Gianna ricattata - II parte - LEI
di
sexydurex
genere
dominazione
Lo zio Piero rimase seduto sul divano, mi fece alzare e mi ordinò di sedermi sul suo cazzo, rivolta verso papà.
Intanto mio padre si era spogliando, rivelando una inaspettata eccitazione; lo guardai con stupore, aveva il cazzo duro, evidentemente gli stava piacendo quella incredibile situazione
- Guarda guarda il paparino quanto si eccita a vedere la figlia farsi scopare. Segati, coglione…pezzente e coglione
Papà non ebbe nemmeno la forza di reagire, io rimasi di ghiaccio ed impalata su quel cazzo, facendomi sbattere dallo zio, completamente inebriato dal potere. Papà iniziò a masturbarsi lentamente.
- Avvicinati; ti faccio vedere tua figlia mentre si fa sborrare in bocca. Troia, alzati ed inginocchiati
Mi sfilai da quella penetrazione, mi girai verso lo zio e mi inginocchiai tra le sue gambe. Ripresi a spompinarlo mentre vidi papà avvicinarsi
- Guarda negli occhi il tuo paparino, mentre me lo lecchi e ti fai sborrare in bocca
Mi voltai verso papà fissandolo negli occhi, segai il cazzo dello zio, tenendo la cappella tra le labbra spalancate.
Lo zio iniziò a godere. Fiotti di sperma vennero schizzati nella mia bocca, raccolsi tutto ed ingoiai
- Sborrale in faccia, pezzente, ordinò lo zio al fratello
Papà si avvicinò, si segò e mi scaricò sul volto una quantità impressionante di sborra.
Ero ferma e paralizzata. Gli schizzi mi colpirono sugli occhi, sul volto, sull’attaccatura dei capelli, sulle labbra, ovunque. Ero una maschera di sperma e mi fu vietato pulirmi.
- Adesso andrete via, ma la troia non dovrà pulirsi. Tornerete a casa e mi manderete una foto. Per oggi abbiamo terminato. Domani vi manderò, via mail, i punti dell’accordo
Rimasi ferma, impossibilitata ad aprire gli occhi, che iniziarono a bruciare. Ero piena di sperma, sentivo il volto bagnato e la sborra iniziare a colare; cercai di alzarmi.
Uno dei due mi aiutò ad infilarmi i leggings, mentre lo zio mi proibì di indossare il top, mi concesso solo di potermi infilare il giubbotto corto.
Scesi con l’aiuto di papà; non so se incrociammo qualcuno, avevo gli occhi ancora chiusi e sentivo lo sperma iniziare ad asciugarsi sulla pelle; non seppi mai se qualche conoscente mi avesse visto in quelle condizioni.
Arrivammo a casa mia, senza dire una parola. Finalmente ero riuscita ad aprire gli occhi.
Appena dentro casa, papà mi fotografò e la mandò allo zio, il quale chiamò subito con una video chiamata.
- Bravi, adesso andate in bagno e tu, pezzente, le piscerai in faccia. Sistema il telefono in modo che io possa guardare
Andammo in bagno, mi inginocchiai, mentre papà sistemò il telefono così da essere inquadrati e si mise davanti a me, iniziando a pisciarmi in faccia.
Durò quasi un minuto e non capii perché non fece finta di averne poca. Evidentemente, gli piaceva anche questa situazione
- Apri la bocca, troia, e bevi il piscio di tuo padre, disse lo zio dal telefono
Obbedii e diversi schizzi mi arrivarono in bocca, la ingoia, non senza difficoltà.
Quando papà terminò di pisciare, lo zio gli ordinò di scrollare le ultime gocce sulla mia lingua e, finalmente, chiudemmo la telefonata
- Ti avevo detto che non sarebbe stata una passeggiata, mi disse papà, con tono di rimprovero
Lì non ci vidi più
- Vaffanculo, papà; stavi eccitato come un maiale e mi hai sborrato litri in faccia. In più, adesso, invece di far finta di averne poca, mi ha scaricato l’intera vescica sul volto
Innervosita mi alzai, mi liberai di ogni indumento e corsi sotto la doccia. Papà andò via.
La mattina dopo, ero in ufficio e controllava continuamente la mail.
Finalmente arrivò quella dello zio.
La stampai e la lessi più volte.
