Gianna ricattata - VII parte - LEI
di
sexydurex
genere
dominazione
Restai sola, papà e lo zio Piero, accompagnarono gli altri quattro, sin sotto casa.
Risalirono dopo un po’, il tempo di farmi una doccia e rimanere da sola.
Indosso un baby-doll trasparente ed eccitante e cercai di rilassarmi nel letto.
Li sentì tornare, aprire la porta e raggiungermi. Si spogliarono e si sistemarono nel letto insieme con me
- mi brucia il culo, dissi
- è completamente aperto, mi informò lo zio
- immagino. vi hanno raccontato quello che mi hanno fatto?
- no, raccontacelo tu, mi disse lo zio Piero
Raccontai per sommi capi, dei due vibratori messi nel culo; del bastone per usarmi come straccio per terra; delle pisciate in bocca, delle doppie penetrazioni.
- leccare il culo a Gianluca è stato terribile. Ho fatto l’abitudine a bere il piscio, ma il culo sporco di merda, ancora no, di Gianluca poi… lasciai sospesa la frase, farlo a Gianluca mi era costata molta fatica
- ne leccherai ancora tanti, precisò lo zio
- immagino
- arriverai anche a farti cagare in bocca, mi gelò
- questo no, zio, ti prego
- vedremo
Lo aveva durissimo, lo vide e dissi
- ti faccio una pugnetta, zio; non ce la faccio a prenderlo dentro, almeno non stasera
- mi è venuta voglia che mi lecchi il culo, non me l’hai mai leccato
è vero, pensai, ho leccato il culo a papà, ai due stronzi di Mimmo e Nino, a Gianluca, ma allo zio ancora no; scivolai tra le sue gambe, gli presi la sacca delle palle in mano e la succhiai; lentamente mi abbassai sino a leccargli intorno al buco del culo. Lo zio allargò le gambe per facilitarmi il compito. Lo leccai approfonditamente intorno per poi indurire la punta della lingua e penetrarlo leccandolo internamente. Non so perché, ma ci tenevo a dimostrargli quanto fossi brava.
- cazzo Gianna sei bravissima; ci credo che te lo facciano leccare sempre. Continua che sborro
- zio, non sui capelli, per favore. Ho appena fatto la doccia; avvisami che lo prendo in bocca
Continuai a leccarlo ed a segarlo; finché mi prese per i capelli e me lo infilò in bocca, in tempo per inondarmi di calda sborra che non esitai ad ingoiare.
- tu Dino devi pisciare? chiese lo zio a mio padre
- sì, gli rispose
- dobbiamo andare in bagno a pisciare? mi chiese, provocatoriamente, lo zio Piero
- no, risposi, sorridendo. Mi inginocchiai e mi lasciai pisciare in bocca da entrambi
- andiamo a dormire, domani sarà un’altra giornata dura per te
- già, chissà cosa mi faranno
Alle sei eravamo già svegli. Dette loro il buongiorno con un pompino per ciascuno, sino a farmi godere in bocca.
Lo zio si fece leccare il culo, subito dopo aver cagato, mentre papà mi pisciò in testa.
- vai a prepararti. Alle nove saranno qui a prenderti, disse lo zio.
In camera trovai delle autoreggenti 100denari ed un microabito rosso fuoco, scollato sia dietro che davanti. Lungo sino a metà culo. Praticamente sarei uscita nuda. Ai piedi del letto c’erano delle décolleté rosse tacco14. Mi guardai allo specchio, la sola vista incitava a scoparmi. Naturalmente non era previsto alcun intimo da indossare. Alle 8.50 uscii dalla stanza.
- sei uno spettacolo; mi disse, sorprendentemente, papà
Alle 9 in punto arrivarono a prendermi. Uscii di casa ed incrociai Saverio, un condomino porco che in passato non aveva mancato di importunarmi. Mi mise una mano sul culo, lo fulminai con gli occhi e lui sorrise sino a ghiacciarmi il sangue, quando mi disse
- tanto l’ho capito che fai la puttana. Presto farai divertire anche me
- non ci provare più
- vedremo
Lo guardai sdegnata, ma colpita. Uscii dal portone e trovai Nino ad aspettarmi.
Si avvicinò e mi accompagnò ad una macchina. Era un suv; apri il portellone di dietro; mi mise un collare ed un guinzagliò al collo e mi fece salire; quel posto era stato evidentemente occupato da un cane perché c’era una grata a dividerlo dal resto dell’abitacolo
- se vuoi qualcosa abbaia, cagna
Era iniziato l’incubo
Ero obbligata a stare carponi e sentivo il culo completamente scoperto. Cercavo di vedere dove andassimo, ma ben presto persi l’orientamento; vidi solo che andavamo fuori città e ci fermammo dopo una decina di minuti in un casolare che sembrava abbandonato.
Mi fecero scendere stando sempre a quattro zampe e mi trascinarono dentro. Entrai in una sala molto grande, ma buia. Mi lasciarono carponi sul pavimento in mezzo alla sala. Ad un tratto si accese un faro che puntava solo su di me e sentii urla e voci tutto intorno. Rimasi ferma cercando di capire dove fossi e chi ci fosse, quando mi trovai circondata da cazzi. Non capii nulla; sentii solo mani che mi palpavano e cazzi che si alternavano nella mia bocca, nel culo e nella figa; l’abito, cortissimo, era completamente sollevato sulla vita; passai i primi venti minuti così: carponi a farmi scopare ed inculare da uomini di cui ignoravo il volto e scopare la bocca da cazzi che vedevo il tempo che entravano sino alla mia gola. Contai sette sborrate. Tre in bocca, tre nella figa ed una in culo.
Mi presero di peso, mi sfilarono l’abito e mi portarono su un materasso. Li fui presa da cinque uomini; uno nella figa, uno nel culo, uno in bocca ed uno per ogni mano. Si sincronizzarono e sborrarono tutti insieme.
