Gianna, Dino e Menotti…triangolo familiare (episodio numero quattro) gangbang con i vecchi
di
sexydurex
genere
dominazione
Gianna si svegliò, Valentino non era nel letto. Sentì vociare, si stropicciò gli occhi; era completamente nuda; scese dal letto, calzò il tacco14, unica scarpa che le era permesso indossare.
Andò nel bagno, volevo lavarsi e mostrarsi già in forma e pronta. Seguì la direzione delle voci, stavano prendendo il caffè, Valentino con il padre, Dino e lo zio, Menotti
“Ehi, qui siete?”, disse Gianna, vedendoli
“Tu sei già pronta per farti sbattere?”, domandò Dino
“Si, credevo di trovare gli amici di Valentino”
“Stanno arrivando”, si intromise il padrone di casa
Infatti suonò il citofono.
Oreste, Cosimo e Franco entrarono in casa; Gianna li accolse completamente nuda, con solo le scarpe ai piedi.
“Lei è Gianna”, disse Valentino, e continuò: “già la conoscete; Dino e Menotti sono venuti a sborrarle in bocca, mentre voi sarete impegnati…avete seguito le mie istruzioni?”
“Si”, rispose Oreste, “ne abbiamo mangiate abbastanza tutti quanti”
“Hanno fatto effetto?”, chiese Valentino
Gianna non riusciva a seguire il senso di quelle parole
“Si, io devo andare”, disse Cosimo
Valentino mostrò loro il bagno. Gianna iniziò a capire.
Dino, Menotti, Valentino e Gianna rimasero in cucina. Parlarono dell’incontro del giorno prima con i due ricattatori, e dissero a Gianna che la domenica avrebbe dovuto concedersi a loro.
Dino, poi, la prese per la testa e le disse che aveva voglia di un pompino. Gianna si inginocchiò ed iniziò a leccarglielo.
Intanto Franco, Cosimo ed Oreste uscirono, uno per volta, dal bagno ed andarono nella camera da letto.
Dino sborrò nella bocca della figlia, quindi la fece andare, carponi, verso la camera da letto.
Qui, Cosimo, Oreste e Franco erano carponi sul letto, uno a fianco all’altro, completamente nudi.
Dino prese la figlia per i capelli e la spinse verso Cosimo.
Gianna si sollevò, gli aprì le chiappe con le mani e vide il culo completamente sporco di merda.
Rassegnata, iniziò a leccare. Dino le mise una mano sulla testa, obbligandola a non staccarla mai dal culo di Cosimo; solo quando il culo fu completamente pulito, anche all’interno dell’ano, la fece staccare, portandola dietro Oreste.
Qui Gianna trovò una situazione, se possibile, peggiore; riprese a leccare, infilando la lingua nell’ano dell’uomo, togliendo ogni traccia di merda.
Dino la prese nuovamente per i capelli, disse a Menotti di allargare le chiappe di Franco, prese la testa della figlia e la strusciò tra le natiche dell’uomo, sporcandole tutta la faccia con la merda.
La guardarono, sorrisero tutti, tranne Gianna che aveva il sapore in bocca e la faccia piena di merda.
“Andiamo in bagno, così ti lavi”, disse sempre Dino.
Gianna sospirò di sollievo, non immaginava come si sarebbe dovuta lavare.
Entrarono nel bagno e Gianna vide il bidet completamente pieno di piscio; iniziò a capire.
La fecero inginocchiare e le spinsero la testa nella larga pozza di pipì.
Quando le fu concesso sollevare la testa, e vide quel misto di piscio e tracce di merda, dovette reprime un conato di vomito.
Il peggio fu quando Dino, completamente annebbiato dall’eccitazione e dalla voglia di dominare la figlia, prese il porta spazzolino, utilizzandolo come un bicchiere, lo immerse nella pozza di piscio, riempendolo e costringendola a bere il contenuto.
Gianna lo bevve, ma poi guardò i suoi, ormai, aguzzini ed implorò
“Vi prego, basta. Fatemi lavare la bocca e bere acqua”.
Per tutta risposta, Dino la prese per i capelli e la spinse con la testa completamente immersa nella pozza di piscio. Oreste, Cosimo e Franco, le andarono dietro e si alternarono per incularla e chiavarla senza sosta.
Gianna combatteva per sollevare la testa da quella immersione nel piscio, per cercare aria e per respirare, mentre da dietro continuavano a penetrarla senza alcuna delicatezza.
In quel momento, Gianna pensò di interrompere quel gioco. Le fu sufficiente, tuttavia, vedere il cazzo eccitatissimo del padre, per continuare a farsi umiliare. Disse soltanto
“Papi, fammelo leccare”.
Dino si avvicinò alle labbra della figlia, con un cazzo durissimo di eccitazione. Gianna lo prese con la mano destra ed iniziò a leccarlo, mentre da dietro, i tre anziani continuavano a stantuffarla, sia nel culo che nella figa.
In tutto questo Menotti aveva ripreso ogni cosa con il proprio telefono.
