Mi faccio spezzare le ossa da Diana
di
Maktero
genere
sadomaso
Mi sono incontrato con Diana per proporle una sessione estrema.
Le mi ha accolta a casa sua, offrendomi del te con pasticcini da brava padrona di casa.
Sedute sul divano mentre sorseggiavamo il te e gustavamo i pasticcini ci dilungammo in convenevoli conoscendoci meglio.
Dopo i discorsi di prassi, entrammo in argomento e le proposi il mio progetto di sofferenza e dolore.
Le dico, senza tanti preamboli, che vorrei provare a farmi spezzare le ossa.
Non ho mai provato una simile senzazione e vorrei vedere se sono in grado di sopportare, e godere da una simile esperienza che sò molto dolorosa.
Lei inizialmente, sembra perplessa, poi dopo una lunga riflessione mi dice che si può fare.
Mi chiede a che punto vorrei arrivare.
Io sono un poco intimorita, quasi spaventata dall'accetazione della mia mia stessa richiesta.
Le esprimo il mio desiderio di farmi spezzare braccia e gambe; ma prima di arrivare a questo vorrei provare qualcosa di più lieve come farmi spezare le costole.
Diana mi dice che non lo ha mai fatto ma che srebbe una esperienza interessante.
Qualcosa da mettere nel suo curriculum.
Lei aggiunge che anche la frattura delle costole sarà molto dolorosa e comporterà una lunga riabilitazione.
Poi Mi chiede se sono veramente convinta di questo mio desiderio; io le dico che voglio veramente provare.
Lei mi disse che potevamo cominciare con la fratture delle costole della cassa toracica; se poi la cosa mi srebbe piaciuta potevamo passare a spezzarmi gambe e braccia.
Io sentendola parlare mi eccitavo a quella prospettiva che si stava realizando.
La convinsi che ero decisa a provare questa pratica, e lei annuendo mi disse che dovevamo considerare gli aspetti pratici ed i particolari.
Dopo avermi spezzato le costole sarei rimasta inabile per settimane.
Le dissi che ero diponibile per un lungo periodo.
Riflettendo Diana mi disse che dopo avermi spaccata mi avrebbe fasciata a dovere e lasciata in convalescienza nella sua cantina.
Le dichiarai che ero disponibile.
Diana accettò di accontentarmi, ma mi chiese di filmare il trattamento per poterlo distribuire in rete per arricchire il suo curriculum.
Io fui daccordo.
Poi mi portò nella cantina dove avrei dovuto vivere la mia convalescenza.
Era un luogo buio e sporco dove c'era un materasso lurido dove io avrei dovuto adagiarmi per la mia convalescenza.
Il luogo e la prospettiva di cosa mi aspettava mi eccitarono parecchio.
Diana se ne accorse dicendomi se volevo godere dei miei desideri e delle mie sensazioni depravate.
Mi avrebbe tormentata gratuitamente, così come un omaggio.
Io ne fui entusiasta; non mi aspettavo altro.
Diana mi fece spogliare poi cominciò a picchirmi violentemente; calci e pugni in ogni parte del corpo ma soprattutto nelle palle e sul cazzo, mi fece male con sapienza.
Ed io mi eccitavo sempre di piùad ogni colpo.
Poi quando Diana si sentì stanca mi disse che l'omaggio era terminato e che potevo masturbarmi.
Io dolorante cominciai a massaggiarmi il cazzo, oscenamente sotto lo sguardo di Diana che mi sputava in faccia, dichiarando lo schifo che le facevo.
Ero sempre più eccitata e sborrai come una maiala.
Poi mi fù permesso di rivestirmi e tornati in salotto preparai un assegno di 4.000 euro per il trattamento ed il soggiorno di cura conseguente.
Ci demmo appuntamento per il giorno dopo per procerdere al mio martirio.
La mattina dopo mi presentai puntualissima sia pur con l'animo ansioso e preoccupato.
Diana mia accolse con delicatezza e mi invitò a scendere nella lurida cantina dove sarei stata torturata.
Io con l'animo in spalla scesi con lei.
Arrivvati in quello squallido ambiente vidi un operatore ad una cinepresa e delle luci.
Diana mi ricordò che avevo accettato di essere filmata mentre subivo il martirio.
Io sorridendo annuii, poi mi venne chiesto di spogliarmi.
Una volta nuda Diana mi legò sapientamente in modo da esporre il mio costato.
