Yuko 1.1
di
Fuuka
genere
saffico
Il silenzio della camera d'hotel è una coperta calda che ci avvolge, rotta solo dal fruscio delle lenzuola e dai nostri respiri affannati. Fuori, Monza si prepara per un'altra giornata di motori rombanti, ma qui dentro, il mondo esterno è un ricordo lontano. Yuko è stesa sul letto, i suoi lunghi capelli neri si spargono sul cuscino come un'onda d'inchiostro. La sua pelle chiara è illuminata solo dalla luce soffusa che filtra dalle tende, facendola apparire come una dea addormentata.
Mi avvicino lentamente, i miei passi attutiti dalla moquette. I miei occhi non si staccano mai da lei. Le mie mani scivolano lungo i suoi fianchi, sentendo la curva morbida della sua pelle, il leggero tremito che la percorre. Mi sporgo su di lei, i miei capelli neri che le sfiorano il viso, e le do un bacio leggero sulla fronte, poi sulla punta del naso, e infine sulle labbra. È un bacio dolce, una promessa sussurrata.
"Sei bellissima," le sussurro, e lei sorride, i suoi occhi scuri che si aprono lentamente per incontrare i miei.
"Anche tu, amore."
Ho preparato tutto. Delle sciarpe di seta, morbide e colorate, che ho usato come accessorio durante il giorno. Le prendo dal comodino e lei capisce subito. Un sorriso malizioso le spunta sulle labbra. "Sei pronta a essere completamente mia, amore?" le chiedo, la voce roca di desiderio. Lei annuisce, un lampo nei suoi occhi.
Inizio con i suoi polsi. Con una sciarpa rossa e lucida, le lego dolcemente i polsi ai montanti superiori del letto. Non è una stretta forte, non è dolore. È una promessa di abbandono, un invito a lasciarsi andare completamente. La seta è morbida contro la sua pelle, ma abbastanza ferma da impedirle di muoversi. "Ti senti al sicuro?" sussurro, e lei annuisce di nuovo, i suoi occhi che brillano di eccitazione.
Poi passo alle caviglie. Con due sciarpe blu notte, le fisso delicatamente alle estremità inferiori del letto. Le sue gambe lunghe e snelle sono ora leggermente divaricate, esposte, invitanti. La posizione la rende completamente vulnerabile, ma il suo sguardo non è di paura, bensì di pura fiducia e anticipazione. Le sue cosce si tendono leggermente, rivelando la pelle morbida e setosa.
Una volta legata, mi prendo il mio tempo per ammirarla. I suoi capelli scuri si spargono sul cuscino, il suo petto si alza e si abbassa ritmicamente. La sua pietra acquamarina luccica al centro del suo petto, un faro sul suo corpo nudo. Mi chino su di lei, bacio il centro della sua fronte, e poi scendo lentamente lungo il suo viso. Bacio le sue palpebre, le sue guance, la punta del naso, e poi torno alle sue labbra. Questa volta, il bacio è più profondo, più languido. Le nostre lingue si cercano, si intrecciano, assaggiando il sapore dell'attesa.
Le mie mani scivolano lungo i suoi fianchi, accarezzando la pelle morbida, la curva delicata delle sue costole. Le mie dita tracciano il contorno del suo ventre, un sentiero lento e sensuale verso il suo sesso. Lei sussulta leggermente quando le mie dita si avvicinano. La sua vagina è già umida, le labbra esterne leggermente gonfie e lucide. L'odore della sua eccitazione mi inebria.
Inizio con una carezza leggera, la punta delle mie dita che sfiora le sue labbra umide. Lei geme, una piccola, dolce lamentela. Poi le mie dita si aprono, divaricando delicatamente le sue labbra esterne, esponendo il suo clitoride pulsante. È un piccolo gioiello roseo, turgido e lucido. Lo sfioro con il pollice, una pressione leggerissima che le fa inarcare la schiena.
"Ti piace, amore?" sussurro, la mia voce un ronzio caldo contro il suo orecchio.
"Sì... sì, Fuuka... di più," mormora, la sua voce spezzata dal desiderio.
