Gianna ricattata - VI parte - LEI
di
sexydurex
genere
dominazione
Andai a fare una doccia rigeneratrice; mi ritagliai quei momenti per stare sola con me stessa e riflettere. Avevo sbagliato; mi ero illusoriamente convinta che quel mese lo avrei trascorso scopando con lo zio e, qualche volta, con mio padre; pensavo che lo zio riservasse solo per lui i giochi con me; non mi sarei mai immaginata che mi avrebbe fatta scopare con chiunque, come era accaduto quel giorno; non avrei mai immaginato di dover leccare un culo sporco di mersa, ed eravamo soltanto all’inizio. Avrei resistito un mese intero a fare la puttana in giro? Mi aveva obbligato a spompinare un uomo anziano, a scopare con il ginecologo, mi aveva addirittura concesso, senza problemi, a due sconosciuti e l’indomani sarei stata loro per tre ore; erano stati durissimi quel pomeriggio e non osai immaginare cosa mi avrebbero fatto fare l’indomani. Il problema principale erano le mie reazioni fisiche. Anche adesso mi stavo eccitando, nonostante il culo mi bruciasse per il dolore; quella doppia penetrazione anale me lo aveva completamente rotto e, per fortuna, era già largo di suo; mi lavai delicatamente ed uscii rinfrescata e, non so perché, più ottimista.
Lo zio e papà mi raggiunsero in camera; erano eccitatissimi. Ci mettemmo nel letto, io in mezzo a loro; li masturbai ed a turno, li leccai, quindi mi presero in doppia. Papà steso, si fece cavalcare, mentre lo zio me lo infilò nel culo.
- Te l’hanno rotto per bene, disse lo zio, inculandomi facilmente
- mi hanno inculato insieme, quei due bastardi, risposi
Mi portarono ad un nuovo orgasmo e li accolsi in bocca, uno dopo l’altro, per farmi sborrare in gola.
- Chi stiamo aspettando? chiesi con timore
- Gianluca, Valentino, Menotti e Nicola, disse lo zio
- state scherzando? lo zio Menotti e lo zio Nicola?
- si
- Valentino, il tuo collega, papi?
- sì, rispose papà
- Gianluca, quel ciccione di mio cugino?
- si
Menotti era il marito della sorella di mia madre; Nicola il fratello di mia madre; Valentino, un collega di mio padre, ormai in pensione, che aveva sempre fatto il porco con me; Gianluca, lasciamo perdere. Lo detestavo. Grosso, obesa, marito di mia cugina Angela, odioso e antipatico.
- ti prego, dissi, allo zio, non mi far scopare con loro, soprattutto Gianluca e Valentino
- sborratoio, non puoi lamentarti sempre, altrimenti comincio ad essere meno permissivo
Suonò il citofono. Lo zio andrò ad aprire e si vestirono, sia lui che papà, per accogliere il gruppo dei nuovi arrivati.
Restai nella mia stanza come mi era stato ordinato; cercai di sentire quel che si stavano dicendo; li conoscevo tutti e quattro
Menotti era il mio zio preferito; mi aveva sempre trattato con riguardo ed avevo avuto un rapporto affettuoso, non avrei mai pensato volesse scoparmi; lo zio Nicola era un tipo taciturno, sempre cortese, qualche occhiata me l’aveva data, ma nulla di cui preoccuparmi.
Ciò che, invece, mi preoccupava erano Valentino e Gianluca.
Valentino era un porco. Con una scusa, mi abbracciava e si strusciava, avevo lo sguardo viscido e mi avrebbe scopata volentieri. Gianluca lo detestavo e lui detestava me; non so cosa sarebbe potuto uscire da un nostro incontro intimo.
Mi sedetti sul letto e mi presi la testa tra le mani; come potevo sentirmi bagnata all’idea di essere scopata e maltrattata da quelle persone?
Mi chiamarono; infilai solo le scarpe tacco12, mi guardai allo specchio: mi piacevo e volevo piacere; Uscii dalla camera completamente nuda per farmi ammirare come non mi avevano mai visto e come avevano sempre desiderato vedermi
Erano seduti sul divano e lo zio mi ordinò di mettermi carponi a terra.
- davvero possiamo prenderla per tutta la sera, chiese Valentino, visibilmente il più impaziente
- sì, sarà vostra. Andrà nella sua camera e vi aspetterà. Scusate, ma mentre parliamo, mi succhierà il cazzo, dicendolo, lo zio tirò fuori dai pantaloni la propria verga, mi avvicinai ed iniziai a succhiarla davanti a tutti gli altri.
mentre lo spompinavo, li sentii progettare il mio immediato futuro
- allora, dicevamo, lei andrà in camera sua e vi aspetterà. Farete tre turni, nel primo ognuno entrerà da solo e farà che vorrà; nel secondo entrerete in coppia e nel terzo turno la prenderete tutti e quattro insieme. Chi crede di non farcela a godere tre volte, si gestisse al meglio; è una specie di all you can eat; se non vi gestite al meglio, pagherete singolarmente per ogni atto sessuale fatto con lei; altrimenti pagherete la tariffa concordata
Pagare? Quindi stavo facendo la puttana. Mi venne un pensiero, chissà a quanto mi aveva venduto.
- perfetto; quando cominciamo? Chiese Gianluca
- mettetevi d’accordo sul turno; sarebbe gradito che per il primo turno vi dividiate anche le parti dove godere
- io le vorrei sborrare in bocca, disse Valentino
- io mi prendo il culo, ribatté lo zio Menotti
- posso nella figa? Chiese Gianluca
- sì, prende la pillola, rispose lo zio
- a me cosa rimane? Chiese zio Nicola
- puoi venirle in faccia, propose mio padre
- fantastico
Sentii la mano dello zio sollevarmi la testa
- sborratoio hai sentito? vai in camera tua sculettando e saluta i tuoi nuovi amici con un bacio ciascuno, e non ci deludere
Mi alzai, e lo stesso fecero loro quattro; baciai lo zio Menotti per primo, che fu dolce nel mettermi la lingua in bocca; passai allo zio Nicola che fu quasi imbarazzato nel baciarmi; a differenza, invece, di quel porco di Valentino, che ne approfittò, mi strinse a sé, mi infilò la lingua in bocca e mi palpò con forza il culo, strusciando il proprio piacere sul mio corpo nudo; sorrise compiaciuto quando si taccò; avvicinarmi a Gianluca fu difficile, non riuscii a guardarlo, lo baciai con riluttanza, sentii la sua lingua mulinare nella mia bocca, mi mise una mano dietro la testa per obbligarmi a rimanere bocca sulla bocca, mentre l’altra mano la mise tra le mie cosce; finalmente mi lasciò andare.
