Gianna ricattata - III parte - LEI

di
genere
dominazione

Rimanemmo soli, io e papà.
Tornammo nel letto, nudi, stanchi e provati.
Papà mi abbracciò e, con mia grande sorpresa, mi baciò in bocca.
In quel bacio fu racchiuso tutto, dalla rassicurazione alla passione, dall’amore alla condivisione di quel ricatto.
Rimanemmo quasi tutto il tardo pomeriggio sul letto, completamente nudi. Non avevamo ancora scopato, ma papà mi aveva sborrato e pisciato in bocca, perciò si stava creando una forte intimità.
- Gianna, bambina mia, se vuoi, gli diciamo che ci fermiamo; troveremo un’altra soluzione
- Dai papà, ormai abbiamo iniziato, portiamo a termine. Vorrà dire che in questo mese mi piscerai in bocca e credo che inizieremo presto a scopare...ci poteva andare peggio e così dicendo, gli feci l’occhiolino
Lui mi prese la testa tra le mani e mi baciò un’altra volta, ricambiai il bacio
Sentii la sua mano accarezzarmi dove non avrebbe dovuto, allargai le cosce e lui né approfittò per solleticarmi la figa; iniziai a gemere; allungai le mani verso il suo sesso, era di nuovo duro
- papi sei infaticabile; hai ancora voglia?
- Sei molto bella, Gianna
Lo baciai e subito dopo mi ritrovai a cavalcarlo.
Mi feci penetrare. Avvertii una strana sensazione nell’accogliere il cazzo di mio padre nella mia figa, senza, per altro, esserne costretta.
Chiavammo con amore e passione; mi scopò con vigore e mi portò presto e facilmente a godere; mi accasciai su di lui e gli sussurrai:
- ho voglia di ingoiarti
Mi sfilai e mi misi carponi al suo lato, piegandomi per prendergli il cazzo in bocca; lo spompinai con attenzione e passione, lo sentivo crescere ed in qualche minuto iniziò a schizzarmi in bocca; lo ingoiai tranquillamente, sollevai il volto e lo guardai; era assorto ed estasiato.
- mi è piaciuto molto, papi
- anche a me; sei brava, molto brava
- però adesso…non pisciarmi in bocca
- peccato…mi piace molto anche quello
- vai a farla e mantieni l’ultimo schizzo per me
Si alzò dal letto per andare in bagno a fare pipì; tornò con il cazzo in mano, ancora gocciolante, mi affrettai a sedermi sul bordo del letto, con la bocca aperta; me lo infilò e mi schizzò la parte finale della pisciata, ma ebbi la sensazione che aveva pisciato davvero poco nel water, perché trascorsero un bel po’ di secondi prima che finisse di farla nella mia bocca, ma lo volli accontentare
- quanta me ne hai lasciata? Ha un buon sapore, mi piace quando mi pisci in bocca
- non immaginavo fossi così disinibita, ma non mi dispiace
Ci alzammo; mi feci una rapida doccia e cenammo affamati.
Trascorremmo la serata sul divano, abbracciati.

Era mattina presto quando sentii lo zio entrare in casa; papà si era appena svegliato, mentre io stavo preparando la colazione; avevo indosso un baby doll nero trasparente, senza intimo.
Mi salutò
- ciao sborratoio; ti trovo in forma. Sei pronta per fare la puttana, oggi?
- buongiorno…puttana in che senso? Risposi con voce tremante; non so perché, ma pensai subito sapesse della scopata con papà della notte prima; avevamo deciso di non dirgli nulla perché non ce lo aveva ordinato e non potevamo immaginare la sua reazione.
- Nel senso letterale del termine. Adesso stai zitta perché ho voglia di umiliarti; dove sta il pezzente?
- Si sta preparando, credo sia in bagno
- Raggiungiamolo, vediamo cosa sta facendo
Entrammo in bagno, papà aveva appena finito di cagare e stava per pulirsi il culo, ma fu fermato dallo zio
- Non pulirti, ci penserà Gianna a farlo
Ingenuamente, pensai di doverlo pulire con la carta, invece lo zio intendeva altro
- Alzati, dacci le spalle, piegati ed allarga le chiappe, gli ordinò lo zio
Papà lo fece, ed attese, anche lui senza capire oppure, senza voler capire.
Lo zio mi prese per i capelli, mi fece inginocchiare e disse a papà
- Tieni le chiappe larghe. Tu, troia, puliscilo con la lingua
Mi avvicinai riluttante, sperando in un ripensamento. La puzza di cacca era forte e nauseabonda. Papà teneva le chiappe aperte con le mani; vedevo il suo culo peloso e pieno di residui di merda. Iniziai a leccarlo con la punta della lingua, ma lo zio mi spinse la testa e fui costretta ad affondare tra le chiappe sporche di cacca.
- Fagli il bidet con la lingua; lecca sin quando non sarà completamente pulito
Superai le difficoltà iniziali e mi misi a leccare con dovizia. Gli pulii intorno all’ano, lo penetrai con la lingua, leccandolo anche internamente, dove la cacca era ancora più presente.
Repressi più conati di vomito, ma dopo un paio di minuti, il culo di papà era pulitissimo, anche se ancora puzzolente.
- Posso lavarmi i denti? chiesi supplicando
- Certo, mica vogliamo che puzzi
Mi avventai sul lavandino per lavarmi i denti e fare dei risciacqui con il collutorio; non so se servì per l’alito, ma avevo ancora un sapore nauseabondo in bocca.

