Gianna ricattata - II parte - LUI
di
sexydurex
genere
dominazione
Piero rimase seduto sul divano, fece alzare Gianna e le ordinò di sedersi sul suo cazzo, rivolta verso di me.
Mi spogliai e rivelai la mia eccitazione
- Guarda guarda il paparino quanto si eccita a vedere la figlia farsi scopare. Segati, coglione…pezzente e coglione
Non ebbi la forza di reagire, vidi Gianna impalata su quel cazzo, che si faceva sbattere ed avvolsi il cazzo, durissimo, con una mano, segandomi lentamente.
- Avvicinati; ti faccio vedere tua figlia mentre si fa sborrare in bocca. Troia, alzati ed inginocchiati
Gianna si sfilò il cazzo dalla figa, si girò verso Piero e si inginocchiò tra le sue gambe. Riprese a spompinarlo mentre io mi avvicinai timoroso
- Guarda negli occhi il tuo paparino, mentre me lo lecchi e ti fai sborrare in bocca
Gianna si voltò verso di me, segò il cazzo di Piero tenendo la cappella tra le sue labbra spalancate, fissandomi negli occhi.
Piero iniziò a godere. Fiotti di sperma vennero schizzati nella bocca di Gianna che raccolse tutto ed ingoiò
- Sborrale in faccia, pezzente, mi ordinò mio fratello
Mi avvicinai a mia figlia, mi segai e le scaricai sul volto una quantità impressionante di sborra.
Le schizzai sugli occhi, sul volto, sull’attaccatura dei capelli, sulle labbra, ovunque. Gianna era una maschera di sperma e le fu vietato pulirsi.
- Adesso andrete via, ma la troia non dovrà pulirsi. Tornerete a casa e mi manderete una foto. Per oggi abbiamo terminato. Domani vi manderò, via mail, i punti dell’accordo
Corsi a vestirmi, mentre Gianna si alzò al buio, con gli occhi completamente coperti dal mio sperma.
L’aiutai ad infilarsi i leggings, mentre il top che le fu proibito di indossarlo, potendo infilare solo il giubbotto corto.
L’accompagnai a casa sua, senza dire una parola. Aveva ancora lo sperma in faccia, anche se era riuscita ad aprire gli occhi.
Appena dentro, la fotografai e la mandai a Piero. Chiamò subito con una video chiamata.
- Bravi, adesso andate in bagno e tu, pezzente, le piscerai in faccia. Sistema il telefono in modo che io possa guardare
Andammo in bagno, Gianna si inginocchiò, io sistemai il telefono così da essere inquadrati e mi misi davanti a lei, iniziando a pisciarle in faccia.
Ne avevo molta da fare e non feci nulla per non farla tutta
- Apri la bocca, troia, e bevi il piscio di tuo padre, disse Piero dal telefono
Quando terminai di pisciare, mio fratello mi ordinò di scrollare le ultime gocce sulla lingua di Gianna e, finalmente, chiudemmo la telefonata
- Ti avevo detto che non sarebbe stata una passeggiata, dissi a Gianna, con tono di rimprovero
- Vaffanculo, papà; stavi eccitato come un maiale e mi hai sborrato litri in faccia. In più, adesso, invece di far finta di averne poca, mi ha scaricato l’intera vescica sul volto
Non mi aspettavo quella reazione di Gianna, ma aveva colto nel segno; in realtà avevo goduto come un matto, sia a vederla scopata, sia a vederla sottomessa, sia a sborrarle e pisciarle in faccia, ma non potevo ammetterlo, ancor più che a lei, a me stesso.
Mi sistemai e andai via, per tornare a casa e restare solo. Era stata una giornata molto impegnativa, sotto tutti i punti di vista, ed era solo il primo giorno.
La mattina dopo, Gianna mi chiamò dall’ufficio
- Ciao papi, inutile essere arrabbiati tra noi, dobbiamo fare squadra; questo mese passerà presto e se, comunque, quel che accade, può procurarti piacere, io sono contenta. Per me non è un problema quel che è successo ieri, non era la prima volta e non sarà l’ultima, mi faceva solo un certo effetto, che fossi tu a farmelo. Tutto qui. Esco per ora di pranzo. Mi raggiungi a casa?
- Si, Gianna, ok. Hai ragione, dobbiamo fare squadra e scusa per ieri, dovevo essere più razionale. Ci vediamo a pranzo. Ti è arrivata la mail?