Io stavo impazzendo di paura e di felicità.
Nuda, legata, posata su un lercio pavimento, oscenamente esposta, stavo per subire ciò che desideravo e ciò che mi spaventava.
Anche lei si spogliò nuda poi chiese all'operatore di cominciare a filmare.
Io trattenevo il fiato eccitata per la situazione, il mio cazzo cominciò ad espandersi cosa che Diana notò subito.
Poi lei ordinò di cominciare le riprese, e l'operatore avvio la sua cinepresa.
Lei si fece riprendere in primo piano presentandosi, onestamente si defin' come una dottoressa radiata dall'albo per pratiche non conformi alla professione medica e che si dedicava ad accontentare i desideri di schiavi e schiave depravate disposte a subire i peggiori oltraggi.
Con molta enfasi scenica chiese all'operatore di inquadrare lentamente, il suo stupendo corpo nudo e la mia massa di carne nuda, strettamente legata ed oscenamente esposta mentre mi poneva un suo piede addosso e mi sputava addosso.
Ammirrai quella scenografia ed ero sempre più eccitata.
Lei cominciò a presentarmi roteando il suo piede attorno al mio cazzo eretto.
Ci sapeva veramente fare come propagantrice della sua immagine.
Mentre roteava il suo magnifico piede attorno al mio cazzo sempre più duro; mi presentò.
Affermò che aveva a disposizione uno di quegli schiavi, di merda, depravati disposti a subire qualunque cosa da lei.
E che in quella particolare occassione lei avrebbe acccontentato un mio particolare desiderio che sperava avrebbe fatto eccitare tanti.
Io stavo impazzendo, i suoi discorsi erano splendidi e la sua solleccitazione con il piede al mio cazzo mi faceva andare fuori di testa.
Poi lei allontanandosi da me e chiedendo all'operatore di continuare a riprenderla si avviccinò ad un tavolo da dove raccolse una pesante sbarra di acciaio.
Io guardando quel duro oggetto cominciai a fibrillare sapendo che sarebe stato lo strumento per spaccarmi le ossa.
Lei facendosi riprendere in primo piano cominciò a dire che lo schiavo che stava per trattare voleva la frattura delle costole, ed accarrezzando delicatamente la sbarra affermò che quello era lo strumento giusto.
Poi sempre seguita dalla telecamera si fermò per un istante davanti al mio corpo.
Esitò per un istante e poi guardando in camera con uno sguardo ed un sorriso enigmatico, mi diede un gran calcio nei coglioni.
E mentre mi contorcevo per il dolore alle palle comincio a colpirmi violentemente sul costato esposto.
I primi colpi furono anche se violenti non mi provocarono molti danni, ma lei calibrò la forza e colpì sempre più pesantemente.
Adesso i colpi erano abbastanza forti da spezzarmi le ossa; le sentiii schiantarsi in un dolore terribile mentre sentivo il suono della loro frattura.
Cominciai ad urlare come una pazza per il dolore ma Diana inerosibalmente continuò ad picchiare sempre più forte sulla mia cassa toracica.
Altre costole si frantumavano sotto quella violenza; il dolore era terribile ed il dolore delle ossa spezzate contribuiva ad eccittarmi sempre di più.
Mi sembrava di essere in paradiso, stavo ottenendo ciò che desideravo, era molto duro da subire ma mi piaceva tantissimo.
Diana continuò a colpirmi con sempre maggiro decisione rompendomi credo tutte le costole del costato.
Io ero talmente eccitata dal dolore che ad un certo punto sborrai teribbilmente agitandomi aumentando il mio dolore e liberando uno schizzo enorme soddisfacente.
Mi accorsi vagamente che Diana, oramai visto il mio straordinario orgasmo, interruppe il tormento.
Sempre nell'intontimento dovuto al piacere ed al dolore, mi accorsi che lei terminò la ripresa con ancora in primo piano manifestando cosa poteva fare con i suoi schiavi.
Poi realizai che chiese l'interruzione della ripresa.
Poi dolorante e contenta sentii confusamente lemani Diana che mi liberavano dalle corde e coincivano a fasciarmi il costato distrutto.
Le lesioni dovevano essere state terribili perchè ad ogni sospiro sentivo un dolore terribile.
Gemendo ed urlando per il dolore sentivo che Diana mi stava curando.
Poi confusamente la sentii dire che mi avrebbe fatto una iniezione calmante per sopportare i dolori.