Mi incamminai verso la mia stanza, sculettando, sulla soglia, mi voltai e dissi, civettando
- vi aspetto, maiali
Entrai nella mia stanza, chiusi la porta, mi stesi sul letto ed attesi.
Il primo fu proprio Gianluca.
Si spogliò subito, era inguardabile per quanto fosse grosso. Come potevo accoppiarmi con lui?
Si avvicinò, mi toccò tra le cosce; fu sorpreso nel trovarmi bagnata. Mi fece inginocchiare sul pavimento, mi prese per i capelli e mi spinse per farselo leccare. Ero piccola lì in ginocchio con quell’omone davanti a me. Gli leccai la base del cazzo e mi spinse con la bocca sotto le palle; gli leccai la sacca, ma continuò a spingermi; si stese sul letto, le gambe aperte
- leccami per bene il culo
Gli allargai le chiappe ed iniziai a leccarglielo. Trovai dei tarzanelli, quello stronzo. Puzzava, ma continuai a leccarlo, infilandogli la punta della lingua nell’ano.
Finalmente mi prese e mi ficcò il cazzo in bocca.
Passarono alcuni minuti, mi face alzare e mi ordinò di mettermi carponi sul letto; mi prese per i fianchi, sputò sul buco del culo, inutilmente perché era già larghissimo. Lo sentii scivolare dentro sino all’intestino; pompò mettendo tutto il peso del proprio corpo; mi faceva male, ma mi procurava anche un piacere intenso; mi inculava con foga ed io iniziai, nonostante tutto, a gemere. Si staccò e mi fece stendere. Vide le corde attaccate alla testiera, le prese e mi legò i polsi. Mi fece paura così grosso su di me, mi scopò e volle baciarmi; mi portò all’orgasmo e persi ogni lucidità avvinghiandomi al suo corpo obeso.
- siiiiii, Gianluca…siiiiii, cazzoooooo, vengo….siiiiiiii, continua….cazzo, siiiiii
- sborrooooo, sborrooooo, puttana, sborroooooo, te la riempio questa figa, zoccola……
Godemmo insieme e sentii gli schizzi di sborra inondarmi la figa.
Si alzò con il cazzo umido dei nostri umori e mi lasciò legata al letto. Uscì dalla stanza lasciandomi in quella posizione oscena.
Sentivo lo sperma colare fuori dalla figa, e non potevo far nulla per pulirmi.
Entrò Valentino. Quando lo vidi, fui schifata è terrorizzata.
Ero legata al letto e lui aveva anni di voglie represse nei miei confronti.
Si avvicinò al letto; lo guardavo mentre si spogliava; mostrò un cazzo tozzo, ma grosso, completamente scappellato. Se lo strusciò sul mio viso e sulle mie labbra.
- ti prego, ti supplico, fai piano, gli dissi
- adesso mi preghi, mi supplichi. Non mi guardi più con superiorità, non fai più la snob? Leccami il culo, troia
Così dicendo si sedette sulla mia bocca, allargandosi le chiappe.
Lo leccai con dovizia; gli presi in mano il cazzo ed indurii la lingua per penetrarlo nel culo. Lo sentivo eccitatissimo e speravo sborrasse subito, ma sapeva gestirsi e con un movimento, mi ficcò il cazzo in bocca sino in gola
- leccamelo troia; ti faccio vomitare se non me lo lecchi per bene
Mi scopava la bocca con cattiveria; mulinavo la lingua e cercavo di respirare; finalmente lo sfilò
- adesso mi dai la figa
Senza slegarmi, si mise su di me ed iniziò a pompare la figa; era violento e cattivo; mi stava sfondando, ma non gli volli dare la soddisfazione di lamentarmi; digrignavo i denti e non mancai di gemere perché riuscì a farmi godere
- allora dillo che ti piace scoparmi
non risposi; improvvisamente sentii aprirmi il culo. Mentre mi scopava, mi aveva infilato un vibratore nel culo senza alcuna delicatezza, facendomi male e sussultare
- allora, ti piace?
- Si mi piace, ma fai piano
- Dillo, allora; urla che vuoi il mio cazzo
- Sii ti voglio, voglio il tuo cazzo, sbattimi, sono la tua troia
- Brava, così ti voglio; devi essere la mia troia e non solo per oggi
Non capii cosa volesse dire, ma evitai di rispondergli.
Si accasciò su di me e mi baciò. Infilò la lingua e dovetti ricambiare. Quindi mi disse
- adesso ti inculo
Sapevo che l’avrebbe preteso.
Mi fece mettere carponi sul letto ed ammirò il mio culo. Mi accarezzò, lo vide largo
- ne ha presi di cazzi, questo culo
Lo guardai e sorrisi imbarazzata
Mi prese per i fianchi e mi inculó con forza, pompando come un matto.
Stava per venire, si piazzò davanti, me lo mise in bocca, in tempo per farmi bere tutta la sua sborrata. Pregai che non pisciasse e per fortuna non lo fece.
- ci vediamo dopo, zoccola
Entrò lo zio Menotti. Mi fece un certo effetto essere in camera da letto, con lui, vederlo spogliarsi per scoparmi
- Ciao zio
- Ciao Gianna, finalmente
- Non ho mai pensato mi desiderassi
- Credevo fosse impossibile
- Invece
- Già, invece eccoci qua
Non me l’aspettavo, invece fu molto duro. Mi prese la testa e mi ficcò il cazzo in bocca. Iniziò a scoparmela con forza. Mulinavo la lingua e lo sentivo penetrarmi la bocca come fosse la figa, arrivando con la cappella sino alla gola
- Mmmhh gaufhh gaufhh
Emettevo suoni incomprensibili ed iniziarono a lacrimarmi gli occhi.
