefono e si alza con un sorriso: «Marco, Giacomo e Miriam sono di ritorno da un'escursione sul monte Catria! Che ne dite se ci vediamo tutti al nostro camper e organizziamo una festa? Grigliata vegetale, musica reggae?» Giada si gira verso di lui, i capelli sciolti che le scivolano sulle spalle: «Miriam? La fica di legno? Cheppalle!!! Vabbè dai… Io ci sto!» Alessia si stiracchia lentamente: «Musica, vino ed erba, niente vestiti.» Io annuisco, la serata promette bene.

Il vecchio camper di Loris e Giada è parcheggiato in un campo a Cantiano, un paesino vicino Cagli, il metallo arrugginito riflette debolmente la luce della luna. La griglia sfrigola con zucchine tagliate a fette spesse, melanzane viola scuro e pannocchie dorate, il loro profumo dolce e affumicato che si mescola al fumo pungente delle canne. Le casse sparano reggae, i bassi profondi che vibrano nel terreno, un ritmo che sembra pulsare nei nostri corpi. Gli amici di Loris arrivano poco dopo di noi: Marco, Giacomo e altri due ragazzi, magliette sbiadite e collanine che tintinnano a ogni passo, poi c'è Miriam con capelli lunghi castani che le cadono in onde morbide, un vestito di lino bianco che ondeggia leggero, gli occhi spalancati e nervosi. Loris rolla canne con dita agili, Giada versa vino rosso in bicchieri di plastica ecologica.

Alessia balla nuda a pochi metri dal camper: «Serata libera, ragazzi!» grida, il volto illuminato dal bagliore arancione.

Loris tira fuori il telefono, mostrando agli amici le foto della cascata: lui che scopa Alessia, la fica di lei che si contrae sotto i getti d’acqua, il cazzo lucido che entra ed esce con ritmo deciso. «Guardate che roba!» ride, la voce carica di entusiasmo, mentre gli ospiti esultano: «Cazzo, Loris, sei un grande! E lei non è da meno!» Miriam, stringendo il bicchiere di vino, arrossisce, le guance che si infiammano di vergogna: «Ma davvero fate queste cose? Ma è… troppo!» Alessia le sorride: «Davvero non ti piace lo spettacolo, Miriam? Non hai idea di quanto ci siamo divertiti.»

La musica si alza, il ritmo reggae si fa più incalzante. Alessia danza al centro del campo, il corpo nudo offerto agli sguardi di tutti, i seni che ballano al ritmo dei tamburi, la fica che brilla sotto la luce delle torce. Gli amici di Loris la circondano, le mani la esplorano senza ritegno: Marco le palpa i fianchi, le dita che scivolano lente sul culo, premendo la carne morbida con tocchi furtivi che la fanno ridere; Giacomo le stringe i seni, i pollici che sfregano i capezzoli facendola gemere piano, un terzo infila una mano tra le cosce, le dita che accarezzano la fica, sfregando le labbra intime con tocchi audaci, il calore umido della sua pelle che si avverte anche a distanza; l'altro ragazzo si unisce, la mano che scivola sull’inguine liscio, le dita che premono la fica con un contatto deciso, facendole inarcare il busto, i ricci le cadono sul viso mentre ansima, un sorriso sfrontato sulle labbra. «Oh! ragazzi? Non state esagerando? Così mi fate godere davanti a tutti…» provoca, la voce roca, spingendo il bacino verso le mani che la esplorano. «Cazzo, Ale, sei un fuoco!» grida Marco, mentre Loris scatta foto, il flash che illumina ogni curva, ogni tocco. Miriam, scandalizzata, continua a bere vino, gli occhi spalancati fissi su Alessia, il volto arrossato da un misto di vergogna e curiosità, il bicchiere che trema mentre osserva le mani che scorrono sul corpo nudo, sorso dopo sorso, il respiro sempre più corto.