Mi fece l'iniezione e dopo di chènon sentii più nulla e sprofondai nel buio.
Le mi ha accolta a casa sua, offrendomi del te con pasticcini da brava padrona di casa.
Sedute sul divano mentre sorseggiavamo il te e gustavamo i pasticcini ci dilungammo in convenevoli conoscendoci meglio.
Dopo i discorsi di prassi, entrammo in argomento e le proposi il mio progetto di sofferenza e dolore.
Le dico, senza tanti preamboli, che vorrei provare a farmi spezzare le ossa.
Non ho mai provato una simile senzazione e vorrei vedere se sono in grado di sopportare, e godere da una simile esperienza che sò molto dolorosa.
Lei inizialmente, sembra perplessa, poi dopo una lunga riflessione mi dice che si può fare.
Mi chiede a che punto vorrei arrivare.
Io sono un poco intimorita, quasi spaventata dall'accetazione della mia mia stessa richiesta.
Le esprimo il mio desiderio di farmi spezzare braccia e gambe; ma prima di arrivare a questo vorrei provare qualcosa di più lieve come farmi spezare le costole.
Diana mi dice che non lo ha mai fatto ma che srebbe una esperienza interessante.
Qualcosa da mettere nel suo curriculum.
Lei aggiunge che anche la frattura delle costole sarà molto dolorosa e comporterà una lunga riabilitazione.
Poi Mi chiede se sono veramente convinta di questo mio desiderio; io le dico che voglio veramente provare.
Lei mi disse che potevamo cominciare con la fratture delle costole della cassa toracica; se poi la cosa mi srebbe piaciuta potevamo passare a spezzarmi gambe e braccia.
Io sentendola parlare mi eccitavo a quella prospettiva che si stava realizando.
La convinsi che ero decisa a provare questa pratica, e lei annuendo mi disse che dovevamo considerare gli aspetti pratici ed i particolari.
Dopo avermi spezzato le costole sarei rimasta inabile per settimane.
Le dissi che ero diponibile per un lungo periodo.
Riflettendo Diana mi disse che dopo avermi spaccata mi avrebbe fasciata a dovere e lasciata in convalescienza nella sua cantina.
Le dichiarai che ero disponibile.
Diana accettò di accontentarmi, ma mi chiese di filmare il trattamento per poterlo distribuire in rete per arricchire il suo curriculum.
Io fui daccordo.
Poi mi portò nella cantina dove avrei dovuto vivere la mia convalescenza.
Era un luogo buio e sporco dove c'era un materasso lurido dove io avrei dovuto adagiarmi per la mia convalescenza.
Il luogo e la prospettiva di cosa mi aspettava mi eccitarono parecchio.
Diana se ne accorse dicendomi se volevo godere dei miei desideri e delle mie sensazioni depravate.
Mi avrebbe tormentata gratuitamente, così come un omaggio.
Io ne fui entusiasta; non mi aspettavo altro.
Diana mi fece spogliare poi cominciò a picchirmi violentemente; calci e pugni in ogni parte del corpo ma soprattutto nelle palle e sul cazzo, mi fece male con sapienza.
Ed io mi eccitavo sempre di piùad ogni colpo.
Poi quando Diana si sentì stanca mi disse che l'omaggio era terminato e che potevo masturbarmi.
Io dolorante cominciai a massaggiarmi il cazzo, oscenamente sotto lo sguardo di Diana che mi sputava in faccia, dichiarando lo schifo che le facevo.
Ero sempre più eccitata e sborrai come una maiala.
Poi mi fù permesso di rivestirmi e tornati in salotto preparai un assegno di 4.000 euro per il trattamento ed il soggiorno di cura conseguente.
Ci demmo appuntamento per il giorno dopo per procerdere al mio martirio.
La mattina dopo mi presentai puntualissima sia pur con l'animo ansioso e preoccupato.
Diana mia accolse con delicatezza e mi invitò a scendere nella lurida cantina dove sarei stata torturata.
Io con l'animo in spalla scesi con lei.
Arrivvati in quello squallido ambiente vidi un operatore ad una cinepresa e delle luci.
Diana mi ricordò che avevo accettato di essere filmata mentre subivo il martirio.
Io sorridendo annuii, poi mi venne chiesto di spogliarmi.
Una volta nuda Diana mi legò sapientamente in modo da esporre il mio costato.