In quelle righe era racchiuso tutto ciò che lo zio aveva prospettato: non potevamo rifiutare alcun ordine, pena la risoluzione dell’accordo; garantiva l’assenza di percosse o violenze fisiche, mi obbligava ad una visita ginecologica ed alla conseguente assunzione di pillola contraccettiva; eravamo obbligati ad accettare i successivi ordini impartiti di volta in volta.
La lessi non ricordo quante volte, la paura della violenza fisica era un qualcosa che mi spaventava; era un tarlo che mi aveva seguito per tutto quel tempo; la paura del dolore fisico mi avrebbe fatto indietreggiare, invece avevo l’unica assicurazione che realmente speravo.
Chiamai papà
- Ciao papi, inutile essere arrabbiati tra noi, dobbiamo fare squadra; questo mese passerà presto e se, comunque, quel che accade, può procurarti piacere, io sono contenta. Per me non è un problema quel che è successo ieri, non era la prima volta e non sarà l’ultima, mi faceva solo un certo effetto, che fossi tu a farmelo. Tutto qui. Esco per ora di pranzo. Mi raggiungi a casa?
- Si, Gianna, ok. Hai ragione, dobbiamo fare squadra e scusa per ieri, dovevo essere più razionale. Ci vediamo a pranzo. Ti è arrivata la mail?
- Si
- cosa dice?
- Ne parliamo a pranzo
Tornai a casa e trovai papà al quale porsi i fogli con la mail stampata.
- Hai risposto? mi chiese
- Si, ho scritto che per noi va benissimo
Nel primo pomeriggio lo zio scrisse che ci avrebbe raggiunto a casa mia. Papà era con me.
Arrivò intorno alle 15.30, entrò e si fece consegnare le chiavi di casa, aveva libero accesso per l’intera durata dell’accordo e papà si sarebbe dovuto trasferire da me.
Lo zio mi si avvicinò e mi infilò la lingua in bocca...mi palpò il culo e mi disse che l’indomani pomeriggio aveva appuntamento da un ginecologo suo amico. Mi avrebbe accompagnata lui...
Mi prese per mano
- Andiamo in camera da letto, ho voglia di scoparti per bene. Tu, pezzente, aspettaci sul divano e non disturbare finché non ti chiamo io. Lasciamo la porta aperta così la potrai sentire urlare di piacere. Ti è concesso toccarti, anzi spogliati ed aspetta nudo sul divano
Papà si spogliò e prima di entrare in camera, mi voltai, era nudo e si stava per sedere sul divano.
Lo zio si spogliò, si stese sul letto e mi disse di spogliarmi lentamente. Gli feci uno spogliarello, finché lo raggiunsi sul letto, mi misi carponi ed iniziai a spompinarlo. Lui allungò una mano ed infilò nella figa le dita, una per volta, sino a ficcare tutta la mano. Stavo impazzendo, iniziai a godere con gemiti soffocati dalla presenza del cazzo in bocca.
Lo zio mi disse di cavalcarlo ed era quello che speravo, avevo una gran voglia di un cazzo nella figa.
Non persi tempo, e mi feci penetrare, cavalcandolo. Lo zio mi schiaffeggiò il piccolo seno, tirandomi con forza i capezzoli.
- Cazzo zio, siiiii, mio dio…godo, cazzooooooo, mi fai impazzire, si cosììììììììììì, aprimi completamente, siiiii, zioooooooo
Mi accasciai sul suo petto. Mi aveva fatto godere ripetutamente.
- Voglio il tuo culo, troia
- Lo sapevo, gli risposi, guardandolo sorridendogli
Mi misi carponi ed attesi. Lo zio prese il cazzo durissimo in mano, lo appoggiò e mi inculò. Lo infilò completamente
- Siiii zio, rompimelo, affondalo tutto nel culo, siiiiii, cazzo, spaccami
Mi inculò per diversi minuti, solleticando il clitoride con le dita, facendomi godere ancora una volta
Mi devastò.
- Lo facciamo venire e lo facciamo godere? chiesi sottovoce allo zio, sorpreso dalla mia proposta
- Ti vuoi far scopare da tuo padre?
- Come vuoi, ma se fosse per me, oggi, gli farei solo un pompino, come inizio. Tanto so che mi farai scopare con lui, nel corso di questo mese
- Ok, lo chiamo, inizi a leccarlo e poi ti prendiamo, io da dietro e lui in bocca
- Si, mi piace, grazie zio
Mi stesi sul letto, davvero stanca. Lo zio chiamò il fratello
- Coglione, vieni
Papà ci raggiunse in camera da letto
Ero stesa, sfinita, ma visibilmente soddisfatta. Lo zio era seduto sul letto, il cazzo ancora duro.