Lo zio Menotti mi strattonava per i capelli, senza alcuna delicatezza.
Il cazzo gli era diventato enorme e finalmente decise di scoparmi
Mi fece stendere sul letto, divaricai oscenamente le cosce e mi penetrò nella figa. Lo sentii in difficoltà nel controllarsi, il cazzo pulsava e credetti che avrebbe sborrato di lì a poco; invece, cambiò ritmo e riprese a pompare nella mia caldissima figa.
Dopo svariati minuti mi ordinò di mettermi carponi. Gli offrii il culo. Me lo palpò con ammirazione, prima una chiappa e poi l’altro
- È perfetto, disse
Sorrisi compiaciuta
Infilò un dito, poi un secondo ed un terzo, iniziò a sodomizzarmi con le tre dita, ne infilò un quarto, quindi tutta la mano
- Ma quanto cazzo è largo?
Non risposi, chiusi gli occhi ed iniziai a gemere
- Siiii zio, continua, siiiiii, mmmhh, infilami il cazzo, ti prego, inculami
A quella richiesta, lo zio Menotti non resistette, tolse la mano e mi inculò con un solo colpo. Affondò la verga nel mio culo ed iniziò ad incularmi con foga sino a scaricare fiotti di sperma nel mio intestino.
Si accasciò sul letto
- Sei incredibile, Gianna. Mi hai svuotato le palle. Non ho mai sborrato così tanto
Ero stesa al suo fianco, gli accarezzai la testa sorridendo. Volevo bene a quello stronzo dello zio Menotti
Ero sola, stesa prona, sentivo lo sperma dello zio Menotti colarmi dal culo, stabilmente aperto.
Entrò lo zio Nicola.
Il fratello di mia madre, un uomo, sino ad allora tranquillo, sempre al posto suo. Quella sera si trasformò.
Aveva con sé due vibratori, anche abbastanza grandi.
Li posò sul comodino, si spogliò, mi prese per i capelli e mi ordinò di leccarlo. Lo feci, naturalmente. Lo scappellai e gli leccai il glande, lo infilai in bocca e lo segai con le labbra. Mi fece stendere sul letto, mi divaricò le gambe, me lo ficcò violentemente nella figa.
Stumpf stumpf stumpf
Colpi secchi e decisi, sino all’utero.
- Ahia zio, fai piano
- Zitta troia. Prendilo e fai silenzio
Mi prese a schiaffi, mi tirò i capezzoli sino a farmi male e godetti
- Zioooooo ahiaaaa…siiiii…più forte…mi fai venire…godooooooo
Era incredibile; più venivo sottomessa e più mi piaceva. Volle incularmi, mi misi carponi e, un’altra volta ancora in quella giornata, il mio culo fu aperto da un cazzo. Lo zio prese un vibratore
- Ho saputo che ne prendi due nel culo
Quegli stronzi di papà e zio Piero, pensai. Non dissi nulla, semplicemente
- Fai piano, per favore
Prese i due vibratori e, insieme, me li ritrovai in azione nel culo
- Cazzooooo siiiii, continua, continuaaaaa
Fece partire la vibrazione di entrambi, urlai di piacere
Venni, con tutto il fiato che avevo in gola.
Me li lasciò nel culo, per fortuna spenti e mi sborrò in faccia, inondami il volto con il suo sperma, schizzandomi in ogni parte della faccia.
Uscì dalla stanza, sfilai da sola i due vibratori dal culo e andai alla ricerca di qualcosa, trovai una t-shirt per levarmi tutto lo sperma dal viso.
Avevo bisogno di una pausa. Entrò lo zio Piero
- Come va?
- Sono stanchissima
- Vuoi bere?
Pensai ad un moto di pietà e risposi di sì, avevo una gran sete, in realtà.
Lo zio prese una bottiglietta con il beccuccio, svitò il tappo, tirò fuori il cazzo dai pantaloni, lo infilò nella bottiglia e si mise a pisciare. La riempì, la richiuse e me la porse
- adesso puoi bere
Presi la bottiglia e bevvi, con aria di sfida
- ti prego, sono stanchissima. Mi stanno sfondando in ogni maniera
- l’ultimo sforzo. Un’altra ora e potrai riposare, adesso devi continuare ad essere uno sborratoio pronto all’uso; seguimi
Mi alzai traballante, mi rimisi le scarpe e lo seguii in cucina.
Erano tutti in piedi, tranne papà, seduto a bere tranquillamente ed a guardare i miei aguzzini.
- inginocchiati e succhiali sino a farli indurire tutti e quattro
Mi inginocchiai e subito si misero intorno a me. Li spompinai e li segai sino a farli di nuovo indurire. Quando tutti e quattro furono pronti, lo zio Piero mi ordinò di tornare in camera; mi voltai sui tacchi e sentii i loro sguardi sul mio culo; istintivamente camminai sculettando e tornai in camera.
Dopo un paio di minuti gelai; la prima coppia era formata da Valentino e Gianluca; sarebbero stati più duri di Nico e Mimmo; erano arrabbiati e frustrati contro di me, e quella sera me l’avrebbero fatta pagare, come in effetti accadde.
Gianluca aveva in mano un bastone, preso da una scopa. Iniziai ad aver paura.
Mi prese per i capelli e mi spinse in ginocchio per terra. Sputò sul pavimento e mi disse di leccare. Mi piegai e timidamente tirai fuori la lingua, poggiando solo la punta sulla pozza di saliva. Voleva che leccassi per bene; prese il bastone, e me lo infilò nel culo
- Ahiaaaaa, fai piano, mi fai male
- zitta troia; adesso ci fai da mocio e puliamo il pavimento con la tua lingua
Spinse il bastone per farmi camminare e con la lingua pulivo il pavimento; appena mi fermavo, spingeva il bastone nel culo.
Venni presa per i capelli da Valentino
- sei solo uno straccio per pulire a terra
Mi sputò in faccia e mi ficcò il cazzo in bocca; lo sfilò, mi prese per i capelli e con quelli, abbassandomi la testa, si mise a pulire il pavimento.