Si accesero tutte le luci. Erano dodici uomini. Riconobbi Nino e Mimmo; gli altri dieci erano dei ceffi che non avrei mai avuto il piacere di incontrare, ma che quella mattina mi avevano già scopato per bene.
Uno aveva pochi denti, un altro aveva una canotta, molti peli, ed un aspetto poco rassicurante; erano tutti dello stesso tipo
- questa troia ne sa prendere anche due in culo insieme, disse Mimmo
Temevo quel momento ed era arrivato. Uno propose di mettermi un cazzo nella figa e due nel culo e gli altri nove, a turno, mi avrebbero sborrato in bocca. E così fecero. Uno di loro si stese e mi fece mettere a cavalcioni per scoparlo; un altro mi inculò mentre Mimmo, mettendosi a cavalcioni sulla mia schiena, riuscì di nuovo ad aprirmi il culo; ne avevo uno nella figa e due nel culo
- ahiaaaa...piano...noooo...mmmh...siiiiii...noooo piano...siiiii...godetti mentre in bocca si alternavano i nove cazzi sino a sborrare tutti, chi in bocca chi in faccia.
I due nel culo godettero insieme a quello nella figa.
Non sapevo quanto mancasse alle 12. Ero stesa sul materasso completamente sfatta, aperta con sperma ovunque.
Sentii Mimmo dire
- manca ancora un’ora e mezza
Un’ora mezza pensai? Non potevo farcela. Mi trascinarono per i capelli in un bagno con degli orinatoi. Mi misero legata
- adesso entreremo uno alla volta, mi disse Mimmo; ognuno di noi sceglierà dove sborrarti e dove pisciarti
Annuii con la testa; potevo farcela; uno alla volta sarebbe stato lungo, ma almeno avevo la certezza che il mio culo e la mia figa non sarebbero stati squartati. Non sapevo di sbagliarmi
Entrò il primo. Un ragazzo sui venti anni. Brutto, ma almeno era giovane e, soprattutto, esibì un gran bel cazzo, mi ritrovai a pensare. Mi prese per i fianchi e mi sollevò da terra; mi scopò brutalmente e mi ritrovai a godere. Continuò a pompare nella figa; sentii la sua sborrata riempirmela, ma non lo tirò fuori e si mise a pisciare nella figa. Era la prima volta che ricevevo una pisciata nella figa; bruciava terribilmente e non riuscii a trattenerla. Sentivo questa miscela di sborra e piscio colare e formare una pozza tra le mie gambe.
Il ragazzo mi guardò con ribrezzo
- fai veramente schifo; dalla figa ti esce di tutto
Andò via. Restai stesa e legata finché entrò il secondo. Un omaccione grosso e calvo, molto duro nei lineamenti e nei modi di fare
- che schifo c’è qui? Mi chiese tirandomi in capelli.
Non risposi, e tirò più forte
- piscio e sborra dell’amico tuo
- Ti slego
Non capii quell’atto magnanimo, finché mi fece mettere carponi e mi disse
- ti inculo e tu lecca questo schifo
Volevo piangere. Mi misi carponi e mi inculò con forza. Mi abbassò la testa e mi misi a leccare finché sentii forzare ancora il culo; stava infilando qualcosa insieme al proprio cazzo
- ahiaaaa...nooo, ti prego
- Stai zitta, troia. Altrimenti te ne infilo ancora un altro
Mi feci forza, smisi di urlare anche se il dolore era terribile e lo schifo di quel che stavo leccando ancora di più; pensai a mio padre, come fossi in quella situazione per i suoi casini e se mi avesse visto, si sarebbe anche eccitato. Mi misi a leccare a fondo il pavimento. Il mio aguzzino se ne accorse e mi inculò con forza, sborrando subito dopo; ebbi l’illuminazione; avrei dovuto mettere passione e loro avrebbero goduto subito. Lo lasciai scaricare nel mio culo e dopo si mise a pisciare invadendo il mio intestino.
Rimasi carponi con quei fluidi dentro che premevano per fuoriuscire. Entrò il terzo; capì tutto, mi fece alzare trattenendo tutto nel culo; me lo fece scaricare nel water. Vidi la pozza di sperma e piscio giusto in tempo perché l’uomo mi prese per i capelli e mi infilò la testa nel cesso. Mi scopò da dietro obbligandomi a leccare il water; lo feci con passione e con rumore e subito mi sborrò nella figa: mi sentivo, paradossalmente, padrona del gioco. Mi prese per i capelli e mi pisciò in bocca.
Entrò il quarto; ero ancora carponi vicino al cesso. Avevo ormai la volontà annullata. Il mio unico obiettivo era farli sborrare il più velocemente possibile. Lo guardai con occhi languidi. Mi prese per i capelli e mi portò davanti ad un orinatoio. Mi ordinò di leccarci dentro ed intanto mi scopava. Leccai facendo rumore, gemendo e godendo; mi sborrò nella figa e si mise a pisciare sui miei capelli.
Entrò il quinto, Nino
- fai schifo, puzzi peggio di un cesso.
Prese un secchio di acqua e mi pulì con una spugna come fossi un cane.
- adesso puoi darmi il culo.
Mi fece mettere carponi e mi inculò. Mossi il bacino per farlo entrare più dentro e finalmente sborrò anche lui. Avevo il culo indolenzito e pieno di sborra, ma non intendevo mostrare sofferenza. Ne avrei subito ulteriormente; ero decisa a farli godere tutti e subito.
Nino mi pisciò nel culo ed entrò il sesto
Mi alzai sui tacchi e gli andai vicino. Sentivo sborra e piscio colarmi sulle cosce; senza che dicesse nulla lo accarezzai, mi feci toccare, mi inginocchiai e cominciai a spompinarlo. Mi obbligò a tenere tutto il cazzo in bocca, ma mi impegnai con la lingua e lo sentii sborrare nella mia bocca. Ingoiai e subito dopo iniziò a pisciarmi in gola.