- Vuoi sborrare anche oggi, pezzente?
Papà non rispose, limitandosi a guardarmi, forse per paura di fare lo stesso errore nel giorno prima. Lo volli rassicurare, capendo le sue indecisioni
- Fallo, papà, gli ho chiesto io di farmi sborrare in bocca da te; immagino quanto ti sia eccitato nel sentirmi gemere
Si avvicinò, tra l’incredulo, il sorpreso e l’eccitato, mi alzai e mi misi seduta al bordo del letto.
Per la prima volta presi in mano il cazzo di mio padre e lo segai, lo scappellai lentamente ed iniziai a leccarlo. Incredibile quanto si eccitasse. Pulsava da morire. In pratica stavo facendo cornuta mia madre e mi ritrovai a sorridere a questo pensiero.
Lo stavo spompinando, quando lo zio mi fece un cenno. Sfilai il cazzo di papà dalla bocca, mi misi carponi sul materasso. Lo zio andò dietro e riprese ad incularmi, aspettai che fosse dentro, quindi presi nuovamente il cazzo di papà in mano, per infilarmelo in bocca.
Continuammo per poco, perché erano entrambi al culmine. Senza dirsi nulla, sincronizzarono i rispettivi orgasmi. Lo zio mi riempì il culo, mentre mio padre mi sborrò in bocca.
Ci accasciammo tutti e tre sul letto; per un attimo ci fu serenità, non sembravamo il ricattatore ed i ricattati, ma subito dopo, lo zio mise le cose in chiaro
- Siete stati molto bravi. Il nostro accordo è siglato. Adesso, prima di andar via, la nostra Gianna si farà pisciare in bocca. Andiamo in bagno
Ci alzammo dal letto ed andammo tutti e tre verso il bagno.
Mi inginocchiai davanti al water
- Il nostro cesso, disse lo zio, ritornando con l’espressione dura e mettendosi a pisciarmi in bocca
Subito dopo papà lo fece anche lui, riempiendomi la bocca con una lunga pisciata.
Lo zio si sistemò, prese le chiavi di casa ed andò via. In ogni momento sarebbe potuto tornare.
Intanto mio padre si era spogliando, rivelando una inaspettata eccitazione; lo guardai con stupore, aveva il cazzo duro, evidentemente gli stava piacendo quella incredibile situazione
- Guarda guarda il paparino quanto si eccita a vedere la figlia farsi scopare. Segati, coglione…pezzente e coglione
Papà non ebbe nemmeno la forza di reagire, io rimasi di ghiaccio ed impalata su quel cazzo, facendomi sbattere dallo zio, completamente inebriato dal potere. Papà iniziò a masturbarsi lentamente.
- Avvicinati; ti faccio vedere tua figlia mentre si fa sborrare in bocca. Troia, alzati ed inginocchiati
Mi sfilai da quella penetrazione, mi girai verso lo zio e mi inginocchiai tra le sue gambe. Ripresi a spompinarlo mentre vidi papà avvicinarsi
- Guarda negli occhi il tuo paparino, mentre me lo lecchi e ti fai sborrare in bocca
Mi voltai verso papà fissandolo negli occhi, segai il cazzo dello zio, tenendo la cappella tra le labbra spalancate.
Lo zio iniziò a godere. Fiotti di sperma vennero schizzati nella mia bocca, raccolsi tutto ed ingoiai
- Sborrale in faccia, pezzente, ordinò lo zio al fratello
Papà si avvicinò, si segò e mi scaricò sul volto una quantità impressionante di sborra.
Ero ferma e paralizzata. Gli schizzi mi colpirono sugli occhi, sul volto, sull’attaccatura dei capelli, sulle labbra, ovunque. Ero una maschera di sperma e mi fu vietato pulirmi.
- Adesso andrete via, ma la troia non dovrà pulirsi. Tornerete a casa e mi manderete una foto. Per oggi abbiamo terminato. Domani vi manderò, via mail, i punti dell’accordo
Rimasi ferma, impossibilitata ad aprire gli occhi, che iniziarono a bruciare. Ero piena di sperma, sentivo il volto bagnato e la sborra iniziare a colare; cercai di alzarmi.