Papà era eccitatissimo, se ne accorse anche lo zio.
- Bene, vedo che il pezzente è bello eccitato; credo sia giunto il momento che scopiate

Andammo sul divano. Lo zio ordinò a papà di sedersi. Mi prese per i capelli e mi disse di cavalcarlo; obbedii pensando a come lo avevo cavalcato il giorno prima; guardai papà e sorridemmo complici del nostro ricordo. Iniziammo a scopare finché sentii il padrone avvicinarsi da dietro ed allargami le chiappe. Mi voltai
- fai piano, per favore, non ne ho mai presi due insieme
- lo hai bello largo, non avrai problemi
Mi inculò senza alcuna delicatezza; per fortuna avevo, ormai da tempo il culo largo. Cercammo tutti e tre la sincronia per quella doppia. Avevo un cazzo nella figa ed uno nel culo; mi piaceva essere così piena, sbattuta in quella maniera; sentivo i loro cazzi completamente a loro agio dai miei movimenti; il clitoride sfiorava il pube di papà ed il culo completamente pieno dal cazzo dello zio. Gemevo, quando mi prese per i capelli
- cosa sei?
- una puttana, uno sborratoio, un pisciatoio
- pezzente ti piace scoparla, eh?
Papà non rispose, ma sapevo che gli piaceva tanto e lo sentivo affondare con forza il proprio cazzo nella mia figa
- avresti mai pensato che tua figlia fosse così zoccola?
Papà rimase zitto; non voleva dire quel che effettivamente pensava; lo leggevo nei suoi occhi; lo avevo letto la sera prima, mi considerava una troia molto brava a letto.
Rispondi, pezzente
- No, non penso sia zoccola
Sentii il padrone affondare con forza il cazzo nel culo ed urlai
- ahia, papà ti prego, mi fa male, mi sta rompendo il culo
- Si è una zoccola, una puttana, disse finalmente papà, e dal tono non era per dirlo in maniera accondiscendente, ma perché davvero lo pensava
- incula tua figlia mentre io le sborro in bocca
Mi misi carponi, le mani sul pavimento con il culo perfettamente in fuori, testa alta. Papà non se lo fece ripetere, mi andò dietro, il cazzo durissimo, lo prese in mano e mi inculò per la prima volta. Entrò facilmente e mi dette un sonoro schiaffo sulla chiappa; mi pompò il culo mentre spompinai lo zio.
Ci trasferimmo in camera da letto.
Io carponi, papà e lo zio camminando dietro di me; lo zio disse a papà di mettersi carponi sul letto e mi disse di leccargli di nuovo il culo; mi avvicinai, mi alzai, mi sistemai i capelli perché non fossero di intralcio, allargai le chiappe di mio padre ed iniziai a leccargli il culo. Non c’era più la merda, ma non aveva un buon odore; il cazzo, penzoloni, iniziò a pulsare terribilmente; gli passai la lingua intorno all’orifizio per poi infilarla dentro. Gli presi il cazzo nella mano e lo segai come se fosse un cavallo.
- sto per sborrare, disse papà
Mi allontanai dalla posizione e mi sdraiai sotto di lui per prendergli il cazzo in bocca; dopo un paio di lappate iniziò a sborrare; non finiva mai. Mi domandai quanta sborra avesse papà, ma la raccolsi tutta e la ingoiai.
Rimasi ferma in quella posizione per far rilassare tra le proprie labbra il cazzo di mio padre.
- Non pisciare per ora, ci divertiremo dopo. Adesso andiamo a fare colazione
Mi alzai dal letto sollevata; non avevo problemi ad ingoiare il piscio, ma stava diventando una fatica berlo dopo ogni sborrata; vidi lo zio prendere lo zaino che si era portato ed estrarre una ciotola con sopra inciso il nome “Gianna la cagna”; ne fui davvero mortificata.
- pezzente, pisciamo qua dentro
Ero in piedi e li guardavo svuotare le vesciche nella ciotola, la sistemò per terra e mi disse
- fai la cagna e bevi il piscio senza usare le mani
mi misi carponi a quattro zampe e volutamente scodinzolai mentre piegavo la testa e succhiavo dalla ciotola il loro piscio.
Loro due si sedettero a fare colazione
Ero carponi, a succhiare piscio da una ciotola mentre loro due facevano colazione.
Dopo qualche minuto, mi disse di prepararmi per andare in ufficio a lavorare; mi alzai e vidi sul mio letto un micro abito nero a fior di culo
- indossa questo
- non posso andare in ufficio così vestita
- non esiste il termine non posso
- ti prego, fammi indossare qualcosa di più discreto
- adesso mi hai davvero rotto i coglioni; indossa questo e basta
Presi il micro abito e lo indossai; era davvero a fior di culo; cosa avrebbero pensato in ufficio; era un abito buono per la discoteca, non certo per lavorare; calzai un paio di décolleté nere tacco 12; avrei dato spettacolo.
- Dino vieni a vedere tua figlia, sta andando a lavorare vestita da zoccola
scritto il
2025-08-21
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