Ero a metà strada. Entrò il settimo. Senza alcun motivo mi dette uno schiaffo e mi fece cadere. Ero a terra e lo guardavo terrorizzata. Prese tre vibratori e me ne ficcò due nella figa ed uno nel culo. Si mise su di me e me lo ficcò in bocca. Ero devastata. I vibratori mi stavano squartando mentre il suo cazzo affogava nella mia bocca.
La mia tattica, con lui, non funzionò; cercai di metterci tutta la passione, leccandogli il cazzo, mentre i tre vibratori mi rompevano la figa ed il culo.
Resisteva. Gli leccai il glande, lo pompai lentamente o più velocemente, gli leccai le palle. Rimaneva duro come l’acciaio, sempre mostrare cedimento. Finalmente lo sentii pulsare. Lo misi in bocca e mi scaricò una sborrata infinita. La ingoiai interamente; lasciò i tre vibratori a penetrarmi e mi pisciò in faccia.
Sfilai piano i tre vibratori mentre entrava l’ottavo. Vide tre vibratori, mi fece mettere carponi e mi ordinò di infilarne uno nella figa e gli altri due nel culo.
Presi il primo e lo infilai nella figa; il secondo lo misi facilmente nel culo; il terzo non riuscivo a farlo entrare perché al minimo dolore, mi fermavo. Mi prese per i capelli e mi ficcò il cazzo in gola tappandomi il naso. Non riuscivo a respirare
- finché non ti infili il terzo vibratore nel culo, non ti faccio respirare.
Detti un colpo secco ed entrò; tolse il cazzo dalla bocca e le mani dal naso e respirai tossendo. Fece partire i tre vibratori e quando godetti, li tolse. Avevo il culo oscenamente aperto. Mi inculò e sborrò. Tolse la verga e sentii la sborra colare fuori.
- sei un cesso, e mi pisciò in bocca
Uscì lasciandomi sola. Mi facevo schifo. Entrò il nono; mi guardò e mi chiese
- cosa sei?
- una zoccola, risposi istintivamente
- questo lo sappiamo, oltre ad una zoccola, cosa sei?
- una latrina
- brava; sai cosa fanno i cessi?
- raccolgono piscio
- e merda, aggiunse. Mi spaventai
Mi mise il cazzo in bocca e lo leccai sino a farlo sborrare. Poi attese e non tardò a pisciarmi in bocca, ancora una volta
Entrò il decimo.
Ero impresentabile. Questo pensai sentendomi addosso la puzza di piscio. Non immaginando che il peggio sarebbe accaduto da lì a poco. Il decimo volle la figa. Mi fece mettere carponi perché gli faceva schifo scoparmi avendomi di fronte per la puzza di piscio che veniva dalla mia bocca. Mi prese per i fianchi affondando la testa nell’orinatoio. Mi sfondò la figa sino a farmi godere di nuovo ed a riempirmela di sborra. Tenendomi la testa nell’orinatoio, mi pisciò sui capelli. Mi ordinò di rimanere in quella posizione ed entrò l’undicesimo. Vide il mio culo, non resistette; si avvicinò ed inizio a sculacciarmi molto forte. Ogni schiaffo era un mio gemito, attenuato dalle pareti dell’orinatoio. Mi allargò il già oscenamente largo buco del culo e ci ficcò il cazzo dentro. Mi inculò selvaggiamente e venne copiosamente. Prese un vibratore e me lo infilò fungendo da tappo. Mi prese per i capelli e mi pisciò in faccia.
Il dodicesimo ed ultimo era Mimmo. Scoppiò a ridere quando mi vide
- non hai più l’espressione snob. Sei un cesso.
Tolse il vibratore e dal culo iniziò a colare la sborra. Mi prese per i fianchi e mi scopò costringendomi a leccare dovunque, nell’orinatoio, per terra, mentre continuava a scoparmi. Mi prese per i capelli e mi sborrò in faccia per poi farmi bere il suo piscio
- e non abbiamo ancora finito, troietta
Entrarono in bagno in due; noi uscimmo e non capii. Nella sala gli altri dieci mi costrinsero a leccargli il culo uno per uno. Non erano pulitissimi, ma nemmeno con evidenti tracce di merda. Li leccai tutti per bene, sia intorno che dentro il buco; erano tutti eccitati. Rimanevano gli ultimi due. Mimmo mi prese per i capelli e mi disse
- loro due hanno appena finito di defecare; adesso fagli il bidet
Mi sentii morire. Mi avvicinai tremolante. Mi inginocchiai davanti al primo che si girò e mi porse il culo. Era sporco di merda. Mi fecero mettere carponi e mentre gli altri dieci si alternavano nella figa e nel culo, una mano mi prese per i capelli e pulì il culo dell’uomo usando i miei capelli; poi mi fece completare con la lingua. Lo feci; incredibilmente lo feci; lo leccai intorno e nel buco; c’erano tracce di merda che pulii con la lingua; il resto era tra i miei capelli. Finito con il primo, passai al secondo. Questa volta non usarono i miei capelli e dovetti fare tutto con la lingua. Avevo un sapore terribile in bocca e tracce di merda sulle labbra ed intorno alla bocca. Lo leccai a lungo, prendendo la merda con la bocca; mi facevo schifo da sola. Terminai quell’opera immonda e mi fecero mettere in ginocchio ed a turno, tutti e dodici mi sborrarono in faccia. Con il volto pieno di sborra e con evidenti tracce di merda, mi pulirono pisciandomi, tutti, in faccia.
