Gianna ricattata - IV parte - LEI

di
genere
dominazione

Lo zio non era completamente soddisfatto; mi ordinò di indossare anche le autoreggenti. Presi dal cassetto un paio 50denari, le infilai; il micro abito, già cortissimo, aveva due spacchi, uno per lato; ogni movimento scopriva gran parte delle cosce, sino a denudare completamente il culo, se non fossi stata attenta nei movimenti, che sarebbero dovuti essere limitati al minimo; se mi fossi anche solo leggermente piegata, avrei mostrato anche la figa; se mi fossi seduta, dagli spacchi laterali, avrei mostrato praticamente tutta la coscia.
- ti prego, non farmi andare in ufficio vestita così
- Se non la smetti, ti faccio andare direttamente nuda
Papà era fermo e sembrava soddisfatto e non più preoccupato per me. Presi il giubbotto corto, ed uscii di casa preoccupata; ero vestita, o meglio molto poco vestita; non mi preoccupava il tragitto, quanto andare in ufficio vestita da ballerina di lapdance. Non ebbi fortuna già per strada. Stavo camminando il più veloce possibile, considerando i tacchi, quando una moto con due ragazzi rallentò e si affiancò a me.
- bellissima, lo sai che ti si vede tutto il culo? ed è uno spettacolo
Tirai dritto, ma loro continuarono
- te ne vai in giro così e non dai confidenza? Vuoi essere pagata per un bocchino?
Sorrisi e scossi la testa; quel gesto che considerai innocuo, servì ad incitarli, fermarono la moto di traverso e mi bloccarono
- ragazzi per favore, faccio tardi in ufficio
- sei bella assai
Allungarono le mani sulle cosce e sotto il vestito
- cazzo fate; fermi, come vi permettete
- cazzo, ma sei anche senza slip, ma quanto sei troia?
- Smettetela, per favore
Cercai di allontanare le loro mani dalle mie intimità; mi palparono il culo, sfiorarono la vulva con le dita; ero bagnata; trovarono un portone aperto e mi spinsero dentro. Mi sentii persa.
Ero schiacciata al muro con loro che mi palpavano e mi baciavano; avevo le gambe chiuse e le labbra serrate, ma sentivo le loro lingue che forzavano la mia bocca e le mani che spingevano per allargare le cosce e, non riuscendo, si sfogavano sulle chiappe.
Fui salvata da un rumore; l’ascensore stava scendendo; stava arrivando qualcuno; mi minacciarono e mi ordinarono di prendere il telefono. Uno dei due lo afferrò e digitò un numero per far partire la chiamata; pochi attimi ed il suo telefono squillò
- Bene, abbiamo il tuo numero. Ci vediamo presto, troietta
Mi dettero un bacio sulle labbra e scapparono via, lasciandomi lì intontita e con il telefono in mano.
Mi affrettai ad uscire, non volevo incrociare i condomini; entrai in un bar, ordinai un caffè ed andai nel bagno; mi aggiustai il trucco e sistemai, per quanto me lo consentisse, il microabito. Consumai il caffè senza dare confidenza al barista che stava cercando di fare il simpatico; arrivai in ufficio. I colleghi mi guardarono straniti; erano abituati a leggings aderenti, ma mai ad abiti così succinti; la cosa, tuttavia, sembrò essere molto gradita. Tutti, a turno, gironzolavano intorno alla mia postazione. Ad un tratto abbassai lo sguardo e vidi che le cosce erano completamente scoperte; mi feci più sotto alla scrivania per cercare di coprire la vista. Ad un tratto arrivò un messaggio da un numero non memorizzato. Era una mia foto con la figa completamente scoperta. I due ragazzi della mattina erano riusciti a farmi anche una foto nuda. La foto era accompagnata da un testo
“CIAO TROIETTA. QUESTA LA TENIAMO COME RICORDO. CI VEDIAMO PRESTO”
“NON FATE GLI STRONZI E CANCELLATELA SUBITO ALTRIMENTI VI DENUNCIO”
“STAI CALMA, TROIETTA. CANCELLIAMO LA FOTO, MA PRIMA DOBBIAMO FINIRE QUELLO CHE ABBIAMO INIZIATO STAMATTINA”
“STAMATTINA NON ABBIAMO INIZIATO NULLA”
“CI STAI ANNOIANDO. DOMANI MATTINA CI RIVEDIAMO ALLO STESSO PUNTO ED ALLA STESSA ORA”
Non risposi più. Scrissi solo un messaggio allo zio
“È SUCCESSO UN CASINO CON DUE RAGAZZI IN MEZZO ALLA STRADA, PER COLPA DI COME ERO VESTITA. HANNO UNA MIA FOTO E MI STANNO RICATTANDO”
Rispose subito
“INNANZITUTTO LA COLPA È TUA PERCHÉ NON SEI STATA IN GRADO DI EVITARE IL CASINO ED ORA SARAI TU A PAGARNE LE CONSEGUENZE; NON TI PERMETTERE PIÙ A DARE LA RESPONSABILITÀ DI QUALCOSA PER AVER OBBEDITO AI MIEI ORDINI. ADESSO, TU DA BRAVA SBORRATOIO, CEDI AL RICATTO”.