Giada, con un pareo rosso legato in vita, resta vicino a me, la mano calda sul mio braccio, le unghie che graffiano appena la pelle. Mi sussurra, maliziosa, il respiro che sa di vino e erba: «Mi hanno detto di distrarti per aver campo libero con tua moglie.» Prima che io risponda, si inginocchia sull’erba umida, il pareo scivola scoprendo la fica pelosa. Mi slaccia i pantaloni con dita rapide, il mio cazzo eretto balza libero, pulsando nell’aria fresca, lo prende in bocca, le labbra che stringono con un ritmo che mi fa sospirare di piacere. Gli ospiti applaudono, le voci che si mescolano alla musica: «Grande, Giada! Dagli sotto!» Loris scatta foto, il flash che cattura la sua bocca sul mio cazzo, i suoi occhi che brillano di sfida, i capelli che le ricadono sul viso mentre succhia con decisione. Cerco di trattenermi, le mani intrecciate nei suoi capelli, l’eccitazione mi travolge mentre Giada accelera, la bocca calda e umida, la lingua che preme con insistenza, fino a un orgasmo che mi fa tremare, gli schizzi che lei accoglie con un sorriso, tra gli applausi e le risate sguaiate. Miriam, ancora in piedi, beve un altro sorso, barcollando, gli occhi spalancati su Giada, il volto sempre più pallido.

Intanto i ragazzi continuano a divertirsi con Alessia, le mani di tutti sul suo corpo, le dita che esplorano la fica, i seni, il culo, mentre lei ride, il corpo lucido di sudore che brilla sotto le torce. Giada si unisce alla danza, i seni che sobbalzano, Giacomo le palpa il culo, le dita scivolano sulla pelle sudata.

Loris scatta foto senza sosta, il telefono che cattura ogni curva illuminata dalle torce, i corpi lucidi di sudore che si muovono nel ritmo pulsante del reggae. Poi passa il telefono a Giada: «Tieni, continua tu,» dice con un sorriso. Si avvicina a Alessia, le sussurra qualcosa con dolcezza, la voce bassa e amichevole che la fa ridacchiare, le mani le sfiorano i fianchi con delicatezza, accarezzando la pelle calda e liscia con tocchi leggeri. La guida con un gesto deciso a mettersi a pecorina sull’erba umida, il culo nudo che si solleva con grazia, la fica aperta e gonfia che brilla sotto la luce tremolante delle torce, le labbra intime arrossate e umide che luccicano di eccitazione.

Loris tira fuori il cazzo già eretto e la penetra con un movimento deciso, affondando nella fica calda e bagnata, i muscoli interni che si contraggono ritmicamente. Spinge con un ritmo lento ma costante, ogni affondo le fa sobbalzare i seni di lei contro il terreno, i capezzoli duri che sfiorano l'erba umida, i gemiti rauchi di Alessia che si mescolano al reggae pulsante delle casse e al crepitio della griglia che sfrigola in sottofondo. Gli ospiti esultano, le voci eccitate che riecheggiano nel campo: «Cazzo, Loris, spaccala!» gridano, battendo le mani, i dreadlock che ondeggiano mentre ridono, gli occhi lucidi fissi sulla scena.

Giada continua a riprendere, il flash illumina la fica di Alessia che si contrae a ogni spinta, il cazzo di Loris che entra ed esce lucido di umori, il sudore che cola lungo la schiena di lei, cattura ogni dettaglio: il movimento fluido dei fianchi di Loris, il modo in cui i ricci di Alessia si muovono a ogni affondo, il suono dei loro corpi che si uniscono. Alessia urla di piacere mentre offre il suo corpo con entusiasmo: «Così, Loris, fammi godere!», la voce spezzata dai gemiti, gli occhi che brillano di sfida e piacere. Loris risponde con un sorriso, le mani che accarezzano il culo di lei con tocchi decisi, i loro respiri che si fondono in un crescendo.

Il ritmo di Loris accelera, i colpi più profondi, la fica di Alessia che si stringe attorno a lui, i muscoli interni che pulsano con forza, il calore che si fa incandescente. Alessia ansima, i gemiti che si trasformano in un grido strozzato, il corpo che trema mentre un orgasmo la travolge. Loris segue a ruota, un gemito profondo gli sfugge mentre il cazzo rilascia schizzi caldi dentro di lei, il corpo che si tende per un istante prima di rilassarsi, il sudore che gli imperla la fronte.

Giada registra tutto, il flash illumina i volti arrossati, i gemiti che si spengono nella musica, le mani di Loris che accarezzano il culo di Alessia con dolcezza mentre si ritira piano, un sorriso complice tra loro.

Miriam, sempre più ubriaca, fissa la scena, il bicchiere vuoto in mano, il volto paonazzo di shock e curiosità, poi barcolla e collassa su una coperta nell’erba, il vestito di lino sgualcito che le si appiccica al corpo.