Rimasi li, gocciolante e sporca. Mimmo mi fotografò e mandò la foto allo zio Piero
“VIENILA A PRENDERE. MI FA SCHIFO ACCOMPAGNARLA”
Andarono via lasciandomi sola. Mi alzai tremante. Grondavo piscio e sentivo il sapore della merda in bocca e la puzza tra i capelli; cercai il vestito e lo trovai buttato nella tazza di un cesso. Lo presi, era bagnatissimo di pipì, ma lo indossai ed aspettai.
Sentii arrivare qualcuno.
Ero stesa sul quel materasso putrido. Indossavo il micro abito rosso completamente bagnato di piscio; mi ritrovai a pensare se fosse meglio tornare nuda che non così puzzolente. Sentii dei passi convinta fosse papà, invece entrò mio cugino Gianluca
- Gianluca? Che ci fai qui?
- Ti ho seguito e ti ho visto; sei davvero una troia
Mi prese e mi legò le mani dietro la schiena. Mi fece inginocchiare e piegare. Avevo la faccia sul pavimento; prese dei vibratori e me ne infilò due nella figa e due nel culo.
- sorridi, troia, fai vedere come ti piace
Lo guardai con odio
- sorridi, altrimenti ti prendo a calci
Cedetti per paura, sorrisi
Si avvicinò e fece partire i vibratori
- adesso gemi e godi
I vibratori mi provocarono piacere e non ebbi modo di fingere; stavo effettivamente godendo, legata come un maiale; mi filmò con il telefonino. Rise, ma prima di andar via, tirò fuori il cazzo, si masturbò schizzando tutta la sborra sul mio viso, quindi mi pisciò in testa e scappò via, lasciandomi così, legata con i vibratori accesi nel culo e nella figa. Dopo qualche minuto, che mi sembrò un’eternità, arrivò papà
- papi, quello stronzo di Gianluca. Mi ha trovato, mi ha legato e mi ha infilato i vibratori. Mi ha anche filmato. Adesso chissà cosa vorrà
- tranquilla, ne parleremo con lo zio
Sfilò troppo lentamente i vibratori e lo vidi eccitato, ma feci finta di nulla. Mi alzai malconcia. Puzzavo, ma papà non disse nulla e mi fece salire in macchina.
Durante il tragitto papà mi chiese come stessi
- sto come una che è stata abusata per tre ore da dodici uomini. Come se non bastasse ho dovuto ingoiare litri di sborra e di piscio e mi hanno fatto leccare culi sporchi di merda
Non rispose
Restai in silenzio; sentivo il puzzo della latrina sulla mia pelle ed il sapore di ogni prodotto umano in bocca. Avevo dolore al culo, completamente dilaniato. Arrivammo a casa; camminavo sui tacchi con il vestito ancora bagnato di piscio. Entrammo in casa ed appena vidi lo zio, allargai le braccia e dissi
- ti prego fammi fare una doccia; tra i capelli ho anche tracce di merda
- sì, vai subito. Renditi pulita e profumata che così conciata non ti scoperebbe nemmeno un cane
Non feci caso a quella allusione; mi spogliai velocemente. Finalmente entrai nella doccia e mi feci investire dal getto caldo dell’acqua. Feci uno shampoo approfondito; trovai le tracce di merda tra i capelli e per poco non vomitai. Mi assicurai che i capelli fossero puliti e mi dedicai al resto del corpo. Il culo era larghissimo; provai a tastarlo con le dita e lo trovai talmente aperto che due dita entravamo senza alcuna sensibilità. La figa era gonfia. Me la accarezzai e per poco non venni di nuovo. Lasciai scorrere l’acqua sulla mia pelle. Finalmente profumavo anche se avevo nelle narici ancora la puzza di tutto ciò che mi avevano riversato addosso. Pensai a Gianluca ed al filmato che aveva girato. Una fotografia mi era costato tutto quello accaduto quella mattina. Un video cosa avrebbe comportato? Cercai di non pensarci ed uscii dalla doccia. Nella mia camera trovai un paio di autoreggenti pulite, un reggicalze ed un paio di décolleté nere tacco14. Mi preparai e raggiunsi papà ed il padrone in cucina. Mi sedetti al tavolo mentre loro preparavano la pasta.
Quelle accortezze mi sorpresero e mi fecero piacere. Stavo per iniziare a mangiare quando si misero, ognuno, al mio lato e si segarono sino a sborrare nel piatto di pasta. Non avevo mai avuto problemi ad ingoiare sborra, ma vedere quel piatto di pasta con sopra tutta quella sborra mi fece venire conati di vomito. Riuscii a controllarmi, mischiai quel condimento ed iniziai a mangiare; li vidi armeggiare con una bottiglia e già immaginavo che per bere, avrei avuto solo il loro piscio.
Raccontai quel che avevo subito durante la mattinata. Li vidi molto eccitati quando raccontai dei vibratori, del continuo piscio e dei culi sporchi di merda che avevo leccato.
Mi fecero riposare ed andai nella mia stanza.
Lo zio uscì di casa, papà mi raggiunse in camera
Ero stesa sul letto cercando di riposarmi. Papà mi accarezzò e ben presto con le mani arrivò a palparmi il culo
- papi non ce la faccio, oggi. Non mi chiedere di incularmi e pregalo perché stasera non abbia alcun incontro. Mi hanno mortificato e devastato e fisicamente non ce la faccio a prendere altri cazzi, gli sorrisi ed aggiunsi: se vuoi ti faccio un pompino.
Mi accarezzò la testa e gli presi l’asta in mano. Era dura
- dimmi, Gianna, come è stato leccare il culo sporco di merda?
Sapevo quel che voleva sentirsi dire
- umiliante e degradante; solo una puttana porca come me lo poteva fare...una cosa è farlo a te, altra a quei bruti
- Continua
- mi eccita essere trattata peggio di un cesso pubblico
Lo presi in mano e lo spompinai per bene sino a farlo sgorgare nella mia bocca. Solo dopo che terminò di sborrare, si alzò e mi disse
- riposati, adesso
- Stasera avrò altro da fare? Papi non ce la faccio
- Non so nulla, mentì
Mi addormentai
Risalirono dopo un po’, il tempo di farmi una doccia e rimanere da sola.