Come una stupida, pensavo mi potesse aiutare. Richiamai il numero dei due ragazzi e scrissi
“OK, CI VEDIAMO DOMANI. MI PRENDO LA MATTINATA LIBERA”
“BRAVA TROIETTA”
Dovevo assolutamente evitare che quella foto venisse divulgata. Andai dal mio capo e gli dissi che per la mattina dopo avevo bisogno di un permesso; mi guardò sorpreso, ma soddisfatto, per il mio abbigliamento e fece un cenno di assenso.
Lo ringraziai e tornai alla mia scrivania, regalandogli uno sculettamento che, credo, non avrebbe dimenticato facilmente.
La giornata lavorativa passò, senza far mancare i continui sguardi verso di me. Molti colleghi avrebbero già voluto scoparmi, ma dopo quella mattinata, molti, compreso il mio capo, non si sarebbero accontentati solo di guardarmi.
Arrivò l’ora di chiusura. Lo zio sarebbe venuto a prendermi. Scesi dall’ufficio ed immediatamente una macchina, vedendomi, rallentò. Mi irrigidii per paura di un bis della mattina, ma vidi subito lo zio. Mi rassicurai e lo raggiunsi; gli raccontai subito della quasi aggressione della mattina e delle conseguenze con la foto.
- ho paura che possano divulgare la foto
- Sta a te; domani mattina vai all’incontro, fai quello che ti dicono, qualsiasi cosa ti chiedano, e ti assicuri che la foto venga cancellata. Non posso e non voglio risolvere i casini che fai. Adesso cammina e fatti guardare
saremmo andati a piedi perché lo studio del dottore era vicino.
Mi diressi camminando davanti a lui; sculettai come ero solita fare, favorita dai tacchi; ogni passo, il micro abito lasciava scoperta una porzione abbondante delle cosce e del culo; sentivo su di me lo sguardo di chiunque incrociassi; finalmente raggiungemmo lo studio del ginecologo. In ascensore, mi infilò senza alcun riguardo, una mano sotto l’abito, la figa era calda e bagnata
- quanto sei zoccola, e mi baciò con passione
Entrammo nello studio; in sala d’attesa c’era una coppia, lei sui 60 anni, lui doveva aver superato gli 80. La moglie mi squadrò con disgusto, scambiandomi evidentemente per una puttana; ancora non sapevo che era proprio ciò che stavo diventando. L’uomo, invece, mi sorrise guardandomi con desiderio. Mi fece ribrezzo perché era davvero anziano
- siediti e provocalo, mi sussurrò lo zio, con tono imperativo
Trovai posto di fronte all’uomo ed iniziai ad accavallare le gambe; vestita com’ero, mi denudai praticamente da un lato; presi un giornale, ma continuavo a guardarlo, indifferente alle occhiatacce della moglie. Giocavo con le gambe; credo si accorse che non indossavo intimo. C’era un silenzio di tensione; passarono cinque minuti e la donna fu chiamata all’interno dello studio medico.
- speriamo di fare presto, tu smettila di guardarla, disse la donna al marito che rimase in silenzio
Lo zio si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò
- adesso sta solo, portalo in bagno e fagli un pompino
- Sei pazzo?
Mi lanciò uno sguardo di fuoco, che mi fece abbassare gli occhi; mi alzai e mi avvicinai all’uomo anziano, piegandomi, gli chiesi
- sa dov’è il bagno?
- come?
- sa per caso dov’è il bagno?
- credo sia oltre quella porta
- mi accompagna a controllare?
- ma…davvero?
gli presi dolcemente la mano e lo portai con me.
Chiusi la porta; stava sudando
- come ti chiami?
- Rodolfo
- Bene Rodolfo, è il tuo giorno fortunato. Quanti anni hai?
- 82
- Ti funziona ancora?