Le mie dita iniziano una danza lenta e sensuale. Un dito scende tra le sue labbra, si avventura nel suo ingresso, bagnato e accogliente. Poi un altro. Le mie dita si muovono lentamente dentro di lei, prima un ritmo delicato, poi sempre più profondo, trovando i suoi punti più sensibili. Sentono le sue pareti interne stringersi attorno a me, pulsare. La sento fremere sotto il mio tocco, il suo corpo che si contrae in un misto di piacere e tensione.
Mentre le mie dita lavorano dentro di lei, la mia lingua scende sul suo clitoride. Il primo tocco è dolce, quasi timido, ma poi la mia lingua diventa più audace, più precisa. Lecco, succhio, alternando movimenti lenti e languidi a colpi più rapidi e intensi. La combinazione delle mie dita che la riempiono e della mia lingua che la stuzzica la fa impazzire. I suoi gemiti diventano più forti, più continui. Le sue gambe, seppur legate, si muovono leggermente, tentando di stringersi attorno alla mia testa.
"Sì... oh, sì... Fuuka... non smettere..." implora, la sua voce quasi un pianto.
Aumento il ritmo, le mie dita si muovono più velocemente dentro di lei, affondando, ritirandosi, e la mia lingua danza freneticamente sul suo clitoride. La sento tremare, il suo corpo che si inarca, una scossa elettrica che la percorre dalla testa ai piedi. I suoi muscoli si tendono, i suoi gemiti si trasformano in un urlo gutturale. "Sto per venire... amore... sto venendo!" grida, e pochi istanti dopo, il suo corpo si contrae violentemente, la sua vagina che pulsa attorno alle mie dita, il suo clitoride che si stringe sotto la mia lingua.
Rimango lì, a leccarla, finché le sue scosse non si placano, finché il suo respiro non torna a essere meno affannoso. Poi mi sollevo lentamente, lasciandola senza fiato, beata.
"Sei mia," le sussurro, e le bacio la fronte.
"Completamente," risponde lei, con un sorriso stanco ma felice.
La slego dolcemente, le scioglie le sciarpe una ad una. Le sue braccia e le sue gambe sono libere, ma rimane stesa, come se fosse troppo esausta per muoversi. Mi sdraio accanto a lei, la tiro a me, stringendola forte. I nostri corpi nudi sono uniti. Esistiamo solo noi, e il dolce e sensuale ricordo del piacere che ci siamo date.
Mi avvicino lentamente, i miei passi attutiti dalla moquette. I miei occhi non si staccano mai da lei. Le mie mani scivolano lungo i suoi fianchi, sentendo la curva morbida della sua pelle, il leggero tremito che la percorre. Mi sporgo su di lei, i miei capelli neri che le sfiorano il viso, e le do un bacio leggero sulla fronte, poi sulla punta del naso, e infine sulle labbra. È un bacio dolce, una promessa sussurrata.
"Sei bellissima," le sussurro, e lei sorride, i suoi occhi scuri che si aprono lentamente per incontrare i miei.
"Anche tu, amore."
Ho preparato tutto. Delle sciarpe di seta, morbide e colorate, che ho usato come accessorio durante il giorno. Le prendo dal comodino e lei capisce subito. Un sorriso malizioso le spunta sulle labbra. "Sei pronta a essere completamente mia, amore?" le chiedo, la voce roca di desiderio. Lei annuisce, un lampo nei suoi occhi.
Inizio con i suoi polsi. Con una sciarpa rossa e lucida, le lego dolcemente i polsi ai montanti superiori del letto. Non è una stretta forte, non è dolore. È una promessa di abbandono, un invito a lasciarsi andare completamente. La seta è morbida contro la sua pelle, ma abbastanza ferma da impedirle di muoversi. "Ti senti al sicuro?" sussurro, e lei annuisce di nuovo, i suoi occhi che brillano di eccitazione.
Poi passo alle caviglie. Con due sciarpe blu notte, le fisso delicatamente alle estremità inferiori del letto. Le sue gambe lunghe e snelle sono ora leggermente divaricate, esposte, invitanti. La posizione la rende completamente vulnerabile, ma il suo sguardo non è di paura, bensì di pura fiducia e anticipazione. Le sue cosce si tendono leggermente, rivelando la pelle morbida e setosa.