Indosso un baby-doll trasparente ed eccitante e cercai di rilassarmi nel letto.
Li sentì tornare, aprire la porta e raggiungermi. Si spogliarono e si sistemarono nel letto insieme con me
- mi brucia il culo, dissi
- è completamente aperto, mi informò lo zio
- immagino. vi hanno raccontato quello che mi hanno fatto?
- no, raccontacelo tu, mi disse lo zio Piero
Raccontai per sommi capi, dei due vibratori messi nel culo; del bastone per usarmi come straccio per terra; delle pisciate in bocca, delle doppie penetrazioni.
- leccare il culo a Gianluca è stato terribile. Ho fatto l’abitudine a bere il piscio, ma il culo sporco di merda, ancora no, di Gianluca poi… lasciai sospesa la frase, farlo a Gianluca mi era costata molta fatica
- ne leccherai ancora tanti, precisò lo zio
- immagino
- arriverai anche a farti cagare in bocca, mi gelò
- questo no, zio, ti prego
- vedremo
Lo aveva durissimo, lo vide e dissi
- ti faccio una pugnetta, zio; non ce la faccio a prenderlo dentro, almeno non stasera
- mi è venuta voglia che mi lecchi il culo, non me l’hai mai leccato
è vero, pensai, ho leccato il culo a papà, ai due stronzi di Mimmo e Nino, a Gianluca, ma allo zio ancora no; scivolai tra le sue gambe, gli presi la sacca delle palle in mano e la succhiai; lentamente mi abbassai sino a leccargli intorno al buco del culo. Lo zio allargò le gambe per facilitarmi il compito. Lo leccai approfonditamente intorno per poi indurire la punta della lingua e penetrarlo leccandolo internamente. Non so perché, ma ci tenevo a dimostrargli quanto fossi brava.
- cazzo Gianna sei bravissima; ci credo che te lo facciano leccare sempre. Continua che sborro
- zio, non sui capelli, per favore. Ho appena fatto la doccia; avvisami che lo prendo in bocca
Continuai a leccarlo ed a segarlo; finché mi prese per i capelli e me lo infilò in bocca, in tempo per inondarmi di calda sborra che non esitai ad ingoiare.
- tu Dino devi pisciare? chiese lo zio a mio padre
- sì, gli rispose
- dobbiamo andare in bagno a pisciare? mi chiese, provocatoriamente, lo zio Piero
- no, risposi, sorridendo. Mi inginocchiai e mi lasciai pisciare in bocca da entrambi
- andiamo a dormire, domani sarà un’altra giornata dura per te
- già, chissà cosa mi faranno
Alle sei eravamo già svegli. Dette loro il buongiorno con un pompino per ciascuno, sino a farmi godere in bocca.
Lo zio si fece leccare il culo, subito dopo aver cagato, mentre papà mi pisciò in testa.
- vai a prepararti. Alle nove saranno qui a prenderti, disse lo zio.
In camera trovai delle autoreggenti 100denari ed un microabito rosso fuoco, scollato sia dietro che davanti. Lungo sino a metà culo. Praticamente sarei uscita nuda. Ai piedi del letto c’erano delle décolleté rosse tacco14. Mi guardai allo specchio, la sola vista incitava a scoparmi. Naturalmente non era previsto alcun intimo da indossare. Alle 8.50 uscii dalla stanza.
- sei uno spettacolo; mi disse, sorprendentemente, papà
Alle 9 in punto arrivarono a prendermi. Uscii di casa ed incrociai Saverio, un condomino porco che in passato non aveva mancato di importunarmi. Mi mise una mano sul culo, lo fulminai con gli occhi e lui sorrise sino a ghiacciarmi il sangue, quando mi disse
- tanto l’ho capito che fai la puttana. Presto farai divertire anche me
- non ci provare più
- vedremo
Lo guardai sdegnata, ma colpita. Uscii dal portone e trovai Nino ad aspettarmi.
Si avvicinò e mi accompagnò ad una macchina. Era un suv; apri il portellone di dietro; mi mise un collare ed un guinzagliò al collo e mi fece salire; quel posto era stato evidentemente occupato da un cane perché c’era una grata a dividerlo dal resto dell’abitacolo
- se vuoi qualcosa abbaia, cagna
Era iniziato l’incubo
Ero obbligata a stare carponi e sentivo il culo completamente scoperto. Cercavo di vedere dove andassimo, ma ben presto persi l’orientamento; vidi solo che andavamo fuori città e ci fermammo dopo una decina di minuti in un casolare che sembrava abbandonato.
Mi fecero scendere stando sempre a quattro zampe e mi trascinarono dentro. Entrai in una sala molto grande, ma buia. Mi lasciarono carponi sul pavimento in mezzo alla sala. Ad un tratto si accese un faro che puntava solo su di me e sentii urla e voci tutto intorno. Rimasi ferma cercando di capire dove fossi e chi ci fosse, quando mi trovai circondata da cazzi. Non capii nulla; sentii solo mani che mi palpavano e cazzi che si alternavano nella mia bocca, nel culo e nella figa; l’abito, cortissimo, era completamente sollevato sulla vita; passai i primi venti minuti così: carponi a farmi scopare ed inculare da uomini di cui ignoravo il volto e scopare la bocca da cazzi che vedevo il tempo che entravano sino alla mia gola. Contai sette sborrate. Tre in bocca, tre nella figa ed una in culo.
Mi presero di peso, mi sfilarono l’abito e mi portarono su un materasso. Li fui presa da cinque uomini; uno nella figa, uno nel culo, uno in bocca ed uno per ogni mano. Si sincronizzarono e sborrarono tutti insieme.
