Carne nella carne
di
rotas2sator
genere
tradimenti
Marianna arrivò in città col cuore che batteva forte. La scusa era stata un giro di shopping, ma dentro di sé sapeva bene perché era lì: aveva preso appuntamento con un gigolò. Si sentiva agitata, un po’ ridicola: lei, donna matura, con i seni pesanti e i fianchi larghi, stava per pagare un giovane uomo scolpito per farselo.
Quando lui le aprì, Marianna arrossì e abbassò lo sguardo. «Scusami… io non ho il corpo delle ragazze che frequenti…» mormorò.
Lui le prese dolcemente il viso. «Io non voglio ragazzine. Guarda che corpo hai: queste tette piene, questo culo rotondo…» Le mani scesero a stringerle le natiche, decise ma gentili. «Sei una donna, ed è quello che mi eccita.»
Marianna sentì un brivido correre lungo la schiena. Forse non la stava solo rassicurando: forse la desiderava davvero.
Sul letto fu un amplesso intenso, quasi “professionale”. Lui mise il profilattico con gesti sicuri e la penetrò lentamente, calibrando i colpi. Le prese i seni e li strinse con piacere evidente, succhiandole i capezzoli con forza. Marianna gemeva piano, vergognandosi del rumore della sua voce. «Non trattenerti,» le disse lui, affondando più forte, «voglio sentirti godere.» «Ma… mi imbarazzo…» ansimò lei. «No, Marianna. È bellissimo vederti così. Tu mi paghi per farti godere, ma io voglio vederti venire davvero.»
Quelle parole la sciolsero: si lasciò andare, gemendo e gridando, stringendogli le spalle e venendo più volte. Sentiva che stava comprando piacere, sì, ma che lui glielo stava dando con una cura che non aveva mai conosciuto.
Dopo, sotto la doccia, tutto cambiò. L’acqua bollente li avvolgeva quando lui la prese da dietro, nudo. Nessun profilattico. Solo carne nella carne. Marianna ansimò, colpita dalla differenza. «Oh Dio… ti sento tutto…» «Così deve essere,» sussurrò lui contro il suo orecchio, muovendosi dentro di lei, «senza nulla tra noi. È questo che ti meriti.»
Marianna gemette forte, i seni pesanti che sbattevano contro il vetro bagnato. «È pazzesco…» «Lasciati andare,» continuò lui, aumentando il ritmo, «fammi godere di questo culo, di questo corpo morbido che mi eccita da impazzire.»
Lei abbassò la fronte contro il vetro, imbarazzata. «Mi vergogno…» «Non vergognarti. Sei bellissima. Sei calda, stretta, viva. È questo che voglio.»
Poi prese il flacone di gel, lo aprì sotto l’acqua. «Voglio di più, Marianna.» Lei lo guardò con occhi sgranati. «Vuoi… lì?» «Sì. Voglio possederti tutta.» Le dita lubrificate iniziarono a lavorarle piano l’ano, preparandola con pazienza. «Guarda come ti apri per me. Ti piace, vero?» Marianna gemette, sorpresa dal piacere che saliva. «Non pensavo… che potesse…» «Shhh. Gusta ogni secondo. Ti voglio completa.»
Quando finalmente la penetrò anche lì, nudo, Marianna gridò forte. «Oddio… così… ti sento dappertutto…» «Esatto. Nessuna barriera. Tutta mia. Sei incredibile.»
Ogni colpo era profondo, deciso ma controllato. L’acqua scrosciava, i seni le rimbalzavano pesanti, le natiche si aprivano accogliendolo. Marianna gemeva senza più freni, il corpo che tremava. «Prendimi tutta… non fermarti…» urlò. «Sì, così ti voglio. Lasciati scopare come meriti, senza limiti.»
Marianna venne con un orgasmo violento, graffiando il vetro e urlando sotto il getto bollente. Si sentiva svuotata e colma allo stesso tempo, stordita ma felice.
