Cinema per adulti - Parte 2
di
Umile.e.sottomesso
genere
dominazione
Ero completamente nel pallone, ma il tono di Mario non lasciava scampo. Così mi avviai verso i bagni degli uomini, entrai nell’ultimo e m’incatenai vicino alla tazza del cesso. Ora dovevo gettare la chiave del lucchetto, ma non avevo il coraggio…proprio non ce la facevo….la porta si aprì bruscamente: era Mario che mi strappo la chiave di mano
“Lo sapevo che non mi dovevo fidare completamente di te, brutta puttana!” mi disse dandomi un ceffone: “Piero non sarà contento di questo, non sarà per niente contento…”
“La prego Mario, non glielo dica…la prego, farò tutto quello che vuole, ma non lo dica al mio Padrone…”
“Tu farai quello che voglio anche se glielo dico, puttana!” tirò fuori l’uccello e me lo ficcò in bocca “Succhia, troia, voglio essere il primo stasera!”
Era enorme, aveva un odore acre, forte, imponente….me lo ficcava in gola con prepotenza, spingendomi la testa con la mano.
“Ora leccalo, troia, puliscilo bene: sono 3 giorni che non me lo lavo, lo senti?!”
Mi fece respirare, per fortuna…leccavo l’asta e le palle con avidità, come mi aveva insegnato il mio Padrone, muovevo la lingua sulla cappella e tornavo a leccare le palle sempre più giù…mi prese nuovamente la testa e me lo infilò ancora in bocca…si muoveva sempre più forte, stava per venire…
“Non perdere neppure una goccia, capito, maledetta puttana….AHHHGHH….AHHHGH…Tò…bevi troia, ingoialo tutto…AHHGH….brava, brava…”
Era un diluvio, un fiotto violento mi inondò la gola…per un attimo mi mancò il respiro…poi riuscii ad ingoiare i primi fiotti e tutto andò meglio…continuai ad ingoiare tutto, rimanendo con la bocca ben salda sul cazzo, ma senza stringere troppo e facendolo finire completamente…
“E ora puliscilo per bene, forza!”
Leccai con delicatezza la cappella dalla quale usciva ancora qualche goccia di sperma che raccolsi con la lingua e ingoiai da brava troia. Continuai a pulirgli il cazzo ancora per un po’…poi
“Basta adesso, mi scappa da pisciare: apri bene la bocca, cesso!”
“Ma…ma…”
“Ma cosa, stronza…vuoi combinarne un’altra? Apri la bocca, muoviti!”
Sentii arrivare il primo schizzo, forte acre profondo….mi arrivò direttamente in fondo alla gola…mi venne un conato di vomito e lo sputai
“Brutta troia che non sei altro, stai ferma!” mi disse strattonandomi
“Mi perdoni…ma non me lo aspettavo….ecco…ecco adesso mi metto meglio….” Indietreggiai leggermente, le ginocchia mi facevano male, alzai la testa e aprii completamente la bocca, tirando la lingua tutta fuori
L’uomo riprese a pisciare, ma stavolta la cosa non mi colse impreparata e riuscii ad ingoiare per bene, come il mio Padrone mi aveva insegnato.
Il sapore del piscio era diverso da quello del mio Padrone, ma mi abituai subito e anche Mario lo aveva capito
“Ti piace, eh, brutta troia…lo sapevo…pulisci ora, pulisci per bene!”
Il cazzo era moscio e gocciolante e Mario aveva anche ritirato la cappella. Pulii e succhiai tutto quello che c’era rimasto e poi mi fermai, sempre tenendo il cazzo moscio in bocca, ad aspettare nuovi ordini.
“Ok…adesso basta, brutta puttana, devo andare in biglietteria a ricevere i clienti. Tu rimani qui: sai quello che devi fare. Quando senti arrivare qualcuno, mettiti in ginocchio e apri al bocca, poi lui ti dirà quello che vuole da te, capito?”
“Sì ho capito. Mentre aspetto, posso stare anche seduta sul cesso o in piedi?”