Si accesero tutte le luci. Erano dodici uomini. Riconobbi Nino e Mimmo; gli altri dieci erano dei ceffi che non avrei mai avuto il piacere di incontrare, ma che quella mattina mi avevano già scopato per bene.
Uno aveva pochi denti, un altro aveva una canotta, molti peli, ed un aspetto poco rassicurante; erano tutti dello stesso tipo
- questa troia ne sa prendere anche due in culo insieme, disse Mimmo
Temevo quel momento ed era arrivato. Uno propose di mettermi un cazzo nella figa e due nel culo e gli altri nove, a turno, mi avrebbero sborrato in bocca. E così fecero. Uno di loro si stese e mi fece mettere a cavalcioni per scoparlo; un altro mi inculò mentre Mimmo, mettendosi a cavalcioni sulla mia schiena, riuscì di nuovo ad aprirmi il culo; ne avevo uno nella figa e due nel culo
- ahiaaaa...piano...noooo...mmmh...siiiiii...noooo piano...siiiii...godetti mentre in bocca si alternavano i nove cazzi sino a sborrare tutti, chi in bocca chi in faccia.
I due nel culo godettero insieme a quello nella figa.
Non sapevo quanto mancasse alle 12. Ero stesa sul materasso completamente sfatta, aperta con sperma ovunque.
Sentii Mimmo dire
- manca ancora un’ora e mezza
Un’ora mezza pensai? Non potevo farcela. Mi trascinarono per i capelli in un bagno con degli orinatoi. Mi misero legata
- adesso entreremo uno alla volta, mi disse Mimmo; ognuno di noi sceglierà dove sborrarti e dove pisciarti
Annuii con la testa; potevo farcela; uno alla volta sarebbe stato lungo, ma almeno avevo la certezza che il mio culo e la mia figa non sarebbero stati squartati. Non sapevo di sbagliarmi
Entrò il primo. Un ragazzo sui venti anni. Brutto, ma almeno era giovane e, soprattutto, esibì un gran bel cazzo, mi ritrovai a pensare. Mi prese per i fianchi e mi sollevò da terra; mi scopò brutalmente e mi ritrovai a godere. Continuò a pompare nella figa; sentii la sua sborrata riempirmela, ma non lo tirò fuori e si mise a pisciare nella figa. Era la prima volta che ricevevo una pisciata nella figa; bruciava terribilmente e non riuscii a trattenerla. Sentivo questa miscela di sborra e piscio colare e formare una pozza tra le mie gambe.
Il ragazzo mi guardò con ribrezzo
- fai veramente schifo; dalla figa ti esce di tutto
Andò via. Restai stesa e legata finché entrò il secondo. Un omaccione grosso e calvo, molto duro nei lineamenti e nei modi di fare
- che schifo c’è qui? Mi chiese tirandomi in capelli.
Non risposi, e tirò più forte
- piscio e sborra dell’amico tuo
- Ti slego
Non capii quell’atto magnanimo, finché mi fece mettere carponi e mi disse
- ti inculo e tu lecca questo schifo
Volevo piangere. Mi misi carponi e mi inculò con forza. Mi abbassò la testa e mi misi a leccare finché sentii forzare ancora il culo; stava infilando qualcosa insieme al proprio cazzo
- ahiaaaa...nooo, ti prego
- Stai zitta, troia. Altrimenti te ne infilo ancora un altro
Mi feci forza, smisi di urlare anche se il dolore era terribile e lo schifo di quel che stavo leccando ancora di più; pensai a mio padre, come fossi in quella situazione per i suoi casini e se mi avesse visto, si sarebbe anche eccitato. Mi misi a leccare a fondo il pavimento. Il mio aguzzino se ne accorse e mi inculò con forza, sborrando subito dopo; ebbi l’illuminazione; avrei dovuto mettere passione e loro avrebbero goduto subito. Lo lasciai scaricare nel mio culo e dopo si mise a pisciare invadendo il mio intestino.
Rimasi carponi con quei fluidi dentro che premevano per fuoriuscire. Entrò il terzo; capì tutto, mi fece alzare trattenendo tutto nel culo; me lo fece scaricare nel water. Vidi la pozza di sperma e piscio giusto in tempo perché l’uomo mi prese per i capelli e mi infilò la testa nel cesso. Mi scopò da dietro obbligandomi a leccare il water; lo feci con passione e con rumore e subito mi sborrò nella figa: mi sentivo, paradossalmente, padrona del gioco. Mi prese per i capelli e mi pisciò in bocca.
Entrò il quarto; ero ancora carponi vicino al cesso. Avevo ormai la volontà annullata. Il mio unico obiettivo era farli sborrare il più velocemente possibile. Lo guardai con occhi languidi. Mi prese per i capelli e mi portò davanti ad un orinatoio. Mi ordinò di leccarci dentro ed intanto mi scopava. Leccai facendo rumore, gemendo e godendo; mi sborrò nella figa e si mise a pisciare sui miei capelli.
Entrò il quinto, Nino
- fai schifo, puzzi peggio di un cesso.
Prese un secchio di acqua e mi pulì con una spugna come fossi un cane.
- adesso puoi darmi il culo.
Mi fece mettere carponi e mi inculò. Mossi il bacino per farlo entrare più dentro e finalmente sborrò anche lui. Avevo il culo indolenzito e pieno di sborra, ma non intendevo mostrare sofferenza. Ne avrei subito ulteriormente; ero decisa a farli godere tutti e subito.
Nino mi pisciò nel culo ed entrò il sesto
Mi alzai sui tacchi e gli andai vicino. Sentivo sborra e piscio colarmi sulle cosce; senza che dicesse nulla lo accarezzai, mi feci toccare, mi inginocchiai e cominciai a spompinarlo. Mi obbligò a tenere tutto il cazzo in bocca, ma mi impegnai con la lingua e lo sentii sborrare nella mia bocca. Ingoiai e subito dopo iniziò a pisciarmi in gola.
