Oltre il Confine del Desiderio
di
Luisa Damore
genere
prime esperienze
Alberto rimase immobile per un attimo, il cuore che batteva all’impazzata mentre Luisa lo fissava con uno sguardo che bruciava di desiderio e sfida. La differenza d’età tra loro, quel muro invisibile che aveva cercato di erigere per proteggerla, sembrava ora ridicola di fronte alla forza della sua presenza. Il vestito trasparente che indossava aderiva al suo corpo come una seconda pelle, lasciando intravedere ogni curva, ogni dettaglio che lo tormentava da settimane. Il profumo di lei, dolce e inebriante, lo avvolse mentre si avvicinava, e lui sentì le ginocchia cedere sotto il peso del desiderio.
"Cosa fai qui, Luisa?" mormorò, la voce roca e incrinata. Sapeva la risposta, ma aveva bisogno di sentirla dire, di dare un nome a quella follia che stava per travolgerlo.
"Sono venuta a dimostrarti che non importa ciò che pensa il mondo," rispose lei, avanzando con passo sicuro. I suoi occhi verdi brillavano di una luce che non ammetteva repliche. "Quello che proviamo è vero, Alberto. Non possiamo nasconderlo."
Lui scosse la testa, un gesto inutile, perché il suo corpo aveva già tradito la sua volontà. I suoi occhi si posarono sul suo décolleté, sul modo in cui il tessuto sottile si tendeva sui suoi seni sodi, e poi scesero lungo le sue gambe lunghe e toniche. "Non è giusto, Luisa," sussurrò, più a se stesso che a lei. "Non per te."
"Chi decide cos'è giusto?" ribatté lei, la voce un sussurro caldo e provocante. "Io so cosa voglio, e voglio te."
Le sue mani, calde e sicure, si posarono sui fianchi di Alberto, tirandolo verso di sé. Lui sentì il calore della sua pelle attraverso il tessuto sottile del vestito, e ogni resistenza svanì come fumo al vento. Le loro labbra si incontrarono in un bacio affamato, appassionato, un bacio che parlava di mesi di desiderio represso e di paure ignorate. La lingua di Luisa era audace, esploratrice, e Alberto rispose con la stessa intensità, le mani che si muovevano lungo la sua schiena, afferrandola con un’urgenza che non poteva più contenere.
Il vestito di Luisa scivolò via come una promessa mantenuta, rivelando il suo corpo perfetto, giovane e desiderabile. La sua pelle era liscia, dorata, e Alberto sentì un brivido percorrergli la schiena mentre la sollevava, portandola con sé verso il divano. I loro corpi si muovevano in sincronia, guidati da un istinto primordiale che non ammetteva dubbi o esitazioni.
Sul divano, Luisa si lasciò cadere su di lui, le sue gambe avvolte intorno alla sua vita mentre le loro bocche continuavano a esplorarsi. Le mani di Alberto scesero lungo la sua schiena, afferrandole il sedere sodo e tirandola ancora più vicino. Sentì il calore del suo sesso umido contro il suo inguine, e un gemito di piacere gli sfuggì dalle labbra.
"Alberto," sussurrò lei, la voce rotta dal desiderio. "Non aspettare. Ho bisogno di te."
Lui non aveva bisogno di altre parole. Con un movimento rapido, le sfilò le mutandine, gettandole da parte con un gesto che parlava di urgenza e necessità. Il suo sesso era umido, pronto, e Alberto si chinò, premendo le labbra contro di esso, assaporando il suo sapore dolce e salato. Luisa gemette, le unghie che si conficcavano nelle sue spalle mentre lui la leccava con lenta determinazione, esplorando ogni piega, ogni angolo, fino a quando non la sentì contrarsi intorno alla sua lingua, il suo corpo scosso da un orgasmo che la fece gridare il suo nome.
Ma non era abbastanza. Non per lui. Non per loro.
Alberto si rialzò, gli occhi brillanti di desiderio mentre si sfilava i pantaloni, rivelando il suo membro duro e pulsante. Luisa lo guardò, il respiro ancora affannoso, e sorrise, un sorriso che parlava di promessa e di resa. "Fammi tua," sussurrò, aprendo le gambe in un invito che non poteva rifiutare.
