Vulnerabilità e desiderio
di
Luisa Damore
genere
esibizionismo
uisa si fermò un attimo sulla soglia di casa, il respiro che formava nuvolette bianche nell’aria gelida del mattino milanese. Il cappotto di lana grigio, slacciato e senza nulla sotto, le aderiva alla pelle nuda, accentuando la sensazione di freddo che le accarezzava i seni e l’addome. Un brivido le percorse la schiena, ma non era solo il freddo a farla tremare. Era l’eccitazione, la consapevolezza di ciò che l’aspettava. Aveva scelto di uscire così, senza maglia, per sentirsi vulnerabile, esposta, viva. Ogni passo verso il bar all’aperto era un atto di audacia, un passo verso l’ignoto.
Il bar era a pochi isolati di distanza, ma il tragitto le sembrò interminabile. Il vento le sollevava leggermente il cappotto, rivelando accenni di pelle chiara, e lei non faceva nulla per trattenerlo. Anzi, camminava con una lentezza studiata, come se volesse prolungare quel momento di suspense. Le luci natalizie appese ai lampioni proiettavano ombre danzanti sul marciapiede, e Luisa si sentiva come una protagonista in un film, una scena che solo lei e il mondo potevano vedere.
Arrivò al bar, il cuore che batteva forte. Tania era già lì, seduta a un tavolino d’angolo, una tazza di caffè fumante davanti a sé. I loro sguardi si incrociarono, carichi di tensione. Tania sorrise, un sorriso che prometteva tutto e niente, e alzò leggermente il mento in un gesto silenzioso di invito. Luisa si avvicinò, il cappotto che si apriva ulteriormente con ogni passo, mostrando sempre più pelle. Tania non distolse lo sguardo, i suoi occhi scuri che la divoravano, e Luisa sentì un calore diffondersi tra le gambe, nonostante il freddo.
“Sei in ritardo,” disse Tania con una voce bassa e suadente, ma non c’era rimprovero nelle sue parole, solo una promessa.
“Ne è valsa la pena?” rispose Luisa, la voce tremante, mentre si sedeva di fronte a lei. Le loro ginocchia si sfiorarono sotto il tavolo, e Luisa sentì un’ondata di eccitazione. Tania non rispose, si limitò a posare una mano sul tavolo, vicina alla sua. Era un gesto semplice, ma carico di intenzioni. Luisa la guardò, il respiro che si faceva più affannoso, e poi abbassò lo sguardo su quella mano, lunga e affusolata, con le unghie laccate di rosso.
Con un movimento lento e deliberato, Tania tirò la mano di Luisa verso di sé, le dita che si intrecciavano con le sue. Luisa non oppose resistenza, anzi, si lasciò guidare, il corpo che rispondeva a un richiamo primordiale. Le loro labbra si sfiorarono in un bacio leggero, un assaggio, un promettere. Il sapore del caffè e del rossetto di Tania le invasero la bocca, e Luisa gemette piano, chiudendo gli occhi.
La mano di Tania scivolò sotto il cappotto di Luisa, la pelle nuda che incontrò il palmo caldo. Luisa trattenne il fiato mentre Tania esplorava il suo torso con una delicatezza che la fece tremare. Le dita sfiorarono i seni, i capezzoli già induriti dal freddo e dall’eccitazione, e Luisa si arcuò leggermente, il piacere che le percorreva la spina dorsale.
Il bacio si intensificò, le labbra che si muovevano con urgenza, le lingue che si intrecciavano in una danza sensuale. Tania la spinse delicatamente contro lo schienale della sedia, il cappotto che scivolò dalle spalle di Luisa, cadendo a terra come un mantello dimenticato. Il torso nudo di Luisa era ora completamente esposto, il freddo che le accarezzava la pelle, ma il calore del corpo di Tania la riscaldava più di qualsiasi cappotto.
Le mani di Tania scesero lungo la schiena di Luisa, accarezzando la pelle liscia, poi si spostarono sui seni, i pollici che sfioravano i capezzoli, facendola gemere. Luisa afferrò le spalle di Tania, le unghie che si conficcavano nella stoffa della giacca, mentre i baci diventavano più profondi, più disperati. Il mondo intorno a loro sembrava svanire, il rumore del traffico, le risate degli altri avventori del bar, tutto si dissolse, lasciando solo loro due.
