Il fidanzato di mia moglie.

di
genere
tradimenti

Il fidanzato di mia moglie, Arturo, è un uomo (Un maschio dalle rare qualità.

Un siciliano che racchiude in se e nel suo aspetto, tutta la storia dell'isola.

Alto, longilineo ma non magro con tutte le parti del corpo vigorose e toniche ed un portamento signorile di cui solo certi gentiluomini siciliani sono capaci.

Pelle scura ed un rado pelo chiaro sul petto le braccia e le gambe mentre i capelli ricci e le sopracciglia ispide e folte, sono scure in netto contrasto con gli occhi azzurri.

Il volto dallo sguardo rassicurante, era caratterizzato da labbra carnose ed un naso decisamente sproporzionato e non in armonia col resto del viso.

Un perfetto melange di culture e di secoli di dominazioni.

L'avevamo casualmente conosciuto in occasione di una cena a due con mia moglie, in cui il proprietario del ristorante, a corto di posti, ci aveva chiesto se potevamo farlo accomodare nel nostro tavolo piuttosto spazioso, mia moglie aveva acconsentito con uno sbuffo di rassegnazione.

Quando lo sconosciuto, dopo averci ringraziati si era alzato con la sua 24 ore per andare in bagno a lavarsi le mani, mia moglie era sbottata: "Ma l'hai visto che brutto quel tipo, proprio a noi doveva rifilarlo quello stronzo del proprietario?! Proprio adesso poi che quel bel ragazzo di fronte mi sta mangiando con gli occhi."

-Ma perché fai così tesoro?

Non sei tu che dici sempre che l'aspetto non conta niente e che è importante solo quello che un maschio ha sotto i pantaloni?-

Le avevo risposto e lei:

-Si però, va bene tutto ma con quei labbroni, quelle sopracciglia ispide e quegli occhi trasparenti che non sai neanche se ti stanno guardando, come fai a baciarlo?-

Tesoro, ti ho visto baciare di peggio!

Buzzurri inguardabili che ti hanno conquistata subito appena ti hanno fatto sentire la mazza.

Questo qui non sarà bello come piace a te, ma hai visto che portamento, che eleganza e con che modi gentili ci ha ringraziati per aver accettato di averlo alla nostra tavola!-

Mentre parlavamo, l'uomo era tornato senza più la giacca e la cravatta e con indosso, solo una camicia di lino bianca sbottonata e sotto la quale si intravvedeva il delicato manto di peli biondi ed una sottile collana in oro con un piccolo pendaglio.

La camicia stretta come usava a quel tempo, metteva in risalto i suoi pettorali e due capezzoli che il lino leggero non riusciva a nascondere.

Al posto dei pantaloni gessati blu come la giacca, indossava dei jeans attillati che a loro volta non riuscivano a nascondere la consistenza del suo contenuto.

Quando era arrivato accompagnato dal proprietario aveva l'aspetto di un manager cinquantenne dall'aria smorta e alquanto seriosa, al suo ritorno dal bagno con in mano la sua ventiquattr'ore (Con dentro il suo vestito ed il ricambio) aveva invece l'aria di un quarantenne pronto ad affrontare le sfide più ardue col suo smagliante sorriso ed i modi decisi.

A quella vista, mia moglie era sobbalzata sulla sedia e con le labbra dischiuse e gli occhi vogliosi, non riusciva a distogliergli lo sguardo di dosso.

La conversazione durante la cena, ci aveva confermato che si trattava di una persona assai educata, gentile e con una immensa cultura resa ancora più interessante dagli incredibili racconti dei suoi viaggi.

Mia moglie ne era incantata ed anche lui, da parte sua, non si mostrava disinteressato al fascino di mia moglie, donna loquace, disinvolta, procace e sensuale nel suo aspetto tipicamente mediterraneo.

La serata trascorreva in un crescendo di reciproca affascinazione in cui pareva che io non esistessi mentre tra loro montava un incontenibile reciproca attrazione.

Si parlavano a bassa voce tenendosi per mano fissando come frecce, lo sguardo l'uno negli occhi dell'altra.

Di tanto in tanto lui, che aveva capito quale fosse il mio ruolo nella coppia, si girava verso di me e accennando un sorriso come a volersi scusare per la situazione, si girava verso mia moglie avvicinando sempre più il viso al suo sino a sigillare la loro intesa con un profondo ed appassionato bacio accompagnato da un lungo mulinare di lingue sotto lo sguardo compiaciuto dell'oste e del cameriere.

A quel punto, mia moglie era diventata pericolosa e temendo che potesse scivolare sotto la tavola per prenderglielo in bocca, avevo proposto di pagare il conto ed andare a bere un Whisky a casa nostra.

Da gran signore quale si era subito mostrato, aveva pagato lui il conto lasciando anche una generosa mancia al cameriere.

Mentre in macchina guidavo verso casa, mia moglie seduta dietro insieme a lui, gli aveva già abbassato la cerniera del jeans e glielo aveva tirato fuori: "Wow che cazzo che hai!" aveva esclamato prima di abbassare la testa ed uscire fuori dalla visuale del mio specchietto.
segue








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2025-08-11
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