Uno dei due mi aiutò ad infilarmi i leggings, mentre lo zio mi proibì di indossare il top, mi concesso solo di potermi infilare il giubbotto corto.
Scesi con l’aiuto di papà; non so se incrociammo qualcuno, avevo gli occhi ancora chiusi e sentivo lo sperma iniziare ad asciugarsi sulla pelle; non seppi mai se qualche conoscente mi avesse visto in quelle condizioni.
Arrivammo a casa mia, senza dire una parola. Finalmente ero riuscita ad aprire gli occhi.
Appena dentro casa, papà mi fotografò e la mandò allo zio, il quale chiamò subito con una video chiamata.
- Bravi, adesso andate in bagno e tu, pezzente, le piscerai in faccia. Sistema il telefono in modo che io possa guardare
Andammo in bagno, mi inginocchiai, mentre papà sistemò il telefono così da essere inquadrati e si mise davanti a me, iniziando a pisciarmi in faccia.
Durò quasi un minuto e non capii perché non fece finta di averne poca. Evidentemente, gli piaceva anche questa situazione
- Apri la bocca, troia, e bevi il piscio di tuo padre, disse lo zio dal telefono
Obbedii e diversi schizzi mi arrivarono in bocca, la ingoia, non senza difficoltà.
Quando papà terminò di pisciare, lo zio gli ordinò di scrollare le ultime gocce sulla mia lingua e, finalmente, chiudemmo la telefonata
- Ti avevo detto che non sarebbe stata una passeggiata, mi disse papà, con tono di rimprovero
Lì non ci vidi più
- Vaffanculo, papà; stavi eccitato come un maiale e mi hai sborrato litri in faccia. In più, adesso, invece di far finta di averne poca, mi ha scaricato l’intera vescica sul volto
Innervosita mi alzai, mi liberai di ogni indumento e corsi sotto la doccia. Papà andò via.
La mattina dopo, ero in ufficio e controllava continuamente la mail.
Finalmente arrivò quella dello zio.
La stampai e la lessi più volte.
In quelle righe era racchiuso tutto ciò che lo zio aveva prospettato: non potevamo rifiutare alcun ordine, pena la risoluzione dell’accordo; garantiva l’assenza di percosse o violenze fisiche, mi obbligava ad una visita ginecologica ed alla conseguente assunzione di pillola contraccettiva; eravamo obbligati ad accettare i successivi ordini impartiti di volta in volta.
La lessi non ricordo quante volte, la paura della violenza fisica era un qualcosa che mi spaventava; era un tarlo che mi aveva seguito per tutto quel tempo; la paura del dolore fisico mi avrebbe fatto indietreggiare, invece avevo l’unica assicurazione che realmente speravo.
Chiamai papà
- Ciao papi, inutile essere arrabbiati tra noi, dobbiamo fare squadra; questo mese passerà presto e se, comunque, quel che accade, può procurarti piacere, io sono contenta. Per me non è un problema quel che è successo ieri, non era la prima volta e non sarà l’ultima, mi faceva solo un certo effetto, che fossi tu a farmelo. Tutto qui. Esco per ora di pranzo. Mi raggiungi a casa?
- Si, Gianna, ok. Hai ragione, dobbiamo fare squadra e scusa per ieri, dovevo essere più razionale. Ci vediamo a pranzo. Ti è arrivata la mail?
- Si
- cosa dice?
- Ne parliamo a pranzo
Tornai a casa e trovai papà al quale porsi i fogli con la mail stampata.
- Hai risposto? mi chiese
- Si, ho scritto che per noi va benissimo
Nel primo pomeriggio lo zio scrisse che ci avrebbe raggiunto a casa mia. Papà era con me.
Arrivò intorno alle 15.30, entrò e si fece consegnare le chiavi di casa, aveva libero accesso per l’intera durata dell’accordo e papà si sarebbe dovuto trasferire da me.
Lo zio mi si avvicinò e mi infilò la lingua in bocca...mi palpò il culo e mi disse che l’indomani pomeriggio aveva appuntamento da un ginecologo suo amico. Mi avrebbe accompagnata lui...
Mi prese per mano
- Andiamo in camera da letto, ho voglia di scoparti per bene. Tu, pezzente, aspettaci sul divano e non disturbare finché non ti chiamo io. Lasciamo la porta aperta così la potrai sentire urlare di piacere. Ti è concesso toccarti, anzi spogliati ed aspetta nudo sul divano
Papà si spogliò e prima di entrare in camera, mi voltai, era nudo e si stava per sedere sul divano.