- Si
- cosa dice?
- Ne parliamo a pranzo
Mi precipitai a casa di mia figlia per aspettarla.
Non appena entrò in casa, mi fece leggere la mail che aveva stampato
In quelle righe era racchiuso tutto ciò che Piero aveva prospettato: non potevamo rifiutare alcun ordine, pena la risoluzione dell’accordo; garantiva l’assenza di percosse o violenze fisiche, obbligava Gianna ad una visita ginecologica ed alla conseguente assunzione di pillola contraccettiva; eravamo obbligati ad accettare i successivi ordini impartiti di volta in volta.
Gianna aveva già letto più volte, nel corso della mattinata. Esaminai per bene ed inizia a preoccuparmi seriamente; il giorno prima era stato solo un antipasto.
- Hai risposto?
- Si, ho scritto che per noi va benissimo
Nel primo pomeriggio Piero scrisse che ci avrebbe raggiunto a casa di Gianna. Mi feci trovare lì.
Arrivò intorno alle 15.30, entrò e si fece consegnare le chiavi di casa, aveva libero accesso per l’intera durata dell’accordo ed io mi sarei dovuto trasferire da mia figlia.
Piero si avvicinò a Gianna e le infilò la lingua in bocca...le palpò il culo e le disse che l’indomani pomeriggio aveva appuntamento da un ginecologo suo amico. L’avrebbe accompagnata lui...
La prese per mano
- Andiamo in camera da letto, ho voglia di scoparti per bene. Tu, pezzente, aspettaci sul divano e non disturbare finché non ti chiamo io. Lasciamo la porta aperta così la potrai sentire urlare di piacere. Ti è concesso toccarti, anzi spogliati ed aspetta nudo sul divano
Mi spogliai e li vidi entrare in camera da letto.
Mi sedetti sul divano, e dopo qualche minuto iniziai a sentire i gemiti di Gianna; doveva avere la bocca occupata, perché sentivo solo grugniti, finché, dopo un po’, la sentii urlare
- Cazzo zio, siiiii, mio dio…godo, cazzooooooo, mi fai impazzire, si cosììììììììììì, aprimi completamente, siiiii, zioooooooo
Andò avanti per un po’ e sentii il cazzo indurirsi eccessivamente
- Siiii zio, rompimelo, affondalo tutto nel culo, siiiiii, cazzo, spaccami
Ci fu silenzio. Non sapevo che fare, finché
- Coglione, vieni, mi chiamò Piero
Mi alzai e li raggiunsi in camera da letto
Gianna era stesa, sfinita, ma visibilmente soddisfatta. Piero era seduto sul letto, il cazzo ancora duro, segnale che non aveva ancora goduto.
- Vuoi sborrare anche oggi, pezzente?
Non risposi, limitandomi a guardare Gianna, per paura di fare lo stesso errore nel giorno prima. Fu lei a rassicurarmi, capendo le mie indecisioni
- Fallo, papà, gli ho chiesto io di farmi sborrare in bocca da te; immagino quanto ti sia eccitato nel sentirmi gemere
Mi avvicinai, lei si alzò e si mise seduta al bordo del letto.
Per la prima volta me lo prese in mano e mi segò, lo scappellò ed iniziò a leccarlo. Non credevo fosse reale. Pulsava da morire. Piero le fece un cenno, evidentemente concordato. Gianna mi lasciò per un momento, si mise carponi sul materasso. Piero le andò dietro e riprese ad incularla, Gianna ritorno verso il mio cazzo, prendendolo in mano e se lo infilò in bocca.
Sborrammo insieme, Piero nel culo ed io nella bocca di mia figlia.
Ci accasciammo tutti e tre sul letto; per un attimo ci fu serenità, non sembravamo il ricattatore ed i ricattati, ma subito dopo, Piero mise le cose in chiato
- Siete stati molto bravi. Il nostro accordo è siglato. Adesso, prima di andar via, la nostra Gianna si farà pisciare in bocca. Andiamo in bagno
Ci alzammo dal letto ed andammo tutti e tre verso il bagno.