Tania si spostò leggermente, le mani che scivolavano lungo i fianchi di Luisa, esplorando ogni curva, ogni incavo. Luisa si sentiva come se stesse per esplodere, il piacere che le montava dentro, inarrestabile. Le loro labbra si staccarono per un attimo, e Tania le sussurrò all’orecchio, la voce rauca: “Sei così bella, Luisa.”
Quella frase, semplice ma carica di desiderio, fu sufficiente a farla perdere. Luisa gemette, il corpo che si arcuava contro quello di Tania, le mani che si muovevano con urgenza, cercando di avvicinarsi ancora di più. Tania rispose, i movimenti che diventavano più frenetici, le dita che scivolavano sotto la gonna di Luisa, trovando la pelle nuda, umida.
Luisa si morse il labbro per non urlare, il piacere che la travolgeva, ondate di calore che le percorrevano il corpo. Tania la baciò di nuovo, catturando i suoi gemiti, mentre le dita lavoravano con maestria, portando Luisa sempre più in alto, verso il baratro del piacere.
E poi, fu troppo. Luisa esplose, il corpo che si contraeva, i muscoli che si tendevano, mentre un grido soffocato le sfuggiva dalle labbra. Tania la tenne stretta, i baci che continuavano, le mani che non si fermavano, fino a quando Luisa non crollò, senza fiato, il cuore che batteva all’impazzata.
Si abbracciarono, i corpi che si fondavano, il cappotto dimenticato sul pavimento. Il freddo era scomparso, sostituito dal calore dei loro corpi, dal calore del momento. Luisa posò la testa sulla spalla di Tania, il respiro che lentamente tornava regolare, e sussurrò: “Grazie.”
Tania le accarezzò i capelli, il sorriso che le illuminava il viso. “Non dovevi ringraziarmi,” rispose. “Era esattamente ciò di cui avevo bisogno anch’io.”
E in quel momento, sedute in un bar all’aperto, con il mondo che continuava a girare intorno a loro, Luisa e Tania sapevano di aver condiviso qualcosa di speciale, qualcosa che andava oltre il semplice piacere fisico. Era una connessione, un momento di trasgressione che le aveva rese più vive, più vere. E mentre si guardavano, gli sguardi carichi di promessa, sapevano che non sarebbe stata l’ultima volta.
(Io sono Luisa Damore, scrittrice per passione. Ho pubblicato un libro "Dentro di me", dove potete trovare la mia essenza. Spero di potervi avere tra i lettori. Un abbraccio)
Il bar era a pochi isolati di distanza, ma il tragitto le sembrò interminabile. Il vento le sollevava leggermente il cappotto, rivelando accenni di pelle chiara, e lei non faceva nulla per trattenerlo. Anzi, camminava con una lentezza studiata, come se volesse prolungare quel momento di suspense. Le luci natalizie appese ai lampioni proiettavano ombre danzanti sul marciapiede, e Luisa si sentiva come una protagonista in un film, una scena che solo lei e il mondo potevano vedere.
Arrivò al bar, il cuore che batteva forte. Tania era già lì, seduta a un tavolino d’angolo, una tazza di caffè fumante davanti a sé. I loro sguardi si incrociarono, carichi di tensione. Tania sorrise, un sorriso che prometteva tutto e niente, e alzò leggermente il mento in un gesto silenzioso di invito. Luisa si avvicinò, il cappotto che si apriva ulteriormente con ogni passo, mostrando sempre più pelle. Tania non distolse lo sguardo, i suoi occhi scuri che la divoravano, e Luisa sentì un calore diffondersi tra le gambe, nonostante il freddo.
“Sei in ritardo,” disse Tania con una voce bassa e suadente, ma non c’era rimprovero nelle sue parole, solo una promessa.
“Ne è valsa la pena?” rispose Luisa, la voce tremante, mentre si sedeva di fronte a lei. Le loro ginocchia si sfiorarono sotto il tavolo, e Luisa sentì un’ondata di eccitazione. Tania non rispose, si limitò a posare una mano sul tavolo, vicina alla sua. Era un gesto semplice, ma carico di intenzioni. Luisa la guardò, il respiro che si faceva più affannoso, e poi abbassò lo sguardo su quella mano, lunga e affusolata, con le unghie laccate di rosso.