“Mettiti come cazzo ti pare, ma se non ti fai trovare in ginocchio con la bocca aperta da tutti quello che entrano, sono cazzi tuoi…la vedi questa chiave…te la puoi scordare!!” E se andò lasciandomi lì legata.
“Lo sapevo che non mi dovevo fidare completamente di te, brutta puttana!” mi disse dandomi un ceffone: “Piero non sarà contento di questo, non sarà per niente contento…”
“La prego Mario, non glielo dica…la prego, farò tutto quello che vuole, ma non lo dica al mio Padrone…”
“Tu farai quello che voglio anche se glielo dico, puttana!” tirò fuori l’uccello e me lo ficcò in bocca “Succhia, troia, voglio essere il primo stasera!”
Era enorme, aveva un odore acre, forte, imponente….me lo ficcava in gola con prepotenza, spingendomi la testa con la mano.
“Ora leccalo, troia, puliscilo bene: sono 3 giorni che non me lo lavo, lo senti?!”
Mi fece respirare, per fortuna…leccavo l’asta e le palle con avidità, come mi aveva insegnato il mio Padrone, muovevo la lingua sulla cappella e tornavo a leccare le palle sempre più giù…mi prese nuovamente la testa e me lo infilò ancora in bocca…si muoveva sempre più forte, stava per venire…
“Non perdere neppure una goccia, capito, maledetta puttana….AHHHGHH….AHHHGH…Tò…bevi troia, ingoialo tutto…AHHGH….brava, brava…”
Era un diluvio, un fiotto violento mi inondò la gola…per un attimo mi mancò il respiro…poi riuscii ad ingoiare i primi fiotti e tutto andò meglio…continuai ad ingoiare tutto, rimanendo con la bocca ben salda sul cazzo, ma senza stringere troppo e facendolo finire completamente…
“E ora puliscilo per bene, forza!”
Leccai con delicatezza la cappella dalla quale usciva ancora qualche goccia di sperma che raccolsi con la lingua e ingoiai da brava troia. Continuai a pulirgli il cazzo ancora per un po’…poi
“Basta adesso, mi scappa da pisciare: apri bene la bocca, cesso!”
“Ma…ma…”
“Ma cosa, stronza…vuoi combinarne un’altra? Apri la bocca, muoviti!”
Sentii arrivare il primo schizzo, forte acre profondo….mi arrivò direttamente in fondo alla gola…mi venne un conato di vomito e lo sputai
“Brutta troia che non sei altro, stai ferma!” mi disse strattonandomi
“Mi perdoni…ma non me lo aspettavo….ecco…ecco adesso mi metto meglio….” Indietreggiai leggermente, le ginocchia mi facevano male, alzai la testa e aprii completamente la bocca, tirando la lingua tutta fuori
L’uomo riprese a pisciare, ma stavolta la cosa non mi colse impreparata e riuscii ad ingoiare per bene, come il mio Padrone mi aveva insegnato.
Il sapore del piscio era diverso da quello del mio Padrone, ma mi abituai subito e anche Mario lo aveva capito
“Ti piace, eh, brutta troia…lo sapevo…pulisci ora, pulisci per bene!”
Il cazzo era moscio e gocciolante e Mario aveva anche ritirato la cappella. Pulii e succhiai tutto quello che c’era rimasto e poi mi fermai, sempre tenendo il cazzo moscio in bocca, ad aspettare nuovi ordini.
“Ok…adesso basta, brutta puttana, devo andare in biglietteria a ricevere i clienti. Tu rimani qui: sai quello che devi fare. Quando senti arrivare qualcuno, mettiti in ginocchio e apri al bocca, poi lui ti dirà quello che vuole da te, capito?”
“Sì ho capito. Mentre aspetto, posso stare anche seduta sul cesso o in piedi?”
“Mettiti come cazzo ti pare, ma se non ti fai trovare in ginocchio con la bocca aperta da tutti quello che entrano, sono cazzi tuoi…la vedi questa chiave…te la puoi scordare!!” E se andò lasciandomi lì legata.
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