L'appartamento segreto 3

di
genere
saffico

La mattina seguente fu surreale. Camminavo per la casa come un fantasma, la pelle ancora vibrante per il ricordo dell'orgasmo della notte prima. Mentre stavo ingoiando un toast che non aveva sapore, entrò in cucina Mika. Indossava solo una maglietta lunga che le arrivava a metà coscia. Mi sorrise, i suoi occhi che brillavano di una malizia che ora non mi era più sconosciuta.

«Tutto bene?» mi chiese, la sua voce falsamente innocente.

​Prima che potessi rispondere, arrivò Reina dietro di lei, silenziosa come sempre. Indossava una vestaglia di seta color avorio che le scivolava sul corpo. Le loro mani si sfiorarono a malapena mentre Reina prendeva una tazza, ma in quel contatto vidi un intero universo di intimità. Mika tornò a guardarmi, il suo sorriso si addolcì, la sua voce si abbassò fino a diventare un sussurro cospiratorio.

«Perché non vieni a unirti a noi stasera?»

​La fissai, sentendo il sangue affluirmi al viso, arrossendo violentemente. Le parole mi si bloccarono in gola. «Unirvi a voi?» riuscii a balbettare.

​Fu allora che Reina si mosse. Per la prima volta, si avvicinò a me, così tanto che potei sentire il calore del suo corpo e il profumo delicato di tè verde e sandalo che emanava dalla sua pelle. La guardai da vicino: le sue mani erano lunghe ed eleganti, con dita affusolate e unghie curate ma senza smalto. Un unico anello d'argento le adornava l'indice. La seta della vestaglia le cadeva morbida, lasciando intravedere la linea delicata della sua clavicola. I suoi occhi scuri mi scrutarono con un'intensità calma, quasi rassicurante.

«Non devi avere paura,» disse, la sua voce musicale e profonda. «Ma solo lasciarti guidare.»

​Quella sera, il mio cuore era un tamburo impazzito. Bussai piano alla loro porta, che si aprì subito. Quando entrai nella stanza, Mika era seduta sul letto a gambe incrociate, nuda. Reina, accanto a lei, indossava ancora la sua vestaglia di seta. Si muoveva lentamente, lisciandole i capelli color miele con un gesto quasi ipnotico. Mi sentii osservata, ogni loro movimento sembrava studiato, una performance messa in scena per me.

«Vieni,» disse Mika, allungando una mano e tirandomi dolcemente verso il letto.

​Reina si accostò dall'altro lato. E prima che potessi rendermi conto di cosa stesse succedendo, le loro labbra mi circondarono. Fu un bacio a tre, lungo e intenso. Sentii il sapore di Mika, dolce e leggermente fruttato, e quello di Reina, più complesso, che sapeva di tè e mistero. Le loro lingue si intrecciarono con la mia, a volte delicate, a volte esigenti. Le mani di Mika mi tenevano il viso, le dita di Reina si insinuarono tra i miei capelli, alla base della nuca, mandandomi brividi lungo la schiena. Fu un assalto ai sensi, un annegamento meraviglioso nella loro intimità.

​Mi sdraiarono sul letto. Mika mi accarezzava la schiena, la sua mano che scivolava sotto la maglietta per toccare la mia pelle nuda. Reina era chinata su di me, le sue mani che esploravano i miei fianchi mentre il suo respiro caldo mi solleticava il collo. Le carezze diventarono più audaci; le mani di Mika scivolarono sotto i miei pantaloni, le sue dita erano leggere ma decise, sapevano dove andare.

«Lasciati andare, Aiko,» sussurrò Reina, la sua voce un incoraggiamento che sciolse le mie ultime resistenze.

​Le dita di Mika trovarono il mio clitoride. Lo accarezzò con una perizia che mi fece ansimare. Poi, scivolò dentro di me, due dita che entrarono nella mia figa già bagnata. Mentre Mika mi dava piacere, Reina la osservava, e poi, con un movimento lento, mi sfilò i pantaloni e gli slip.

​Prese il posto di Mika. E se le dita di Mika erano state un preludio eccitante, quelle di Reina erano pura maestria. Con una precisione incredibile, trovò subito il mio punto G. Non si limitava a muoversi; sembrava che stesse suonando uno strumento, alternando la pressione, la velocità, l'angolazione, con una conoscenza del mio corpo che io stessa non possedevo. Sentii il piacere salire, un'onda inarrestabile. Arrivai quasi subito. L'orgasmo mi travolse con una violenza inaudita. Inarcai la schiena e squirtai, bagnando il letto e la sua mano.

​Aprii gli occhi. Mi osservavano, i loro visi illuminati da un sorriso di profonda soddisfazione per quello che mi avevano fatto. Ormai ero loro. Non avevo mai provato nulla del genere. Il brivido di essere desiderata da entrambe, la consapevolezza che il piacere poteva crescere, esplodere, travolgermi, mi faceva sentire viva come mai prima.

​Quella notte, scoprii che esisteva un modo di amare e desiderare che non avevo mai conosciuto. E che, finalmente, non avevo paura di volerlo.
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2025-09-05
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