Con un movimento lento e deliberato, Tania tirò la mano di Luisa verso di sé, le dita che si intrecciavano con le sue. Luisa non oppose resistenza, anzi, si lasciò guidare, il corpo che rispondeva a un richiamo primordiale. Le loro labbra si sfiorarono in un bacio leggero, un assaggio, un promettere. Il sapore del caffè e del rossetto di Tania le invasero la bocca, e Luisa gemette piano, chiudendo gli occhi.
La mano di Tania scivolò sotto il cappotto di Luisa, la pelle nuda che incontrò il palmo caldo. Luisa trattenne il fiato mentre Tania esplorava il suo torso con una delicatezza che la fece tremare. Le dita sfiorarono i seni, i capezzoli già induriti dal freddo e dall’eccitazione, e Luisa si arcuò leggermente, il piacere che le percorreva la spina dorsale.
Il bacio si intensificò, le labbra che si muovevano con urgenza, le lingue che si intrecciavano in una danza sensuale. Tania la spinse delicatamente contro lo schienale della sedia, il cappotto che scivolò dalle spalle di Luisa, cadendo a terra come un mantello dimenticato. Il torso nudo di Luisa era ora completamente esposto, il freddo che le accarezzava la pelle, ma il calore del corpo di Tania la riscaldava più di qualsiasi cappotto.
Le mani di Tania scesero lungo la schiena di Luisa, accarezzando la pelle liscia, poi si spostarono sui seni, i pollici che sfioravano i capezzoli, facendola gemere. Luisa afferrò le spalle di Tania, le unghie che si conficcavano nella stoffa della giacca, mentre i baci diventavano più profondi, più disperati. Il mondo intorno a loro sembrava svanire, il rumore del traffico, le risate degli altri avventori del bar, tutto si dissolse, lasciando solo loro due.
Tania si spostò leggermente, le mani che scivolavano lungo i fianchi di Luisa, esplorando ogni curva, ogni incavo. Luisa si sentiva come se stesse per esplodere, il piacere che le montava dentro, inarrestabile. Le loro labbra si staccarono per un attimo, e Tania le sussurrò all’orecchio, la voce rauca: “Sei così bella, Luisa.”
Quella frase, semplice ma carica di desiderio, fu sufficiente a farla perdere. Luisa gemette, il corpo che si arcuava contro quello di Tania, le mani che si muovevano con urgenza, cercando di avvicinarsi ancora di più. Tania rispose, i movimenti che diventavano più frenetici, le dita che scivolavano sotto la gonna di Luisa, trovando la pelle nuda, umida.
Luisa si morse il labbro per non urlare, il piacere che la travolgeva, ondate di calore che le percorrevano il corpo. Tania la baciò di nuovo, catturando i suoi gemiti, mentre le dita lavoravano con maestria, portando Luisa sempre più in alto, verso il baratro del piacere.
E poi, fu troppo. Luisa esplose, il corpo che si contraeva, i muscoli che si tendevano, mentre un grido soffocato le sfuggiva dalle labbra. Tania la tenne stretta, i baci che continuavano, le mani che non si fermavano, fino a quando Luisa non crollò, senza fiato, il cuore che batteva all’impazzata.
Si abbracciarono, i corpi che si fondavano, il cappotto dimenticato sul pavimento. Il freddo era scomparso, sostituito dal calore dei loro corpi, dal calore del momento. Luisa posò la testa sulla spalla di Tania, il respiro che lentamente tornava regolare, e sussurrò: “Grazie.”
Tania le accarezzò i capelli, il sorriso che le illuminava il viso. “Non dovevi ringraziarmi,” rispose. “Era esattamente ciò di cui avevo bisogno anch’io.”
E in quel momento, sedute in un bar all’aperto, con il mondo che continuava a girare intorno a loro, Luisa e Tania sapevano di aver condiviso qualcosa di speciale, qualcosa che andava oltre il semplice piacere fisico. Era una connessione, un momento di trasgressione che le aveva rese più vive, più vere. E mentre si guardavano, gli sguardi carichi di promessa, sapevano che non sarebbe stata l’ultima volta.
(Io sono Luisa Damore, scrittrice per passione. Ho pubblicato un libro "Dentro di me", dove potete trovare la mia essenza. Spero di potervi avere tra i lettori. Un abbraccio)
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