Dino finalmente venne, riempendo la bocca della figlia di caldo nettare bianco.
La trascinarono senza pietà in camera da letto.
Stesa sul materasso, Franco allargò le chiappe e si sedette sulla sua bocca; aveva ancora il culo un po’ sporco e se lo fece leccare a fondo, mentre Cosimo la prese, le allargò le cosce e le infilò le dita della mano, una per volta, nella figa, sino a penetrarla con tutte e cinque.
Gianna sussultò e si dimenò con il bacino per l’impetuoso orgasmo che sentì arrivare violentemente.
Franco finalmente si alzò, liberandola dal culo da leccare.
La fecero mettere carponi.
Menotti la inculò senza alcun’accortezza, entrando, tuttavia, facilmente, nel suo culo largo.
Chiamò Oreste suggerendogli di incularla anche lui.
“Ma come faccio? la stai inculando tu”
“Tranquillo, questa troia ne prende due insieme nel culo”
Ci vollero un po’ di manovre, ma anche quella volta, Gianna si ritrovò due cazzi nel culo che la stantuffavano con forza.
Franco le andò davanti per sborrarle in bocca, mentre Dino iniziò a pisciarle in faccia.
Cosimo, Menotti ed Oreste la fecero inginocchiare sul pavimento ed iniziarono a schizzarle sui capelli e sul viso.
Gianna crollò a terra; era stesa sul pavimento, completamente bagnata di sperma e di piscio. I sei uomini non erano ancora soddisfatti e, in cerchio, si misero a pisciare su di lei.
Si alzò in piedi, traballante, completamente nuda e bagnata di piscio.
Le fu impedito di lavarsi; fu obbligata ad infilarsi nuovamente le autoreggenti, il reggicalze e tenere ai piedi il tacco14.
Valentino le mise un collare al collo, con attaccato un guinzaglio; le infilò una grossa carota nel culo, a mo’ di coda, e la portò in giro per la casa, come una cagna.
La portarono, sempre al guinzaglio, in camera da letto, le tolsero la carota dal culo e la fecero stendere. Presero le braccia e la legarono, dai polsi, alla testiera del letto; aprirono le cosce e la legarono, dalle caviglie, ai piedi del letto. Valentino andò in bagno per cagare velocemente, tornò e si sedette sulla bocca di Gianna, allargò le chiappe e si fece leccare il culo sporco. Intanto gli altri cinque, a turno, la masturbavano, chi con le dita, chi con l’intera mano e chi con qualche ortaggio. Finché Dino si avvicinò con due vibratori, inserendoli insieme nella figa della figlia.
Gianna iniziò a sussultare per il piacere, non potendo gridare, impegnata ancora a leccare il culo di Valentino.
Era stremata e la lasciarono, finalmente, lavarsi e riposare
Andò nel bagno, volevo lavarsi e mostrarsi già in forma e pronta. Seguì la direzione delle voci, stavano prendendo il caffè, Valentino con il padre, Dino e lo zio, Menotti
“Ehi, qui siete?”, disse Gianna, vedendoli
“Tu sei già pronta per farti sbattere?”, domandò Dino
“Si, credevo di trovare gli amici di Valentino”
“Stanno arrivando”, si intromise il padrone di casa
Infatti suonò il citofono.
Oreste, Cosimo e Franco entrarono in casa; Gianna li accolse completamente nuda, con solo le scarpe ai piedi.
“Lei è Gianna”, disse Valentino, e continuò: “già la conoscete; Dino e Menotti sono venuti a sborrarle in bocca, mentre voi sarete impegnati…avete seguito le mie istruzioni?”
“Si”, rispose Oreste, “ne abbiamo mangiate abbastanza tutti quanti”
“Hanno fatto effetto?”, chiese Valentino
Gianna non riusciva a seguire il senso di quelle parole
“Si, io devo andare”, disse Cosimo
Valentino mostrò loro il bagno. Gianna iniziò a capire.
Dino, Menotti, Valentino e Gianna rimasero in cucina. Parlarono dell’incontro del giorno prima con i due ricattatori, e dissero a Gianna che la domenica avrebbe dovuto concedersi a loro.
Dino, poi, la prese per la testa e le disse che aveva voglia di un pompino. Gianna si inginocchiò ed iniziò a leccarglielo.
Intanto Franco, Cosimo ed Oreste uscirono, uno per volta, dal bagno ed andarono nella camera da letto.
Dino sborrò nella bocca della figlia, quindi la fece andare, carponi, verso la camera da letto.
Qui, Cosimo, Oreste e Franco erano carponi sul letto, uno a fianco all’altro, completamente nudi.
Dino prese la figlia per i capelli e la spinse verso Cosimo.
Gianna si sollevò, gli aprì le chiappe con le mani e vide il culo completamente sporco di merda.
Rassegnata, iniziò a leccare. Dino le mise una mano sulla testa, obbligandola a non staccarla mai dal culo di Cosimo; solo quando il culo fu completamente pulito, anche all’interno dell’ano, la fece staccare, portandola dietro Oreste.