Si posizionò sopra di lei, guidando la punta del suo membro contro il suo sesso umido, e poi entrò, lentamente, sentendo il calore avvolgerlo, stringerlo. Luisa gemette, le mani che si aggrappavano alle sue spalle mentre lui iniziava a muoversi, dentro e fuori, con un ritmo che parlava di bisogno e di piacere.
La stanza era riempita dai loro gemiti, dai suoni dei loro corpi che si muovevano all’unisono, dal respiro affannoso che parlava di una passione che non poteva essere contenuta. Alberto accelerò il ritmo, sentendo il piacere crescere, avvolgerlo come un’onda che lo travolgeva. Luisa lo incontrò ad ogni spinta, i loro corpi che si muovevano come se fossero uno solo, fino a quando non sentì il suo sesso contrarsi intorno a lui, un’altra volta, un orgasmo che la fece gridare, il corpo scosso da scosse di piacere.
Fu allora che Alberto non poté più trattenersi. Con un gemito profondo, si lasciò andare, il suo seme che esplodeva dentro di lei, onda dopo onda, mentre il mondo intorno a loro svaniva, lasciando solo il loro piacere, il loro desiderio, la loro connessione.
Quando il loro respiro si calmò, Luisa si appoggiò al petto di Alberto, il suo sguardo perso nel vuoto. "E ora?" chiese, la voce un sussurro carico di incertezza e speranza.
Alberto accarezzò i suoi capelli, il cuore che batteva all’unisono con il suo. "Ora... non lo so," rispose, la voce carica di promessa e di possibilità. "Ma so che non posso più resisterti."
Il loro sguardo si incrociò, carico di emozioni che non potevano essere messe in parole. Il futuro era incerto, ma in quel momento, con il corpo di Luisa ancora caldo contro il suo, Alberto sapeva che non importava. Quello che avevano, quello che provavano, era vero. E nulla, nemmeno la differenza d’età o il giudizio del mondo, avrebbe potuto cambiarlo.
La storia non era finita; era solo all’inizio. E mentre il silenzio della casa li avvolgeva, Alberto e Luisa sapevano che il loro viaggio insieme sarebbe stato pieno di sfide, di piacere, e di momenti che avrebbero cambiato per sempre le loro vite.
(Io sono Luisa Damore, scrittrice per passione. Ho pubblicato un libro "Dentro di me",
dove potete trovare la mia essenza. Spero di potervi avere tra i lettori. Un abbraccio)
"Cosa fai qui, Luisa?" mormorò, la voce roca e incrinata. Sapeva la risposta, ma aveva bisogno di sentirla dire, di dare un nome a quella follia che stava per travolgerlo.
"Sono venuta a dimostrarti che non importa ciò che pensa il mondo," rispose lei, avanzando con passo sicuro. I suoi occhi verdi brillavano di una luce che non ammetteva repliche. "Quello che proviamo è vero, Alberto. Non possiamo nasconderlo."
Lui scosse la testa, un gesto inutile, perché il suo corpo aveva già tradito la sua volontà. I suoi occhi si posarono sul suo décolleté, sul modo in cui il tessuto sottile si tendeva sui suoi seni sodi, e poi scesero lungo le sue gambe lunghe e toniche. "Non è giusto, Luisa," sussurrò, più a se stesso che a lei. "Non per te."
"Chi decide cos'è giusto?" ribatté lei, la voce un sussurro caldo e provocante. "Io so cosa voglio, e voglio te."
Le sue mani, calde e sicure, si posarono sui fianchi di Alberto, tirandolo verso di sé. Lui sentì il calore della sua pelle attraverso il tessuto sottile del vestito, e ogni resistenza svanì come fumo al vento. Le loro labbra si incontrarono in un bacio affamato, appassionato, un bacio che parlava di mesi di desiderio represso e di paure ignorate. La lingua di Luisa era audace, esploratrice, e Alberto rispose con la stessa intensità, le mani che si muovevano lungo la sua schiena, afferrandola con un’urgenza che non poteva più contenere.