- Non credo, ma possiamo provarci
Gli misi una mano sul cazzo; mi inginocchiai e gli slacciai il pantalone. Presi il cazzo in mano e lo misi subito in bocca; era un po’ molliccio, rimase inerte, finché lo scappellai delicatamente ed iniziai a leccarlo sul frenulo; iniziò sorprendentemente a reagire, lo sentii crescere nella mia bocca. Lui gemeva silenziosamente; era incredulo.
Anche io ero incredula; mi trovavo nel bagno di uno studio medico, a leccare il cazzo ad un uomo anziano, che avevo appena conosciuto.
- Sei bravissima, mi disse
Sollevai la testa e lo guardai
- lo so, vuoi sborrarmi in bocca?
Non rispose, si limitò a mettere una mano dietro la mia testa ed a spingermi il cazzo in bocca.
Tornai a spompinarlo, un po’ lo segavo con le mani, un po’ solo con la bocca. Lo sentii pulsare, stava per godere; mi aggrappai mettendogli le mani sulle chiappe e facendogli affondare il cazzo completamente sino in gola. Iniziò a godere; assaporai quello sperma, non molto denso; lo ingoiai.
Lo sfilai e lo sistemai di nuovo dentro gli slip.
Mi alzai; gli feci cenno di uscire.
Mi chiese di rivederci, ma rimasi vaga e mi guardai bene dal lasciargli il mio numero.
Tornammo in sala d’attesa, andai difronte allo zio e gli mostrai la bocca
- Gli ho appena ingoiato lo sperma
Mi sedetti dove stavo sino a qualche minuto prima, guardai l’anziano e gli sorrisi; se non altro gli avevo regalato cinque minuti indimenticabili.
Dopo qualche minuto, uscì la moglie, mi guardò rabbiosa, si voltò verso il marito
- andiamocene
Lui mi guardò un attimo, il tempo di fargli un occhiolino.
Sorrisi; quella vipera se l’era meritata; mi alzai e seguii lo zio nella stanza del medico.
Entrammo nella stanza
- questa è Gianna, disse lo zio al suo amico ginecologo
- Piacere; so che ha bisogno della prescrizione di una pillola anticoncezionale; prima però devo visitarla. Non si spogli, va benissimo vestita così da troia; si sdrai
Rimasi sorpresa da quel modo diretto di fare; mi aspettavo una visita seria. Mi guardai intorno e mi misi sul lettino con il divaricatore, spalancando la figa nuda con il micro abito che, naturalmente, si scoprì completamente. Avevo le gambe oscenamente aperte, all’apparenza per sottopormi ad una visita ginecologica, non sapevo cosa mi attendeva, mi illudevo in una effettiva visita, ma il medico tirò fuori il cazzo e disse
- per lei, visita speciale
Si avvicinò, mi prese da sotto le ginocchia e mi scopò senza preamboli; affondò il cazzo nella figa; lo sentii entrare come una lama calda in un panetto di burro. Mi sbatteva e mi faceva genere. Lo zio si avvicinò al lato e mi infilò il cazzo in bocca
- ha una figa caldissima...uuuhh...mmmhhh difficile resisterle...la bocca com’è?
- Esperta; le piace sbocchinare; nell’attesa lo ha preso in bocca dal marito di una tua paziente
- È proprio troia, allora. Non si spompinano cazzi nel bagno del mio studio
Mi guardò, pompò la figa e con un dito, improvvisamente mi inculò; sobbalzai; il dottore affondava il cazzo nella figa e due dita nel culo, pompando con violenza. Succhiai il cazzo dello zio, ma volevo urlare di piacere
- Te la riempio questa figa, troia
- Siiii, io le sborro in faccia
Godettero insieme; lo zio me lo sfilò dalla bocca un attimo prima di venire, sborrandomi in faccia mentre il ginecologo si svuotò nella mia figa.

Mi fecero alzare ordinandomi di non pulirmi. Sentivo la sborra colare dalla figa e lungo la faccia, mi prescrisse la pillola del giorno dopo e quelle anticoncezionali.
Uscimmo dallo studio medico; invece della visita ginecologica, mi ero fatta sbattere ed avevo spompinato due cazzi.
Uscimmo dal portone
- ci vediamo a casa tua, sborratoio
- Devo tornare a piedi così conciata? Indicando lo sperma che colava sulle cosce e dalla faccia
- Si, del resto sei uno sborratoio; lasciami il tuo telefono
Lo guardai con aria interrogativa, ma lo presi dalla borsa e lo consegnai.
Andai via verso casa; cosa mi avrebbe riservato l’immediato futuro?
scritto il
2025-08-22
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