Qui Gianna trovò una situazione, se possibile, peggiore; riprese a leccare, infilando la lingua nell’ano dell’uomo, togliendo ogni traccia di merda.
Dino la prese nuovamente per i capelli, disse a Menotti di allargare le chiappe di Franco, prese la testa della figlia e la strusciò tra le natiche dell’uomo, sporcandole tutta la faccia con la merda.
La guardarono, sorrisero tutti, tranne Gianna che aveva il sapore in bocca e la faccia piena di merda.
“Andiamo in bagno, così ti lavi”, disse sempre Dino.
Gianna sospirò di sollievo, non immaginava come si sarebbe dovuta lavare.
Entrarono nel bagno e Gianna vide il bidet completamente pieno di piscio; iniziò a capire.
La fecero inginocchiare e le spinsero la testa nella larga pozza di pipì.
Quando le fu concesso sollevare la testa, e vide quel misto di piscio e tracce di merda, dovette reprime un conato di vomito.
Il peggio fu quando Dino, completamente annebbiato dall’eccitazione e dalla voglia di dominare la figlia, prese il porta spazzolino, utilizzandolo come un bicchiere, lo immerse nella pozza di piscio, riempendolo e costringendola a bere il contenuto.
Gianna lo bevve, ma poi guardò i suoi, ormai, aguzzini ed implorò
“Vi prego, basta. Fatemi lavare la bocca e bere acqua”.
Per tutta risposta, Dino la prese per i capelli e la spinse con la testa completamente immersa nella pozza di piscio. Oreste, Cosimo e Franco, le andarono dietro e si alternarono per incularla e chiavarla senza sosta.
Gianna combatteva per sollevare la testa da quella immersione nel piscio, per cercare aria e per respirare, mentre da dietro continuavano a penetrarla senza alcuna delicatezza.
In quel momento, Gianna pensò di interrompere quel gioco. Le fu sufficiente, tuttavia, vedere il cazzo eccitatissimo del padre, per continuare a farsi umiliare. Disse soltanto
“Papi, fammelo leccare”.
Dino si avvicinò alle labbra della figlia, con un cazzo durissimo di eccitazione. Gianna lo prese con la mano destra ed iniziò a leccarlo, mentre da dietro, i tre anziani continuavano a stantuffarla, sia nel culo che nella figa.
In tutto questo Menotti aveva ripreso ogni cosa con il proprio telefono.
Dino finalmente venne, riempendo la bocca della figlia di caldo nettare bianco.
La trascinarono senza pietà in camera da letto.
Stesa sul materasso, Franco allargò le chiappe e si sedette sulla sua bocca; aveva ancora il culo un po’ sporco e se lo fece leccare a fondo, mentre Cosimo la prese, le allargò le cosce e le infilò le dita della mano, una per volta, nella figa, sino a penetrarla con tutte e cinque.
Gianna sussultò e si dimenò con il bacino per l’impetuoso orgasmo che sentì arrivare violentemente.
Franco finalmente si alzò, liberandola dal culo da leccare.
La fecero mettere carponi.
Menotti la inculò senza alcun’accortezza, entrando, tuttavia, facilmente, nel suo culo largo.
Chiamò Oreste suggerendogli di incularla anche lui.
“Ma come faccio? la stai inculando tu”
“Tranquillo, questa troia ne prende due insieme nel culo”
Ci vollero un po’ di manovre, ma anche quella volta, Gianna si ritrovò due cazzi nel culo che la stantuffavano con forza.
Franco le andò davanti per sborrarle in bocca, mentre Dino iniziò a pisciarle in faccia.
Cosimo, Menotti ed Oreste la fecero inginocchiare sul pavimento ed iniziarono a schizzarle sui capelli e sul viso.
Gianna crollò a terra; era stesa sul pavimento, completamente bagnata di sperma e di piscio. I sei uomini non erano ancora soddisfatti e, in cerchio, si misero a pisciare su di lei.
Si alzò in piedi, traballante, completamente nuda e bagnata di piscio.
Le fu impedito di lavarsi; fu obbligata ad infilarsi nuovamente le autoreggenti, il reggicalze e tenere ai piedi il tacco14.
Valentino le mise un collare al collo, con attaccato un guinzaglio; le infilò una grossa carota nel culo, a mo’ di coda, e la portò in giro per la casa, come una cagna.
La portarono, sempre al guinzaglio, in camera da letto, le tolsero la carota dal culo e la fecero stendere. Presero le braccia e la legarono, dai polsi, alla testiera del letto; aprirono le cosce e la legarono, dalle caviglie, ai piedi del letto. Valentino andò in bagno per cagare velocemente, tornò e si sedette sulla bocca di Gianna, allargò le chiappe e si fece leccare il culo sporco. Intanto gli altri cinque, a turno, la masturbavano, chi con le dita, chi con l’intera mano e chi con qualche ortaggio. Finché Dino si avvicinò con due vibratori, inserendoli insieme nella figa della figlia.
Gianna iniziò a sussultare per il piacere, non potendo gridare, impegnata ancora a leccare il culo di Valentino.
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