Finalmente Gianluca sfilò il bastone e lo sostituì con il proprio cazzo. Non c’era alcuna delicatezza nei loro movimenti. Finché non mi fecero alzare. Valentino si distese sul letto e mi disse di cavalcarlo; gli andai sopra e mi feci scopare. Gianluca venne da dietro; ci disse di fermarci, forzò, spingendo anche il suo cazzo nella mia figa. Ma non erano contenti. Così piena, prese un vibratore, e me lo ficcò nel culo.
- ahiaaaaaa...nooooo...ahiaaaaa...vi prego...non ce la faccio...mi spaccate
- sei già completamente rotta, troia
Mi scoparono insieme, con Gianluca che spingeva il vibratore, per fortuna spento, lungo il retto, procurandomi dolore, ma anche tanta eccitazione, tanto che, abituata a quella ingombrante presenza nella figa e nel culo, iniziai a gemere, ricevendo le loro offese
- sentila come gode questa troia, disse Gianluca
- Faceva tanto la preziosa, aveva solo bisogno di molti cazzi
- vero, ‘sta zoccola
Mi prese per i capelli
- dillo che sei una zoccola, spingendo il cazzo in fondo alla figa ed il vibratore completamente nel retto. Esplosi e godetti ed anche loro mi riversarono in figa le loro sborrate
Finalmente mi liberarono e mi rilassai sul letto
Gianluca guardò Valentino e gli disse
- io le piscio in bocca
Si avvicinò e mi costrinse a prendere il cazzo in bocca; per fortuna la pisciata si concluse in pochi secondi e non ebbi difficoltà ad ingoiarla; si avvicinò anche Valentino
- adesso ingoi anche la mia ed ogni goccia che fai cadere, la lecchi con la lingua
Con lui non fui fortunata. Mi pisciò in bocca per quasi un minuto e fui costretta ad ingoiarla tutta.
Finalmente uscirono dalla mia stanza. Mi guardai intorno; il vibratore era gettato sul letto. A terra c’erano macchie di sperma colato dalla figa. In bocca avevo un misto di piscio e residui dalla raccolta dal pavimento. I capelli erano sporchi, il culo mi faceva male.
Entrarono gli zii Menotti e Nicola. Mi alzai sui tacchi. Mi accarezzarono e mi palparono. Erano delicati, ma lo zio Menotti mi aveva riservato una sorpresa. Si piegò e mi disse di leccargli il culo.
“No, di nuovo, no”, pensai, ma come un automa mi avvicinai; mi inginocchiai, iniziai a sentire puzza; lo zio aveva appena cagato. Iniziai a leccarlo, sapendo di non avere scelta. Sapeva di merda, ma lo leccai per bene; intanto, lo zio Nicola mi prese dai fianchi e mi chiavò.
- Menotti l’hai inculata?
- sì, è larghissima
- ci entra un tir, in questo culo
Mi incularono a turno, entrambi.
Lo zio Nicola me lo mise in bocca sino a godermi in gola, mentre lo zio Menotti volle sborrarmi nella figa.
Uscirono soddisfatti.
Mi stavo riprendendo quando li vidi entrare tutti e quattro insieme.
Valentino era seduto sul letto, in disparte, cercando di far riprendere vigore al proprio cazzo; Gianluca mi prese per i capelli, facendomi camminare carponi sul pavimento, mi prese da dietro e mi scopò, costringendomi a prendere in bocca il cazzo molliccio di Valentino.
Iniziai a succhiarlo mentre gli altri tre si alternavano nella figa e nel culo; il cazzo di Valentino non reagiva il che, comunque, mi infastidiva. Il potere di eccitare era l’unico potere rimastomi. Ad un tratto si alzò in piedi ed iniziò a pisciarmi in bocca
- cosa succede, Vale? Chiese Gianluca
- niente, niente, le sto pisciando in bocca
Li sentii ridere nel vedermi usata come cesso.
Ingoiai tutta la breve pisciata e Valentino rimase con il cazzo nella mia bocca; ebbi un moto di orgoglio quando lo sentii crescere. Mi portarono sul letto. Vedevo cazzi, solo cazzi. Ero stesa, cosce aperte. Gianluca e Valentino si alternavano nella mia figa mentre gli zii Menotti e Nicola abusavano della mia bocca. Poi si dettero il cambio, finché non terminarono facendomi cavalcare Gianluca che mi scopò, lo zio Menotti mi inculò, mentre Valentino e lo zio Nicola mi riempirono la bocca. Quando stavano per godere, si alternarono nella mia bocca sborrandomi ognuno in gola.
Uscirono dalla stanza soddisfatti e fischiettando. Mi alzai a fatica. Mi sedetti sul letto. C’era un acre odore di sesso e di piscio. Mi guardai intorno. In quella camera, quel giorno, ero stata umiliata, abusata e squartata. Eppure avevo goduto.
Non era finita.
Lo zio Piero mi raggiunse in camera da letto e mi disse di andare, carponi, verso il bagno.
Camminai a quattro zampe ed entrai nel bagno; il bidet era colmo di piscio, Gianluca era seduto sul cesso, stava cagando.
Sollevai lo sguardo impaurita, supplicando con gli occhi di non farmelo fare.
Ma lo zio Piero era indifferente a qualsiasi preghiera.
Gianluca terminò di cagare e, senza pulirsi minimamente, si alzò, mi dette le spalle ed allargò le chiappe.
Non fu necessario dirmi nulla, mi avvicinai docile a mio cugino ed iniziai a leccargli il culo sporco di merda.
Lo pulii per bene
- Anche dentro, mi ordinò lo zio Piero
Con la punta della lingua, lo penetrai nell’ano, trovando ancora più merda; quello stronzo lasciò andare una scorreggia, schizzandomi in faccia
- che schifo, disse Valentino, guardando la mia faccia schizzata di cacca
- puliamola, suggerì lo zio Piero
Mi prese per i capelli e mi immerse con il viso nel bidet pieno di piscio; mi trascinò nuovamente verso il cesso, mi infilò la testa dentro; c’era ancora la cacca di Gianluca; tirò lo scarico con la mia testa completamente nel water; mi riprese per i capelli e mi immerse, nuovamente, nel bidet pieno di pipì.