Giada invia le foto in un gruppo. «Queste diventano virali!» ride insieme a Marco, mostrando lo schermo illuminato.

La festa si spegne piano, i corpi stanchi collassano sull’erba umida, tra bicchieri rovesciati e mozziconi di canna.

La mattina dopo, ci svegliamo nel camper, le tende lasciano filtrare una luce dorata e polverosa. Io, Giada e Loris siamo intrecciati in uno dei letti, le gambe di Giada ancora avvinghiate alle mie. Alessia è nell’altro letto, nuda, avvolta tra Marco e Giacomo, i dreadlock sparsi sul cuscino, le mani di uno ancora posate sul suo seno, l’altro con le dita vicine alla sua fica, il suo respiro lento che solleva il petto. Miriam e gli altri due sono collassati fuori, sparsi tra l’erba alta e il camper. La luce del sole scalda l’aria, il profumo di melanzane grigliate ancora sospeso, mescolato all’odore di erba secca. Alessia si stiracchia, sorridendo.

«Ragazzi, qualcuno si ricorda cos’è successo stanotte? A occhio e croce ci siamo divertiti parecchio…» dice alzandosi lentamente dal letto. Si dirige verso il piccolo fornello fuori dal camper, il corpo nudo che brilla alla luce del mattino, i seni pieni che sobbalzano leggermente, la fica depilata esposta senza pudore, i ricci bagnati di sudore che le aderiscono alla schiena.

Gli altri si svegliano, intontiti. Loris si strofina gli occhi, infilando un paio di boxer sgualciti. Marco e Giacomo si rivestono goffamente, i volti arrossati e sfuggenti, evitando lo sguardo di Alessia. Fuori, gli altri due russano ancora sopra le coperte. Miriam si alza barcollando, il vestito di lino spiegazzato, e si accascia su una sedia da campeggio, osservando Alessia con occhi spalancati, un misto di curiosità e ammirazione per la sua sfrontata nudità, le labbra socchiuse ma senza dire una parola. Giada, invece, si alza con un movimento rapido, il viso paonazzo, come se la notte precedente l’avesse travolta e ora volesse cancellarla. Fruga nella borsa con mani tremanti, tirando fuori una tunica lunga che si infila in fretta, come se volesse rinnegare l’audacia della sera prima. «Dio, che casino ieri sera,» mormora tra sé, sistemandosi i capelli con gesti nervosi, gli occhi bassi, il tono che torna rigido, come se la yogi disinibita fosse svanita. Si siede in un angolo, stringendo le braccia al petto, evitando di guardare Alessia.

Alessia, unica nuda, sembra non notare l’imbarazzo generale. Armeggia con la moka. «Caffè per tutti?» chiede allegra, versando l’acqua, il culo che ondeggia mentre porta i caffè sul tavolo. Io mi siedo, ancora in boxer, osservando la sua naturalezza con un sorriso. Aspetto che gli altri si allontanino, Loris prepara l'ennesima canna, mi avvicino a Alessia, la voce bassa per non farmi sentire. «Ale, ti è piaciuta la nottata?» sussurro, sfiorandole il braccio.

Lei si volta appoggiando una mano sul mio petto, la fica nuda che sfiora appena la mia coscia. «Oh, Nico, è stata… una follia,» sussurra, gli occhi scintillanti, assicurandosi che gli altri siano fuori portata d’orecchio. «Sai, quando ho detto che non ricordavo niente, era per non umiliare quei due,» indica con un cenno verso i due amici di Loris. «Erano così sballati che uno non è riuscito a tirarlo su, anche se ci ho provato in tutti i modi,» ridacchia piano. «L’altro ha iniziato a leccarmi la fica, ma è crollato addormentato a metà. Poverelli, non volevo farli sentire peggio.»

Versa il caffè nelle tazze di carta, il corpo nudo che si muove con naturalezza, i seni che sobbalzano mentre mescola lo zucchero. Si avvicina ancora, la voce un sussurro intimo. «Voi tre, però… cazzo, Nico, tu e Loris con Giada! Non capivo se la volevate scopare o uccidere!» scherza, gli occhi che brillano di malizia. «Eravate un groviglio, lei che urlava, tu che la prendevi da dietro, Loris che le riempiva la bocca. Io vi guardavo dal letto del camper, e… beh, non volevo rovinarvi l’intesa.» Si morde il labbro, la mano che scivola sul mio braccio. «Ho fatto da sola, mi sono accarezzata fino a venire, lì dentro, osservandovi. È stato… intenso.»