Quando lui la strinse a sé, esausta, capì che non si era limitata a comprare un’ora d’amore mercenario: si era donata tutta, senza più difese, e lui l’aveva presa davvero.
Quando lui le aprì, Marianna arrossì e abbassò lo sguardo. «Scusami… io non ho il corpo delle ragazze che frequenti…» mormorò.
Lui le prese dolcemente il viso. «Io non voglio ragazzine. Guarda che corpo hai: queste tette piene, questo culo rotondo…» Le mani scesero a stringerle le natiche, decise ma gentili. «Sei una donna, ed è quello che mi eccita.»
Marianna sentì un brivido correre lungo la schiena. Forse non la stava solo rassicurando: forse la desiderava davvero.
Sul letto fu un amplesso intenso, quasi “professionale”. Lui mise il profilattico con gesti sicuri e la penetrò lentamente, calibrando i colpi. Le prese i seni e li strinse con piacere evidente, succhiandole i capezzoli con forza. Marianna gemeva piano, vergognandosi del rumore della sua voce. «Non trattenerti,» le disse lui, affondando più forte, «voglio sentirti godere.» «Ma… mi imbarazzo…» ansimò lei. «No, Marianna. È bellissimo vederti così. Tu mi paghi per farti godere, ma io voglio vederti venire davvero.»
Quelle parole la sciolsero: si lasciò andare, gemendo e gridando, stringendogli le spalle e venendo più volte. Sentiva che stava comprando piacere, sì, ma che lui glielo stava dando con una cura che non aveva mai conosciuto.
Dopo, sotto la doccia, tutto cambiò. L’acqua bollente li avvolgeva quando lui la prese da dietro, nudo. Nessun profilattico. Solo carne nella carne. Marianna ansimò, colpita dalla differenza. «Oh Dio… ti sento tutto…» «Così deve essere,» sussurrò lui contro il suo orecchio, muovendosi dentro di lei, «senza nulla tra noi. È questo che ti meriti.»
Marianna gemette forte, i seni pesanti che sbattevano contro il vetro bagnato. «È pazzesco…» «Lasciati andare,» continuò lui, aumentando il ritmo, «fammi godere di questo culo, di questo corpo morbido che mi eccita da impazzire.»
Lei abbassò la fronte contro il vetro, imbarazzata. «Mi vergogno…» «Non vergognarti. Sei bellissima. Sei calda, stretta, viva. È questo che voglio.»
Poi prese il flacone di gel, lo aprì sotto l’acqua. «Voglio di più, Marianna.» Lei lo guardò con occhi sgranati. «Vuoi… lì?» «Sì. Voglio possederti tutta.» Le dita lubrificate iniziarono a lavorarle piano l’ano, preparandola con pazienza. «Guarda come ti apri per me. Ti piace, vero?» Marianna gemette, sorpresa dal piacere che saliva. «Non pensavo… che potesse…» «Shhh. Gusta ogni secondo. Ti voglio completa.»
Quando finalmente la penetrò anche lì, nudo, Marianna gridò forte. «Oddio… così… ti sento dappertutto…» «Esatto. Nessuna barriera. Tutta mia. Sei incredibile.»
Ogni colpo era profondo, deciso ma controllato. L’acqua scrosciava, i seni le rimbalzavano pesanti, le natiche si aprivano accogliendolo. Marianna gemeva senza più freni, il corpo che tremava. «Prendimi tutta… non fermarti…» urlò. «Sì, così ti voglio. Lasciati scopare come meriti, senza limiti.»
Marianna venne con un orgasmo violento, graffiando il vetro e urlando sotto il getto bollente. Si sentiva svuotata e colma allo stesso tempo, stordita ma felice.
Quando lui la strinse a sé, esausta, capì che non si era limitata a comprare un’ora d’amore mercenario: si era donata tutta, senza più difese, e lui l’aveva presa davvero.
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