Furono momenti di degrado assoluto; li sentivo ridere ed eccitarsi; guardai papà, si stava segando.
Si avvicinò e mi venne in faccia, mi prese per i capelli e, di nuovo, mi immerse nella pozza di piscio del bidet.
Ero sfinita.
Seduta sul pavimento del bagno, in bocca ogni tipo di sapore.
Mi salutarono.
Lo zio Piero si avvicinò
- la giornata è finita, sborratoio
Sorrisi; ce l’avevo fatta; ero riuscita a sopportare tutto; ero orgogliosa di me stessa
Lo zio e papà mi raggiunsero in camera; erano eccitatissimi. Ci mettemmo nel letto, io in mezzo a loro; li masturbai ed a turno, li leccai, quindi mi presero in doppia. Papà steso, si fece cavalcare, mentre lo zio me lo infilò nel culo.
- Te l’hanno rotto per bene, disse lo zio, inculandomi facilmente
- mi hanno inculato insieme, quei due bastardi, risposi
Mi portarono ad un nuovo orgasmo e li accolsi in bocca, uno dopo l’altro, per farmi sborrare in gola.
- Chi stiamo aspettando? chiesi con timore
- Gianluca, Valentino, Menotti e Nicola, disse lo zio
- state scherzando? lo zio Menotti e lo zio Nicola?
- si
- Valentino, il tuo collega, papi?
- sì, rispose papà
- Gianluca, quel ciccione di mio cugino?
- si
Menotti era il marito della sorella di mia madre; Nicola il fratello di mia madre; Valentino, un collega di mio padre, ormai in pensione, che aveva sempre fatto il porco con me; Gianluca, lasciamo perdere. Lo detestavo. Grosso, obesa, marito di mia cugina Angela, odioso e antipatico.
- ti prego, dissi, allo zio, non mi far scopare con loro, soprattutto Gianluca e Valentino
- sborratoio, non puoi lamentarti sempre, altrimenti comincio ad essere meno permissivo
Suonò il citofono. Lo zio andrò ad aprire e si vestirono, sia lui che papà, per accogliere il gruppo dei nuovi arrivati.
Restai nella mia stanza come mi era stato ordinato; cercai di sentire quel che si stavano dicendo; li conoscevo tutti e quattro
Menotti era il mio zio preferito; mi aveva sempre trattato con riguardo ed avevo avuto un rapporto affettuoso, non avrei mai pensato volesse scoparmi; lo zio Nicola era un tipo taciturno, sempre cortese, qualche occhiata me l’aveva data, ma nulla di cui preoccuparmi.
Ciò che, invece, mi preoccupava erano Valentino e Gianluca.
Valentino era un porco. Con una scusa, mi abbracciava e si strusciava, avevo lo sguardo viscido e mi avrebbe scopata volentieri. Gianluca lo detestavo e lui detestava me; non so cosa sarebbe potuto uscire da un nostro incontro intimo.
Mi sedetti sul letto e mi presi la testa tra le mani; come potevo sentirmi bagnata all’idea di essere scopata e maltrattata da quelle persone?
Mi chiamarono; infilai solo le scarpe tacco12, mi guardai allo specchio: mi piacevo e volevo piacere; Uscii dalla camera completamente nuda per farmi ammirare come non mi avevano mai visto e come avevano sempre desiderato vedermi
Erano seduti sul divano e lo zio mi ordinò di mettermi carponi a terra.
- davvero possiamo prenderla per tutta la sera, chiese Valentino, visibilmente il più impaziente
- sì, sarà vostra. Andrà nella sua camera e vi aspetterà. Scusate, ma mentre parliamo, mi succhierà il cazzo, dicendolo, lo zio tirò fuori dai pantaloni la propria verga, mi avvicinai ed iniziai a succhiarla davanti a tutti gli altri.
mentre lo spompinavo, li sentii progettare il mio immediato futuro
- allora, dicevamo, lei andrà in camera sua e vi aspetterà. Farete tre turni, nel primo ognuno entrerà da solo e farà che vorrà; nel secondo entrerete in coppia e nel terzo turno la prenderete tutti e quattro insieme. Chi crede di non farcela a godere tre volte, si gestisse al meglio; è una specie di all you can eat; se non vi gestite al meglio, pagherete singolarmente per ogni atto sessuale fatto con lei; altrimenti pagherete la tariffa concordata
Pagare? Quindi stavo facendo la puttana. Mi venne un pensiero, chissà a quanto mi aveva venduto.
- perfetto; quando cominciamo? Chiese Gianluca
- mettetevi d’accordo sul turno; sarebbe gradito che per il primo turno vi dividiate anche le parti dove godere
- io le vorrei sborrare in bocca, disse Valentino
- io mi prendo il culo, ribatté lo zio Menotti
- posso nella figa? Chiese Gianluca
- sì, prende la pillola, rispose lo zio
- a me cosa rimane? Chiese zio Nicola
- puoi venirle in faccia, propose mio padre
- fantastico
Sentii la mano dello zio sollevarmi la testa
- sborratoio hai sentito? vai in camera tua sculettando e saluta i tuoi nuovi amici con un bacio ciascuno, e non ci deludere
Mi alzai, e lo stesso fecero loro quattro; baciai lo zio Menotti per primo, che fu dolce nel mettermi la lingua in bocca; passai allo zio Nicola che fu quasi imbarazzato nel baciarmi; a differenza, invece, di quel porco di Valentino, che ne approfittò, mi strinse a sé, mi infilò la lingua in bocca e mi palpò con forza il culo, strusciando il proprio piacere sul mio corpo nudo; sorrise compiaciuto quando si taccò; avvicinarmi a Gianluca fu difficile, non riuscii a guardarlo, lo baciai con riluttanza, sentii la sua lingua mulinare nella mia bocca, mi mise una mano dietro la testa per obbligarmi a rimanere bocca sulla bocca, mentre l’altra mano la mise tra le mie cosce; finalmente mi lasciò andare.