Lo zio si spogliò, si stese sul letto e mi disse di spogliarmi lentamente. Gli feci uno spogliarello, finché lo raggiunsi sul letto, mi misi carponi ed iniziai a spompinarlo. Lui allungò una mano ed infilò nella figa le dita, una per volta, sino a ficcare tutta la mano. Stavo impazzendo, iniziai a godere con gemiti soffocati dalla presenza del cazzo in bocca.
Lo zio mi disse di cavalcarlo ed era quello che speravo, avevo una gran voglia di un cazzo nella figa.
Non persi tempo, e mi feci penetrare, cavalcandolo. Lo zio mi schiaffeggiò il piccolo seno, tirandomi con forza i capezzoli.
- Cazzo zio, siiiii, mio dio…godo, cazzooooooo, mi fai impazzire, si cosììììììììììì, aprimi completamente, siiiii, zioooooooo
Mi accasciai sul suo petto. Mi aveva fatto godere ripetutamente.
- Voglio il tuo culo, troia
- Lo sapevo, gli risposi, guardandolo sorridendogli
Mi misi carponi ed attesi. Lo zio prese il cazzo durissimo in mano, lo appoggiò e mi inculò. Lo infilò completamente
- Siiii zio, rompimelo, affondalo tutto nel culo, siiiiii, cazzo, spaccami
Mi inculò per diversi minuti, solleticando il clitoride con le dita, facendomi godere ancora una volta
Mi devastò.
- Lo facciamo venire e lo facciamo godere? chiesi sottovoce allo zio, sorpreso dalla mia proposta
- Ti vuoi far scopare da tuo padre?
- Come vuoi, ma se fosse per me, oggi, gli farei solo un pompino, come inizio. Tanto so che mi farai scopare con lui, nel corso di questo mese
- Ok, lo chiamo, inizi a leccarlo e poi ti prendiamo, io da dietro e lui in bocca
- Si, mi piace, grazie zio
Mi stesi sul letto, davvero stanca. Lo zio chiamò il fratello
- Coglione, vieni
Papà ci raggiunse in camera da letto
Ero stesa, sfinita, ma visibilmente soddisfatta. Lo zio era seduto sul letto, il cazzo ancora duro.
- Vuoi sborrare anche oggi, pezzente?
Papà non rispose, limitandosi a guardarmi, forse per paura di fare lo stesso errore nel giorno prima. Lo volli rassicurare, capendo le sue indecisioni
- Fallo, papà, gli ho chiesto io di farmi sborrare in bocca da te; immagino quanto ti sia eccitato nel sentirmi gemere
Si avvicinò, tra l’incredulo, il sorpreso e l’eccitato, mi alzai e mi misi seduta al bordo del letto.
Per la prima volta presi in mano il cazzo di mio padre e lo segai, lo scappellai lentamente ed iniziai a leccarlo. Incredibile quanto si eccitasse. Pulsava da morire. In pratica stavo facendo cornuta mia madre e mi ritrovai a sorridere a questo pensiero.
Lo stavo spompinando, quando lo zio mi fece un cenno. Sfilai il cazzo di papà dalla bocca, mi misi carponi sul materasso. Lo zio andò dietro e riprese ad incularmi, aspettai che fosse dentro, quindi presi nuovamente il cazzo di papà in mano, per infilarmelo in bocca.
Continuammo per poco, perché erano entrambi al culmine. Senza dirsi nulla, sincronizzarono i rispettivi orgasmi. Lo zio mi riempì il culo, mentre mio padre mi sborrò in bocca.
Ci accasciammo tutti e tre sul letto; per un attimo ci fu serenità, non sembravamo il ricattatore ed i ricattati, ma subito dopo, lo zio mise le cose in chiaro
- Siete stati molto bravi. Il nostro accordo è siglato. Adesso, prima di andar via, la nostra Gianna si farà pisciare in bocca. Andiamo in bagno
Ci alzammo dal letto ed andammo tutti e tre verso il bagno.
Mi inginocchiai davanti al water
- Il nostro cesso, disse lo zio, ritornando con l’espressione dura e mettendosi a pisciarmi in bocca
Subito dopo papà lo fece anche lui, riempiendomi la bocca con una lunga pisciata.
Lo zio si sistemò, prese le chiavi di casa ed andò via. In ogni momento sarebbe potuto tornare.
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