“Piacere lento” – Capitolo 40
di
penna
genere
confessioni
Questa serie di racconti prende spunto da un’esperienza dell’autore che, attraverso la penna, confessa con fantasia l’evoluzione della realtà.
Per contatti: pennaefantasia@gmail.com
Vi invito a lasciare un commento oppure a scrivermi in privato.
L’anno nuovo era cominciato con una promessa silenziosa: tre giorni lontani da tutto, in una SPA privata prenotata da Mauro. Un regalo che, più che un lusso, era un pretesto per rinchiudersi in un mondo senza orologi.
La struttura li accolse con luci soffuse e il suono lontano dell’acqua che scorre. Dalle ampie vetrate, la neve disegnava un paesaggio ovattato. Dentro, il calore era quasi sensuale, avvolgente.
Noemi entrò per prima nella suite riservata. Portava un abito semplice, che lasciava la schiena nuda fino alla vita. Si mosse come se avesse già deciso il ritmo di quei giorni. Carlo la seguiva con passo sicuro, mentre Loretta e Mauro chiudevano la fila.
«Tre giorni senza pensare a niente,» disse Mauro, posando le chiavi sul tavolino. «Solo noi, l’acqua… e quello che viene.»
Il primo pomeriggio scivolò nella piscina interna. L’acqua calda saliva come un abbraccio fino alle spalle. Loretta era seduta sul bordo, con le gambe immerse, mentre Carlo le massaggiava i polpacci. Mauro, di fronte, sorseggiava champagne. Noemi si spostava piano in acqua, come un animale marino che esplora.
Ogni tanto, sotto la superficie, la sua mano sfiorava la coscia di Mauro, o si fermava a sfiorare il piede di Loretta. Movimenti leggeri, ma che lasciavano scie invisibili.
Quando si spostarono nella vasca idromassaggio, il contatto divenne inevitabile. L’acqua bollente nascondeva, ma il corpo parlava più del necessario. Le ginocchia che si toccavano, il respiro che cambiava ritmo. Carlo si posizionò accanto a Loretta, e sotto le bolle la sua mano trovò la sua schiena nuda.
Mauro osservava, con quell’attenzione silenziosa che non era mai passività. Aveva imparato a restare, a non interrompere. Il suo piacere era nel guardare il desiderio farsi concreto davanti a lui.
Quando passarono alla sauna, il calore diventò quasi un terzo corpo nella stanza. Il legno impregnato di vapore li costrinse a respirare più lentamente. Noemi sedeva accanto a Loretta, così vicina che le cosce si sfioravano a ogni respiro. Carlo, di fronte, aveva gli occhi fissi su di loro.
«Sai,» disse Noemi, con un filo di voce, «il calore… fa aprire i pori. E anche altre cose.»
Loretta sorrise, senza distogliere lo sguardo. Una goccia di sudore le scese lungo il collo e Noemi la seguì con un dito, senza fretta.
Fu in quel momento che Mauro si alzò, lentamente. Si sedette dietro Carlo, poggiandogli le mani sulle spalle. Non c’era fretta, solo un passaggio di energia.
Il tempo nella sauna si allungò fino a diventare sospensione. Nessuno cercava di accelerare, ognuno si nutriva dello sguardo e del contatto dell’altro.
La sera, nella suite, trovarono il camino già acceso. I quattro si muovevano come se avessero provato quella scena: accappatoi che cadevano sul pavimento, calici pieni di vino, la luce arancione che disegnava corpi vivi.
Noemi e Loretta finirono sdraiate davanti al fuoco, le gambe intrecciate. Carlo si avvicinò, inginocchiandosi accanto a loro, e iniziò a sfiorare i capelli di Loretta mentre Noemi le baciava il fianco.
Mauro li guardava dal divano, ma i suoi occhi correvano da un corpo all’altro come se volesse imprimere ogni dettaglio nella memoria.
Non era più solo sesso. Era un linguaggio a quattro mani, fatto di silenzi, sorrisi, respiri trattenuti. A volte, uno si staccava per osservare. A volte, tutti si fondevano in un abbraccio unico.
Quando il fuoco cominciò a spegnersi, erano ancora avvolti gli uni negli altri. Le braci proiettavano bagliori rossi sulle loro pelli sudate.
E quella prima notte della SPA non finì mai davvero. Si trasformò solo in un dormiveglia lento, fatto di tocchi leggeri, sospiri nel buio e sguardi che promettevano il giorno dopo.