Mi incamminai verso la mia stanza, sculettando, sulla soglia, mi voltai e dissi, civettando
- vi aspetto, maiali
Entrai nella mia stanza, chiusi la porta, mi stesi sul letto ed attesi.
Il primo fu proprio Gianluca.
Si spogliò subito, era inguardabile per quanto fosse grosso. Come potevo accoppiarmi con lui?
Si avvicinò, mi toccò tra le cosce; fu sorpreso nel trovarmi bagnata. Mi fece inginocchiare sul pavimento, mi prese per i capelli e mi spinse per farselo leccare. Ero piccola lì in ginocchio con quell’omone davanti a me. Gli leccai la base del cazzo e mi spinse con la bocca sotto le palle; gli leccai la sacca, ma continuò a spingermi; si stese sul letto, le gambe aperte
- leccami per bene il culo
Gli allargai le chiappe ed iniziai a leccarglielo. Trovai dei tarzanelli, quello stronzo. Puzzava, ma continuai a leccarlo, infilandogli la punta della lingua nell’ano.
Finalmente mi prese e mi ficcò il cazzo in bocca.
Passarono alcuni minuti, mi face alzare e mi ordinò di mettermi carponi sul letto; mi prese per i fianchi, sputò sul buco del culo, inutilmente perché era già larghissimo. Lo sentii scivolare dentro sino all’intestino; pompò mettendo tutto il peso del proprio corpo; mi faceva male, ma mi procurava anche un piacere intenso; mi inculava con foga ed io iniziai, nonostante tutto, a gemere. Si staccò e mi fece stendere. Vide le corde attaccate alla testiera, le prese e mi legò i polsi. Mi fece paura così grosso su di me, mi scopò e volle baciarmi; mi portò all’orgasmo e persi ogni lucidità avvinghiandomi al suo corpo obeso.
- siiiiii, Gianluca…siiiiii, cazzoooooo, vengo….siiiiiiii, continua….cazzo, siiiiii
- sborrooooo, sborrooooo, puttana, sborroooooo, te la riempio questa figa, zoccola……
Godemmo insieme e sentii gli schizzi di sborra inondarmi la figa.
Si alzò con il cazzo umido dei nostri umori e mi lasciò legata al letto. Uscì dalla stanza lasciandomi in quella posizione oscena.
Sentivo lo sperma colare fuori dalla figa, e non potevo far nulla per pulirmi.
Entrò Valentino. Quando lo vidi, fui schifata è terrorizzata.
Ero legata al letto e lui aveva anni di voglie represse nei miei confronti.
Si avvicinò al letto; lo guardavo mentre si spogliava; mostrò un cazzo tozzo, ma grosso, completamente scappellato. Se lo strusciò sul mio viso e sulle mie labbra.
- ti prego, ti supplico, fai piano, gli dissi
- adesso mi preghi, mi supplichi. Non mi guardi più con superiorità, non fai più la snob? Leccami il culo, troia
Così dicendo si sedette sulla mia bocca, allargandosi le chiappe.
Lo leccai con dovizia; gli presi in mano il cazzo ed indurii la lingua per penetrarlo nel culo. Lo sentivo eccitatissimo e speravo sborrasse subito, ma sapeva gestirsi e con un movimento, mi ficcò il cazzo in bocca sino in gola
- leccamelo troia; ti faccio vomitare se non me lo lecchi per bene
Mi scopava la bocca con cattiveria; mulinavo la lingua e cercavo di respirare; finalmente lo sfilò
- adesso mi dai la figa
Senza slegarmi, si mise su di me ed iniziò a pompare la figa; era violento e cattivo; mi stava sfondando, ma non gli volli dare la soddisfazione di lamentarmi; digrignavo i denti e non mancai di gemere perché riuscì a farmi godere
- allora dillo che ti piace scoparmi
non risposi; improvvisamente sentii aprirmi il culo. Mentre mi scopava, mi aveva infilato un vibratore nel culo senza alcuna delicatezza, facendomi male e sussultare
- allora, ti piace?
- Si mi piace, ma fai piano
- Dillo, allora; urla che vuoi il mio cazzo
- Sii ti voglio, voglio il tuo cazzo, sbattimi, sono la tua troia
- Brava, così ti voglio; devi essere la mia troia e non solo per oggi
Non capii cosa volesse dire, ma evitai di rispondergli.
Si accasciò su di me e mi baciò. Infilò la lingua e dovetti ricambiare. Quindi mi disse
- adesso ti inculo
Sapevo che l’avrebbe preteso.
Mi fece mettere carponi sul letto ed ammirò il mio culo. Mi accarezzò, lo vide largo
- ne ha presi di cazzi, questo culo
Lo guardai e sorrisi imbarazzata
Mi prese per i fianchi e mi inculó con forza, pompando come un matto.
Stava per venire, si piazzò davanti, me lo mise in bocca, in tempo per farmi bere tutta la sua sborrata. Pregai che non pisciasse e per fortuna non lo fece.
- ci vediamo dopo, zoccola
Entrò lo zio Menotti. Mi fece un certo effetto essere in camera da letto, con lui, vederlo spogliarsi per scoparmi
- Ciao zio
- Ciao Gianna, finalmente
- Non ho mai pensato mi desiderassi
- Credevo fosse impossibile
- Invece
- Già, invece eccoci qua
Non me l’aspettavo, invece fu molto duro. Mi prese la testa e mi ficcò il cazzo in bocca. Iniziò a scoparmela con forza. Mulinavo la lingua e lo sentivo penetrarmi la bocca come fosse la figa, arrivando con la cappella sino alla gola
- Mmmhh gaufhh gaufhh
Emettevo suoni incomprensibili ed iniziarono a lacrimarmi gli occhi.
Lo zio Menotti mi strattonava per i capelli, senza alcuna delicatezza.
Il cazzo gli era diventato enorme e finalmente decise di scoparmi
Mi fece stendere sul letto, divaricai oscenamente le cosce e mi penetrò nella figa. Lo sentii in difficoltà nel controllarsi, il cazzo pulsava e credetti che avrebbe sborrato di lì a poco; invece, cambiò ritmo e riprese a pompare nella mia caldissima figa.