Io stavo impazzendo di paura e di felicità.
Nuda, legata, posata su un lercio pavimento, oscenamente esposta, stavo per subire ciò che desideravo e ciò che mi spaventava.
Anche lei si spogliò nuda poi chiese all'operatore di cominciare a filmare.
Io trattenevo il fiato eccitata per la situazione, il mio cazzo cominciò ad espandersi cosa che Diana notò subito.
Poi lei ordinò di cominciare le riprese, e l'operatore avvio la sua cinepresa.
Lei si fece riprendere in primo piano presentandosi, onestamente si defin' come una dottoressa radiata dall'albo per pratiche non conformi alla professione medica e che si dedicava ad accontentare i desideri di schiavi e schiave depravate disposte a subire i peggiori oltraggi.
Con molta enfasi scenica chiese all'operatore di inquadrare lentamente, il suo stupendo corpo nudo e la mia massa di carne nuda, strettamente legata ed oscenamente esposta mentre mi poneva un suo piede addosso e mi sputava addosso.
Ammirrai quella scenografia ed ero sempre più eccitata.
Lei cominciò a presentarmi roteando il suo piede attorno al mio cazzo eretto.
Ci sapeva veramente fare come propagantrice della sua immagine.
Mentre roteava il suo magnifico piede attorno al mio cazzo sempre più duro; mi presentò.
Affermò che aveva a disposizione uno di quegli schiavi, di merda, depravati disposti a subire qualunque cosa da lei.
E che in quella particolare occassione lei avrebbe acccontentato un mio particolare desiderio che sperava avrebbe fatto eccitare tanti.
Io stavo impazzendo, i suoi discorsi erano splendidi e la sua solleccitazione con il piede al mio cazzo mi faceva andare fuori di testa.
Poi lei allontanandosi da me e chiedendo all'operatore di continuare a riprenderla si avviccinò ad un tavolo da dove raccolse una pesante sbarra di acciaio.
Io guardando quel duro oggetto cominciai a fibrillare sapendo che sarebe stato lo strumento per spaccarmi le ossa.
Lei facendosi riprendere in primo piano cominciò a dire che lo schiavo che stava per trattare voleva la frattura delle costole, ed accarrezzando delicatamente la sbarra affermò che quello era lo strumento giusto.
Poi sempre seguita dalla telecamera si fermò per un istante davanti al mio corpo.
Esitò per un istante e poi guardando in camera con uno sguardo ed un sorriso enigmatico, mi diede un gran calcio nei coglioni.
E mentre mi contorcevo per il dolore alle palle comincio a colpirmi violentemente sul costato esposto.
I primi colpi furono anche se violenti non mi provocarono molti danni, ma lei calibrò la forza e colpì sempre più pesantemente.
Adesso i colpi erano abbastanza forti da spezzarmi le ossa; le sentiii schiantarsi in un dolore terribile mentre sentivo il suono della loro frattura.
Cominciai ad urlare come una pazza per il dolore ma Diana inerosibalmente continuò ad picchiare sempre più forte sulla mia cassa toracica.
Altre costole si frantumavano sotto quella violenza; il dolore era terribile ed il dolore delle ossa spezzate contribuiva ad eccittarmi sempre di più.
Mi sembrava di essere in paradiso, stavo ottenendo ciò che desideravo, era molto duro da subire ma mi piaceva tantissimo.
Diana continuò a colpirmi con sempre maggiro decisione rompendomi credo tutte le costole del costato.
Io ero talmente eccitata dal dolore che ad un certo punto sborrai teribbilmente agitandomi aumentando il mio dolore e liberando uno schizzo enorme soddisfacente.
Mi accorsi vagamente che Diana, oramai visto il mio straordinario orgasmo, interruppe il tormento.
Sempre nell'intontimento dovuto al piacere ed al dolore, mi accorsi che lei terminò la ripresa con ancora in primo piano manifestando cosa poteva fare con i suoi schiavi.
Poi realizai che chiese l'interruzione della ripresa.
Poi dolorante e contenta sentii confusamente lemani Diana che mi liberavano dalle corde e coincivano a fasciarmi il costato distrutto.
Le lesioni dovevano essere state terribili perchè ad ogni sospiro sentivo un dolore terribile.
Gemendo ed urlando per il dolore sentivo che Diana mi stava curando.
Poi confusamente la sentii dire che mi avrebbe fatto una iniezione calmante per sopportare i dolori.
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