Una volta legata, mi prendo il mio tempo per ammirarla. I suoi capelli scuri si spargono sul cuscino, il suo petto si alza e si abbassa ritmicamente. La sua pietra acquamarina luccica al centro del suo petto, un faro sul suo corpo nudo. Mi chino su di lei, bacio il centro della sua fronte, e poi scendo lentamente lungo il suo viso. Bacio le sue palpebre, le sue guance, la punta del naso, e poi torno alle sue labbra. Questa volta, il bacio è più profondo, più languido. Le nostre lingue si cercano, si intrecciano, assaggiando il sapore dell'attesa.
Le mie mani scivolano lungo i suoi fianchi, accarezzando la pelle morbida, la curva delicata delle sue costole. Le mie dita tracciano il contorno del suo ventre, un sentiero lento e sensuale verso il suo sesso. Lei sussulta leggermente quando le mie dita si avvicinano. La sua vagina è già umida, le labbra esterne leggermente gonfie e lucide. L'odore della sua eccitazione mi inebria.
Inizio con una carezza leggera, la punta delle mie dita che sfiora le sue labbra umide. Lei geme, una piccola, dolce lamentela. Poi le mie dita si aprono, divaricando delicatamente le sue labbra esterne, esponendo il suo clitoride pulsante. È un piccolo gioiello roseo, turgido e lucido. Lo sfioro con il pollice, una pressione leggerissima che le fa inarcare la schiena.
"Ti piace, amore?" sussurro, la mia voce un ronzio caldo contro il suo orecchio.
"Sì... sì, Fuuka... di più," mormora, la sua voce spezzata dal desiderio.
Le mie dita iniziano una danza lenta e sensuale. Un dito scende tra le sue labbra, si avventura nel suo ingresso, bagnato e accogliente. Poi un altro. Le mie dita si muovono lentamente dentro di lei, prima un ritmo delicato, poi sempre più profondo, trovando i suoi punti più sensibili. Sentono le sue pareti interne stringersi attorno a me, pulsare. La sento fremere sotto il mio tocco, il suo corpo che si contrae in un misto di piacere e tensione.
Mentre le mie dita lavorano dentro di lei, la mia lingua scende sul suo clitoride. Il primo tocco è dolce, quasi timido, ma poi la mia lingua diventa più audace, più precisa. Lecco, succhio, alternando movimenti lenti e languidi a colpi più rapidi e intensi. La combinazione delle mie dita che la riempiono e della mia lingua che la stuzzica la fa impazzire. I suoi gemiti diventano più forti, più continui. Le sue gambe, seppur legate, si muovono leggermente, tentando di stringersi attorno alla mia testa.
"Sì... oh, sì... Fuuka... non smettere..." implora, la sua voce quasi un pianto.
Aumento il ritmo, le mie dita si muovono più velocemente dentro di lei, affondando, ritirandosi, e la mia lingua danza freneticamente sul suo clitoride. La sento tremare, il suo corpo che si inarca, una scossa elettrica che la percorre dalla testa ai piedi. I suoi muscoli si tendono, i suoi gemiti si trasformano in un urlo gutturale. "Sto per venire... amore... sto venendo!" grida, e pochi istanti dopo, il suo corpo si contrae violentemente, la sua vagina che pulsa attorno alle mie dita, il suo clitoride che si stringe sotto la mia lingua.
Rimango lì, a leccarla, finché le sue scosse non si placano, finché il suo respiro non torna a essere meno affannoso. Poi mi sollevo lentamente, lasciandola senza fiato, beata.
"Sei mia," le sussurro, e le bacio la fronte.
"Completamente," risponde lei, con un sorriso stanco ma felice.
La slego dolcemente, le scioglie le sciarpe una ad una. Le sue braccia e le sue gambe sono libere, ma rimane stesa, come se fosse troppo esausta per muoversi. Mi sdraio accanto a lei, la tiro a me, stringendola forte. I nostri corpi nudi sono uniti. Esistiamo solo noi, e il dolce e sensuale ricordo del piacere che ci siamo date.
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