Dopo svariati minuti mi ordinò di mettermi carponi. Gli offrii il culo. Me lo palpò con ammirazione, prima una chiappa e poi l’altro
- È perfetto, disse
Sorrisi compiaciuta
Infilò un dito, poi un secondo ed un terzo, iniziò a sodomizzarmi con le tre dita, ne infilò un quarto, quindi tutta la mano
- Ma quanto cazzo è largo?
Non risposi, chiusi gli occhi ed iniziai a gemere
- Siiii zio, continua, siiiiii, mmmhh, infilami il cazzo, ti prego, inculami
A quella richiesta, lo zio Menotti non resistette, tolse la mano e mi inculò con un solo colpo. Affondò la verga nel mio culo ed iniziò ad incularmi con foga sino a scaricare fiotti di sperma nel mio intestino.
Si accasciò sul letto
- Sei incredibile, Gianna. Mi hai svuotato le palle. Non ho mai sborrato così tanto
Ero stesa al suo fianco, gli accarezzai la testa sorridendo. Volevo bene a quello stronzo dello zio Menotti
Ero sola, stesa prona, sentivo lo sperma dello zio Menotti colarmi dal culo, stabilmente aperto.
Entrò lo zio Nicola.
Il fratello di mia madre, un uomo, sino ad allora tranquillo, sempre al posto suo. Quella sera si trasformò.
Aveva con sé due vibratori, anche abbastanza grandi.
Li posò sul comodino, si spogliò, mi prese per i capelli e mi ordinò di leccarlo. Lo feci, naturalmente. Lo scappellai e gli leccai il glande, lo infilai in bocca e lo segai con le labbra. Mi fece stendere sul letto, mi divaricò le gambe, me lo ficcò violentemente nella figa.
Stumpf stumpf stumpf
Colpi secchi e decisi, sino all’utero.
- Ahia zio, fai piano
- Zitta troia. Prendilo e fai silenzio
Mi prese a schiaffi, mi tirò i capezzoli sino a farmi male e godetti
- Zioooooo ahiaaaa…siiiii…più forte…mi fai venire…godooooooo
Era incredibile; più venivo sottomessa e più mi piaceva. Volle incularmi, mi misi carponi e, un’altra volta ancora in quella giornata, il mio culo fu aperto da un cazzo. Lo zio prese un vibratore
- Ho saputo che ne prendi due nel culo
Quegli stronzi di papà e zio Piero, pensai. Non dissi nulla, semplicemente
- Fai piano, per favore
Prese i due vibratori e, insieme, me li ritrovai in azione nel culo
- Cazzooooo siiiii, continua, continuaaaaa
Fece partire la vibrazione di entrambi, urlai di piacere
Venni, con tutto il fiato che avevo in gola.
Me li lasciò nel culo, per fortuna spenti e mi sborrò in faccia, inondami il volto con il suo sperma, schizzandomi in ogni parte della faccia.
Uscì dalla stanza, sfilai da sola i due vibratori dal culo e andai alla ricerca di qualcosa, trovai una t-shirt per levarmi tutto lo sperma dal viso.
Avevo bisogno di una pausa. Entrò lo zio Piero
- Come va?
- Sono stanchissima
- Vuoi bere?
Pensai ad un moto di pietà e risposi di sì, avevo una gran sete, in realtà.
Lo zio prese una bottiglietta con il beccuccio, svitò il tappo, tirò fuori il cazzo dai pantaloni, lo infilò nella bottiglia e si mise a pisciare. La riempì, la richiuse e me la porse
- adesso puoi bere
Presi la bottiglia e bevvi, con aria di sfida
- ti prego, sono stanchissima. Mi stanno sfondando in ogni maniera
- l’ultimo sforzo. Un’altra ora e potrai riposare, adesso devi continuare ad essere uno sborratoio pronto all’uso; seguimi
Mi alzai traballante, mi rimisi le scarpe e lo seguii in cucina.
Erano tutti in piedi, tranne papà, seduto a bere tranquillamente ed a guardare i miei aguzzini.
- inginocchiati e succhiali sino a farli indurire tutti e quattro
Mi inginocchiai e subito si misero intorno a me. Li spompinai e li segai sino a farli di nuovo indurire. Quando tutti e quattro furono pronti, lo zio Piero mi ordinò di tornare in camera; mi voltai sui tacchi e sentii i loro sguardi sul mio culo; istintivamente camminai sculettando e tornai in camera.
Dopo un paio di minuti gelai; la prima coppia era formata da Valentino e Gianluca; sarebbero stati più duri di Nico e Mimmo; erano arrabbiati e frustrati contro di me, e quella sera me l’avrebbero fatta pagare, come in effetti accadde.
Gianluca aveva in mano un bastone, preso da una scopa. Iniziai ad aver paura.
Mi prese per i capelli e mi spinse in ginocchio per terra. Sputò sul pavimento e mi disse di leccare. Mi piegai e timidamente tirai fuori la lingua, poggiando solo la punta sulla pozza di saliva. Voleva che leccassi per bene; prese il bastone, e me lo infilò nel culo
- Ahiaaaaa, fai piano, mi fai male
- zitta troia; adesso ci fai da mocio e puliamo il pavimento con la tua lingua
Spinse il bastone per farmi camminare e con la lingua pulivo il pavimento; appena mi fermavo, spingeva il bastone nel culo.
Venni presa per i capelli da Valentino
- sei solo uno straccio per pulire a terra
Mi sputò in faccia e mi ficcò il cazzo in bocca; lo sfilò, mi prese per i capelli e con quelli, abbassandomi la testa, si mise a pulire il pavimento.
Finalmente Gianluca sfilò il bastone e lo sostituì con il proprio cazzo. Non c’era alcuna delicatezza nei loro movimenti. Finché non mi fecero alzare. Valentino si distese sul letto e mi disse di cavalcarlo; gli andai sopra e mi feci scopare. Gianluca venne da dietro; ci disse di fermarci, forzò, spingendo anche il suo cazzo nella mia figa. Ma non erano contenti. Così piena, prese un vibratore, e me lo ficcò nel culo.