Ero a metà strada. Entrò il settimo. Senza alcun motivo mi dette uno schiaffo e mi fece cadere. Ero a terra e lo guardavo terrorizzata. Prese tre vibratori e me ne ficcò due nella figa ed uno nel culo. Si mise su di me e me lo ficcò in bocca. Ero devastata. I vibratori mi stavano squartando mentre il suo cazzo affogava nella mia bocca.
La mia tattica, con lui, non funzionò; cercai di metterci tutta la passione, leccandogli il cazzo, mentre i tre vibratori mi rompevano la figa ed il culo.
Resisteva. Gli leccai il glande, lo pompai lentamente o più velocemente, gli leccai le palle. Rimaneva duro come l’acciaio, sempre mostrare cedimento. Finalmente lo sentii pulsare. Lo misi in bocca e mi scaricò una sborrata infinita. La ingoiai interamente; lasciò i tre vibratori a penetrarmi e mi pisciò in faccia.
Sfilai piano i tre vibratori mentre entrava l’ottavo. Vide tre vibratori, mi fece mettere carponi e mi ordinò di infilarne uno nella figa e gli altri due nel culo.
Presi il primo e lo infilai nella figa; il secondo lo misi facilmente nel culo; il terzo non riuscivo a farlo entrare perché al minimo dolore, mi fermavo. Mi prese per i capelli e mi ficcò il cazzo in gola tappandomi il naso. Non riuscivo a respirare
- finché non ti infili il terzo vibratore nel culo, non ti faccio respirare.
Detti un colpo secco ed entrò; tolse il cazzo dalla bocca e le mani dal naso e respirai tossendo. Fece partire i tre vibratori e quando godetti, li tolse. Avevo il culo oscenamente aperto. Mi inculò e sborrò. Tolse la verga e sentii la sborra colare fuori.
- sei un cesso, e mi pisciò in bocca
Uscì lasciandomi sola. Mi facevo schifo. Entrò il nono; mi guardò e mi chiese
- cosa sei?
- una zoccola, risposi istintivamente
- questo lo sappiamo, oltre ad una zoccola, cosa sei?
- una latrina
- brava; sai cosa fanno i cessi?
- raccolgono piscio
- e merda, aggiunse. Mi spaventai
Mi mise il cazzo in bocca e lo leccai sino a farlo sborrare. Poi attese e non tardò a pisciarmi in bocca, ancora una volta
Entrò il decimo.
Ero impresentabile. Questo pensai sentendomi addosso la puzza di piscio. Non immaginando che il peggio sarebbe accaduto da lì a poco. Il decimo volle la figa. Mi fece mettere carponi perché gli faceva schifo scoparmi avendomi di fronte per la puzza di piscio che veniva dalla mia bocca. Mi prese per i fianchi affondando la testa nell’orinatoio. Mi sfondò la figa sino a farmi godere di nuovo ed a riempirmela di sborra. Tenendomi la testa nell’orinatoio, mi pisciò sui capelli. Mi ordinò di rimanere in quella posizione ed entrò l’undicesimo. Vide il mio culo, non resistette; si avvicinò ed inizio a sculacciarmi molto forte. Ogni schiaffo era un mio gemito, attenuato dalle pareti dell’orinatoio. Mi allargò il già oscenamente largo buco del culo e ci ficcò il cazzo dentro. Mi inculò selvaggiamente e venne copiosamente. Prese un vibratore e me lo infilò fungendo da tappo. Mi prese per i capelli e mi pisciò in faccia.
Il dodicesimo ed ultimo era Mimmo. Scoppiò a ridere quando mi vide
- non hai più l’espressione snob. Sei un cesso.
Tolse il vibratore e dal culo iniziò a colare la sborra. Mi prese per i fianchi e mi scopò costringendomi a leccare dovunque, nell’orinatoio, per terra, mentre continuava a scoparmi. Mi prese per i capelli e mi sborrò in faccia per poi farmi bere il suo piscio
- e non abbiamo ancora finito, troietta
Entrarono in bagno in due; noi uscimmo e non capii. Nella sala gli altri dieci mi costrinsero a leccargli il culo uno per uno. Non erano pulitissimi, ma nemmeno con evidenti tracce di merda. Li leccai tutti per bene, sia intorno che dentro il buco; erano tutti eccitati. Rimanevano gli ultimi due. Mimmo mi prese per i capelli e mi disse
- loro due hanno appena finito di defecare; adesso fagli il bidet
Mi sentii morire. Mi avvicinai tremolante. Mi inginocchiai davanti al primo che si girò e mi porse il culo. Era sporco di merda. Mi fecero mettere carponi e mentre gli altri dieci si alternavano nella figa e nel culo, una mano mi prese per i capelli e pulì il culo dell’uomo usando i miei capelli; poi mi fece completare con la lingua. Lo feci; incredibilmente lo feci; lo leccai intorno e nel buco; c’erano tracce di merda che pulii con la lingua; il resto era tra i miei capelli. Finito con il primo, passai al secondo. Questa volta non usarono i miei capelli e dovetti fare tutto con la lingua. Avevo un sapore terribile in bocca e tracce di merda sulle labbra ed intorno alla bocca. Lo leccai a lungo, prendendo la merda con la bocca; mi facevo schifo da sola. Terminai quell’opera immonda e mi fecero mettere in ginocchio ed a turno, tutti e dodici mi sborrarono in faccia. Con il volto pieno di sborra e con evidenti tracce di merda, mi pulirono pisciandomi, tutti, in faccia.
Rimasi li, gocciolante e sporca. Mimmo mi fotografò e mandò la foto allo zio Piero
“VIENILA A PRENDERE. MI FA SCHIFO ACCOMPAGNARLA”
Andarono via lasciandomi sola. Mi alzai tremante. Grondavo piscio e sentivo il sapore della merda in bocca e la puzza tra i capelli; cercai il vestito e lo trovai buttato nella tazza di un cesso. Lo presi, era bagnatissimo di pipì, ma lo indossai ed aspettai.