Gianna si inginocchiò davanti al water
- Il nostro cesso, disse Piero, mettendosi a pisciarle in bocca
Subito dopo lo imitai, riempiendo la bocca di mia figlia con una lunga pisciare
Piero si sistemò, prese le chiavi di casa ed andò via. In ogni momento sarebbe potuto tornare
Mi spogliai e rivelai la mia eccitazione
- Guarda guarda il paparino quanto si eccita a vedere la figlia farsi scopare. Segati, coglione…pezzente e coglione
Non ebbi la forza di reagire, vidi Gianna impalata su quel cazzo, che si faceva sbattere ed avvolsi il cazzo, durissimo, con una mano, segandomi lentamente.
- Avvicinati; ti faccio vedere tua figlia mentre si fa sborrare in bocca. Troia, alzati ed inginocchiati
Gianna si sfilò il cazzo dalla figa, si girò verso Piero e si inginocchiò tra le sue gambe. Riprese a spompinarlo mentre io mi avvicinai timoroso
- Guarda negli occhi il tuo paparino, mentre me lo lecchi e ti fai sborrare in bocca
Gianna si voltò verso di me, segò il cazzo di Piero tenendo la cappella tra le sue labbra spalancate, fissandomi negli occhi.
Piero iniziò a godere. Fiotti di sperma vennero schizzati nella bocca di Gianna che raccolse tutto ed ingoiò
- Sborrale in faccia, pezzente, mi ordinò mio fratello
Mi avvicinai a mia figlia, mi segai e le scaricai sul volto una quantità impressionante di sborra.
Le schizzai sugli occhi, sul volto, sull’attaccatura dei capelli, sulle labbra, ovunque. Gianna era una maschera di sperma e le fu vietato pulirsi.
- Adesso andrete via, ma la troia non dovrà pulirsi. Tornerete a casa e mi manderete una foto. Per oggi abbiamo terminato. Domani vi manderò, via mail, i punti dell’accordo
Corsi a vestirmi, mentre Gianna si alzò al buio, con gli occhi completamente coperti dal mio sperma.
L’aiutai ad infilarsi i leggings, mentre il top che le fu proibito di indossarlo, potendo infilare solo il giubbotto corto.
L’accompagnai a casa sua, senza dire una parola. Aveva ancora lo sperma in faccia, anche se era riuscita ad aprire gli occhi.
Appena dentro, la fotografai e la mandai a Piero. Chiamò subito con una video chiamata.
- Bravi, adesso andate in bagno e tu, pezzente, le piscerai in faccia. Sistema il telefono in modo che io possa guardare
Andammo in bagno, Gianna si inginocchiò, io sistemai il telefono così da essere inquadrati e mi misi davanti a lei, iniziando a pisciarle in faccia.
Ne avevo molta da fare e non feci nulla per non farla tutta
- Apri la bocca, troia, e bevi il piscio di tuo padre, disse Piero dal telefono
Quando terminai di pisciare, mio fratello mi ordinò di scrollare le ultime gocce sulla lingua di Gianna e, finalmente, chiudemmo la telefonata
- Ti avevo detto che non sarebbe stata una passeggiata, dissi a Gianna, con tono di rimprovero
- Vaffanculo, papà; stavi eccitato come un maiale e mi hai sborrato litri in faccia. In più, adesso, invece di far finta di averne poca, mi ha scaricato l’intera vescica sul volto
Non mi aspettavo quella reazione di Gianna, ma aveva colto nel segno; in realtà avevo goduto come un matto, sia a vederla scopata, sia a vederla sottomessa, sia a sborrarle e pisciarle in faccia, ma non potevo ammetterlo, ancor più che a lei, a me stesso.
Mi sistemai e andai via, per tornare a casa e restare solo. Era stata una giornata molto impegnativa, sotto tutti i punti di vista, ed era solo il primo giorno.
La mattina dopo, Gianna mi chiamò dall’ufficio
- Ciao papi, inutile essere arrabbiati tra noi, dobbiamo fare squadra; questo mese passerà presto e se, comunque, quel che accade, può procurarti piacere, io sono contenta. Per me non è un problema quel che è successo ieri, non era la prima volta e non sarà l’ultima, mi faceva solo un certo effetto, che fossi tu a farmelo. Tutto qui. Esco per ora di pranzo. Mi raggiungi a casa?
- Si, Gianna, ok. Hai ragione, dobbiamo fare squadra e scusa per ieri, dovevo essere più razionale. Ci vediamo a pranzo. Ti è arrivata la mail?
- Si
- cosa dice?