- ahiaaaaaa...nooooo...ahiaaaaa...vi prego...non ce la faccio...mi spaccate
- sei già completamente rotta, troia
Mi scoparono insieme, con Gianluca che spingeva il vibratore, per fortuna spento, lungo il retto, procurandomi dolore, ma anche tanta eccitazione, tanto che, abituata a quella ingombrante presenza nella figa e nel culo, iniziai a gemere, ricevendo le loro offese
- sentila come gode questa troia, disse Gianluca
- Faceva tanto la preziosa, aveva solo bisogno di molti cazzi
- vero, ‘sta zoccola
Mi prese per i capelli
- dillo che sei una zoccola, spingendo il cazzo in fondo alla figa ed il vibratore completamente nel retto. Esplosi e godetti ed anche loro mi riversarono in figa le loro sborrate
Finalmente mi liberarono e mi rilassai sul letto
Gianluca guardò Valentino e gli disse
- io le piscio in bocca
Si avvicinò e mi costrinse a prendere il cazzo in bocca; per fortuna la pisciata si concluse in pochi secondi e non ebbi difficoltà ad ingoiarla; si avvicinò anche Valentino
- adesso ingoi anche la mia ed ogni goccia che fai cadere, la lecchi con la lingua
Con lui non fui fortunata. Mi pisciò in bocca per quasi un minuto e fui costretta ad ingoiarla tutta.
Finalmente uscirono dalla mia stanza. Mi guardai intorno; il vibratore era gettato sul letto. A terra c’erano macchie di sperma colato dalla figa. In bocca avevo un misto di piscio e residui dalla raccolta dal pavimento. I capelli erano sporchi, il culo mi faceva male.
Entrarono gli zii Menotti e Nicola. Mi alzai sui tacchi. Mi accarezzarono e mi palparono. Erano delicati, ma lo zio Menotti mi aveva riservato una sorpresa. Si piegò e mi disse di leccargli il culo.
“No, di nuovo, no”, pensai, ma come un automa mi avvicinai; mi inginocchiai, iniziai a sentire puzza; lo zio aveva appena cagato. Iniziai a leccarlo, sapendo di non avere scelta. Sapeva di merda, ma lo leccai per bene; intanto, lo zio Nicola mi prese dai fianchi e mi chiavò.
- Menotti l’hai inculata?
- sì, è larghissima
- ci entra un tir, in questo culo
Mi incularono a turno, entrambi.
Lo zio Nicola me lo mise in bocca sino a godermi in gola, mentre lo zio Menotti volle sborrarmi nella figa.
Uscirono soddisfatti.
Mi stavo riprendendo quando li vidi entrare tutti e quattro insieme.
Valentino era seduto sul letto, in disparte, cercando di far riprendere vigore al proprio cazzo; Gianluca mi prese per i capelli, facendomi camminare carponi sul pavimento, mi prese da dietro e mi scopò, costringendomi a prendere in bocca il cazzo molliccio di Valentino.
Iniziai a succhiarlo mentre gli altri tre si alternavano nella figa e nel culo; il cazzo di Valentino non reagiva il che, comunque, mi infastidiva. Il potere di eccitare era l’unico potere rimastomi. Ad un tratto si alzò in piedi ed iniziò a pisciarmi in bocca
- cosa succede, Vale? Chiese Gianluca
- niente, niente, le sto pisciando in bocca
Li sentii ridere nel vedermi usata come cesso.
Ingoiai tutta la breve pisciata e Valentino rimase con il cazzo nella mia bocca; ebbi un moto di orgoglio quando lo sentii crescere. Mi portarono sul letto. Vedevo cazzi, solo cazzi. Ero stesa, cosce aperte. Gianluca e Valentino si alternavano nella mia figa mentre gli zii Menotti e Nicola abusavano della mia bocca. Poi si dettero il cambio, finché non terminarono facendomi cavalcare Gianluca che mi scopò, lo zio Menotti mi inculò, mentre Valentino e lo zio Nicola mi riempirono la bocca. Quando stavano per godere, si alternarono nella mia bocca sborrandomi ognuno in gola.
Uscirono dalla stanza soddisfatti e fischiettando. Mi alzai a fatica. Mi sedetti sul letto. C’era un acre odore di sesso e di piscio. Mi guardai intorno. In quella camera, quel giorno, ero stata umiliata, abusata e squartata. Eppure avevo goduto.
Non era finita.
Lo zio Piero mi raggiunse in camera da letto e mi disse di andare, carponi, verso il bagno.
Camminai a quattro zampe ed entrai nel bagno; il bidet era colmo di piscio, Gianluca era seduto sul cesso, stava cagando.
Sollevai lo sguardo impaurita, supplicando con gli occhi di non farmelo fare.
Ma lo zio Piero era indifferente a qualsiasi preghiera.
Gianluca terminò di cagare e, senza pulirsi minimamente, si alzò, mi dette le spalle ed allargò le chiappe.
Non fu necessario dirmi nulla, mi avvicinai docile a mio cugino ed iniziai a leccargli il culo sporco di merda.
Lo pulii per bene
- Anche dentro, mi ordinò lo zio Piero
Con la punta della lingua, lo penetrai nell’ano, trovando ancora più merda; quello stronzo lasciò andare una scorreggia, schizzandomi in faccia
- che schifo, disse Valentino, guardando la mia faccia schizzata di cacca
- puliamola, suggerì lo zio Piero
Mi prese per i capelli e mi immerse con il viso nel bidet pieno di piscio; mi trascinò nuovamente verso il cesso, mi infilò la testa dentro; c’era ancora la cacca di Gianluca; tirò lo scarico con la mia testa completamente nel water; mi riprese per i capelli e mi immerse, nuovamente, nel bidet pieno di pipì.
Furono momenti di degrado assoluto; li sentivo ridere ed eccitarsi; guardai papà, si stava segando.
Si avvicinò e mi venne in faccia, mi prese per i capelli e, di nuovo, mi immerse nella pozza di piscio del bidet.
Ero sfinita.
Seduta sul pavimento del bagno, in bocca ogni tipo di sapore.
Mi salutarono.
Lo zio Piero si avvicinò
- la giornata è finita, sborratoio
Sorrisi; ce l’avevo fatta; ero riuscita a sopportare tutto; ero orgogliosa di me stessa
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