Il vestito di Luisa scivolò via come una promessa mantenuta, rivelando il suo corpo perfetto, giovane e desiderabile. La sua pelle era liscia, dorata, e Alberto sentì un brivido percorrergli la schiena mentre la sollevava, portandola con sé verso il divano. I loro corpi si muovevano in sincronia, guidati da un istinto primordiale che non ammetteva dubbi o esitazioni.
Sul divano, Luisa si lasciò cadere su di lui, le sue gambe avvolte intorno alla sua vita mentre le loro bocche continuavano a esplorarsi. Le mani di Alberto scesero lungo la sua schiena, afferrandole il sedere sodo e tirandola ancora più vicino. Sentì il calore del suo sesso umido contro il suo inguine, e un gemito di piacere gli sfuggì dalle labbra.
"Alberto," sussurrò lei, la voce rotta dal desiderio. "Non aspettare. Ho bisogno di te."
Lui non aveva bisogno di altre parole. Con un movimento rapido, le sfilò le mutandine, gettandole da parte con un gesto che parlava di urgenza e necessità. Il suo sesso era umido, pronto, e Alberto si chinò, premendo le labbra contro di esso, assaporando il suo sapore dolce e salato. Luisa gemette, le unghie che si conficcavano nelle sue spalle mentre lui la leccava con lenta determinazione, esplorando ogni piega, ogni angolo, fino a quando non la sentì contrarsi intorno alla sua lingua, il suo corpo scosso da un orgasmo che la fece gridare il suo nome.
Ma non era abbastanza. Non per lui. Non per loro.
Alberto si rialzò, gli occhi brillanti di desiderio mentre si sfilava i pantaloni, rivelando il suo membro duro e pulsante. Luisa lo guardò, il respiro ancora affannoso, e sorrise, un sorriso che parlava di promessa e di resa. "Fammi tua," sussurrò, aprendo le gambe in un invito che non poteva rifiutare.
Si posizionò sopra di lei, guidando la punta del suo membro contro il suo sesso umido, e poi entrò, lentamente, sentendo il calore avvolgerlo, stringerlo. Luisa gemette, le mani che si aggrappavano alle sue spalle mentre lui iniziava a muoversi, dentro e fuori, con un ritmo che parlava di bisogno e di piacere.
La stanza era riempita dai loro gemiti, dai suoni dei loro corpi che si muovevano all’unisono, dal respiro affannoso che parlava di una passione che non poteva essere contenuta. Alberto accelerò il ritmo, sentendo il piacere crescere, avvolgerlo come un’onda che lo travolgeva. Luisa lo incontrò ad ogni spinta, i loro corpi che si muovevano come se fossero uno solo, fino a quando non sentì il suo sesso contrarsi intorno a lui, un’altra volta, un orgasmo che la fece gridare, il corpo scosso da scosse di piacere.
Fu allora che Alberto non poté più trattenersi. Con un gemito profondo, si lasciò andare, il suo seme che esplodeva dentro di lei, onda dopo onda, mentre il mondo intorno a loro svaniva, lasciando solo il loro piacere, il loro desiderio, la loro connessione.
Quando il loro respiro si calmò, Luisa si appoggiò al petto di Alberto, il suo sguardo perso nel vuoto. "E ora?" chiese, la voce un sussurro carico di incertezza e speranza.
Alberto accarezzò i suoi capelli, il cuore che batteva all’unisono con il suo. "Ora... non lo so," rispose, la voce carica di promessa e di possibilità. "Ma so che non posso più resisterti."
Il loro sguardo si incrociò, carico di emozioni che non potevano essere messe in parole. Il futuro era incerto, ma in quel momento, con il corpo di Luisa ancora caldo contro il suo, Alberto sapeva che non importava. Quello che avevano, quello che provavano, era vero. E nulla, nemmeno la differenza d’età o il giudizio del mondo, avrebbe potuto cambiarlo.
La storia non era finita; era solo all’inizio. E mentre il silenzio della casa li avvolgeva, Alberto e Luisa sapevano che il loro viaggio insieme sarebbe stato pieno di sfide, di piacere, e di momenti che avrebbero cambiato per sempre le loro vite.
(Io sono Luisa Damore, scrittrice per passione. Ho pubblicato un libro "Dentro di me",
dove potete trovare la mia essenza. Spero di potervi avere tra i lettori. Un abbraccio)
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