Per contatti: pennaefantasia@gmail.com
Vi invito a lasciare un commento oppure a scrivermi in privato.
L’anno nuovo era cominciato con una promessa silenziosa: tre giorni lontani da tutto, in una SPA privata prenotata da Mauro. Un regalo che, più che un lusso, era un pretesto per rinchiudersi in un mondo senza orologi.
La struttura li accolse con luci soffuse e il suono lontano dell’acqua che scorre. Dalle ampie vetrate, la neve disegnava un paesaggio ovattato. Dentro, il calore era quasi sensuale, avvolgente.
Noemi entrò per prima nella suite riservata. Portava un abito semplice, che lasciava la schiena nuda fino alla vita. Si mosse come se avesse già deciso il ritmo di quei giorni. Carlo la seguiva con passo sicuro, mentre Loretta e Mauro chiudevano la fila.
«Tre giorni senza pensare a niente,» disse Mauro, posando le chiavi sul tavolino. «Solo noi, l’acqua… e quello che viene.»
Il primo pomeriggio scivolò nella piscina interna. L’acqua calda saliva come un abbraccio fino alle spalle. Loretta era seduta sul bordo, con le gambe immerse, mentre Carlo le massaggiava i polpacci. Mauro, di fronte, sorseggiava champagne. Noemi si spostava piano in acqua, come un animale marino che esplora.
Ogni tanto, sotto la superficie, la sua mano sfiorava la coscia di Mauro, o si fermava a sfiorare il piede di Loretta. Movimenti leggeri, ma che lasciavano scie invisibili.
Quando si spostarono nella vasca idromassaggio, il contatto divenne inevitabile. L’acqua bollente nascondeva, ma il corpo parlava più del necessario. Le ginocchia che si toccavano, il respiro che cambiava ritmo. Carlo si posizionò accanto a Loretta, e sotto le bolle la sua mano trovò la sua schiena nuda.
Mauro osservava, con quell’attenzione silenziosa che non era mai passività. Aveva imparato a restare, a non interrompere. Il suo piacere era nel guardare il desiderio farsi concreto davanti a lui.
Quando passarono alla sauna, il calore diventò quasi un terzo corpo nella stanza. Il legno impregnato di vapore li costrinse a respirare più lentamente. Noemi sedeva accanto a Loretta, così vicina che le cosce si sfioravano a ogni respiro. Carlo, di fronte, aveva gli occhi fissi su di loro.
«Sai,» disse Noemi, con un filo di voce, «il calore… fa aprire i pori. E anche altre cose.»
Loretta sorrise, senza distogliere lo sguardo. Una goccia di sudore le scese lungo il collo e Noemi la seguì con un dito, senza fretta.
Fu in quel momento che Mauro si alzò, lentamente. Si sedette dietro Carlo, poggiandogli le mani sulle spalle. Non c’era fretta, solo un passaggio di energia.
Il tempo nella sauna si allungò fino a diventare sospensione. Nessuno cercava di accelerare, ognuno si nutriva dello sguardo e del contatto dell’altro.
La sera, nella suite, trovarono il camino già acceso. I quattro si muovevano come se avessero provato quella scena: accappatoi che cadevano sul pavimento, calici pieni di vino, la luce arancione che disegnava corpi vivi.
Noemi e Loretta finirono sdraiate davanti al fuoco, le gambe intrecciate. Carlo si avvicinò, inginocchiandosi accanto a loro, e iniziò a sfiorare i capelli di Loretta mentre Noemi le baciava il fianco.
Mauro li guardava dal divano, ma i suoi occhi correvano da un corpo all’altro come se volesse imprimere ogni dettaglio nella memoria.
Non era più solo sesso. Era un linguaggio a quattro mani, fatto di silenzi, sorrisi, respiri trattenuti. A volte, uno si staccava per osservare. A volte, tutti si fondevano in un abbraccio unico.
Quando il fuoco cominciò a spegnersi, erano ancora avvolti gli uni negli altri. Le braci proiettavano bagliori rossi sulle loro pelli sudate.
E quella prima notte della SPA non finì mai davvero. Si trasformò solo in un dormiveglia lento, fatto di tocchi leggeri, sospiri nel buio e sguardi che promettevano il giorno dopo.
2
voti
voti
valutazione
6
6
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
“Sapore di Noemi” – Capitolo 39racconto sucessivo
“Gioco delle coppie N.1” – Capitolo 41
Commenti dei lettori al racconto erotico