Gianna ricattata - VII parte - LUI

di
genere
dominazione

Scendemmo tutti e sei ed io e Piero salutammo i quattro.
Risalimmo dopo un po’, concedendo a Gianna uno spazio per farsi una doccia e rimanere da sola.
La trovammo già pronta per la notte, con indosso un baby-doll trasparente ed eccitante.
- mi brucia il culo, ci disse
- è completamente aperto, la informò Piero
- immagino. vi hanno raccontato quello che mi hanno fatto?
- no, raccontacelo tu, la provocò Piero
Ci raccontò per sommi capi, dei due vibratori messi nel culo; del bastone per usarla come straccio per terra; delle pisciate in bocca, delle doppie penetrazioni.
- leccare il culo a Gianluca è stato terribile. Ho fatto l’abitudine a bere il piscio, ma il culo sporco di merda, ancora no, di Gianluca poi… lasciò sospesa la frase
- ne leccherai ancora tanti, precisò Piero
- immagino
- arriverai anche a farti cagare in bocca
- questo no, zio, ti prego
- vedremo
Piero lo aveva durissimo. Gianna lo vide e disse
- ti faccio una pugnetta, zio; non ce la faccio a prenderlo dentro, almeno non stasera
- mi è venuta voglia che mi lecchi il culo, non me l’hai mai leccato
Scivolò tra le sue gambe, gli prese la sacca delle palle in mano e la succhiò; lentamente si abbassò sino a leccargli intorno al buco del culo.
Piero allargò le gambe per facilitarle il compito. Lo leccò approfonditamente intorno per poi indurire la punta della lingua e penetrarlo leccandolo internamente.
- cazzo Gianna sei bravissima; ci credo che te lo facciano leccare sempre. Continua che sborro
- zio, non sui capelli, per favore. Ho appena fatto la doccia; avvisami che lo prendo in bocca
Continuò a leccarlo ed a segarlo; finché Piero la prese per i capelli e lo infilò in bocca in tempo per inondarla di calda sborra che non esitò ad ingoiare.
- tu Dino devi pisciare? mi chiese mio fratello
- sì, gli risposi
- dobbiamo andare in bagno a pisciare? chiese, provocatoriamente, Piero a Gianna
- no, rispose, sorridendo. Si inginocchiò e si lasciò pisciare in bocca da entrambi
- andiamo a dormire, domani sarà un’altra giornata dura per te
- già, chissà cosa mi faranno

Alle sei eravamo già svegli. Gianna ci dette il buongiorno con un pompino per ciascuno, sino a farci godere in bocca.
Piero si fece leccare il culo, subito dopo aver cagato, mentre io le pisciai in testa.
- vai a prepararti. Alle nove saranno qui a prenderti, disse Piero

Nella sua camera trovò delle autoreggenti 100denari ed un microabito rosso fuoco, scollato sia dietro che davanti. Lungo sino a metà culo. Praticamente sarebbe uscita nuda. Ai piedi del letto c’erano delle décolleté rosse tacco14. Naturalmente non era previsto alcun intimo da indossare. Alle 8.50 uscì dalla stanza.
- sei uno spettacolo; dissi
Alle 9 in punto arrivarono a prenderla. Uscì di casa, chissà in che stato sarebbe tornata, pensai.

Guardai dal balcone, uscì dal portone, Nino la baciò e la portò verso un suv; salì dietro, come fosse un cane, scesi da casa sua ed incrociai un condomino
- cosa sta succedendo? Mi chiese
- a cosa si riferisce?
- a Gianna. L’hanno caricato sul quel suv come fosse una cagna. La sento urlare di piacere, quando è a casa, c’è un andirivieni di maschi. Ma fa la puttana?
- faccia finta di non aver visto nulla
- ed a me cosa viene in cambio?
- una scopata con Gianna. Mi lasci il suo numero; come si chiama?
- Saverio
- bene Saverio; aspetterà qualche giorno e sarà chiamato per scoparsela
- ci conto
Presi il suo numero con la promessa di farmi sentire presto. Chiamai Piero per informarlo dell’accaduto.
- hai visto come se la sono caricata? Mi chiese
- sì certo; una cagna; ho incontrato un condomino, tal Saverio; presto lo dovremo far scopare con mia figlia
- chi è?
- credo, se ricordo bene, uno che Gianna non ha mai potuto digerire
- benissimo

Dopo circa un’ora, tornai a casa di Gianna, come concordato con Piero.
Rivoluzionammo il suo armadio di Gianna. Solo leggings sottilissimi e micro abiti; autoreggenti e reggicalze e tacco minimo 12. Tutto il resto, compreso slip e reggiseno, li portammo via. Li avremmo restituiti allo scadere del mese.

Arrivò un messaggio a Piero, con su scritto di andare a prendere Gianna; erano le dodici precise.
Mio fratello mi disse di andare io, mi indicò la posizione, scesi da casa, presi la macchina e corsi a prendere mia figlia.
Era un casolare abbandonato, la trovai legata, su un materasso putrido, vibratori infilati nel culo e nella figa
- papi, quello stronzo di Gianluca. Mi ha seguito, ha aspettato che finissi, mi ha legato e mi ha infilato i vibratori. Mi ha anche filmato. Adesso chissà cosa vorrà
- tranquilla, ne parleremo con lo zio Piero.
Sfilai lentamente i vibratori, eccitatissimo.
Gianna puzzava, ma mi aveva fatto venire di nuovo voglia.
Non feci nulla, la liberai e la feci salire in macchina.
Durante il tragitto, le chiesi come stesse
- sto come una che è stata abusata per tre ore da dodici uomini. Come se non bastasse ho dovuto ingoiare litri di sborra e di piscio e mi hanno fatto leccare culi sporchi di merda...
- nulla di nuovo, insomma, cercai di sdrammatizzare
- dai papi, non è stato molto piacevole. Ok, mi piace farmi sottomettere ed umiliare, ma sono stati molto sadici
- ti hanno fatto del male?
- no, ma mi hanno umiliato nelle peggiori maniere, ho voglia di una doccia
Arrivammo a casa; Gianna scese dalla macchina, che avevo parcheggiato, di proposito, un po’ distante, camminava sui tacchi, con il vestito ancora bagnato di piscio. Il viso sfinito e tracciato di ogni segno sessuale ed organico.
Entrammo in casa.
Gianna era provata; completamente bagnata di piscio e puzzolente come una latrina
- ti prego fammi fare una doccia; tra i capelli ho anche traccia di merda
- sì, vai subito. Renditi pulita e profumata che così conciata non ti scoperebbe nemmeno un cane
Gianna si prese tutto il tempo; ne uscì rigenerata. Indossava un paio di autoreggenti, reggicalze e calzò le solite décolleté tacco14.
La facemmo sedere al tavolo della cucina e le preparammo una pasta lessa. Impiattammo ed io e Piero ci mettemmo ai suoi lati a segarci sino a sborrare nel piatto di pasta. Le detti una forchetta per mischiare quel condimento, quindi iniziò a mangiare.
Presi una bottiglia con un imbuto e ci pisciai dentro e passai il tutto a Piero che fece lo stesso.
Quello sarebbe stato il suo pranzo.
Mentre mangiava, ci raccontò di tutto quel che le avevano fatto, dei due vibratori nella figa e nel culo e dei due culi sporchi di merda che aveva dovuto leccare.
Piero decise di farla riposare solo dopo che ebbe terminato tutto il piatto di pasta e la bottiglia di piscio.
Piero uscì di casa, Gianna si addormentò; dopo un paio di ore, Piero tornò con un cane alano nero, Rob.
scritto il
2025-08-25
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