- Ne parliamo a pranzo
Mi precipitai a casa di mia figlia per aspettarla.
Non appena entrò in casa, mi fece leggere la mail che aveva stampato
In quelle righe era racchiuso tutto ciò che Piero aveva prospettato: non potevamo rifiutare alcun ordine, pena la risoluzione dell’accordo; garantiva l’assenza di percosse o violenze fisiche, obbligava Gianna ad una visita ginecologica ed alla conseguente assunzione di pillola contraccettiva; eravamo obbligati ad accettare i successivi ordini impartiti di volta in volta.
Gianna aveva già letto più volte, nel corso della mattinata. Esaminai per bene ed inizia a preoccuparmi seriamente; il giorno prima era stato solo un antipasto.
- Hai risposto?
- Si, ho scritto che per noi va benissimo
Nel primo pomeriggio Piero scrisse che ci avrebbe raggiunto a casa di Gianna. Mi feci trovare lì.
Arrivò intorno alle 15.30, entrò e si fece consegnare le chiavi di casa, aveva libero accesso per l’intera durata dell’accordo ed io mi sarei dovuto trasferire da mia figlia.
Piero si avvicinò a Gianna e le infilò la lingua in bocca...le palpò il culo e le disse che l’indomani pomeriggio aveva appuntamento da un ginecologo suo amico. L’avrebbe accompagnata lui...
La prese per mano
- Andiamo in camera da letto, ho voglia di scoparti per bene. Tu, pezzente, aspettaci sul divano e non disturbare finché non ti chiamo io. Lasciamo la porta aperta così la potrai sentire urlare di piacere. Ti è concesso toccarti, anzi spogliati ed aspetta nudo sul divano
Mi spogliai e li vidi entrare in camera da letto.
Mi sedetti sul divano, e dopo qualche minuto iniziai a sentire i gemiti di Gianna; doveva avere la bocca occupata, perché sentivo solo grugniti, finché, dopo un po’, la sentii urlare
- Cazzo zio, siiiii, mio dio…godo, cazzooooooo, mi fai impazzire, si cosììììììììììì, aprimi completamente, siiiii, zioooooooo
Andò avanti per un po’ e sentii il cazzo indurirsi eccessivamente
- Siiii zio, rompimelo, affondalo tutto nel culo, siiiiii, cazzo, spaccami
Ci fu silenzio. Non sapevo che fare, finché
- Coglione, vieni, mi chiamò Piero
Mi alzai e li raggiunsi in camera da letto
Gianna era stesa, sfinita, ma visibilmente soddisfatta. Piero era seduto sul letto, il cazzo ancora duro, segnale che non aveva ancora goduto.
- Vuoi sborrare anche oggi, pezzente?
Non risposi, limitandomi a guardare Gianna, per paura di fare lo stesso errore nel giorno prima. Fu lei a rassicurarmi, capendo le mie indecisioni
- Fallo, papà, gli ho chiesto io di farmi sborrare in bocca da te; immagino quanto ti sia eccitato nel sentirmi gemere
Mi avvicinai, lei si alzò e si mise seduta al bordo del letto.
Per la prima volta me lo prese in mano e mi segò, lo scappellò ed iniziò a leccarlo. Non credevo fosse reale. Pulsava da morire. Piero le fece un cenno, evidentemente concordato. Gianna mi lasciò per un momento, si mise carponi sul materasso. Piero le andò dietro e riprese ad incularla, Gianna ritorno verso il mio cazzo, prendendolo in mano e se lo infilò in bocca.
Sborrammo insieme, Piero nel culo ed io nella bocca di mia figlia.
Ci accasciammo tutti e tre sul letto; per un attimo ci fu serenità, non sembravamo il ricattatore ed i ricattati, ma subito dopo, Piero mise le cose in chiato
- Siete stati molto bravi. Il nostro accordo è siglato. Adesso, prima di andar via, la nostra Gianna si farà pisciare in bocca. Andiamo in bagno
Ci alzammo dal letto ed andammo tutti e tre verso il bagno.
Gianna si inginocchiò davanti al water
- Il nostro cesso, disse Piero, mettendosi a pisciarle in bocca
Subito dopo lo imitai, riempiendo la bocca di mia figlia con una lunga pisciare
Piero si sistemò, prese le chiavi di casa ed andò via. In ogni momento sarebbe potuto tornare
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