Sentii arrivare qualcuno.
Ero stesa sul quel materasso putrido. Indossavo il micro abito rosso completamente bagnato di piscio; mi ritrovai a pensare se fosse meglio tornare nuda che non così puzzolente. Sentii dei passi convinta fosse papà, invece entrò mio cugino Gianluca
- Gianluca? Che ci fai qui?
- Ti ho seguito e ti ho visto; sei davvero una troia
Mi prese e mi legò le mani dietro la schiena. Mi fece inginocchiare e piegare. Avevo la faccia sul pavimento; prese dei vibratori e me ne infilò due nella figa e due nel culo.
- sorridi, troia, fai vedere come ti piace
Lo guardai con odio
- sorridi, altrimenti ti prendo a calci
Cedetti per paura, sorrisi
Si avvicinò e fece partire i vibratori
- adesso gemi e godi
I vibratori mi provocarono piacere e non ebbi modo di fingere; stavo effettivamente godendo, legata come un maiale; mi filmò con il telefonino. Rise, ma prima di andar via, tirò fuori il cazzo, si masturbò schizzando tutta la sborra sul mio viso, quindi mi pisciò in testa e scappò via, lasciandomi così, legata con i vibratori accesi nel culo e nella figa. Dopo qualche minuto, che mi sembrò un’eternità, arrivò papà
- papi, quello stronzo di Gianluca. Mi ha trovato, mi ha legato e mi ha infilato i vibratori. Mi ha anche filmato. Adesso chissà cosa vorrà
- tranquilla, ne parleremo con lo zio
Sfilò troppo lentamente i vibratori e lo vidi eccitato, ma feci finta di nulla. Mi alzai malconcia. Puzzavo, ma papà non disse nulla e mi fece salire in macchina.
Durante il tragitto papà mi chiese come stessi
- sto come una che è stata abusata per tre ore da dodici uomini. Come se non bastasse ho dovuto ingoiare litri di sborra e di piscio e mi hanno fatto leccare culi sporchi di merda
Non rispose
Restai in silenzio; sentivo il puzzo della latrina sulla mia pelle ed il sapore di ogni prodotto umano in bocca. Avevo dolore al culo, completamente dilaniato. Arrivammo a casa; camminavo sui tacchi con il vestito ancora bagnato di piscio. Entrammo in casa ed appena vidi lo zio, allargai le braccia e dissi
- ti prego fammi fare una doccia; tra i capelli ho anche tracce di merda
- sì, vai subito. Renditi pulita e profumata che così conciata non ti scoperebbe nemmeno un cane
Non feci caso a quella allusione; mi spogliai velocemente. Finalmente entrai nella doccia e mi feci investire dal getto caldo dell’acqua. Feci uno shampoo approfondito; trovai le tracce di merda tra i capelli e per poco non vomitai. Mi assicurai che i capelli fossero puliti e mi dedicai al resto del corpo. Il culo era larghissimo; provai a tastarlo con le dita e lo trovai talmente aperto che due dita entravamo senza alcuna sensibilità. La figa era gonfia. Me la accarezzai e per poco non venni di nuovo. Lasciai scorrere l’acqua sulla mia pelle. Finalmente profumavo anche se avevo nelle narici ancora la puzza di tutto ciò che mi avevano riversato addosso. Pensai a Gianluca ed al filmato che aveva girato. Una fotografia mi era costato tutto quello accaduto quella mattina. Un video cosa avrebbe comportato? Cercai di non pensarci ed uscii dalla doccia. Nella mia camera trovai un paio di autoreggenti pulite, un reggicalze ed un paio di décolleté nere tacco14. Mi preparai e raggiunsi papà ed il padrone in cucina. Mi sedetti al tavolo mentre loro preparavano la pasta.
Quelle accortezze mi sorpresero e mi fecero piacere. Stavo per iniziare a mangiare quando si misero, ognuno, al mio lato e si segarono sino a sborrare nel piatto di pasta. Non avevo mai avuto problemi ad ingoiare sborra, ma vedere quel piatto di pasta con sopra tutta quella sborra mi fece venire conati di vomito. Riuscii a controllarmi, mischiai quel condimento ed iniziai a mangiare; li vidi armeggiare con una bottiglia e già immaginavo che per bere, avrei avuto solo il loro piscio.
Raccontai quel che avevo subito durante la mattinata. Li vidi molto eccitati quando raccontai dei vibratori, del continuo piscio e dei culi sporchi di merda che avevo leccato.
Mi fecero riposare ed andai nella mia stanza.
Lo zio uscì di casa, papà mi raggiunse in camera
Ero stesa sul letto cercando di riposarmi. Papà mi accarezzò e ben presto con le mani arrivò a palparmi il culo
- papi non ce la faccio, oggi. Non mi chiedere di incularmi e pregalo perché stasera non abbia alcun incontro. Mi hanno mortificato e devastato e fisicamente non ce la faccio a prendere altri cazzi, gli sorrisi ed aggiunsi: se vuoi ti faccio un pompino.
Mi accarezzò la testa e gli presi l’asta in mano. Era dura
- dimmi, Gianna, come è stato leccare il culo sporco di merda?
Sapevo quel che voleva sentirsi dire
- umiliante e degradante; solo una puttana porca come me lo poteva fare...una cosa è farlo a te, altra a quei bruti
- Continua
- mi eccita essere trattata peggio di un cesso pubblico
Lo presi in mano e lo spompinai per bene sino a farlo sgorgare nella mia bocca. Solo dopo che terminò di sborrare, si alzò e mi disse
- riposati, adesso
- Stasera avrò altro da fare? Papi non ce la faccio
- Non so nulla, mentì
Mi addormentai
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