Giada, fuori, si sistema la tunica, il viso ancora rosso, borbottando qualcosa su «troppe canne», «mai più una notte così» e «ho anche inviato i video sul nostro gruppo yoga...» il tono che torna rigido, come se volesse rinchiudere la sua audacia di ieri in un cassetto. Loris ride, passandole una tazza di caffè: «Rilassati, yogi, eri un fuoco ieri!» Ma Giada lo fulmina con un’occhiata, il suo imbarazzo evidente. Miriam, seduta sull’erba, continua a osservare Alessia che porta il caffè. I suoi occhi seguono ogni movimento, un misto di curiosità e ammirazione, il volto arrossato, non dice nulla.

Finita la colazione Alessia si alza. «Ragazzi, basta avventure per oggi,» dice con un sorriso rilassato, rivolgendosi a tutti, la voce morbida ma decisa. «Voglio una mattinata tranquilla, solo sole e niente pensieri.» Stende un asciugamano colorato sull’erba accanto al fiume, vicino alle rocce ancora fresche. Si sdraia a pancia in su, nuda, le gambe leggermente aperte, i seni che si appiattiscono appena sotto il loro peso, i capezzoli rosa che si induriscono al contatto con l’aria fresca del mattino. Il sole le accarezza la pelle, facendo luccicare ogni curva, la fica liscia esposta senza pudore.

Loris, seduto su una sedia da campeggio, sorseggia il caffè e ridacchia: «Ale, sembri una dea pagana!» Giada stringe le braccia al petto borbottando qualcosa su «un po’ di decenza», il tono bigotto che riaffiora mentre si tiene a distanza, come se volesse cancellare ogni traccia della sua audacia notturna. Marco e Giacomo, ancora imbarazzati, raccolgono le loro cose e si allontanano verso il fiume, borbottando scuse confuse, i volti rossi mentre evitano di guardare Alessia.

Miriam, seduta sull’erba con il suo vestito di lino sporco e sgualcito, macchiato di terra e vino della sera prima, continua a osservare Alessia con un misto di curiosità e ammirazione, le guance leggermente arrossate. All’improvviso, come colpita da un’illuminazione, si alza in piedi, il respiro un po’ incerto. Si sfila il vestito, lasciandolo cadere sull’erba. Rimane nuda, il corpo snello e abbronzato esposto, i seni piccoli con capezzoli scuri che si ergono al sole, la fica con un accenno di peluria che luccica appena. Senza dire una parola, prende un asciugamano dalla sua borsa, lo stende accanto a quello di Alessia e si sdraia, a pancia in su, le mani dietro la testa, un lieve tremore, come se stesse sfidando sé stessa.

Alessia si gira e le sorride, un lampo di complicità negli occhi. «Brava, Miriam, così si gode il sole!» dice, la voce leggera, senza traccia di giudizio. Miriam ricambia con un sorriso timido, gli occhi che brillano di una nuova sicurezza, ma non risponde, lasciando che il sole le scaldi la pelle nuda.

Io le osservo da una sedia vicina, il caffè in mano, la scena che mi scalda dentro: Alessia, libera e sfrontata, e Miriam, che per la prima volta si lascia andare. Giada, dall’ombra del camper, lancia un’occhiata rapida, il viso che si irrigidisce ancora di più.

Loris si avvicina, sedendosi sull’erba vicino agli asciugamani. «Siete uno spettacolo, ragazze,» dice, rollando un’altra canna, il tono rilassato. Alessia ride piano, girandosi su un fianco, i seni che si muovono, la fica che si intravede tra le cosce. «Loris, goditi il panorama, ma oggi si riposa,» dice, strizzandogli l’occhio. Miriam, ancora silenziosa, si gira verso Alessia, i loro sguardi che si incontrano per un istante, un’intesa silenziosa che passa tra loro. Il sole sale nel cielo, l’aria si scalda, e la mattinata scivola lenta, avvolta dal gorgoglio del fiume e dal calore della libertà.


scritto il
2025-11-03
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